mercoledì 30 maggio 2012

Come una storia

Come una storia: Juan Sebastian Anlachi è un uomo qualunque alle prese con le disavventure della vita ordinaria; soffre da qualche tempo di una frequente stanchezza, tanto da mettere a repentaglio il suo quieto vivere. La ricerca delle cause dei suoi problemi lo porta a mettere in luce una vita inattesa e parallela, fino ad essere coinvolto in un gioco folle di visioni, passioni e omicidi

martedì 29 maggio 2012

Terremotati


Tutta la solidarietà possibile ai terremotati dell'Emilia Romagna, terra che in questi giorni viene piegata e piagata dalle frequenti scosse di terremoto. Oggi che per la prima volta da quando è iniziato questo sciame sismico ho sentito le scosse, in particolare quella delle 9:30 del mattino, devo dire che ho provato ancora più pena per quelle persone che si trovavano vicine all'epicentro del sisma. Davvero la sensazione è agghiacciante, un qualcosa che ti entra dentro.
Non riesco davvero ad immaginare coma possano sentirsi quegli uomini e quelle donne che si sono visti crollare libri, piatti, mobili; che han visto ballare tavoli e muri, lampadari e porte. Davvero qualcosa di indescrivibile che non auguro a nessuno

lunedì 28 maggio 2012

Cercando il respiro

Cercando il respiro della migliore letteratura, cercando gli spazi infiniti della letteratura americana, la sensazione di una pioggia che indelebile mi inebria del suo scrosciare sulla pelle, di una distesa che si perde sotto i miei occhi, di un silenzio che mi atterrisce mentre folle viaggiano nello scorrere del tempo accanto a me, e il periodo si distende ricco, aulente nel suo subordinarsi al pensiero, irto nel suo incresparsi fra le fitte foglie di una fronda di emozioni, perché la paura del dettaglio non ci vince se non quando è la natura stessa di un piccolo cuore, di un cuore di provincia

domenica 27 maggio 2012

Perché sono a favore della famiglia omosessuale

Dopo le dichiarazioni di Biden e di Obama riguardo alla possibilità di sancire, finalmente, il matrimonio omosessuale, si discute parecchio anche in Europa riguardo a questo argomento. Personalmente sono favorevole alle coppie omosessuali e alla possibilità di creare anche per loro una forma di unione equivalente al matrimonio che legalizzi a tutti gli effetti il nucleo familiare che si verrebbe a formare. Sono d'accordo perché, nel ventunesimo secolo, non credo che i tabù religiosi e le varie forme di ignoranza possano ancora prendere il posto di una equanime legislazione laica. Alla critica poi di coloro che sostengono che non possa esistere famiglia omosessuale perché essa non avrebbe la funzione riproduttiva, mi risulta facile obiettare che è un loro arbitrio sostenere che la famiglia abbia la funzione di prolungare la specie umana: di fatto la famiglia è una convenzione, una delle tante possibili, con cui l'uomo sancisce il nucleo della propria organizzazione sociale. Non per niente non in ogni parte del globo la famiglia ha la stessa struttura, le stesse gerarchie e caratteristiche. Inoltre è da notare come sia un preconcetto quello secondo cui la procreazione debba per forza avvenire all'interno di un nucleo familiare. De facto la procreazione necessità, brutalmente, di qualche minuto di (si spera) godimento (per condire possiamo aggiungere un po' di alcol e un preservativo rotto nei casi sfortunati). Insomma come convenzione sociale non c'è motivo per escludere da essa una parte cospicua e del tutto paritaria della società civile, per di più in barba ad ogni logico principio di uguaglianza nei diritti.

Non è che sono io ateo, è che siete voi cristiani


E ho detto tutto

D'Avenia, ovvero come andare fuori tema

 
Pochi giorni fa Alessandro D'Avenia, autore del melenzo e ipercattolico Bianca come il latte, rossa come il sangue, di cui trovate una mia recensione molto critica nel blog, in occasione dell'anniversario della strage di Capaci, non ha potuto fare a meno di deliziarci con un intervento sul giornale cattolico l'Avvenire. Ora, nulla di male, se non fosse che di nuovo mi tocca criticare la, a questo punto, malafede dell'autore. Perché, in un articolo che avrebbe richiesto di trattare di ben altro, anziché commemorare Falcone o magari Borsellino, il nostro non ha saputo fare altro che raccontare le sue frequentazioni con Don Pino Puglisi, figura ammirevole nella lotta alla mafia, certo. Ma quello che mi dà fastidio veramente è il rendere una celebrazione laica dell'impegno civile il tentativo, l'ennesimo, di riabilitare una fede febbricitante e cadaverica per sua stessa colpa, a seguito degli scandali che quotidianamente la travolgono e dell'immobilismo che la vince e la perseguita, prima ancora della sua atavica supponenza nei confronti della laicità. E, per inciso, nell'ammirazione per l'opera antimafia di Don Pino Puglisi non posso non notare che, lì dove per il parroco la lotta contro la criminalità appare un dovere del suo stesso sacerdozio e della sua stessa fede, ben più grande è per me l'abnegazione di Falcone e Borsellino, umani, troppo umani, che della lotta contro Cosa Nostra hanno fatto il loro primo scopo e la loro prima fede, anteponendo ad ogni promessa di ricompensa in un altrove indefinito, il bisogno imprescindibile di giustizia qui e ora, per se stessi e per gli altri.

Contrappunti alle (mie) lezioni

Sarà la stanchezza, sarà che ormai la fine dell'anno scolastico causa evidenti segni di follia, sia tra i docenti che tra gli alunni, ma ieri spiegando storia ai miei alunni, la seconda guerra mondiale, ho avuto la netta sensazione di trovarmi nel mezzo di un monologo di Lucarelli: "I Tedeschi cingono d'assedio Stalingrado; queste truppe lasciamole qui, ci torneremo dopo", "L'asse spinge per l'entrata in guerra del Giappone, ma commette un errore: i nipponici anziché agire nell'interesse della Germania causano l'entrata in guerra degli USA". Altra considerazione: con tutto il rispetto possibile per i morti e i feriti della seconda guerra mondiale e di ogni guerra, è facile finire per trattare l'intervento italiano in favore dei Tedeschi come tante scenette di qualche film comico, a causa dell'impreparazione, l'approssimazione, le inadempienze e la stupidità della classe dirigente italiana. Evidentemente la storia si ripete...

giovedì 24 maggio 2012

Sulla questione del governo dei tecnici

Giusto un appunto: da qualche parte si è detto, giustamente, che si è fatta confusione sulla definizione di governo tecnico. Un governo tecnico, in senso lato, è quello che non comprende politici. Benissimo, fin qui la definizione calza a pennello con il governo presieduto da Monti. Ma poi, andando nello specifico, chi è un tecnico? Sicuramente un tecnico è una persona che dovrebbe avere delle competenze specifiche su un determinato argomento: bene, se questa definizione può essere calzante per alcuni ministri, come il ministro Severino o il ministro Profumo, non per forza invece corrisponde ad altri membri del governo come Passera o lo stesso Monti. Non perché si tratta di persone in mala fede, sia chiaro, non stiamo discutendo di questo: ma perché, oltre che economisti, queste persone sono ANCHE banchieri, ovvero allo stesso tempo giudici e giocatori nel gioco della finanza pubblica. Il principale difetto di questo governo Monti è di essere squilibrato verso gli interessi delle grandi banche e della finanza: se all'interno della compagine governativa, assieme agli emeriti economisti si avesse avuto il coraggio di coinvolgere uomini provenienti dalle parti sociali, dai sindacati, dal volontariato, dalle Onlus, forse si avrebbe avuto un governo più ballerino e litigioso, ma sicuramente le leggi che ne sarebbero uscite sarebbero state più attente non soltanto a risanare i debiti creati dal malgoverno e dalla finanza, ma anche a non massacrare stato sociale e diritti che, dal Settecento ad oggi, sono sempre più parsi inalienabili nell'Occidente.

mercoledì 23 maggio 2012

Conversazioni sull'educazione (parlando di tutto, tranne che di essa)

Queste conversazioni sull'educazione di Bauman e Mazzeo sono interessanti per svariati motivi. Innanzi tutto perché trattano di educazione in senso lato, senza sterilizzarsi in argomentazioni scolastiche su competenze, conoscenze e abilità e la loro declinazione in voti. Sia chiaro che questi concetti vengono esposti eccome, ma nel loro senso più naturale, ovvero indicando cosa vogliano dire davvero, nel mondo reale, e non quale sia la loro rappresentazione numerica su di ma pagella.

Ma soprattutto queste conversazioni ci descrivono la funzione dell'educazione, della paideia, nel mondo della società liquida e del pensiero debole, lì dove la protesta non nasce più fra i giovani per la mancanza di diritti ma perché, consumatori imperfetti, difettosi, i giovani non sembrano al momento capaci di costituire un ordine nuovo e una nuova società, ma solamente di reclamare i diritti acquisiti dai padri.

Del resto viene ben messo in luce da Bauman come la società postmoderna sia una società risucchiata da valori voleri transnazionali, impersonali, che trascendono i diritti dei singoli e delle comunità in funzione del puro profitto e della società dei consumi. In questa società l'educazione, sempre più tecnica, ammaestramento anziché formazione di uomini, non ha la funzione di scardinare gli orizzonti, ma anzi di appiattire gli animi sulla visione consumistica occidentale.

Tutto ciò mentre la crisi informa, tragicamente, di quanto sia stato ingannevole il nostro modello di sviluppo, di quanto il capitalismo si serva delle crisi per poter sopravvivere e rinnovarsi, passando sul cadavere di un'intera generazione che vede oggi tutte le proprie aspettative tradite, consapevole di essere la prima generazione da secoli ad esser costretta ad un livello sociale inferiore a quello dei genitori, relegata in posti di second'ordine nella vita sociale e lavorativa, con la sensazione di aver sprecato soldi e tempo negli studi mentre la società non sembra pronta ad accoglierla.

Quello che Bauman descrive è un quadro impietoso, in cui gli spiragli di luce sono davvero pochi e in cui soltanto la speranza, che balena di tanto in tanto, di un movimento profondo che prima o poi dovrà comparire per scardinare l'ordine attuale, porta un po' di fiducia per il futuro.

Sempre buttando un occhio ai tagli alla scuola, alle tasse universitarie che si raddoppiano in tutto l'occidente che oggi come non mai sembra proporsi di allontanare i giovani dall'istruzione, malgrado la retorica di regime dica esattamente il contrario. Visioni del mondo, ambienti culturali, modelli educativi si confrontano e, sullo sfondo, la diffusione della rete, vista con consapevolezza, con lo sguardo benevolo di chi, agli entusiasmi dei rivoluzionari sulla rete, fa notare che nessuna rivoluzione è mai nata per gli interessi dei singoli, ma sempre quando questi sono diventati gli interessi diffusi e condivisi delle comunità.

 

lunedì 14 maggio 2012

Quello che non ho, già dal suo incipit, parole per raccontare (in rete)


  1. fattoquotidiano
    Roberto Saviano: "Non replico a Ferrara. Non ne ho stima". Quando vuole, sa essere meravigliosamente sintetico (scanzi) #qchenonho
  2. fattoquotidiano
    La grandezza immensa di De André la capisci anche dal fatto che #qchenonho sarebbe una sua canzone minore. Genio (scanzi)
  3. fattoquotidiano
    Favino è bravo anche quando non vuole. Attore vero, un piacere ascoltarlo e guardarlo (scanzi) #qchenonho
  4. qchenonho
    RT @LiaCeli: Giuliano Ferrara, te lo dice la Romagna: ma sta' sereno #qchenonho
  5. ristomezzo
    @jerrybarolo Donna muore gettandosi dalla Torre di Pisa - Il Sole 24 ORE 24o.it/GyLkH via @sole24ore #qchenonho REALTA' ora
  6. nikizag7
    RT @cassintegrati: A #Qchenonho Saviano dice 'lavoro' tra le prime parole. Assieme alla parola 'suicidio'. Bravi.
  7. TempoTiranno
    RT @soldepapel_: @robertosaviano pagamenti a 180 giorni x lavori per lo Stato italiano? Magari caro Roberto... si parla di un 365/500 giorni... #qchenonho
  8. Orsoelettrico
    vabbè, metto terence malik. buon #qchenonho
  9. bumbumsen
    RT @ossimorobiondo: #qchenonho fateci caso c'é l'eco come in chiesa #saviano
  10. Oi_livio
    RT @salutamincasa: Saviano finirà con un 'sempre sia lodato'. #omelia #qchenonho
  11. martinrance
    Roberto Saviano, ora pro nobis. #qchenonho
  12. morenaragone
    RT @sandroruotolo: #qchenonho sapete perchè mi piace? Perchè le parole non hanno bisogno del contraddittorio. Le parole stasera raccontano...
  13. Clatempesta
    #qchenonho gente allegra il ciel l'aiuta.......
  14. marcocacchioli
    RT @AndreaScanzi: L'effetto d'insieme è quello di una lunga carrellata di omelie colte e laiche. Più teatro che tivù (non è un difetto) #qchenonho
  15. francescocalie2
    RT @rossbrescia: #qchenonho il lavoro e' vita e senza quello esiste solo paura e insicurezza.john lennon
  16. laguasty
    RT @operatwitt: #qchenonho ma le stesse persone che parlavano fino a qualche mese fa degli imprenditori come dei schiavisti adesso sono i loro paladini?
  17. GiuliaColomboV
    RT @silvianucini: Se mettevano Avrai di Baglioni diceva le stesse cose di Favino, ma molto meglio #qchenonho
  18. gonnaincorriera
    Francesca Inaudi sta cercando di diventare Favino al femminile. La trovo ovunque. #qchenonho

The Pitt, R. Scott Gemmill

The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....