Orizzontescuola, Galimberti, il clickbaiting
Buonasera,
è con vivo dispiacere che vi scrivo per segnalare un problema ricorrente sul vostro sito, o quanto meno ricorrente nell'uso che la vostra testata fa dei social network: più volte mi è capitato di vedere come OS ricorra a titoli e ad articoli volti al clickbaiting, spesso contenenti affermazioni tendenziose, quando non chiaramente false.
Vogliamo degli esempi?
In data 7 maggio 2023 OS riportava nell'articolo titolato Galimberti: “Il linguaggio si è impoverito. Un ginnasiale nel 1976 conosceva 1600 parole, oggi non più di 500. la scuola è il luogo dove riattivare il pensiero” (link) la seguente affermazione: "Il linguaggio si è impoverito. Si stima che un ginnasiale, nel 1976, conoscesse 1600 parole, oggi non più di 500. Numeri che si legano alla diminuzione del pensiero, perché non si può pensare al di là delle parole che conosciamo. E la scuola è il luogo dove riattivare il pensiero".
Facendo su Facebook una semplice ricerca ("Galimberti 500 parole") si scopre che lo stesso articolo o le stesse affermazioni di Galimberti sono state pubblicate o ricondivise da OS almeno altre 2 volte: il 28 maggio 2023 e, addirittura, il 6 giugno 2016 (la stima, temo, sia per difetto: immagino che raffinando la ricerca comparirebbero altre occorrenze del post). Il problema è che questa affermazione è sbagliata; ancora di più: che questa affermazione sia falsa lo si sa da tanto, e già tante volte è stata smentita; non di meno, la vostra testata continua a ripubblicarla. Dato che Galimberti tira fuori a più riprese le 500 (o 600) parole dei giovani d'oggi, va ricordato come già nel 2018 una testata di facile consultazione coome Fanpage abbia spiegato, citando Serianni, quanto le affermazioni del filosofo siano assurde (link). Vera Gheno, sempre nel 2018, smentì le affermazioni di Galimberti (link) , nel modo che cito, riportando le parole dello stesso De Mauro: «Un grande giornale, La Repubblica, tempo fa ha pubblicato senza battere ciglio un articolo di Umberto Galimberti, valente psicologo [...] ma assolutamente, virginalmente, puerilmente ignaro di rudimenti di linguistica: con aria autorevole Galimberti ha comunicato che gli adolescenti italiani d'oggi conoscono soltanto circa seicento parole. Ora, seicento parole è il patrimonio lessicale minimo produttivo di un bambino treenne [...]. In uscita dal primo ciclo delle elementari bambine e bambini sanno controllare produttivamente e ricettivamente molti usi delle 2.000 parole italiane del lessico fondamentale dell'italiano [...] e, a seconda della bontà dell'insegnamento e della solidità culturale del loro ambiente, posseggono altre migliaia di parole del vocabolario che diciamo di "alta disponibilità" e di quello di rilevante frequenza e comune. Certamente, abbiamo bisogno di accertare con maggiore precisione i numeri medi anche di questi anni di d'età e dei successivi. Ma le parole dei nostri adolescenti sono migliaia e migliaia. E un quotidiano stimato dovrebbe guardarsi dal diffondere sciocchezze di chi, evidentemente, è del tutto ignaro di questioni linguistiche. Dobbiamo uscire dall'innocenza e farci capaci di una valutazione critica di tutta l'informazione. Dobbiamo tenere conto del fatto che in materia di scuola e di lingua molti intellettuali e politici, dato che sono andati a scuola e a scuola ci va la sorellina o la nipotina, e dato che parlano, si sentono autorizzati a sparare panzane a ruota libera. Come se, per il fatto di vivere nel sistema solare, ci sentissimo autorizzati a dare pareri di astrofisica o, causa raffreddore, in materia di batteriologia e virologia. Eppure questo avviene per la scuola e per la lingua.»
Dato che OS è una testata che si rivolge a professionisti della scuola, i quali dovrebbero trattare in maniera consapevole argomenti così attinenti all'istruzione, alla formazione e all'educazione degli studenti italiani, è possibile sperare che voi, assieme ad altre testate a voi simili, smettiate di pubblicare e condividere simili corbellerie?
Cortesemente vostro
Sebastiano Cuffari
Commenti
Posta un commento