Quorum, referendum e plebiscito

Leggo dell'abolizione del quorum perché "chi resta a casa è un ignavo".
Tecnicamente non sarebbe un referendum, ma un plebiscito, magari non lo ricordate (o sapete), ma era lo strumento politico per la creazione o manifestazione del consenso in epoca napoleonica e poi nel ventennio nazifascista. Ma mettiamo pure che lo strumento di per sé sia democratico (e non lo è, se la democrazia diretta è la manifestazione del volere della maggioranza e non della maggioranza fra quanti hanno potuto votare liberi da impedimenti, magari indotti con la forza), qui non si discute realmente di quorum o di trivelle: qui si discute della polarizzazione del paese, del fatto che si vota da vent'anni pro o contro una persona e mai nel merito; del fatto che la nostra visione si avvia sempre di più verso una catalizzante deumanizzazione per cui l'altro non è giudicato per ciò che fa nel merito, ma per ciò che è o sarebbe (ignavo, ignorante, immigrato, zingaro, povero, ricco).
Leggo ricche citazioni di Anna Arendt e di Gramsci: mi fa piacere che stiate riscoprendo i libri dopo anni di imbarbarimento sui social, ma lo fate quando le scienze sociali, per la prima volta dopo millenni, stanno scoprendo che le autorità intellettuali non hanno ragione a prescindere, ma calate nel contesto. E qui del contesto non frega niente a nessuno, tanto che Platone, notoriamente vicino alle posizioni oligarchiche, diviene baluardo della democrazia: tanto per tanto citate il re Leonida o Luigi XVI.
Il mondo a due colori, il bianco e il nero, è il mondo dei massimalisti, quello dell'aut aut, o ho ragione io o ho torto io (ma hai torto tu, sempre). La realtà non è un codice binario, non risponde alle regole di un codice scritto sulla dash del vostro computer. Un recente studio ha messo in risalto come il 45% dei terroristi dagli anni 70 ad oggi siano stati dei laureati in facoltà tecnico/scientifiche, specie ingegneria: senza nulla togliere agli ingegneri, si metteva in luce come una mentalità semplificatoria e duale dei problemi sia tipica di alcuni studi, certo, non solo di quelli, né sono evidenti ragioni di causa effetto. Una sola cosa è abbastanza chiara: la piaga del nostro tempo è la semplificazione della complessità.


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