Iliade, Omero



Leggere l’Iliade nel 2019 non è affatto cosa semplice: intanto perché quasi sempre si tratta, inconsapevolmente, di una rilettura, dato che in un modo o in un altro per tutta la tua vita, sin dalla scuola primaria, hai avuto a che fare con il testo omerico, sminuzzato e parcellizzato in letture antologiche più o meno fuorvianti; in secondo luogo perché sul testo originario si sono stratificate decine di interpretazioni e riletture diverse nel corso dei quasi tre millenni di storia che ci separano dal momento in cui Omero o chi per lui ha deciso di mettere assieme quelli che probabilmente erano dei canti distinti recitati nelle pubbliche piazze o nelle corti e farne un testo, orale, unitario. Sia come sia, ancora oggi, dopo tutto questo tempo, l’Iliade rimane un testo magistrale e sorprendente. Sorprendente perché stupisce vedere la finezza narratologica con cui l’opera è stata costruita: il protagonista, Achille, dopo la rapida furia che lo coglie a partire dai primi versi del componimento, sparisce ben presto. Ma la sua presenza è ben viva nelle speranze e nelle aspettative degli altri personaggi e, soprattutto, del lettore/ascoltatore. Non va dimenticato poi come il destinatario dell’opera nei tempi antichi sapesse bene che Achille era predestinato a compiere il suo destino - uccidere Ettore e morire egli stesso - il lettore lo sa già quando inizia a leggere l’opera. Eppure l’importante, ieri come oggi, non è solo che la trama trovi il suo sviluppo in maniera avvincente, ma con quali significati l’autore ci conduce all’esito ultimo della vicenda. Anche perché la stratificazione successiva porta spesso il lettore comune a pensare che Achille muoia nell’Iliade: no, Achille sa di dover morire, ma non è qui che il suo destino si compie. Eppure è già tutto qui, perché Achille, e gli altri personaggi che ruotano intorno a lui, sa come si concluderà la sua vicenda terrena. Il punto è che non è la morte che conta nella vicenda di Achille, ma la continua scoperta della propria umanità nel momento in cui è ancora più evidente la propria eccezionalità. Achille è l’eroe più potente della sua generazione, eppure non può nulla di fronte allo strapotere politico di Agamennone; Achille è l’eroe più temuto in guerra, eppure non può far nulla di fronte alla morte dell’amato Patroclo; Achille è la furia vindice che si scaglia in battaglia, ma è la volontà divina a realizzarne l’opera, mentre lui è costretto ad arrestarsi persino di fronte alle acque di una piccola divinità fluviale come lo Scamandro; infine, Achille ha fatto scempio del corpo dell’odiato Ettore, ma non può non riconoscere nella sofferenza di Priamo di fronte alla morte del figlio, la sofferenza di Peleo che rimarrà anch’egli anziano debole senza un protettore nella figura del condottiero mirmidone.
È la scoperta dell’umanità che affratella il vero tema della vicenda di Achille, che conduce per mano alla xenia nobile e disperata verso Priamo, che permette ad Achille di riverire il padre di Ettore come se fosse suo padre, che lo induce infine a promettere tanti giorni di tregua quanti ne occorreranno per rendere i giusti funerali alll’uomo che fino a quel momento più ha odiato.
Intorno a questa vicenda ruotano le aristie degli altri eroi, greci o troiani che siano: tutti però alle prese con l’ineluttabilità della morte e la limitatezza del loro essere eroi. Nessuno di questi eroi, da Aiace ad Idomeneo, da Nestore ad Ulisse, da Diomede a Menelao, passando per Ettore, Enea e Sarpedonte, è invincibile; tutti sono costretti a prendere atto spesso e volentieri della finitezza delle loro azioni e delle loro menti: persino il fortissimo Aiace o il pio Ettore saranno costretti ad arretrare, a cedere, a ritirarsi, a provare paura e orrore per la violenza della guerra.
In fin dei conti, il più rinomato canto di guerra risulta essere il più compiuto manifesto dell’umanità che si scopre uguale nella morte e nella finitezza della vita.

Commenti

Post popolari in questo blog

La sessualità nell'antichità

Alessandro Baricco, Castelli di rabbia

Saggio breve: D'Annunzio, una vita per la bellezza