giovedì 30 giugno 2011

Quanto questo governo ha tolto alla scuola pubblica

Sulla scuola pubblica ormai siamo al dramma satiresco, all'opera che accompagna la tragedia ma che della tragedia non è che l'ombra, non essendo neanche commedia. Siamo al dramma perché che tutti noi si sia stati presi amabilmente per i fondelli, ormai è cosa ben chiara.Questo per svariati motivi: non di certo perché una piccola persona come il nostro ministro, nella lettera porta fortuna ai maturandi sbaglia anche su quale sia stata la sua prova di maturità. Quella è farsa, è solo l'ennesima dimostrazione di dappocagine e di pressapochismo.
Il dramma non sta neanche nelle parole dissennate del ministro Rotondi. Il ministro che sbandiera quanto basso sia lo stipendio dei parlamentari, già villipesi, che così potrebbero far cadere il governo. Se vuole potremmo onorarli come martiri e nel frattempo dare loro un contratto da co.co.pro. pagati ad ore per la presenza in parlamento e con provvigioni per le leggi realmente approvate.
Ma il dramma invece sta nella nuova manovra economica. Che ha del ridicolo perché, di fatto, lascia la patata bollente alla prossima legislatura.
Blocco delle assunzioni: quelle tanto vantate 65.000 immissioni in ruolo in tre anni fra personale ATA e docenti.
Paradosso: altri 250 milioni di euro in più nel fondo per le scuole paritarie, simbolo di civiltà, a detta del ministro per l'istruzione pubblica.
La mannaia di Tremonti colpisce un po' tutta la scuola per l'ennesima volta: le piccole scuole non avranno più un dirigente scolastico; verranno tagliati nuovamente le cattedre di sostegno, fiore all'occhiello del nostro sistema scolastico.
Ma di fatto la scuola pubblica è il luogo privilegiato da questo governo per racimolare soldi.
Da quando si è insediato ha, nell'ordine, rastrellato i fondi già stanziati in finanziaria dal governo precedente per 120.000 immissioni in ruolo, usate per altro, già realizzato 45 miliardi di euro di risparmi mantenendo precari i docenti, accorpando le cattedre, non attuando alcun tipo di manutenzione sugli istituti scolastici, tagliando i posti su sostegno, riducendo il personale ATA (quelli che con disprezzo i nostri governanti chiamano bidelli) e non assumendo i dirigenti scolastici. Uniche note di spesa, ancora, l'incremento dei finanziamenti per le scuole private.
Ma di certo non ci si può fermare qui, quindi altri trenta miliardi di euro di risparmi previsti nel prossimo biennio e ora il blocco delle assunzioni.
Totale?
Agghiacciante.
In una legislatura questo governo ha "risparmiato" ovvero rubato alla scuola pubblica circa 80 miliardi di euro, l'equivalente di due manovre economiche come quella appena approvata.
Tutto questo sulla nostra pelle.Meditate gente, meditate

lunedì 27 giugno 2011

Raymond Carver: lo scrittore in un mondo senza eroi

Raymond Carver: lo scrittore in un mondo senza eroi

Considerazioni varie da un operatore di call center


Sono quasi due anni ormai che lavoro presso un call center, vendendo servizi telefonici e adsl. Ora, questo lavoro, precario, bistrattato, spesso frustrante, permette tuttavia di conoscere uno spaccato di questo paese che spesso s'ignora o si vuole ignorare. Non sto parlando del mondo dei precari, di quello ne parlo già spesso e volentieri. Invece mi dilungherò su qualche riflessione sul mondo che sta dall'altro lato, quello delle persone che mi rispondono, come vivono il mio lavoro e come si mettono a nudo nel breve arco di una telefonata.

L'italiano medio, quando telefono, è infastidito. È curioso: lo stesso italiano che si fa narcotizzare dalla pubblicità in televisione, si infervora e millanta violazioni alla sua privacy se gli viene gentilmente proposta una qualsiasi offerta attraverso il telefono.
Probabilmente perché sente di avere dall'altra parte qualcuno con cui prendersela, su cui sfogarsi.
È una maleducazione diffusa: dal dare del "tu" all'operatore che si rivolge con il "lei", segno di mancanza di rispetto verso la persona ed il lavoro; fino all'insultare, minacciare.
E c'è anche un'ignoranza diffusa, manifesta e spesso, peggio ancora, latente, nascosta.
Dall'ignoranza di chi fugge dalla chiamata perché "analfabeto", mondo sotterraneo di incolti e di analfabeti di ritorno, fino a coloro che, vittime stesse della loro condizione sociale e del loro successo, sono convinti di essere migliori degli altri.
C'è un principio nella nostra giurisdizione, quello secondo cui la legge non ammette ignoranza. Ecco, questo principio mostra di essere del tutto ignorato nella realtà dei fatti, come da tutti coloro che minacciano denunce, insultano, prendono in giro gli operatori perché "loro hanno fatto richiesta del numero privato" senza sapere che, se non vogliono informazioni commerciali devono iscrivere il loro numero a ben altro istituto, il registro delle opposizioni.

Per carità, la maleducazione si trova anche fra gli operatori: ce ne sono di tutti i tipi, ci sono quelli che lasciano aperta la telefonata per farsi quattro chiacchiere con il collega, ci sono al contrario le macchine da contratto, che non sollevano lo sguardo dal monitor se non hanno convinto, ad ogni costo, i malcapitati che ricevono le loro telefonate. Ci sono gli operatori di passaggio, che fanno questo lavoro mentre studiano o cercano qualcosa che li realizzi nelle loro competenze; ci sono poi gli operatori che giungono al call center dalla chiusura delle fabbriche, spesso privi di competenze informatiche, condannati loro malgrado nella grande maggioranza dei casi ad essere licenziati in poco tempo.

Ma tornando al mondo all'altro capo della cornetta, c'è davvero di tutto. Nulla di strano che in un turno di lavoro si susseguano interminabili ore di chiamate chiuse in venti secondi ripetendo ostinatamente le stesse frasi d'esordio, finché non giunge il cliente che finalmente ti fa andare oltre le solite tre frasi in croce, con cui si può dialogare. Sono vari tipi di dialogo: dall'altro lato ci può essere la persona che docile si lascia condurre per mano, quella a cui è un piacere vendere un servizio. C'è poi quello diffidente, quello che vuole fare tutto da sé, e allora lo si deve fare sentire il padrone del mondo, gli si deve fare credere che è lui che comanda. Poi c'è quello più subolo, quello che ti fa parlare solo per poterti dire, alla fine, che quello che ha a casa gli conviene di più, spesso con un tono di compiaciuta superiorità. Lo so, sbaglio, i miei superiori mi lincerebbero, ma io su quello che mi vuole superare sulla logica mi ci avvinghio come i granchi agli scogli. Lì esce il peggio di me: che tu voglia o no il mio servizio, non mi interessa più, ora metto a frutto vent'anni di studi, sfodero ogni figura retorica che conosco, inizio a sforbiciare sillogismi da far impallidire un peripatetico. Forse non diventerai un mio cliente, ma almeno ti avrò tolto il sorrisetto superiore dal viso.

Poi vengono infine quelli che meriterebbero, loro, di essere denunciati per diffamazione. Ci sono quelli che ti invitano ad andare a truffare qualcun altro (sic), quelli che citano i nostri emeriti politici dandoti del perditempo o della capra, quelli che, dei veri geni, invece di telefonare ti invitano ad andare a figa.

Ma i miei preferiti sono quelli che sfoderano il loro genio, quelli le cui risposte rimarranno fra i miei ricordi nel cassettino accanto agli strafalcioni dei miei alunni.
Come quello che per telefono mi disse di non avere un gestore telefonico, o la signora che simulò un fax con la lingua per non rispondermi; come la signora che fingeva le interferenze telefoniche mentre rimanevo muto in attesa, finché pensando che non fossi più al telefono, finalmente risponde ed io la coglievo in fallo.
Ci sono quelli che ti dicono che ti dovresti vergognare a chiamare alle 15:30 perché disturbi, come se, dato che loro non lavorano, il mondo si dovesse fermare ed abolire gli orari d'ufficio. Sono gli stessi che chiamano il 31 Dicembre alle 23:30 perché la loro adsl va a tre mega anziché a sette...
E poi quelli meravigliosi che ti rinfacciano di avere loro svegliato il bambino: se magari non mettete la culla accanto al telefono e non usate la cavalleria rusticana come suoneria, potrete anche avere una vita normale anche nell'uso della telefonia.

Per fortuna ogni tanto capitano anche le persone umane, con cui, al di là di tutto, discuti per venti minuti che valgono un'intera giornata di lavoro: come quello che mi raccontò dell'operazione della figlia da cui tornava tutto emozionato, o la signora che mi diceva piangendo del tumore del marito e dei guai causati dall'eternit. Come la signora che rispose singhiozzando perché aveva appena subito un'aggressione in casa.
O quelli che ti offrono un posto di lavoro, che si stupiscono che tu che sei stato così bravo nell'informarli o nel convincerli possa fare quel lavoro, come se ogni lavoro non avesse pari dignità.
O quelle che vogliono il tuo numero perché è piaciuta la tua voce :-)

C'è uno spaccato d'Italia che non si vede, si sente solo dalle cuffie di un call center

martedì 21 giugno 2011

Parliamo di integrazione

Ci sono quelle giornate strane in cui ti imbatti nella realtà senza neanche volerlo, quasi casualmente.
Contesto: le quattro ore di lavoro con contratto a progetto presso un call center catanese, attività di teleselling.
Chiamata: risponde una voce femminile, dal tono si direbbe una donna nella sua maturità, non una ragazzina, nemmeno una donna anziana.
Particolare, la donna risponde in inglese e parla solo in quella lingua.
La telefonata dura lo spazio di neanche un minuto: provo a spiegare perché la chiamo, desistendo quasi subito, sia per gli evidenti limiti del mio inglese, scolastico, non certo l'inglese tecnico di un venditore, sia perché la donna parla solo in lingua e quindi sarebbe comunque impossibile realizzare una registrazione vocale in italiano dimostrando che la donna sia consapevole di cosa le si stia vendendo.
Conclusione che mi manda su tutte le furie: la donna che contesta la telefonata sostenendo che, essendo già stata contattata, se non abbiamo operatori in grado di vendere il prodotto nella sua lingua non dovremmo contattarla, causando ad ogni telefonata un trauma (sic) ai suoi figli.

Ora, le mie posizioni contro ogni tipo di discriminazione sono risapute. Ho provato un sanissimo e convintissimo sdegno nei confronti del Ministero della pubblica (d)istruzione che ha impedito la formazione, notizia recente, di classi formate al settanta per cento da studenti stranieri, per, così è stato riportato dagli organi di stampa, motivi etnici.
Allo stesso tempo però va precisata una cosa. Qui siamo in Italia, regola che vale per tutti, dal Trentino a Lampedusa. Il che vuol dire che una è la lingua, l'Italiano, e che le leggi vigenti sono quelle italiane.
Integrazione vuol dire, dalla parte del paese ospitante, dare tutte le chance per permettere agli ospiti di poter vivere secondo i diritti umani e acquisire i diritti politici (la cittadinanza), ma vuol dire anche, da parte di chi viene ospitato, la colpevolezza che essere italiani vuol dire comunicare adoperando la nostra lingua e sforzarsi di rendere compatibili le proprie abitudini e i propri stili di vita con quelli accettati dai nostri usi e costumi. Né da un lato né dall'altro possono essere accettati abusi e soprusi, per il bene civile e la felice convivenza di tutte le anime che hanno da formare questo Stato traballante

giovedì 16 giugno 2011

Renato Brunetta, Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione

Renato Brunetta (Venezia, 26 maggio 1950) è un economista e politico italiano. Ricopre dal 2008 la carica di Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione.

martedì 14 giugno 2011

Se questa è l'Italia migliore

Stracquadanio : ''Sinistra vince sul web perché il suo popolo non fa un cazzo''.Perchè lui lavora? Brunetta ai precari: ”Siete l’Italia peggiore”. Tensione fra i precari e la scorta. Ovvero come questo governo considera e tratta i lavoratori. Francamente ridicoli

I popoli del referendum

La seconda sberla in meno di un mese, forse quella più dolorosa, è arrivata dal popolo sovrano di tutta l'Italia. Ovviamente, come tutti possono immaginare, parlo dei referendum. Perché sono importanti i referendum del 12 e del 13 Giugno 2011? In primo luogo, per il loro valore letterale. Questi referendum hanno affermato che l'Italia vuole davvero una giustizia uguale per tutti, che non vuole impelagarsi nella rincorsa ad una forma di energia insicura e che non vogliono che i privati possano lucrare sull'acqua, un bene avvertito come pubblico, di tutti. Poi c'è il valore politico, quello che più fa scalpore, a torto o a ragione. Se guardiamo ai vincitori della contesa, non possiamo non notare come al carro della vittoria si siano aggregati in molti all'ultimo minuto. Il PD, il Terzo polo, partiti che con l'organizzazione e con il supporto ai quesiti referendari hanno avuto davvero poco a che fare e che, fiutata la possibilità di vittoria, sono subito accorsi al capezzale. I veri vincitori allora chi sono? Di certo l'IDV. Il movimento di Di Pietro, dopo aver piazzato De Magistris a sindaco di Napoli, piazza la vittoria più importante, proponendosi come forte voce popolare. Stesso discorso per SEL di Nichi Vendola, vincitore con il suo Pisapia alle amministrative di Milano. Vincitori i Verdi, ora più vicini ad un movimento che fino ad ora di europeo aveva ben poco. Ma soprattutto vincitori sono i comitati referendari nati e gestiti sulla rete, sul passaparola generale. C'è un Italia stanca di una politica che si ostina a non volerli rappresentare: è una rincorsa, forse ancora lunga, ad una politica realmente partecipativa. Lo si vede nel successo che arride sempre più alla sinistra extra parlamentare, lo si vede nel successo del movimento di Beppe Grillo. C'è una larga fetta di Italiani che i movimenti politici costruiti sui vecchi modi di comunicare non riescono più ad intercettare. Ora la politica ha due scelte: fregarsene, pensare che la politica del 2011 sia la stessa del 2000, o tentare di capire ragioni ed esigenze di queste nuove entità, in primo luogo di pensiero, oltre che politiche. E qui veniamo agli sconfitti, quel centrodestra che, improvvisamente, si scopre vecchio, distante dalla realtà, diviso. A poco servono le parole sprezzanti dei Brunetta, degli Stracquadagno: è il ruggito del cane in gabbia che tenta di incutere paura al veterinario che viene a terminarlo. C'è una realtà, fuori dai palazzi ovattati in cui si riuniscono gli esponenti di governo e l'elitè culturale di questa destra; una realtà che la crisi che il Presidente del consiglio Silvio Berlusconi dichiara passata, ancora la sente. C'è il popolo dei precari che, forse, nel 2001 e nel 2008 avevano creduto nel Berlusconismo e nella riforma promessa del lavoro, e che oggi, nel 2011, ha capito chiaramente che quella riforma non è stata altro che una precarizzazione diffusa, la perdita dei diritti. Ci era stato detto che saremmo stati formati ad una nuova forma di mobilità, in cui la politica avrebbe messo in campo gli strumenti per una formazione permanente. Oggi vediamo come tutto ciò sia stato smentito dai fatti. Ci sono i giovani, i neo diplomati, i laureandi, coloro che appena finiti gli studi scoprono che le politiche dissennate hanno dissipato un patrimonio produttivo e culturale costruito con fatica dalla fine della Seconda guerra mondiale. C'è il popolo dei dipendenti pubblici, colpito ed insultato ogni giorno da questo governo con parole sprezzanti. C'è il popolo dei movimenti, del volontariato, quel popolo che non ne può più di vedere una classe dirigente inerte appropriarsi dei pochi denari che dovrebbero invece garantire un minimo di stato sociale. C'è il popolo degli operai, di quella forza lavoro che ha visto il pieno appoggio dato da questo governo ai ricatti di imprenditori pronti a delocalizzare ma, guarda caso, guardinghi allorché si tratti di dover spiegare i loro piani industriali. C'è il popolo di internet, quello che pensa che l'informazione sia un diritto inalienabile, che non vuole e non può più permettere che le televisioni del sovrano Silvio narcotizzino le loro menti con la loro voluta stupidità. Noi non siamo più il popolo che accettava il "ghe pensi mi" dell'uomo fatto da sé. Noi siamo il popolo che vuole determinare le sue fortune. E siamo il popolo che pensa che l'Italia sia una e indivisibile, in cui diritti e doveri siano uguali dalle Alpi a Lampedusa, dove non c'è più spazio per la becera ignoranza e per i razzismi di ogni forma di leghismo. Ci sono dei popoli, tutti quelli che ho elencato e altri che ancora hanno da esprimersi a pieno, che non si fanno più abbindolare da false ragioni etniche, dalle xenofobie, dalle politiche della paura. C'è un popolo che non crede più in Re Silvio e che i suoi cattivi consiglieri si ostinano a non voler ascoltare, che continuano ad insultare, ad offendere. Ma è solo questione di tempo, prima che vengano spazzati via dal vento del cambiamento che sta soffiando per la penisola

sabato 11 giugno 2011

Graduatoria ad esaurimento, istruzioni per l'uso

Spesso sento parlare i colleghi delle graduatorie ad esaurimento in cui noi abilitati prima del 2009 siamo iscritti. E spesso mi viene da piangere, e più o meno mi è chiaro che molti di noi non conoscono esattamente quelle che sono le peculiarità del sistema di immissione in ruolo attuale e del sistema costruito per assegnare le supplenze annuali. Dobbiamo chiarire che cosa si intende per graduatoria ad esaurimento. Il corpo docente abilitato conta attualmente all'incirca 250.000 precari iscritti nelle GAE all'aggiornamento del 2007 e poi del 2009. Da questo aggiornamento nessuno si è potuto iscrivere ex novo nelle GAE, che erano e restano ad esaurimento perché nessuno si è inserito in esse dopo quella data. O almeno sarebbe dovuta andare così. Perché dopo anni dalla loro creazione le GAE sono state chiuse dal governo guidato allora dal presidente Prodi nel 2007? La motivazione è presto detta: il governo Prodi propose e finanziò la procedura di immissione in ruolo per 180.000 precari, ovvero tutti quelli allora presenti nelle GAE.
Ma il governo Prodi è poi caduto sotto i colpi di Mastella e Bertinotti, seguito dal governo attuale, che ha annullato le immissioni in ruolo previste, permettendo l'accesso alle GAE agli ultimi abilitati provenienti dal IX ciclo della SSIS, fatto partire sciaguratamente dal connubio Fioroni - Gelmini - Università per non togliere ancora per un anno la seconda fonte di introiti alle facoltà italiane. Ecco così spiegati i 250.000 precari di oggi, a cui, negato il diritto alla mobilità, venne dato il contentino incostituzionale delle graduatorie di coda, recentemente cassato dalla corte costituzionale. All'ultimo aggiornamento quindi, quello del 2011, nessun nuovo precario si è potuto iscrivere alle GAE, che erano e restano di fatto ad esaurimento perché vedono inserite in esse sempre le stesse persone.
Il diritto alla mobilità è altra cosa, è sancito dalla costituzione, e non ci può essere nessun regolamento ministeriale o leggina che lo possa eludere. Graduatoria ad esaurimento (GAE) vuol dire che nessun nuovo precario si può iscrive al sistema di queste graduatorie, non può voler dire che ai lavoratori venga negato il diritto/dovere di poter lavorare in tutta Italia con uguali possibilità. Ribadisco anche un'altra cosa che volutamente i sindacati fanno fraintendere riguardo alle GAE. Nessuno di noi è vincitore di concorso in attesa di cattedra, saremmo in prima o seconda fascia. Conseguendo l'abilitazione abbiamo acquisito il diritto di iscriverci in graduatoria, qualsiasi altro diritto che ci dicano acquisito non esiste, tanto è vero che ad ogni aggiornamento già ora si può scavalcare o essere scavalcati da altri iscritti con più punti o titoli. Il problema è che di volta in volta, per spaccare il fronte dei precari, ci facciamo fregare da leggine che eludendo la costituzione ed il buon senso, ci mettono gli uni contro gli altri. È successo con le code, succede con il salva precari, succederà con il bonus. Noi precari dovremmo smettere di pensare al "particulare" e ritornare al dettato della costituzione, non ci sarebbe più il rischio di vedere gli uni contro gli altri per un tozzo di pane

venerdì 10 giugno 2011

Stabat Mater


Consigliato da varie persone mie conoscenti, ho finalmente finito di leggere Stabat Mater di Tiziano Scarpa, libro che mi era stato presentato come entusiasmante dal punto di vista stilistico e intensamente profondo dal punto di vista psicologico.
Certamente Scarpa ha compiuto un gran lavoro di approfondimento psicologico sulla protagonista di questo romanzo, e l'impronta stilistica da romanzo epistolare sui generis è qualcosa di originale nel panorama letterario italiano. Ma da qui però a considerare questo romanzo pienamente compiuto ce ne passa. Dal punto di vista dello stile, quello che è il tratto originale del romanzo, la brevità delle lettere dell'orfana alla madre mai conosciuta, diventa alla lunga qualcosa di pesante, ripetitivo, ed in questo l'autore è stato accorto nel non dilungare ancora il romanzo, anche se la conclusione appare un po' tirata lì senza un vero perché narrativo.
Ciò che però colpisce in negativo è proprio ciò su cui di più deve essersi impegnato Scarpa, ovvero il "pensare con la testa della propria protagonista". Annullare l'autore per far vivere i propri personaggi è l'obiettivo di ogni buon scrittore, eppure, a pensarci bene, è quasi una missione impossibile. Ogni autore dovrebbe avere chiaro che il suo è un artificio, e pensare di poter sparire del tutto è come poter pensare che tutto quello che scriverà arriverà tale e quale al proprio lettore, un'utopia insomma, o, se si vuole, un incubo.
Proprio l'approfondimento psicologico risulta quindi alla lunga monotono, pesante, posticcio. È lì che paradossalmente sopraggiunge di più l'impressione della presenza dell'autore, proprio dove vorrebbe non esserci.
Un'ultima nota. L'autore stesso dice di aver scritto il romanzo come omaggio a Vivaldi, ma questo omaggio risulta più un desiderio dell'autore che altro, tanto il personaggio Vivaldi è evanescente.


giovedì 9 giugno 2011

Lettera aperta al presidente della Repubblica e al Parlamento italiano

RIVOLGIAMO IL NOSTRO APPELLO
alla più alta carica dello Stato e agli italiani che siedono in Parlamento per impedire l’ultima iniquità di un governo antimeridionalista che, purtroppo, trova qualche sponda anche tra i banchi del centrosinistra.
Mentre Bersani afferma: “Il Pd è il Partito della nazione … un impegno a riprogettare in condizioni nuove una confermata unità dell’Italia” qualcuno nello stesso PD pensa di dover cercare tutele per i precari del centro nord a scapito dei precari del centro sud come se il dramma del precariato potesse trovare soluzioni territoriali attraverso una contrapposizione di stampo filo-leghista.
Appare davvero paradossale per non dire ridicolo che qualcuno pensi di appellarsi al Presidente della Repubblica per rivendicare la violazione di una sentenza della Corte Costituzionale già pronunciata!
Proprio il richiamato art. 1, comma 605, lett. c), della legge n. 296 del 2006 prevedeva <>
Dice infatti la Corte <>
Il legislatore si deve muovere, <>
Ed ancora << Ed invero, l’aggiornamento ……. è finalizzato a consentire ai docenti in esse iscritti di far valere gli eventuali titoli precedentemente non valutati, ovvero quelli conseguiti successivamente all’ultimo aggiornamento, così da migliorare la loro posizione ai fini di un possibile futuro conferimento di un incarico. La disposizione impugnata deroga a tali principi e, utilizzando il mero dato formale della maggiore anzianità di iscrizione nella singola graduatoria provinciale per attribuire al suo interno la relativa posizione, introduce una disciplina irragionevole che - limitata all’aggiornamento delle graduatorie per il biennio 2009-2011 – comporta il totale sacrificio del principio del merito ………>>
Infine, ed il discorso si chiude << L’art. 1, comma 4-ter, del d.l. n. 134 del 2009 si pone, quindi, in contrasto con l’art. 3 della Cost., risultando di conseguenza assorbite le ulteriori censure. per questi motivi LA CORTE COSTITUZIONALE dichiara la illegittimità costituzionale dell’art. 1, comma 4-ter, del decreto legge 25 settembre 2009, n. 134 (Disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010), aggiunto dalla legge di conversione 24 novembre 2009, n. 167. Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 7 febbraio 2011>>.
Rivendicare diritti già impropriamente goduti nel biennio di applicazione di una norma incostituzionale non è sensato né rispettoso di uno stato di diritto.
Piuttosto che fare fronte comune contro il massacro della scuola pubblica ci si attarda a guardare il proprio “orticello” prevaricando diritti e calpestando qualsiasi giustizia ed equilibrio nel cercare risposte a tante tragedie umane.
Il cosiddetto Decreto Sviluppo, il DECRETO-LEGGE 13 maggio 2011 n. 70, interviene sulla scuola con norme estemporanee, disarticolate e perfino insensate rispetto all’urgenza di una proposta che risponda all’emergenza istruzione determinata da anni di tagli ingiustificati ed insostenibili aprendo ancora la volta la strada a contenziosi infiniti e forse strumentalmente attesi per far saltare il sistema delle graduatorie e consegnare anche il precariato della scuola al clientelismo ed ai “padrini politici”
Due le norme decisamente antimeridionaliste ed una 3^ in arrivo:
1) Assolutamente inaccettabile e di ESTREMA GRAVITÀ il tentativo di scavalcare la sentenza della Corte attraverso la retrodatazione giuridica dall'anno scolastico 2010 – 2011 di quota parte delle assunzioni di personale docente e ATA sulla base dei posti vacanti e disponibili relativi al medesimo anno scolastico 2010 – 2011 senza che si sia proceduto all’inserimento nella propria posizione di tutti i docenti in ciascuna graduatoria secondo il proprio punteggio.
2) Strumentale l’imposizione per 5 anni dell’”immobilità” territoriale adducendo la necessità di assicurare continuità didattica poiché tale norma si applica solo per <> cioè per ritorsione su chi decide di trasferirsi di provincia disturbando il pensiero leghista/secessionista. La continuità è certamente un valore ma le norme per tutelarla se si stabiliscono si applicano a tutto il personale e bisogna superare l’organico di fatto e rendere l’organico, tutto non quello assunto dal 2011/2012, stabile e certo.
3) Infine pare sia in arrivo attraverso un emendamento un bonus di punti (quindi senza alcun titolo od alcun merito) per chi resta fermo nella provincia in cui si trovava nel 2009. Ma la Corte ha dichiarato incostituzionale l’obbligo a non spostarsi quindi ancora una volta, al di là del diritto, si sceglie di privilegiare qualcuno e di penalizzare qualcun altro
INFINE si pretende di rendere inapplicabile la norma sulla stabilizzazione del personale precario della scuola nonostante ripetute sentenze dei giudici del lavoro che hanno già condannato il MIUR come se i precari della scuola, anche con decenni di precariato alle spalle, fossero “figli di un dio minore” con meno diritti di qualsiasi precario occupato in altri settori.
A Lei signor Presidente ed agli italiani che siedono in Parlamento
CHIEDIAMO
Ridateci fiducia nella Costituzione, nelle leggi, nelle Istituzioni. Grazie.
Le precarie ed i precari ITALIANI

martedì 7 giugno 2011

L'articolo 68 della costituzione ha ancora senso?

Art. 68. [12]

I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.

Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza.

Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazione, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.

Alla luce dell'uso e costume di questo, come di passati governi, di legiferare in evidente contrapposizione a leggi, diritti e costituzione, ha ancora senso l'Art. 68 della costituzione, soprattutto per quanto riguarda il primo comma?
È evidente che questo comma, allo stato attuale del malcostume politico, lascia libertà a spregiudicati politici di agire in violazione della costituzione, causando danni allo stato e violazioni dei diritti. Danni che poi saranno gli stessi contribuenti a dover pagare. Abrogando questa norma non si otterrebbe una responsabilizzazione dei parlamentari nelle loro funzioni istituzionali?

E giunse l'ora dell'emendamento di Pittoni

Bonus di permanenza, presentato alla Camera l’emendamento Pittoni. Anche da parte Pd un emendamento analogo?

Mar, 07/06/2011 - 07:05
di Vincenzo Brancatisano - E’ stato presentato oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati, presso le Commissioni IV (Bilancio) e VI (Finanze) l’emendamento sul reclutamento dei docenti della scuola italiana, conosciuto come Bozza Pittoni. L’emendamento prevede un bonus di permanenza (40 punti aggiuntivi) a favore dei docenti che abbiano scelto di non trasferirsi di provincia e il diritto di revoca della domanda in favore dei docenti che avendo invece chiesto il trasferimento volessero rinunciarvi. La notizia scalderà ulteriormente gli animi e renderà ancor più virulenta la guerra tra docenti pro pettine e docenti no pettine, fatta di ingiurie e colpi bassi reciproci.

La proposta Pittoni è considerata incostituzionale e se non altro inopportuna da molte parti, mentre è vista come la giusta ricompensa da tutti coloro che temono di essere superati in graduatoria da colleghi (ormai nemici per la pelle) titolari di un ipotetico maggior punteggio.

Pittoni è convinto che con il bonus (“non è incostituzionale – dice – poiché vale per tutti”) riuscirà a difendere le apettative di chi negli anni scorsi sarebbe stato spinto a fare una scelta definitiva a seguito della nascita delle Graduatorie a esaurimento e del divieto di trasferirsi di provincia se non a pena di finire in coda alle liste.

“Il diritto al trasferimento non è conculcabile”, ribattono i sostenitori del pettine che imputano a Pittoni di avere sostenuto i tagli alla scuola e alle cattedre, ciò che ha reso più pressante il fenomeno del trasferimento che, prima della nascita delle Gae, era del tutto normale ancorchè non massiccio come invece si annuncia oggi. Pittoni ribatte che i tagli, necessari, hanno colpito tutte le amministrazioni.

“L’accordo prevede – ha spiegato il sen. Mario Pittoni, Capogruppo Lega Nord alla Commissione Istruzione del Senato e ideatore dell’emendamento che adesso sarebbe secondo lui blindato grazie all’appoggio del partito intero – che a presentare l’emendamento sia il relatore. Abbiamo comunque ritenuto di presentarlo anche ufficialmente come Lega Nord per dare un segnale chiaro. Mi fa piacere che anche da parte di qualche parlamentare del Pd ci sia mossi in questa direzione”.

Pittoni si riferisce all’emendamento che, stando all’annuncio fatto a Torino nei giorni scorsi nel corso di una pubblica assemblea, sarebbe stato presentato dall’on. Stefano Esposito del Partito democratico. L’emendamento Pd sarebbe identico a quello di Pittoni. Non siamo però riusciti ad avere conferma dal diretto interessato.

Fin qui la cronaca. La nostra opinione è che si debba abolire questo sistema di reclutamento. La situazione che si è creata anche a causa dell’insipienza del mondo politico in materia scolastica e al ruolo passivo dimostrato dai sindacati della scuola in questa vicenda grida ormai vendetta. Le organizzazioni non sono riuscite a prevenire l’ennesimo conflitto tra precari, né a fornire un indirizzo efficace per una soluzione della questione, che è montata giorno dopo giorno come una valanga. Quest’ultima, una volta raggiunta la valle, contribuirà a gettare le basi per un azzeramento di un folle sistema di reclutamento utile ormai solo a chi ama i ricorsi. Il sistema, così com’è, non ha più motivo di essere. Solo chi ci sguazza lo può difendere. E chi oggi ci guadagna, o ci guadagnerà nei prossimi giorni, tra pochi mesi o qualche anno ci rimetterà per motivi uguali e contrari.

Il testo dell’emendamento Pittoni

1. A decorrere dall’anno scolastico 2011/2012 l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento di cui all’art. 1, comma 605, della legge 296/2006 è effettuato mediante l’attribuzione dei punteggi spettanti per i titoli previsti dalla tabella allegata al decreto legge 97/2004, convertito dalla legge 143/2004, e di ulteriori 40 punti per la permanenza nella provincia di appartenenza.
2. Il punteggio aggiuntivo di cui al primo comma è attribuito anche a coloro i quali in occasione dell’aggiornamento per il biennio 2009/2011 hanno chiesto di essere collocati in graduatorie di altre province in aggiunta a quella di appartenenza nel caso di permanenza in quest’ultima.
3. Il punteggio aggiuntivo di cui al primo comma è attribuito a condizione che in occasione dell’aggiornamento per l’anno scolastico 2011/2012 non venga richiesto il trasferimento in graduatoria di altra provincia.
4. Il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca è autorizzato ad adottare i necessari provvedimenti per consentire l’attribuzione del punteggio di cui ai commi precedenti già a decorrere dall’anno scolastico 2011/2012, dando altresì la possibilità di revoca del trasferimento in altra provincia, ove richiesto per il 2011/2012.

www.vincenzobrancatisano.it

Fonte: Orizzontescuola

Che dire, l'On. Pittoni e l'armata brancaleone della Lega persistono nel loro intento criminale e incostituzionale. Ed il fine è ben chiaro, si usa del resto la stessa tecnica già adoperata con le "code". Si prende una situazione di grave disagio e malcontento, dovuti alla mancanza di lavoro; si dividono i precari fra di loro, si crea scompiglio approvando una norma in odore di incostituzionalità, che dia dei vantaggi agli uni piuttosto che agli altri, in questo caso a chi decide di rimanere nella provincia scelta nel 2007, in evidente violazione dei principi sulla mobilità del lavoro. Tanto si sa, per i ricorsi e i contenziosi ci vogliono tempo, soldi e pazienza, e tanto alla fine i risarcimenti non li paga il partito, ma i contribuenti. Nel frattempo si è diviso il fronte dell'opposizione a questo governo e si dà un segnale al proprio elettorato, vedete, noi pensiamo a voi
Una politica criminale, xenofoba, incostituzionale (quante volte occorrerà dirlo). L'On Pittoni proporrebbe questo emendamento se sapesse di dover pagare lui i risarcimenti ai docenti che fra qualche anno vinceranno i ricorsi, certi, contro questa norma? Pagherà lui le spese legali che invece dovrà sostenere lo stato? Ovviamente no, lui otterrà solo quello che vuole davvero, i voti degli elettori, purtroppo non solo padani, tanto l'Italia ha permesso a questi dottor Stranamore della politica di narcotizzare le loro menti.
Mi auguro che si levino le voci della sinistra, mi auguro che si alzino gli scudi dei sindacati, per una volta con una visione a lungo termine, anziché pensare anche loro solamente ad aumentare il numero degli iscritti.
E mi auguro che il parlamento voti secondo coscienza e buon senso, non secondo interesse.
E mi auguro che il Presidente della repubblica sia vigile, conscio di essere il baluardo della costituzione difronte a questi impudichi e impuniti factotum della più becera politica.

domenica 5 giugno 2011

Sul referendum

E Giovanardi assume i chierichetti (pagati dallo Stato), la Lega insorge | Lettera Viola – il magazine del popolo viola

E Giovanardi assume i chierichetti (pagati dallo Stato), la Lega insorge | Lettera Viola – il magazine del popolo viola

Scorpions - Wind of change



I follow the Moskva
Down to Gorky Park
Listening to the wind of change
An August summer night
Soldiers passing by
Listening to the wind of change

The world closing in
Did you ever think
That we could be so close,like brothers
The future's in the air
I can feel it everywhere
Blowing with the wind of change

Chorus:
Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow dream away
In the wind of change

Walking down the street
Distant memories
Are buried in the past forever

I fallow the Moskva
Down to Gorky Park
Listening to the wind of change

Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow share their dreams
With you and me

Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow dream away
In the wind of change

The wind of change blows straight
Into the face of time
Like a stormwind that will ring
The freedom bell for peace of mind
Let your balalaika sing
What my guitar wants to say

Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow share their dreams
With you and me

Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow dream away
In the wind of change

YouTube - Pink Floyd The Wall - Pink Floyd - Comfortably Numb

YouTube - Pink Floyd The Wall - Pink Floyd - Comfortably Numb

sabato 4 giugno 2011

La storia delle trentamila lavandaie - schiave d'Irlanda

La storia delle trentamila lavandaie - schiave d'Irlanda

Consiglio a tutti di leggere l'articolo linkato qui sopra. E non vi stupite se rimarrete sconvolti, inorriditi. Vorrà dire che siete ancora umani, malgrado tutto.
E non vi preoccupate se avrete un naturale moto di ribrezzo, un impeto di compassione, il desiderio di conoscere meglio quanto accaduto, la voglia che venga fatta chiarezza e giustizia: vorrà solo dire che ancora in questa vecchia Europa la civiltà si annida da qualche parte, che sia fra gli indignati che occupano le piazze o che sia fra i lettori di un giornale o di un blog.

venerdì 3 giugno 2011

Lettera dei precari sul bonus di permanenza di Pittoni per le graduatorie ad esaurimento

Riprendo quanto pubblicato da Libero Tassella

Onorevole Presidente della Repubblica,

Il Sen. Pittoni ha intenzione di proporre un emendamento al "DL SVILUPPO", riguardante "l’introduzione di un BONUS per i docenti che ancora oggi rimangono nella provincia per la quale hanno optato nel 2007".

Chi si trasferisce paga in termini di sacrifici umani, abbandonando gli affetti della famiglia, ed economici, dovendo pagare un affitto o comprare una nuova casa altrove. Nonostante tutto, alcuni politici cinici continuano a colpevolizzare i docenti che intendono trasferirsi, come se non fossero nemmeno connazionali, e appesantiscono il fardello di questi ultimi con proposte assurde e antinazionali.

La nazione, "una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor", si rafforza, d'altra parte, anche con la mobilità dei cittadini all'interno del Paese, attraverso scambi umani, sociali, culturali, professionali, come la storia chiaramente ci insegna.

La proposta del bonus antitrasferimento e' in odore di incostituzionalità come ha gia' ritenuto il Tar Trento che con Ordinanza n.75 del 2010 ha sancito:

"È rilevante e non manifestamente infondata la questione d’illegittimità costituzionale del comma 8 dell’art. 67 della L.p. n. 19 del 2009 per violazione degli artt. 97 e 3 Cost., posto che la sede di svolgimento del servizio non potrebbe depotenziare i titoli di studio e di esperienza dell’insegnante; degli artt. 3, 4 e 120 Cost., in quanto sarebbe per tale via ostacolata la libera circolazione del personale insegnante fra le regioni; degli artt. 117 Cost. e 149 e 150 del trattato U.E., nonché del canone generale di ragionevolezza delle leggi, visto l’elevato punteggio attribuito in via retroattiva in ragione della sola continuità di servizio in Provincia di Trento".

Ci rimettiamo a Lei, unico garante per il rispetto del diritto e della Costituzione, in un contesto politico, quale quello attuale, fortemente confuso e notevolmente fazioso.

Con stima.

Ancora su Pittoni

Pittoni, che invita Napolitano a non farsi “prendere in giro”, ribadisce che “un meccanismo premiale simile esiste già: il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo prevede per i trasferimenti a domanda dei docenti un punteggio aggiuntivo come segue: 6 punti per il servizio prestato continuativamente nella stessa scuola negli ultimi tre anni; 2 punti per ogni ulteriore anno di servizio entro il quinquennio; 3 punti per ogni ulteriore anno di servizio oltre il quinquennio; 10 punti una tantum per coloro che per un triennio (dal 2000/2001 al 2007/2008) non si siano trasferiti in altra scuola”.

Giusto un'annotazione su quanto dice l'On. Pittoni. È verissimo che il contratto nazionale dei docenti prevede già un bonus per chi svolge il proprio servizio in maniera continuativa nella stessa SCUOLA, ma nulla si dice, suo malgrado, per chi rimane nella stessa provincia. Per un motivo molto semplice: il docente che accetta incarichi in maniera continuativa nella stessa scuola fa tutto quello che è nelle sue possibilità per garantire la continuità didattica, poi starà sl dirigente scolastico assegnarlo nelle stesse sezioni. Il docente che permane semplicemente nella stessa provincia non assicura in alcun modo la continuità didattica. Si pensi ad esempio ad un docente che lavora a Roma o a Milano, il permanere nella stessa provincia non assicura in alcun modo il fatto che quel docente lavorerà l'anno successivo con gli stessi colleghi e alunni nelle stesse classi, anzi.
L'On. Pittoni vuole garantire la continuità didattica? Invece di aizzare una guerra fra poveri proponga un piano di immissione in ruolo di massa, quello sì darebbe la certezza di avere docenti che lavorino in maniera continuativa con collegi, alunni e dirigenti scolastici.

giovedì 2 giugno 2011

Leggi e regole uguali per tutti? No grazie!

“Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell'immagine dell'amministrazione. Il dipendente tiene informato il dirigente dell'ufficio dei propri rapporti con gli organi di stampa"

Fra i tanti motivi per cui vogliamo bene a Mr. B c'è anche l'aver rilanciato il regolamento liberticida che vieta ai dipendenti dell'amministrazione pubblica di rilasciare dichiarazioni in cui critichino "datore di lavoro".

http://libramenteblog.blogspot.com/2011/05/attenti-al-lupo-ed-ecco-voi-il-nuovo.html

Ora, a parte l'orrore verso una norma simile, semplicemente, dietro il principio di buon senso e vagamente omertoso del "i panni sporchi si lavano in casa", si limita di fatto la libertà di stampa e di parola dei dipendenti pubblici, autorizzando anche multe e addirittura interrogazioni parlamentari nei confronti di chi trasgredisca, fino alla sospensione dal lavoro o il licenziamento. E questa norma viene applicata, sia chiaro.
Ma viene applicata proprio verso tutti?
Non esattamente.
Mettiamo caso che voi siate ricchi, diciamo, molto, molto ricchi, tanto che per esempio possiate avere tre televisioni pubbliche più vari canali sul digitale terrestre. Possediate pure la più grande casa editrice in Italia, più giusto un paio di giornali tramite fratelli e compari.
E mettiamo il caso decidiate di scendere in politica.
E mettiamo il caso fortunatissimo di vincere anche le elezioni e divenire presidente del consiglio, tanto da arrivare a controllare anche le televisioni di stato con i loro più importanti strumenti d'informazione, ovvero i telegiornali.
Sarete allora nella condizione di promulgare o avvalorare il suddetto regolamento.

Per inciso, sarete anche nella condizione di poter dire che chi nella televisione di stato fa satira o giornalismo, così come blogger e giornali che vi critichino, tutti attuino una tenaglia mediatica contro di voi, e che provvederete a non permetterlo più (nelle dittature, almeno più onestamente, si chiamava censura).

Ma sarete anche nelle condizioni di sbattervene del suddetto regolamento, e per esempio, due giorni su tre dichiarare che il presidente della camera è delegittimato nella sua posizione, che la magistratura è politicizzata e legata al terrorismo delle brigate rosse; dire che i docenti sono tutti di sinistra e quindi inaffidabili, dire che il parlamento ha un ruolo eccessivo, dire infine che il presidente della repubblica ha più poteri di quello che dovrebbe avere e che non dovrebbe fare altro che firmare senza fiatare le leggi, costituzionali o no, promulgate dalla maggioranza, ribaltonista se fatta dalla sinistra, di responsabili se di destra.
Potrete persino arrivare a dire queste cose durante la riunione del G8, smerdando un paese intero agli occhi del mondo. Un paese che sopravvive malgrado voi.
Bello vero?
Chi si candida?

Guido Gozzano, I colloqui

I colloqui

...reduce dall'Amore e dalla Morte
gli hanno mentito le due cose belle...
I.
Venticinqu'anni!... sono vecchio, sono
vecchio! Passò la giovinezza prima,
il dono mi lasciò dell'abbandono!

Un libro di passato, ov'io reprima
il mio singhiozzo e il pallido vestigio
riconosca di lei, tra rima e rima.

Venticinqu'anni! Medito il prodigio
biblico... guardo il sole che declina
già lentamente sul mio cielo grigio.

Venticinqu'anni... ed ecco la trentina
inquietante, torbida d'istinti
moribondi... ecco poi la quarantina

spaventosa, l'età cupa dei vinti,
poi la vecchiezza, l'orrida vecchiezza
dai denti finti e dai capelli tinti.

O non assai goduta giovinezza,
oggi ti vedo quale fosti, vedo
il tuo sorriso, amante che s'apprezza

solo nell'ora trista del congedo!
Venticinqu'anni!... Come più m'avanzo
all'altra meta, gioventù, m'avvedo

che fosti bella come un bel romanzo!

II.

Ma un bel romanzo che non fu vissuto
da me, ch'io vidi vivere da quello
che mi seguì, dal mio fratello muto.

Io piansi e risi per quel mio fratello
che pianse e rise, e fu come lo spetro
ideale di me, giovine e bello.

A ciascun passo mi rivolsi indietro,
curioso di lui, con occhi fissi
spiando il suo pensiero, or gaio or tetro.

Egli pensò le cose ch'io ridissi,
confortò la mia pena in sé romita,
e visse quella vita che non vissi.

Egli ama e vive la sua dolce vita;
non io che, solo nei miei sogni d'arte,
narrai la bella favola compita.

Non vissi. Muto sulle mute carte
ritrassi lui, meravigliando spesso.
Non vivo. Solo, gelido, in disparte,

sorrido e guardo vivere me stesso.

Mario Pittoni, chi è costui

Mario PITTONI
XVI Legislatura (dal 29 aprile 2008)



Regione di elezione: Friuli-Venezia Giulia
Nato il 28 novembre 1950 a Udine
Residente a Udine
Professione: Pubblicista

Elezione: 13 aprile 2008
Proclamazione: 29 aprile 2008
Convalida: 28 ottobre 2008

Membro Gruppo LNP

Membro della 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali)

Membro della Commissione straordinaria per il controllo dei prezzi

Membro della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Membro del Gruppo di collaborazione Senato-UNESCO

Contatti

E-mail:

pittoni_m@posta.senato.it


Ovvero l'uomo che tenta in ogni modo di complicare la vita di noi docenti, dall'alto, tra l'altro, della sua ssoluta incompetenza nel settore (ci chiediamo, noi docenti, quando si smetterà di credere che per mettere mano alle regole della scuola basti essere stato studente per tutto il periodo della scuola dell'obbligo). Peggio, legifera, o tenta di farlo, sul nostro lavoro nascondendosi dietro scuse risibili, aizzando alla guerra fra poveri i precari della scuola. L'On. Pittoni dovrebbe, con dovizia di particolari, spiegare cosa sia la continuità didattica provinciale, spiegare perché la mobilità nella scuola indebolisca la corretta erogazione del servizio, in che modo poi, assieme al suo ministro, possa pensare che mantenere i precari tali anziché occupare immediatamente con immissioni in ruolo tutti i posti disponibili, possa consentire un miglior funzionamento della scuola. Perché la continuità didattica provinciale non esiste: potrei stare a vita nella stessa provincia e cambiare ogni anno scuola in cui lavorare, e nessuno dei miei alunni fruirebbe della cosiddetta continiutà didattica (mito da sfatare peraltro, perché la scelta della stessa scuola per anni da parte di un docente non implica il continuare a lavorare nelle stesse sezioni o classi, dato che questa è una scelta del dirigente scolastico). Il precedente che cita l'On. Pittoni per quanto riguarda i bonus di permanenza, quello della provincia autonoma di Trento, è poi già i chiaro odore d'incostituzionalità, e quindi ci si chiede, anche in merito alle possibili spese a cui con ogni probabilità verrebbe condannato lo stato italiano, perché andare incontro a lunghi, tormentosi e probabilmente perdenti contenziosi, come già fatto per le code? È poi acclarato che nella storia della repubblica sia stata proprio la mobilità dei docenti da sud a nord e viceversa uno dei fattori che ha portato alla cementificazione del sentimento nazionale così come uno dei metodi più efficaci per la diffusione della lingua italiana (è anche solo una questione di buon senso: docenti e studenti provenienti da zone diverse, hanno per forza di cose bisogno di una lingua comune per comunicare, l'Italiano, cosa che non per forza accade con docenti e studenti nativi delle stesse zone). Infine, riguardo ai tentativi di questo governo di non ottemperare alle recenti condanne sulla precarizzazione dei docenti, assumendo come scusa la necessità del corretto funzionamento del servizio, sfido l'On. Pittoni a dimostrare che genitori, studenti e dirigenti scolastici possano davvero preferire ritrovarsi ancora ad ottobre - novembre, come capita ogni anno nel periodo delle convocazioni per le assegnazioni delle cattedre, con classi scoperte di docenti, anziché conoscere già alla fine dell'anno scolastico nome e cognome dei docenti della scuola, entrati in ruolo su tutte le cattedre disponibili. Ma tanto sappiamo che l'On. Pittoni non vorrà rispondere a questi quesiti, per il semplice fatto che rispondere equivarrebbe a sconfessare tutte le proprie proposte.

The Pitt, R. Scott Gemmill

The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....