Dibattere di letteratura in classe: Beatrice, Francesca da Rimini, Laura

Praticando il Debate in aula ormai da anni e, dopo aver organizzato e seguito un corso di formazione sull'argomento, tenuto dagli ottimi Matteo Giangrande e Pietro Alotto, quest'anno ho decisso di provare e provarmi nel Debate disciplinare, ovvero i miei alunni si sono trovati ad approfondire e a dibattere su un argomento strettamente correlato allo studio di una delle discipline che vengono abitualmente svolte in classe, lo studio della storia della letteratura italiana.

Insegno in un istituto professionale, scuole che, per volontà ministeriale, stanno gradualmente convertendo la propria didattica verso un apprendimento sempre più rivolto all'acquisizione di competenze (cosa che, per inciso, dovrebbe essere l'obiettivo di ogni tipo di scuola): questo cambiamento implica, anche dal punto di vista formale, il dover ottemperare a certi obblighi. Il Debate, da questo punto di, risponde alla richiestaa di produrre prove autentiche che dimostrino tale acquisizione. Tuttavia, al di là di aspetti meramente formalistici, mi interessava osservare la reale portata della pratica, ovvero quanto sarebbe stato possibile coinvolgere gli studenti nello studio e nell'approfondimento di un argomento non direttamente correlato alla loro vita quotidiana, e portarli a dibattere su tesi e antitesi inerentti quell'argomento.

Nel consiglio di classe della terza in cui insegno lettere già ad inizio anno si è deciso di approfondire lo sviluppo della figura e del ruolo della donna nel tempo, trasversalmente a tutte le discipline. Così, in letteratura, insieme alla classe abbiamo cercato di concentrarci su questo tema. Per chi non se lo ricordasse, lo studio della letteratura italiana in terza si concentra particolarmente sulla produzione letteraria delle origini, Dante Alighieri, Fracesco Petrarca, etc.

Nel corso dei mesi la mia classe, in presenza o a distanza, ha affrontato lo studio delle opere di questi autori; trasversalmente abbiamo iniziato ad approfondire le strutture di  un testo argomentativo, abbiamo defiinto e approfondito i bias cognitivi, le fallacie logiche, fatto esercitazioni su tesi semplici da argomentare, per acquisire un metodo.

Finalmente, in aprile, la classe è stata suddivisa in tre gruppi, ed è stato approntato il Debate. Abbiamo deciso di svolgere uno "scontro" a tre squadre (grazie al suggerimento di Matteo Giangrande), visto il numero ristretto di alunni nella classe: ogni squadra avrebbe dovuto dimostrare che il personaggio ad essa assegnato (Beatrice, Francesca da Rimini o Laura) è più vicino alla concezione "moderna" della donna. È chiaro che il concetto di moderno è contestabile e che implica interpretazioni molto diverse, probabilmente sarebbe risultata più utile una definizione come "meno anacronistica di", ma per evitare di appesantire le scelte lessicali alla base dell'esercizio, e considerato che nei professionali non si studia filosofia, abbiamo deciso di lavorare con questa semplificazione di comodo.

I gruppi hanno svolto degli esercizi preparatori: come primo esercizio hanno dovuto compilare una tabella in cui avrebbero evidenziato le differenze fisiche, caratteriali e comportamentali tra Beatrice, Laura, Francesca. Questi dati andavano ricavati dai testi studiati nel corso dell'anno e da degli approfondimenti selezionati ad uopo.

Il secondo esercizio, denominato Balloon debate, consisteva nel rispondere in fasi diverse alle seguenti tre domande pensando alle caratteristiche e al ruolo che viene attribuito oggi alla donna: 1) perché il personaggio che è stato assegnato al mio gruppo è "moderno"; 2)  perché il personaggio che è stato assegnato al mio gruppo è "più moderno" degli altri; 3) perché i personaggi assegnati agli altri gruppi sono "meno moderni" del mio. Questo esercizio, che costringe in aula ad un ascolto attivo, ha permesso ai diversi gruppi di lavoro di iniziare a formulare le argomentazioni che sarebbero poi state approfondite in vista del dibattito.

In ultimo, in base ai dati raccolti fino a quel momento, i tre gruppi sono stati invitati a realizzare una mappa argomentativa o uno schema che riassumesse la loro linea argomentativa, selezionando e approfondendo le tre argomentazioni ritenute da loro più forti emerse nei precedenti esercizi. 

Fatto questo, ogni gruppo ha stabilito i ruoli; abbiamo previsto quattro interventi a gruppo, quindi i ruoli da spartire erano: 

  1. primo debater: introduce la tesi, fornisce una prima sintesi delle argomentazioni della squadra; approfondisce la prima argomentazione; 
  2. secondo debater: confuta una o più argomentazioni fornite dalle altre squadre; approfondisce la seconda argomentazione; 
  3. terzo debater: confuta una o più delle argomentazioni fornite dalle altre squadre; approfondisce la terza argomentazione;
  4. quarto debater (uno dei debater precedenti riprende la parola): tiene la perorazione finale che non introduce nuove argomentazioni. Non introduce nuove confutazioni. Riprende le argomentazioni più forti della propria squadra, mettendo in luce quanto le altre squadre non sono riuscite a dimostrare o a confutare.
Il Debate si è svolto in DAD: gli alunni hanno preso ordinatamente la parola, sviluppando le proprie tesi e argomentazioni. La competizione è stata accesa, soprattutto, la qualità delle argomentazioni è andata ben oltre le aspettative. Come è ovvio per alunni al primo serio tentativo di Debate, le argomentazioni sono state spesso assertive, gli esempi a dimostrazione sono rimasti spesso impliciti ("erano quelli che tutti sapevamo aver letto nei testi") ma, già solo nell'aver fatto implicito riferimento ai testi, gli studenti hanno dimostrato di aver acquisito delle conoscenze.
Certamente i ragazzi hanno sviluppato un tema superato dalla critica letteraria, contestabile anche nei presupposti iniziali, ma l'obiettivo dell'esercitazione non era quella di creare dei critici. L'obiettivo era, evidentemente, costringere i ragazzi a fare propri dei saperi e delle strategie, e a metterli in gioco per utilizzarli in un contesto non noto, esponendo, cooperando, argomentando.
Il risultato del Debate è stato successivamente mappato per rendere più facilmente leggibile l'esito dello scontro (che ha, per la cronaca, visto prevalere, d'un soffio, la squadra pro Laura).
Nella mappa, anch'essa non certo perfetta ma facilmente leggibile da alunni ancora agli inizi con questo tipo di attività, sono evidenziate le argomentazioni che hanno resistito alla confutazione degli altri gruppi.



A conclusione dell'attività gli alunni hanno espresso la propria soddisfazione, evidenziando che, a loro parere, se un estraneo agli argomenti avesse assistito alla discussione, ne sarebbe uscito avendo un'idea abbastanza chiara sulle tre figure analizzate. Infine, almeno alcuni alunni hanno dichiarato di preferire il Debate come forma di valutazione delle conoscenze e delle competenze rispetto ad una classica interrogazione.

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