Leggere fumetti, guardare anime: Nathan Never e Gundam
Come ci si sente a leggere manga o a guardare anime da adulti?
Bene, direi.
Da adulto infatti dovresti avere la capacità di guardare meno al tratto, alla pulizia e alla precisione del disegno, per fare più caso alla narrazione.
Nel mio caso questo significa cercare narrazioni più mature, anche quando si tratti sempre e comunque di "intrattenimento" senza pretesa di divenire letteratura.
Per questo motivo quando posso leggo fumetti (di ogni genere) e guardo anime.
In quest'ultimo periodo in particolare mi sono concentrato su due brand, quello di Gundam fra gli anime e quello di Nathan Never fra i fumetti.
Non starò qui a spiegare la lunghissima storia che sta dietro queste serie che sono ormai pluridecennali. Semmai quello che mi interessa è spiegare cosa trovo di interessante in queste narrazioni.
Partendo da Nathan Never, indubbiamente ciò che più mi affascina è il tentativo di creare un cyberpunk alla italiana (filone per altro ripreso nel sottovalutato Nirvana, film di Salvatores). Never, un militare/poliziotto/giudice impiegato da una compagnia privata, agisce in un mondo vivo, nato da una serie di guerre che hanno portato gli uomini ad imbattersi in altre civiltà ma anche a colonizzare lo spazio, dopo aver lasciato macerie ed enormi conurbazioni sul pianeta terra. Un mondo in cui la rete ovviamente pervade la vita di tutti e in cui gli androidi camminano a fianco degli umani. Nulla di nuovo, si dirà, ed è vero, ma almeno è raccontato bene, senza (troppi) errori narrativi, con una serie di personaggi di contorno che non sono solo macchiette ma che ricevono un loro sviluppo discretamente caratterizzato, un protagonista che si fa delle domande, ha un passato dietro e non agisce semplicemente come un automa.
Passando a Gundam, si tratta in realtà di più serie tv e a fumetti, ma ciò che caratterizza questo brand nel corso dei decenni e la profondità del ragionamento politico: nello scontro tra Federazione e ribelli di Zeon è davvero difficile definire chi sia il buono e chi il cattivo, come hanno da imparare i piloti dei Gundam, degli esoscheletri iperpotenziati capaci di risolvere le guerre e, proprio per questo, ambiti da ambo le parti, in una serie di macchinazioni, strategie, scelte tragiche e stragi. Gundam, fra le serie a fumetti e e fra gli anime che ho incrociato nella mia vita, è quella che meglio ha raccontato la politica e la guerra, facendolo senza manicheismi e senza retorica, cercando di ricordare a tutti come non esistono veri eroi e, al contempo, difficilmente esistono veri mostri.
Bene, direi.
Da adulto infatti dovresti avere la capacità di guardare meno al tratto, alla pulizia e alla precisione del disegno, per fare più caso alla narrazione.
Nel mio caso questo significa cercare narrazioni più mature, anche quando si tratti sempre e comunque di "intrattenimento" senza pretesa di divenire letteratura.
Per questo motivo quando posso leggo fumetti (di ogni genere) e guardo anime.
In quest'ultimo periodo in particolare mi sono concentrato su due brand, quello di Gundam fra gli anime e quello di Nathan Never fra i fumetti.
Non starò qui a spiegare la lunghissima storia che sta dietro queste serie che sono ormai pluridecennali. Semmai quello che mi interessa è spiegare cosa trovo di interessante in queste narrazioni.
Partendo da Nathan Never, indubbiamente ciò che più mi affascina è il tentativo di creare un cyberpunk alla italiana (filone per altro ripreso nel sottovalutato Nirvana, film di Salvatores). Never, un militare/poliziotto/giudice impiegato da una compagnia privata, agisce in un mondo vivo, nato da una serie di guerre che hanno portato gli uomini ad imbattersi in altre civiltà ma anche a colonizzare lo spazio, dopo aver lasciato macerie ed enormi conurbazioni sul pianeta terra. Un mondo in cui la rete ovviamente pervade la vita di tutti e in cui gli androidi camminano a fianco degli umani. Nulla di nuovo, si dirà, ed è vero, ma almeno è raccontato bene, senza (troppi) errori narrativi, con una serie di personaggi di contorno che non sono solo macchiette ma che ricevono un loro sviluppo discretamente caratterizzato, un protagonista che si fa delle domande, ha un passato dietro e non agisce semplicemente come un automa.
immagine: Wimimedia |
Passando a Gundam, si tratta in realtà di più serie tv e a fumetti, ma ciò che caratterizza questo brand nel corso dei decenni e la profondità del ragionamento politico: nello scontro tra Federazione e ribelli di Zeon è davvero difficile definire chi sia il buono e chi il cattivo, come hanno da imparare i piloti dei Gundam, degli esoscheletri iperpotenziati capaci di risolvere le guerre e, proprio per questo, ambiti da ambo le parti, in una serie di macchinazioni, strategie, scelte tragiche e stragi. Gundam, fra le serie a fumetti e e fra gli anime che ho incrociato nella mia vita, è quella che meglio ha raccontato la politica e la guerra, facendolo senza manicheismi e senza retorica, cercando di ricordare a tutti come non esistono veri eroi e, al contempo, difficilmente esistono veri mostri.
Immagine: Wikimedia |
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