sabato 12 aprile 2025

Tra la Storia schiacciata sul presente e la storia lunga: una riflessione sull'insegnamento




Insegnare la storia, oggi più che in passato, significa, inevitabilmente, dover operare delle scelte. È materialmente impossibile trattare ogni singolo evento occorso, anche volendosi limitare ad un'area geografica piuttosto ristretta come quella del Mediterraneo o dell'Europa centro-occidentale, e occorre dunque effettuare una selezione degli argomenti. Tuttavia, questa scelta non deve cadere nella trappola di visioni ideologiche che esaltino la presunta eccezionalità dell’Occidente o che riducano il passato a esclusivamente alle radici del presente e a strumento per perseguire obiettivi politici: in un caso, rischiamo di rinchiuderci dentro il recinto di un costrutto ideologico che ha una sua origine molto recente e che alla costruzione del presente è rivolta, anche a costo di falsificare il passato; nell'altro caso, benché da sempre si guardi al passato per capire il presente, pensare che tutto ciò che è accaduto abbia come sua unica soluzione l'oggi finisce per rendere monca una realtà che è per sua natura ben più complessa.

La tentazione di una storia "teleologica"

Spesso infatti, e basterebbe guardare le Indicazioni Nazionali per capirolo, l’insegnamento della storia rischia di cadere in una narrazione che, in nome del presente, concetto anch'esso complesso ma che si realizza nei discorsi ministeriali nel "dovete parlare del XX secolo", schiaccia il passato sotto il peso dell'oggi. Si suggerisce, quasi per necessità didattica, che ogni evento storico trovi la sua giustificazione nei problemi contemporanei, trasformando così il passato in un prolungamento lineare e predestinato del presente. Questa modalità, che potremmo definire teleologica, non solo impoverisce la complessità della storia, ma induce anche a dimenticare quelle trasformazioni profonde che hanno plasmato il nostro mondo nel corso dei millenni, se non in milioni di anni. Questa visione finisce peraltro per confermare le visioni strumentali e ideologiche del passato, che già un immenso male hanno fatto nel tempo: e così, anziché spiegarci il perché degli imperi, pensare ai processi storici, l'impero romano è antesignano dell'impero carolingio e modello dell'impero americano; ancora, Sparta è stata studiata come modello di una certa rivoluzione e poi come antecedente di certe forme di autoritarismo, Atene è il modello utopico del liberalismo moderno.

Selezione degli argomenti: dall’ignoranza alla valorizzazione del processo

È innegabile che, nella quotidianità scolastica, si debba scegliere quali periodi e tematiche affrontare. Spesso, tuttavia, questa scelta porta a escludere dall’insegnamento la preistoria e le civiltà antiche, come se l’ignoranza su tali periodi potesse essere interpretata come un'indicazione della loro scarsa importanza. Al contrario, occorre rivalutare ogni tappa del cammino evolutivo dell’umanità, non partendo da preconcetti ideologici ma guardando allo sviluppo dei processi nel loro complesso. La cosiddetta “storia lunga” deve diventare il filo conduttore che svela le connessioni, le continuità e le rotture che hanno reso possibile il progresso e la complessità delle società odierne. Dobbiamo fare in modo che i bias con cui gli insegnanti (e i politici) approcciano l'insegnamento della Storia non finiscano per limitare la scelta dei contenuti su cui lavorare, finendo peraltro per confermare il patto implicito che regge da decenni l'impianto dell'istituzione: l'assenza di controlli sulla reale preparazione di chi insegna in cambio dell'accettazione supina di uno stipendio basso.

La semplificazione che si autoavvera

Un ulteriore aspetto critico è rappresentato dall’idea che l'insegnamento della storia debba essere semplificato perché si pensa che gli studenti di oggi apprezzino poco la materia. Questa scelta, lungi dall’invogliare il confronto critico, rischia di instaurare una profezia che si autoavvera: una narrazione ridotta a schemi semplicistici conferma l’idea di una storia “facile” e, paradossalmente, alimenta l’indifferenza degli studenti nei confronti di una materia tanto fondamentale. In questo contesto, la semplificazione non è solo una scelta didattica, ma una decisione che determina il modo in cui intero percorso storico viene percepito e valutato, perdendo o sminuendo l'epistemologia stessa della disciplina, come gà si vede, e non solo per quanto riguarda la Storia, nello svolgimento degli Esami di Stato.

Verso un approccio più completo e consapevole

Quello che si richiede, dunque, è un insegnamento della storia che sappia coniugare l’indispensabile operazione di selezione con un profondo rispetto per la complessità del passato. Occorre abbandonare la visione riduzionista che pone non solo il presente al centro, bensì il presente come unico fine e unica prospettiva possibile, per valorizzare una narrazione che abbraccia tutte le epoche – dalla preistoria alle civiltà antiche fino ai giorni nostri; occorre avere il coraggio di smettere un insegnamento esclusivamente cronologico per un approccio più squisitamente tematico e modulare, come già proposto per le lettere. Solo in questo modo si potrà dare conto della ricchezza dei processi storici, restituendo agli studenti quel senso di meraviglia e di continuità che è alla base di una conoscenza autentica e articolata.

Nel ripensare l’insegnamento della storia, siamo chiamati a superare le convenzioni che riducono il passato a un mero strumento per interpretare il presente. La sfida è quella di far riscoprire agli studenti l’infinita varietà di narrazioni, processi e trasformazioni che hanno contribuito, con le loro luci ed ombre, a formare il nostro mondo. L'insegnamento storia non deve limitarsi a una cronaca lineare, ma deve diventare un invito a esplorare il tessuto intricato dei millenni, dove ogni periodo, ogni civiltà e ogni processo possiede il suo indispensabile valore. In questo percorso, ogni scelta didattica diventa un atto di responsabilità: quella di non cadere nella trappola di un eterno presente, bensì di recuperare e valorizzare l’intero cammino evolutivo dell’umanità, riscoprendo la forza e la bellezza di una storia davvero lunga.

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