L'ultima cena che non era l'ultima cena

Per chi se la fosse persa, la cerimonia di apertura delle Olimpiadi del 2024 ha lasciato il suo abbondante strascico di polemiche. Alcune, nel merito della valorizzazione degli atleti, rispettabilissime; altre, riguardo la presunta blasfemia della rappresentazione, discutibili.
Al centro della discussione una presunta parodia dell'Ultima cena d Leonardo Da Vinci e, di conseguenza, di una certa tradizione cristiana. 
In foto la scena incriminata, messa a paragone di alcuni dipinti celebri

1. Philippe Katerine seminudo e dipinto di blu in versione Dioniso
2. Hans Rottenhammer's Götterfest, Hochzeit von Bacchus und Ariadne
3. Jan Hermansz. van Bijlert's Feast of the Gods* from the 1640
4. Leonardo da Vinci l'ultima cena

Si guardi in particolare 
“Il banchetto degli dei” (1635-1640 circa), di Jan Harmensz van Bijlert. 
Dioniso è rappresentato disteso in primo piano, mentre spreme un grappolo d'uva sopra la bocca (Le Monde).

Il problema della polemica è che, nel momento in cui parte della comunità cristiana ha deciso a priori che quella fosse una caricatura di Gesù e dell'Ultima cena, ha deciso anche di non considerare tutti i dettagli iconografici e non solo, sono veramente tanti, che dimostrano che quella interpretazione è scorretta: 
1) la tradizione di rappresentazioni del simposio olimpico e del komos dionisiaco, anche, ma non solo, nella pittura francese; per esempio, anche da noi in Italia, il tema è stato rappresentato da Raffaello nel 1517 alla Farnesina
2) l'aureola attributo delle divinità olimpie ben prima del cristianesimo; 
3) la presenza di Dioniso come da tradizione iconografica, anche nella pittura francese; 
4) la divinità femminile al centro, ovvero Sequana, divinità eponima della Senna presso cui si svolgeva la cerimonia; 
5) il numero di 16 persone presenti al simposio che non corrisponde al numero di partecipanti all'ultima cena di tradizione cristiana; 
6) l'incongruenza con una cerimonia che sta celebrando la tradizione olimpia (greca) e la grandeur francese con l'eventuale ripresa, anche solo satirica, di un'opera di un italiano, prodotta in Italia e conservata in Italia.
Insomma, se anche ad una prima lettura della cerimonia poteva sembrare legittima l'idea della satira o della parodia di una scena iconica della tradizione sacra cristiana, qui l'attenzione ai dettagli conta, e di dettagli ce ne sono tanti. Come fa notare David Puente su Open, insomma, andando oltre la apparenze la polemica si smonta 
Tra i vari commenti poi ho letto chi sostiene che, se il messaggio della cerimonia è stato frainteso, vuol dire che è stato comunicato male dagli organizzatori, anche al di là delle loro intenzioni. Ora, se è vero che nella comunicazione il mittente deve sempre tenere conto del destinatario e del referente, proprio questa regola ci dice che la responsabilità della polemica non può ricadere sugli organizzatori: ricordiamo che le Olimpiadi sono un evento mondiale, che quindi si rivolgono a tutte le comunità politiche, sociali e religiose del pianeta, non solo alle comunità cristiane; inoltre l'origine pagana è immediatamente evidente in tutto il rituale d'apertura dell'evento, che in qualche modo vuole richiamare, almeno nello spirito, le Olimpiadi greche, che, ricordiamolo, non erano semplicemente un evento sportivo, bensì facevano parte di complesse celebrazioni religiose pagane (e infatti furono chiuse dagli imperatori cristiani). Il referente della cerimonia è chiaro: cultura greco-romana, celebrazione del paese ospitante. Se le comunità cristiane non l'hanno colto, insomma, forse è il caso di dirci che c'è un problema in quelle comunità, a lungo nascosto dal più evidente e temuto problema dell'estremismo islamico. Infine, agisce un bias: che quando osserviamo qualcosa, esso vada interpretato esclusivamente con il nostro bagaglio di conoscenza ed esperienza, senza pensare di dover andare oltre. In questo caso la comunità cristiana identifica tutta la cultura occidentale con quella cristiana, di conseguenza, ogni cosa deve parlare del cristianesimo. E invece non è così, esiste una cultura europea che non è cristiana, che ha altre origini e a cui non interessa parlare di e con i cristiani in ogni momento, cosa evidentemente inconcepibile per questi ultimi. Come si vede, non siamo poi così distanti da quell'estremismo islamico tanto giustamente denunciato in tutta l'Europa. 

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