Il portatore sano di normalità

Il portatore sano di normalità vive in mezzo a noi, e non avrai grossi problemi a riconoscerlo. Egli vive come un re nella sua reggia, circondato dalle sue donne e dai suoi figli. Novello eroe d'indomita stirpe, il normo sapiens si occupa di procacciare il cibo alla sua familia, di proteggerla dalle aggressioni esterne e dai contatti inopportuni. La sua donna è dedita alla celebrazione della sua grandezza nelle sue umili occupazioni femminili, nel curare la casa e ammaestrare i figli e il cane. Quando egli torna dal lavoro, gli porge il pasto caldo e il pigiama ben stirato; non si azzarda a disturbarne il sacro riposo così come le veglie, allorché si dedica anima e corpo alle sue sempre degne occupazioni. I figli splendono della sua luce riflessa, ne calcheranno le orme e, un giorno, forse, potranno dirsi pari a lui. Fino a quell'ora saranno comunque celebri nel camminare nella sua ombra, nel seguirne usi e costumi, indiscutibili perché vengono da così alta fonte.

Il normo sapiens è portatore di cultura, unica, indiscutibile. I suoi discepoli non necessitano di conoscere voce che non sia la sua, perché la sua è già la più alta, la più forte, la più giusta. Di fronte alla critica ghigna con dispetto, di fronte alla discussione risponde con il sarcasmo e il vilipendio; non necessita di argomentazione, la verità non si declina, non si prova, non si sperimenta; si accetta. Il normo sapiens è comunemente terrorizzato da qualsiasi cosa possa mettere in crisi le sue certezze, fino ad arrivare a negare l'esistenza. Il normo sapiens rifiuta categoricamente ogni sforzo che possa incrinare i punti saldi della sua vita, l'idea che possa esistere qualcosa oltre il suo orizzonte. Ciò che non conosce, semplicemente, o non esiste, o è sbagliato. Quindi non vale la pena dello sforzo di comprenderlo o conoscerlo.

Il normo sapiens è quello che ai suoi tempi era tutto meglio. Le porte erano sempre aperte, gli zingari e i neri erano lontani, i disabili erano handicappati da tenere nascosti e i ragazzi down erano mongoloidi, non scherziamo. I ragazzi non avevano i computer, non avevano i tablet, non avevano i giochi, non leggevano cose strane, non bevevano, non fumavano, non si informavano e non contestavano. Insomma, non si prendevano il lusso di ragionare. Di fronte a chi gli fa notare che i ragazzi di oggi hanno letto molto più di lui alla loro età, sibila, balbetta e cambia strada.

Le ragazze ai suoi tempi non la davano via, i ragazzi non erano debosciati e, per cortesia, gli omosessuali non erano omosessuali, erano froci. Il normo sapiens è quello che le donne sono tutte puttane, ma se lui è andato con quante più ha potuto quand'era già sposato, stava cercando quello che la moglie non poteva più dargli. Per il normo sapiens le cose si chiamavano con il loro nome, e il razzismo non esisteva perché esistevano una sola razza, un solo sesso, una sola specie, le sue.

La famiglia del normo sapiens è una, Santa, cattolica e apostolica. Tutto il resto non è pensabile, o se è pensabile comunque non è lecito, o se è lecito comunque non esiste, o se esiste comunque non è provato. Lo scarto dalla sua norma è degenerazione, perversione, peccato mortale prima ancora di ogni possibile assoluzione, o, peggio, prima ancora di ogni possibile ragionamento.

Il normo sapiens paga sempre troppe tasse, anche quando non le paga. Il normo sapiens è ligio al dovere anche quando non fa un cazzo. Il normo sapiens è riformista anche quando spala merda sui terroni e su quelle merde umane dei clandestini. Il normo sapiens è un rivoluzionario, ma 'sti cazzi che sciopera. Il normo sapiens è un filantropo, ma difende i suoi interessi, mica quelli del debole.

Il normo sapiens purtroppo si aggira ancora tra di noi: ha la faccia pulita dell'uomo perbene, della buona famiglia, dei valori della tradizione, delle cose sane di una volta, dell'istruzione che funzionava. Ciò che è diverso non lo riguarda, lo annoia, lo disgusta.

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