Leggi e regole uguali per tutti? No grazie!
“Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell'immagine dell'amministrazione. Il dipendente tiene informato il dirigente dell'ufficio dei propri rapporti con gli organi di stampa"
Fra i tanti motivi per cui vogliamo bene a Mr. B c'è anche l'aver rilanciato il regolamento liberticida che vieta ai dipendenti dell'amministrazione pubblica di rilasciare dichiarazioni in cui critichino "datore di lavoro".
http://libramenteblog.blogspot.com/2011/05/attenti-al-lupo-ed-ecco-voi-il-nuovo.html
Ora, a parte l'orrore verso una norma simile, semplicemente, dietro il principio di buon senso e vagamente omertoso del "i panni sporchi si lavano in casa", si limita di fatto la libertà di stampa e di parola dei dipendenti pubblici, autorizzando anche multe e addirittura interrogazioni parlamentari nei confronti di chi trasgredisca, fino alla sospensione dal lavoro o il licenziamento. E questa norma viene applicata, sia chiaro.
Ma viene applicata proprio verso tutti?
Non esattamente.
Mettiamo caso che voi siate ricchi, diciamo, molto, molto ricchi, tanto che per esempio possiate avere tre televisioni pubbliche più vari canali sul digitale terrestre. Possediate pure la più grande casa editrice in Italia, più giusto un paio di giornali tramite fratelli e compari.
E mettiamo il caso decidiate di scendere in politica.
E mettiamo il caso fortunatissimo di vincere anche le elezioni e divenire presidente del consiglio, tanto da arrivare a controllare anche le televisioni di stato con i loro più importanti strumenti d'informazione, ovvero i telegiornali.
Sarete allora nella condizione di promulgare o avvalorare il suddetto regolamento.
Per inciso, sarete anche nella condizione di poter dire che chi nella televisione di stato fa satira o giornalismo, così come blogger e giornali che vi critichino, tutti attuino una tenaglia mediatica contro di voi, e che provvederete a non permetterlo più (nelle dittature, almeno più onestamente, si chiamava censura).
Ma sarete anche nelle condizioni di sbattervene del suddetto regolamento, e per esempio, due giorni su tre dichiarare che il presidente della camera è delegittimato nella sua posizione, che la magistratura è politicizzata e legata al terrorismo delle brigate rosse; dire che i docenti sono tutti di sinistra e quindi inaffidabili, dire che il parlamento ha un ruolo eccessivo, dire infine che il presidente della repubblica ha più poteri di quello che dovrebbe avere e che non dovrebbe fare altro che firmare senza fiatare le leggi, costituzionali o no, promulgate dalla maggioranza, ribaltonista se fatta dalla sinistra, di responsabili se di destra.
Potrete persino arrivare a dire queste cose durante la riunione del G8, smerdando un paese intero agli occhi del mondo. Un paese che sopravvive malgrado voi.
Bello vero?
Chi si candida?
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