La prima prova dell'Esame di Stato del 2022 è da bocciare?
Ormai svolta la prima prova dell'Esame di Stato 2022, non ci resta che giudicarne il valore. La prova prevedeva, per gli alunni del quinto anno delle scuole superioriori, la possibilità di scegliere fra sette tracce: le prime due sotto la forma di analisi e interpretazione di testi appartenenti alla tradizione letteraria italiana; tre tracce di analisi e produzione di testi argomentativi; due tracce di produzione di testi espositivi-argomentativi. Prima osservazione: è uscita di scena definitivamente la traccia atta a dimostrare le conoscenze storiche.
Guardando le tracce, anche solo ad una prima occhiata, sono evidenti dei problemi.
Le prime due tracce, quelle di analisi del testo, riguardano opere e autori ottocenteschi, per quanto fondamentali, ovvero Pascoli e Verga. Qui occorre chiarire una questione: l'alunno dovrebbe essere in grado, in quinta superiore, di analizzare qualsiasi tipo di testo, dal menù del ristorante ad un saggio scientifico di media difficoltà, passando per testi letterari di qualsiasi epoca (in lingua italiana, ovviamente); però da anni ormai le raccomandazioni ministeriali pressano scuole ed insegnanti alla valorizzazione della letteratura del XX secolo, per cui non è infrequente che gli ultimi autori del XIX secolo siano trattati rapidamente all'inizio dell'anno, se non addirittura sul finale della quarta superiore, per lasciare più spazio possibile al secolo successivo. E qui casca il primo asino: da un lato diciamo agli studenti, in maniera più o meno formalizzata, di concentrarsi su una parte del programma, e poi, tutte e due le tracce inerenti l'analisi del testo, riguardano la parte che lo stesso ministero invita a trattare con minore approfondimento. Si aggiunga questo un altro problema: la traccia su Nedda di Verga mostra scarso aggiornamento critico da parte di chi ha formulato le domande guida per l'analisi (come sottolineato su Letteraturaenoi), sottintendendo che Nedda sia la prima opera verista di Verga, mentre la critica più recente (e tutti i libri di testo da almeno vent'anni) la considerano opera tardo romantica, mancante proprio degli aspetti che caratterizzano il Verismo.
Insomma, prime due tracce, bocciate.
Veniamo alle tracce di analisi e produzione di testi argomentativi.
Ennesimo, enorme problema: il brano riportato in traccia di Gherardo Colombo e Liliana Segre, per quanto toccante e significativo, non è un testo argomentativo (e qui casca l'ennesimo asino, la scarsa chiarezza su cosa il ministero intenda per testo argomentativo e la discrepanza rispetto a cosa linguisticamente e filosoficamente si intenda per testo argomentativo e argomentazione). Il brano riportato semmai è un testo espositivo, in cui emerge semmai una riflessione personale nell'ultima sezione, culminante nella metafora del gioco del bambino invisibile; ma confondere una riflessione personale con un testo argomentativo in senso stretto è un errore da principianti. Ne consegue che uno studente che analizza il testo, e che sa che avendo selezionato la tipologia B dovrebbe stare ad analizzare un testo argomentativo, è portato a cercare una tesi e delle argomentazioni che, semplicemente, lì non ci sono. A questo punto si immaginino le banalità e le stupidaggini che uno studente, già sotto pressione, può aver prodotto messo di fronte ad unna scelta del genere.
Traccia bocciata
Meglio, per fortuna, le altre due tracce sul testo argomentativo, ovvero quella che parte da un brano del musicologo Oliver Sacks e quella che parte da un discorso di Giorgio Parisi: è talmente evidente che in questo caso si tratti di testi argomentativi, che anche il lessico scelto nelle domande guida cambia, risultando molto più confacente alla tipologia testuale.
Infine veniamo alle tracce espositive-argoementative: la prima e la seconda traccia, quella tratta da un libro di Ferrajoli e quella trtta da un volume di Gheno e Mastroianni, risultano complessivamente attuali e confacenti alla tipologia testuale, tipologia però che rimane nell'alveo di un'ambiguità mai del tutto chiarita dalle linee guida ministeriali. Se il testo che gli studenti devono produrre è espositivo-argomentativo, ciò vuol dire che gli studenti devono essere in grado SIA di dire tutto quello che sanno sull'argomento in oggetto, SIA di formulare testi e argomentazioni sull'argomento, seguendo modalità e regole dell'argomentazione. Siamo sicuri che poi questo accada e venga valutato?
Veniamo al giudizio finale, e per farlo vediamo cosa gli studednti italiani hanno scelto.
Secondo ANSA uno studente su cinque (21,2%) ha preferito l'ultima traccia espositivo-argomentativa (Gheno - Mastroianni). Seguono con il 18% la prma traccia della tipologia B (Colombo - Segre), e con il 16,5% l'analisi del testo di Nedda. Ne consegue che quasi il 35% degli studenti italiani, in preda all'ansia e alla pressione, hanno scelto delle tracce tecnicamente scritte male o, peggio, sbagliate. A questi si aggiunga il 2,9% di studenti che ha provato ad analizzare il testo di Pascoli, per capire che quasi il 40% degli studenti italiani ha affrontato, e non per sua colpa, probabilmente male questa prima prova, perché portato dalle stesse tracce fornite dal ministero a scrivere cose scontate, banali o, semplicemente, sbagliate.
Certo, questi studenti avrebbero potuto provare le altre tracce, come fatto dal 60% degli studenti (Il 15,8% ha scelto il brano tratto da "Musicofilia" di Oliver Sacks, il 14% ha scelto la traccia tratta dal testo di Luigi Ferrajoli, il restante 11,6% ha scelto quella sul discorso di Giorgio Parisi). Però, allora, che senso ha avuto fornire quelle possibilità, se da strumenti per provarsi in qualcosa di sensato hanno rischiato di divenire prova di insensatezza?.
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