Un giorno di ordinarie proteste a Catania

Giungo a Piazza Università che sono le 9:45, in tempo per la mia lezione. Folla. Più del solito.
Svoltato l'angolo, la sorpresa: un materasso ad aria gonfio sotto un balcone del municipio, folla per strada ferma a fissare, tra il divertito, il sarcastico e lo scettico. Chiedo ad uno dei vigili del fuoco cosa accada, lui si volta prontamente dall'altro lato. Intanto si sente protestare qualcuno, per le spese eccessive che il comune sostiene mobilitando già da due giorni i vigili del fuoco per quella protesta.

Cerco informazioni sull'accaduto: scopro che gli operai della Multiservizi, già sottopagati, con salari sotto la soglia della sopravvivenza, protestano contro l'acquisizione della loro azienda da parte della Dussmann. Al centro del contenzioso i tagli sui costi per le pulizie delle scuole di Catania, con relativi licenziamenti e stipendi decurtati dei dipendenti

Scene di ordinaria precarietà a Catania, ciascuno si smarca dalle assunzioni di responsabilità, ciascuno contende i pochi meriti. Nel frattempo cinque persone minacciano di gettarsi da un balcone di un secondo piano di un municipio, attirando solamente l'interesse dei turisti, e l'indifferenza se non il fastidio dei passanti.
Benvenuti nel paese della precarietà, dove ormai non ci si indigna più neanche per la povertà.

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