L'anno mille993, José Saramago



L'anno mille993 di José Saramago è una raccolta di poemetti narrativi, suddivisi in 30 capitoli, scritti a ridosso della Rivoluzione dei Garofani. Come detto in prefazione dallo stesso autore, Saramago si ritrovò a scrivere questi componimenti a ridosso del tentativo militare di soppressione della nascente democrazia. Così l'opera si configura per il suo cupo pessimismo nella prefigurazione di una società distopica, in cui, a controllare la città degli uomini, barbarici invasori adoperano ogni genere di strumento, fino alla quasi completa decimazione della popolazione apparentemente inerme. Osserviamo così enormi specchi di mercurio levarsi in cielo come occhi, animali degli zoo svuotati delle loro viscere, sostituite da circuiti, darsi alla caccia dei vecchi padroni, inconsapevoli dell'essere puro strumento dei nuovi potenti, il ritorno allo stato primordiale, finanche la perdita della scrittura e, quasi della parola. Proprio allo stato primordiale l'uomo conoscerà il proprio essere, e nel mistero della maternità rinascerà la comunità degli uomini che, incurante dei morti, darà nuovamente battaglia agli oppressori, in un eterno tornare di vita e morte, libertà e oppressione, che alla fine disvelerà l'insignificanza del tutto.

Opera drammatica e linguisticamente impegnativa, come nelle abitudini dell'autore, L'anno mille993 lascia un segno indelebile nell'animo del lettore, rappresentando in maniera icastica la fragilità delle certezze delle società moderne, in primis quella più data per scontata, la tenuta della democrazia e della società.

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