La potenza dei social network e della rete
La rete sta ampiamente modificando il nostro sguardo sul mondo, avvicinando le popolazioni e le idee. Certo, parliamo sempre degli effetti sulle popolazioni ricche, eppure sono ricadute mirabolanti. Le recenti rivolte/rivoluzioni nel settentrione dell'Africa, nate dal passaparola sulla rete, ne sono un chiaro esempio. La rete è l'ambiente all'apparenza più democratico in assoluto. All'apparenza: perché il rischio che come sempre le opinioni siano pilotate rimane sempre alto. In un certo senso la differenza fra la rete di pochi anni fa e la rete oggi è data da pochi siti, Twitter e Facebook su tutti. Questi aggregatori di vita sociale online da un lato hanno la funzione meritoria di ogni portale che voglia aiutare la vita sociale, dall'altro sono un primo grosso filtro su quanto realmente gira ed è importante conoscere in rete. In questo momento, non sei un personaggio famoso se la tua pagina facebook non ha migliaia di amici, e ciò che scrivi non vale niente se non viene ritwittato da almeno una decina di persone. È un meccanismo permesso o semplicemente un sistema che sta imparando a difendersi da un eccessivo appiattimento? L'appiattimento di cui parlo è quello che ciascun buon lettore ha sperimentato leggendo i commenti ai più importanti blogger: centinaia di commenti distribuiti dalla mera casualità, senza poter stabilire una gerarchia di valore, mentre i pensieri più geniali venivano dispersi dalla banalità di mille parole.
Eppure la rete è e deve essere una serie infinita di nodi e di snodi senza distribuzione gerarchica, luogo metafisico e concreto ove tutto si raccoglie per perdersi inesorabilmente, come una biblioteca di Babele o come una città invisibile. La rete è degnamente figlia di una cultura post moderna che nel dare importanza alle cose ha imparato a sminuirle, a definirle per la loro nullità. E così nella rete delle reti Mr. B è solo uno dei tanti e la sua voce una delle tante di pari valore, ovvero di nessun valore reale.
E ciò che conta davvero sono gli uomini e i loro travagli oltre i terminali.
Calvino e Borges forse avrebbero amato la rete.
Eppure la rete è e deve essere una serie infinita di nodi e di snodi senza distribuzione gerarchica, luogo metafisico e concreto ove tutto si raccoglie per perdersi inesorabilmente, come una biblioteca di Babele o come una città invisibile. La rete è degnamente figlia di una cultura post moderna che nel dare importanza alle cose ha imparato a sminuirle, a definirle per la loro nullità. E così nella rete delle reti Mr. B è solo uno dei tanti e la sua voce una delle tante di pari valore, ovvero di nessun valore reale.
E ciò che conta davvero sono gli uomini e i loro travagli oltre i terminali.
Calvino e Borges forse avrebbero amato la rete.
Location:Misterbianco
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