Nella scuola secondaria che vorrei
[Casa di Scale, M. C. Escher](https://i.imgur.com/gQ1kuBY.jpg)
Nella scuola secondaria che vorrei:
- scopo della scuola secondaria di secondo grado non dovrebbe essere quello di creare buoni lavoratori, ma di creare buone teste e buoni cittadini, e di conseguenza buoni lavoratori e buoni innovatori;
- la scuola secondaria di secondo grado si dovrebbe prefiggere il totale inserimento degli alunni stranieri e degli alunni diversamente abili nel sistema sociale del paese, così come degli alunni in situazioni di deprivazione economica o in condizioni sociali precarie;
- la scuola secondaria di secondo grado dovrebbe essere in grado di valorizzare l'eccellenza che è insita in ogni studente;
- la conoscenza della Costituzione, almeno nei suoi punti fondanti, sarebbe preliminare al conseguimento del diploma di maturità;
- l'approfondita conoscenza della lingua italiana sarebbe preliminare al conseguimento del diploma di maturità;
- le discipline e i loro insegnamenti sarebbero organizzati in maniera modulare, e ogni alunno sarebbe chiamato a frequentare un certo numero di moduli che ha scelto fra quelli a sua disposizione ogni anno;
- per superare l'anno l'alunno dovrebbe aver conseguito valutazioni positive in tutti i moduli frequentati, in caso contrario, non ci sarà passaggio automatico all'anno successivo fino al conseguimento delle valutazioni positive;
- alcuni moduli delle varie discipline sarebbero obbligatori per tutti, altri, come dei corsi monografici, sarebbero frequentati su base volontaria in base ad una scelta rispetto a quanto offerto dal Piano Triennale dell'Offerta Formativa;
- Diritto, Filosofia e Storia dell'arte dovrebbero divenire obbligatorie in tutti i licei, istituti tecnici e professionali;
- l'alternanza scuola-lavoro, lungi dall'essere un mero mandare allo sbaraglio alunni non ancora pronti malgrado i salti mortali compiuti dai docenti, verrebbe proposta esclusivamente su base volontaria e alla fine del percorso di studi, come forma di accompagnamento al mercato del lavoro;
- ogni studente in alternanza scuola-lavoro dovrebbe essere accompagnato e seguito da un docente, perché solo se è veramente inserita in un percorso di istruzione l'ASL ha senso nella scuola pubblica;
- lo studente in ASL, per le ore in cui dovesse mettere in pratica gli anni di studi, dovrebbe essere retribuito, proprio perché la dignità del lavoro non può essere messa in discussione;
- il docente che dovrebbe seguire lo studente e dovrebbe creare e ricercare i momenti di formazione all'interno dell'esperienza dello stage, dovrebbe essere lautamente retribuito, proprio perché la dignità del lavoro non può essere messa in discussione;
- ogni docente dovrebbe accompagnare la sua attività didattica con l'attività di ricerca, pedagogica e disciplinare;
- il numero di ore di didattica dei singoli docenti dovrebbe quindi ridursi, in favore di una forma di ricerca azione pedagogica;
- ogni docente dovrebbe essere in grado di spiegare e rendicontare la propria azione didattica, anche attraverso pubblicazioni gestite dalla scuola stessa;
- lo stipendio dei docenti dovrebbe essere adeguato alla media europea e la crescita degli stipendi dovrebbe essere legata alla crescita dell'inflazione;
- ogni docente, o almeno i singoli dipartimenti, avrebbero a disposizione degli uffici, in modo che le vetuste Sale insegnanti possano servire solo per dei momenti di incontro e scambio pluridisciplinare;
- ogni scuola dovrebbe essere dotata di aule studio, munite di computer, di connessione veloce, di accesso ai principali portali dedicati all'istruzione e alla formazione;
- le scuole assomiglierebbero più a dei campus universitari e, per le famiglie che lo richiedessero, dovrebbe essere fornita la possibilità di avere un alloggio temporaneo per gli alunni provenienti da altri paesi;
- i calendari scolastici non sarebbero fissati in base ad esigenze politiche o a tradizioni religiose, ma in base ad esigenze pedagogiche;
- i calendari scolastici non sarebbero fissati in base ad esigenze politiche o a tradizioni religiose, ma in base ad esigenze pedagogiche;
- il digitale non dovrebbe essere il fine dell'innovazione didattica, ma strumento di tale innovazione;
- ogni novità che si volesse apportare alla struttura organizzativa e didattica della scuola pubblica non dovrebbe poter entrare a regime senza un congruo numero di anni di sperimentazione e opportune pubblicazioni sugli esiti positivi o negativi della stessa;
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