Sui social e la censura

È di questi giorni la notizia che i principali social netork hanno inibito al presidente Trump l'uso dei propri profili, a seguito dei fatti di Capitol Hill. Subito, soprattutto la destra ha iniziato a parlare di censura, insinuando il complotto delle Big Tech che si arrogano il diritto di censurare le posizioni scomode o a loro non gradite. Ma le cose stanno davvero così? Per come la vedo io, il problema sta a monte e prima dei social network, ed è un problema in primis di analfabetismo digitale. Mi spiego: da anni ci si batte perché la rete internet sia considerata patrimonio universale e bene comune, in modo da garantirne un libero accesso a tutti. Di fatto la rete internet è una enorme (e fragile) infrastruttura che garantisce a pubblici (per esempio gli Stati con i loro siti e le loro app) e privati (per esempio Googlee, Facebook, Twitter) di offire all'utenza dei servizi. E qui casca l'asino, ovvero la confusione tra la libertà e pubblicità dell'infrastruttura e l