Sviare le argomentazioni usando le fallacie logiche: due esempi di una pessima pratica

 Chi in questi giorni ha letto un po' i quotidiani online, avrà trovato un po' su tutte le homepage il video dello scontro tra il governatore dell'Emilia Romagna Bonaccini e il professor Galli.


Tema di discussione è la decisione sulle riaperture: Bonaccini condivide le recenti decisioni sulle riaperture del governo Draghi, Galli no. O meglio, Galli sostiene, da tecnico, che quelle decisioni sono premature e quindi pericolose. Nello sviluppo del dibattito Bonaccini tenta di confutare mettendo in bocca a Galli qualcosa che non ha espresso, almeno non chiaramente ("lei pensa che il governo Draghi sia un governo di irresponsabili?"): si tratta, come sappiamo, dell'artificio retorico fallace dello straw man argument, mettere in bocca ad altri qualcosa che non hanno detto per sviare dal vero tema in discussione. Come osserviamo nel video, Galli non replica (decide cioè, di non dare legittimità all'obiezione, controbattendo, non accettando la validità della premessa stessa dell'obiezione) e ulteriormente argomenta la sua tesi: le riaperture non hanno a che fare con una valutazione di tipo scientifico (quelli che lavorano nei CTS regionali potrebbero confermarlo, dice Galli), ma sono frutto di calcolo politico.
A questo punto Bonaccini adopera un altro stratagemma retorico fallace, l'attacco ad hominem: Bonaccini chiede a Galli perché si innervosisca così tanto; il senso di questa obiezione è il tentativo di portare la discussione, di nuovo, non sul tema del dibattito, ma sul comportamento di uno dei dibattenti, sosttintendendo che Galli si innervosisce perché non è sicuro delle proprie posizioni, o ha qualcosa da nascondere. Questa volta Galli decide di replicare, e lo fa esplicitando al pubblico, lo dice apertamente, che Bonaccini sta cercando di adoperare mezzucci, strumenti retorici per sviare la discussione, arrivanddo a dire che Bonaccini si dovrebbe vergognare per i suoi tentativi di non discutere nel merito. 
Galli argomenta ulteriormente: il decisore politico sa che le riaperture sono premature, ma ha deciso che sono tollerabili delle migliaia di morti in più per riaprire le attività e le scuole, e questa è una decisione che non ha a che fare con la scienza, con un rischio calcolato, ma è una decisione politica.
Nuovamente a questo punto Bonaccini usa una fallacia logica nel suo argomentare: attacca Galli sostenendo che quindi per il professore gli Italiani sarebbero degli ipocriti. Anche in questo caso osserviamo uno straw man argument, un argomento fantoccio, che tra l'altro procede con una generalizzazione indebita. È proprio sulla generalizzazione indebita che si concentra la confutazione del prof. Galli, che evidenzia come, volutamente, Bonaccini faccia confusione tra il decisore politico, colui che prende la decisione, e la popolazione, gli Italiani, che la decisione la subiscono.

Tirando quindi le somme, dando una valutazione tecnica del dibattito, non solo le argomentazioni del prof. Galli non sono state confutate, ma lo stesso Galli ha avuto la forza argomentativa di smontare ed evidenziare le argomentazioni retoriche fallaci dell'avversario, trionfando nella discussione. Con questo non voglio dire che Galli abbia ragione nel merito, ma che è stato tecnicamente superiore nel dibattito.




E ora veniamo all'esempio personale. 
Tra i commenti a questo dibattito mi è capitato di leggere l'intervento dell'assistente parlamentare Benedetta Frucci, la quale scrive questo tweet:
"Bonaccini, uomo del fare, vicino alla gente che lavora, ha semplici posizioni di buon senso. 
Per qualcuno invece stare vicini ai lavoratori, chiedere di abolire il coprifuoco, riaprire è “di destra”.
Quindi capiamoci: favorire la disoccupazione è di sinistra?"
Al tweet ho personalmente risposto così:
"Pessima semplificazione: è di destra soffiare sulla prevalenza dei diritti del singolo nel momento in cui c'è un interesse comunitario che richiede, purtroppo, rinunce dei singoli (che vanno certamente sostenuti nella difficoltà) per superare una pandemia.".
Come avrà risposto Frucci? Con uno straw man argument:
"Voi odiate chi lavora e ancor di più chi guadagna. Vi provoca fastidio la libertà."
All'argomento fantoccio ho deciso prima di rispondere esplicitando la fallacia logica adoperata:
"Io non odio proprio nessuno, non mi metta in bocca parole che non ho mai detto. Altrimenti potrei dire che lei odia chi muore perché contraddice la sua libertà."
Successivamente ho evidenziato un'altra parte debole dell'argomentazione, la generalizzazione:
"Ma poi, voi chi? Io ancora aspetto risposta: dove ho detto di odiare chi e come si permette di mettermi parole in bocca che non ho mai detto.".




Come è chiaro, l'utilizzo delle fallacie logiche è uno strumento diffuso nel discorso pubblico, passa spesso inosservato, e tuttavia un interlocutore attento, come Galli, può riconoscerle e smontarle, dimostrando così l'inconsistenza delle posizioni altrui

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