Estensione del dominio della lotta, Michel Houellebecq
Estensione del dominio della lotta, di Michel Houellebecq, è un romanzo del 1994. Houellebecq. Il protagonista del romanzo è un programmatore di trent'anni che vive a Parigi: l'uomo vive una vita tutto sommato agiata ma quasi anaffettiva per sua stessa volontà; nel corso della vicenda scopriremo che il protagonista ha vissuto qualche anno prima una grave disillusione amorosa da cui non si è più ripreso.
Il protagonista viene inviato in trasferta dalla sua azienda per svolgere un corso di formazione presso una sede del ministero dell'agricoltura francese: con lui anche il collega Tisserand, ingenuo, vitale e irrimediabilmente brutto. Mentre Tisserand cerca in ogni modo di trovare l'occasione per abbordare una donna, fallendo miseramente, il protagonista lo osserva e muove con sguardo sempre più disilluso e maligno, fino a spingere il collega all'omicidio, tentativo che, comunque fallisce.
Tornato a Parigi il protagonista, sempre più depresso, decide di intraprendere una terapia, facendosi ricoverare: agli occhi degli specialisti la causa dei suoi mali è la mancanza di amore, diagnosi a cui risponde provocatoriamente, chiedendo alla psicologa presso cui è in cura se si vuole prestare a soddisfare la sua esigenza di affetto e sessualità. A conclusione della terapia il protagonista si reca presso una remota località balneare, nell'osservazione della spontanea vitalità degli adolescenti e della putrescente solitudine in cui vive, si addentra in un bosco prendendo consapevolezza del fallimento del proprio esistere.
Alla lettura del romanzo emergono alcune osservazioni: Houellebecq, che tanto dice di odiare il nichilismo occidentale, è in fondo anch'egli un nichilista, o così appare all'epoca della scrittura di questo romanzo; alla critica della società occidentale, rappresentata dalla vita nell'azienda d'informatica, motore della moderna economia e del rinnovamento che la burocrazia del ministero dell'agricoltura non capisce e non vuole capire, non segue una proposta alternativa; alla critica di ogni idealizzazione della sessualità e dell'affettività non segue una visione rasserenata o smaliziata di una sessualità alternativa, ne seguono semmai la negazione del sesso e dell'affettività. Houellebecq e il suo protagonista sono bravissimi a massacrare gli altri personaggi e tutto ciò che rappresentano, ma questa critica è gratuita, non ha nulla da offire in cambio: semplicemente Houellebecq odia la modernità, odia qualsiasi forma in cui questa si esprime, odia che l'Occidente si confronti con l'altro (si pensi alle descrizioni dei ragazzi di colore che compaiono nel romanzo). La cifra del romanzo è l'odio, un disprezzo che l'autore non si degna di motivare, dobbiamo accettarlo in quanto tale, per la presupposta maggiore intelligenza e cultura del protagonista (e dell'autore che lo ha generato). Il fatto che questo odio sia scritto inequivocabilmente bene non ne trasforma l'essenza.
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