Lorenzo Fontana, l'élite che dichiara guerra all'élite
Foto: Di euranet_plus - Italian part - Citizens’ Corner debate: Brexit – Europe’s Big Bang theory. Where did it start?, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=69602733 |
Lorenzo Fontana, il neoministro della famiglia e della disabilitò, appena nominato è già apparso su tutte le prime pagine dei giornali per le sue posizioni sulle famiglie omosessuali e, più in generale, per le sue dichiarazioni improntate all'estremismo cattolico.
Di fronte alla prevedibile reazione di chi non la pensa come lui, il ministro ha dichiarato di non temere gli attacchi delle élite che vogliono imporre l'omogenitorialità e far passare per normale ciò che normale, a suo dire, non è, ovvero una famiglia composta da una coppia omosessuale.
Ovviamente c'è chi gli ha fatto notare che le famiglie omogenitoriali, che lui sostiene non esistere perché non previste dalla legge, esistono proprio perché già previste dalla legge, come appuntato dall'onorevole Cirinnà.
Quello che qui mi preme fare osservare è altro: di fronte alla polemica, Fontana ha spostato il fuoco per evitare di addentrarsi in un'argomentazione, quella di fatto, che si sarebbe dimostrata debole (dire che la famiglia esiste solo se ci sono "mamma" e "papà", indicando questa come forma naturale del nucleo sociale, è quanto meno impreciso: intanto perché in molte società la famiglia non è la famiglia ristretta a cui siamo abituati in base alla cultura cattolica, ma può per esempio prevedere più padri o più madri, ma anche perché nella stessa realtà di fatto la famiglia ha una sua diacronia, per cui, o perché sopraggiunge la morte, o per altri motivi, ad ogni padre possono corrispondere più madri, e viceversa; inoltre, sostenere che la famiglia sia composta da "mamma" e "papà" perché solo così può accadere la riproduzione esclude che la genitorialità non si risolva nell'atto riproduttivo ma che coincida piuttosto nella presa in carico di bambini incapaci di autodeterminazione, presa in carico che può avvenire attraverso l'istituto dell'adozione in famiglie omo o eterogenitoriali a prescindere dal fatto che i figli siano stati concepiti all'interno della famiglia).
Fontana preferisce piuttosto buttare la palla sul campo più congeniale al populismo: la lotta contro le élite. Ma cos'è l'élite? per Treccani
élite ‹elìt› s. f., fr. [femm. sostantivato di élit, antico part. pass. di élire «scegliere»]. – L’insieme delle persone considerate le più colte e autorevoli in un determinato gruppo sociale, e dotate quindi di maggiore prestigio: l’é. della società o di una società; l’é. intellettuale della città, del Paese; fare parte dell’é. o di una é.; come locuz. agg., d’élite, destinato a una élite, e quindi particolarmente scelto o raffinato: uno spettacolo d’é. (v. anche elitario). In partic., nella sociologia di V. Pareto (1843-1923), gli individui, più capaci in ogni ramo dell’attività umana, che, in una determinata società, sono in lotta contro la massa dei meno capaci e sono preparati per conquistare una posizione direttiva.Quindi, al di là del fatto che il termine ha in realtà un significato positivo che il populista tende a modificare in base ad un criterio piuttosto banale (uguaglianza nei diritti = equivalenza nelle competenze e capacità) in senso spregiativo, quello che diventa chiaro è che Fontana è egli stesso élite.
Fontana è élite perché, dopo due lauree, da anni ormai sta ben addentro alle strutture del potere politico e sociale: da un decennio almeno giostra con le giunte a marchio leghista i destini della città di Verona; due volte parlamentare europeo, è stato membro di diverse commissioni, autore di dossier, interventi e proposte legislative, tra l'altro caratterizzate dalla monotematica e ossessiva attenzione verso le radici cristiane dell'Europa moderna (assunto, tra l'altro, tutt'altro che inappuntabile); è arrivato ai vertici nazionali del suo partito, è stato eletto alle più alte cariche del Parlamento nazionale e, oggi, è ministro della Repubblica. Cosa può essere più elitario di un uomo con questo curriculum?
E allora, la domanda da porsi è un'altra, quando Fontana, che è parte di un'élite, tra l'altro quella che detiene il potere, attacca una minoranza che oggi non trova rappresentazione nella classe dirigente, è sotto attacco delle élite o è lui élite che attacca chi in quel momento non ha strumenti per difendersi?
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