Scelte
Ok, è tempo di scelte per chi cerca di fare il mio mestiere, quello dell'insegnante. È il momento in cui gioco forza si deve decidere se latitare dalle cattedre ancora per anni o allontanarsi da amici e parenti, affetti e luoghi della memoria. È un gioco al massacro, una guerra fra poveri in cui precario scaccia precario, chiodo schiaccia chiodo, cuore schiaccia cuore.È una guerra in cui siamo tutti vittime, non ci sono carnefici fra gli insegnanti, solo soldatini mossi da mani esperte per compiere l'omicidio di massa della cultura.Ci dicono che dobbiamo garantire la continuità didattica, che il nostro diritto al lavoro non ha importanza di fronte al diritto dell'utenza ad avere un buon servizio. Nel frattempo però ci impediscono di dare questo buon servizio con classi alverari, togliendoci mezzi e risorse, costringendoci ad estenuanti rincorse verso l'ultima supplenza, l'ultimo spezzone di ore disponibile, quando ormai l'inizio della scuola è vicino e organizzare decentemente il lavoro è diventato impossibile per dirigenti scolastici e professori.Tutto in nome di interessi localistici, della propaganda politica che gioca sulla vita altrui.E così anche l'amico che vuole trasferirsi nella tua stessa provincia diviene un possibile rivale per il lavoro. Che amarezza.
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