Tentiamo di parlare razionalmente del concorso
Sui siti, sui forum, un po' ovunque nel mondo della scuola si continua a parlare del concorso made in ministro Profumo. Una novità o un ritorno al passato, un'opportunità o una truffa. Questo argomento sta diventando il nuovo mantra degli insegnanti sui treni dei pendolari, sugli aerei, nelle sale insegnanti.
E purtroppo, insieme a giuste recriminazioni e considerazioni valide, si sentono, sia dalla parte dei detrattori che da quella degli entusiasti, sonore stupidaggini. Al limite dal dover dire che cotanta ignoranza in materia da parte degli stessi addetti ai lavori è spesso imbarazzante. In questo post vorrei tentare di riflettere razionalmente sull'argomento, mettendo in luce pro e contro del concorso.
PRO
- Che piaccia o no, con il concorso la scuola torna nell'ambito della legalità dato che la normativa vigente prevede il doppio canale concorso/graduatorie (se hanno sbagliato i ministri precedenti a reiterare l'illegalità non per questo doveva sbagliare anche questo ministro)
- Il concorso, se ben fatto, può davvero essere uno strumento per premiare il merito al di là degli anni di esperienza che, essendo il punteggio finale calcolato comunque per titoli ed esami, viene comunque valutata. In sostanza la paura comune di vedere uno sbarbatello che non ha mai lavorato prendere il ruolo a discapito di un insegnante esperto, difficilmente potrà realizzarsi, a meno che lo sbarbatello non sia un genio (e allora tanto di cappello); nella pratica però chi è più preparato potrà comunque sperare di guadagnare qualche posizione rispetto ad insegnanti che, magari, stanno in graduatoria da anni ma che hanno smesso di insegnare con passione e di continuare a studiare (e senza ipocrisia tutti sappiamo che ce ne sono tanti in graduatoria, soprattutto in classi di concorso che in passato sono state viste come un lavoro-rifugio per chi non sapeva che fare nella vita). Il merito, il possedere delle solide competenze e conoscenze deve essere premiato nella scuola pubblica, altrimenti noi insegnanti non siamo legittimati a richiedere le stesse competenze ai nostri alunni.
- Anche in questo caso, piaccia o no, ma il concorso legittimerà le proteste degli insegnanti sulle altre questioni, ad esempio sull'illegalità del precariato anche oltre i 36 mesi di lavoro continuativo sulla stessa cattedra. La scuola ha fino a questo momento vissuto di una situazione paradossale e clientelare: non capita in nessun altro settore pubblico di vedere graduatorie di merito (quelle dei vincitori di concorso per intenderci) valite oltre i tre anni dal suddetto concorso, tanto da avallare l'idea comune che una volta in graduatoria il posto spetti di diritto. Ritornando ad una situazione di legittimità delle graduatorie e costringendo a sfatare alcuni falsi miti sulla scuola come lavoro-rifugio, forse la posizione dei precari sarà più credibile
- Se il concorso sarà fatto così come viene annunciato, avremo finalmente tanti vincitori quanti i posti disponibili: almeno questa volta niente graduatorie che non servono
- Il concorso comunque non cancella le Graduatorie ad esaurimento degli abilitati, strumento che non apprezzo particolarmente ma che sicuramente difende i diritti e gli interessi dei precari storici.
CONTRO
- Si può legittimamente credere che un concorso organizzato così in fretta causerà molti problemi: sicuramente gli interessati avranno poco tempo per prepararsi e anche i tempi così ristretti per preparare le prove causeranno un bel po' di confusione al ministero, con relativi danni.
- I quiz, test o chiamateli come volete, accertano forse l'attitudine, qualche competenza (alcune per altro praticamente inutili nel mondo della scuola) ma non sono lo strumento più adatto per una preselezione che vorrebbe sfoltire la marea di candidati dai 200.000 previsti fino ad un massimo di 50.000-60.000 candidati. Se poi i suddetti quiz saranno preparati dagli stessi esperti che stanno dietro ai disastri TFA e concorso per i dirigenti, allora aspettiamoci ricorsi su ricorsi e contestazioni infinite.
- Le prove che vogliono attestare le competenze sulle lingue straniere e sull'informatica arrivano dal nulla nel mondo della scuola. Queste competenze non sono mai state obbligatorie fino ad ora e la gran parte dei docenti, se le possiede, le possiede ad un livello amatoriale e per proprio interesse personale, non perché fino ad ora abbia saputo di dover acquisire questo bagaglio culturale.
- È evidente come il ministro stia usando troppo i media per sbandierare dati che, poi, risultano infondati. Questa è una politica che nel mondo della scuola abbiamo già visto (e non per niente questo concorso ha il bene placido del PDL). È davvero scorretto parlare in pubblico, ai media, di 12.000 posti disponibili per il 2012-2013 e poi annunciare nel chiuso delle stanze ministeriali ai sindacati che in realtà i 12.000 posti sono spalmati in tre anni. Il ministro Profumo sta lavorando per il post-governo Monti, sta facendo del concorso una marchetta per i suoi interessi personali e il suo futuro, in politica o negli ambienti universitari.
- Il ringiovanimento del parco docenti, di fatto, non ci sarà: proprio per il sistema di calcolo del punteggio dei vincitori, per titoli ed esami, e dato che al concorso potranno partecipare in pratica solo gli abilitati, i posti verranno probabilmente spartiti tra coloro che già oggi stanno nelle posizioni più alte delle Graduatorie ad esaurimento (quei precari storici che più si lamentano del concorso...) con poche variazioni. Gli under trenta di cui parla il ministro per farsi pubblicità, con la chiusurà delle Scuole di Specializzazione per l'Insegnamento nel 2009, sono nella gran parte dei casi automaticamente esclusi dal concorso. Se l'obiettivo è quindi il ringiovanimento del corpo docente, si perde in partenza.
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