venerdì 30 novembre 2012
Ma i professori sono stati dei bravi professori?
mercoledì 28 novembre 2012
martedì 27 novembre 2012
lunedì 26 novembre 2012
Sulla presunta tabletizzazione della scuola e sui nuovi media nell'epoca della cultura di massa.
Da insegnante coinvolto in alcuni progetti di digitalizzazione della scuola io non riesco ad essere d'accordo su quanto affermato sulla "tabletizzazione". In primis perché è troppo presto per trarre delle conclusioni, i progetti che prevedano l'uso massivo dei libri digitali sono partiti l'anno scorso, ancora i risultati non sono concretamente decifrabili. E poi c'è proprio una questione di metodo che non mi convince. Già nel corso dei secoli abbiamo assistito a varie evoluzioni e cambiamenti negli stili cognitivi: si pensi solo al Medioevo e al profondo cambiamento apportato dalla stampa di Gutenberg. Bollare un passaggio epocale come quello che stiamo vivendo come una semplice regressione mi sembra limitante: lo è solamente se pensiamo che con il libro cartaceo avevamo raggiunto il massimo possibile della cultura e ogni cambiamento da questa situazione si debba connotare come un declino.
C'è in corso un profondo rinnovamento negli stili cognitivi e nel frattempo è in atto la naturale evoluzione della lingua italiana che sempre più diventa lingua d'uso (e da questo i rigurgiti regionalisti dei leghismi vari e dei loro dialetti). Tablet e media sono neutri, sono strumenti, come lo erano tavolette e stilo per i Sumeri, le vetrate colorate nel Medioevo e la stampa a caratteri mobili nel '600. Questi strumenti, seppur neutri, impongono però la loro presenza, non si può fingere che non esistano, ma l'uso che se ne fa dipende dal soggetto pensante che sta dietro la tastiera o che impugna una penna. Non penso che la scuola si possa esimere dall'affrontare la questione e cercare di dare una formazione adeguata nell'uso dei nuovi media.
La rete poi è un sistema in continuo movimento: se ne seguiamo l'evoluzione vediamo che, è vero, si è sempre più arricchita di apparati iconografici e multimediali, ma al contrario delle previsioni non ha perso la sua componente testuale, anzi, oggi forse si scrive sulla rete più di quanto si potesse mai immaginare. È vero che si tratta di un'espansione orizzontale, la rapidità al danno dell'approfondimento, ma è anche vero che la rete fino a questo momento è stata in mano a nativi digitali che l'hanno adoperata in maniera istintiva; sarà solo lavorando con loro e su di loro che potremo migliorare l'uso della rete, non certo demonizzando il tutto.
Mi sembra che si idealizzi una presunta età dell'oro, età in cui tutti erano capaci di comprendere un testo complesso o di svolgere funzioni matematiche da astrofisico. Concretamente questa epoca non c'è mai stata, mentre al contrario la cultura diffusa e collaborativa sta dando la possibilità di accedere alla conoscenza a tanta gente che fino ad ora ne era esclusa, e questo è qualcosa che forse gli intellettuali troppo spesso dimenticano.
Sulla scuola Mario Monti ha imparato da Berlusconi
È una tecnica nota, ci ricorda qualcuno, ma è triste assistere alla rapida trasformazione di una persona che aveva cominciato bene la sua azione di governo e che ritenevamo specchiata. Eppure Mario Monti già da un po' si avvale di questo sotterfugio per lanciare continui messaggi alle parti politiche che vuole conquistare/aizzare per proseguir la sua azione di governo anche durante la prossima legislatura.
Nello specifico, ieri sera su Rai3 abbiamo assistito alla solita fandonia, questa volta sul mondo della scuola, nell'attesa di giudicare le reazioni che ne seguiranno. Di cosa si parla? Nel corso della lunga intervista/monologo di Monti da Fazio, (che, per inciso, magari un giorno potrebbe anche imparare a fare da contraddittorio nei confronti dei personaggi che giungono al suo salotto e, se non lo sapesse fare, gli suggeriamo di guardare magari il Letterman Show su Rai5) il Presidente del Consiglio ha sostenuto che gli insegnanti si comportano come una casta in maniera conservatrice, portando come esempio il rifiuto di lavorare due ore in più alla settimana, cosa che avrebbe, a suo dire, migliorato la didattica.
Allora, che la classe docente si comporti come una corporazione è, in sé, un'asserzione che per sommi capi posso anche sottoscrivere. Del resto l'ho sostenuto io stesso in passato su questo stesso blog. Ciò che non funziona nel discorso di Monti sono proprio i dati che vengono citati, il tutto condito al solito dalla stucchevole retorica europeista del"è l'Europa che ce lo chiede".
Intanto le ore che il governo Monti e il ministro Profumo volevano imporre agli insegnanti erano sei e non due in più a settimana, variando un contratto già esistente senza consultazione dell'altra parte in causa (fandonia quindi e violazione della costituzione e delle norme sui contratti di lavoro, in pratica quanto basterebbe per ricorsi milionari da mandare sul lastrico, ancora una volta, lo stato). In secondo luogo non è affatto vero che l'aumento delle ore migliorerebbe la didattica, non per niente il numero di ore frontali dei docenti italiani sono esattamente nella media europea e quindi delle due l'una: o Profumo e Monti sono talmente geniali e ferrati nella didattica da saperne di più di tutti i pedagosti europei, o anche questa è una castroneria.
Purtroppo la casta dei docenti è anche una casta abituata a gridare poco, e così vedrete che questa congerie di bugie passerà nel silenzio, insinuandosi nell'opinione comune. Oppure, di fronte alle proteste, anche Monti potrà dire tronfio, sono stato frainteso.
domenica 25 novembre 2012
Rigurgiti di civiltà
Che impertinenza vedere un uomo, dalle fattezze asiatiche, chiedere ad una donna indigena, italiana al cento per cento, chiederle di spostare i bagagli per sedersi. Con quale diritto.
Bene faceva la donna ad accusare quel tizio di volerla derubare, così poco affidabile, così straniero, così diverso.
Lui che rimostrava, impudico, che era un'accusa ingiusta. Con quale coraggio, era evidente l'intenzione di profittarsi di lei, era la sua natura.
E che dire di quella signora, non c'entrava nulla, che senza motivo, un evidente abbaglio, prendeva le difese di quell'uomo. Signora, lei occupa quattro posti e non lascia sedere altri, il signore le ha solo spostato la giacca. Così diceva la signora, era chiaro che non capisse.
Sono rigurgiti, escandescenze di qualcosa che volevamo cancellare, pensavamo fosse sparita. E invece no, sono rigurgiti di civiltà che riaffiorano nostro malgrado?
sabato 24 novembre 2012
Come si dovrebbe descrivere un personaggio - D. F. Wallace, Questa è l'acqua
Barry Dingle, fornitore strabico di germogli di fagiolo, nutre per Myrnaloy Trask, fotocopista e reggente della più autorevole bacheca di annunci al «Collective Copy» nel centro di Northampton, un amore smodato. Myrnaloy Trask, riproduttrice provetta, nubile, vegetariana, figlia dei fiori un filino sfiorita, responsabile e curatrice di «Annunci e risposte» al mozzo comunicativo tre metri per tre di una vertiginosa ruota di esteti sinistrorsi a basso contenuto di sodio, donna politicamente corretta, attivista nelle relative cause, sciatta ma non priva di sensualità, indossatrice indefessa di gonnelloni lisi e calzettoni di lana, sessualmente problematica, con trascorsi sessuali ambigui, padrona di Nixon, una setter da riporto spettacolarmente incontinente così chiamata dall’amico Don Megala per l’infrangibile abitudine di cacare dove mangia: Myrnaloy ha occhi soltanto per Don Megala: Don Megala, progressista di mezz’età, aspirante sbandato, fabbricante di dolcimele antichizzati per vocazione, studente professionista per elezione, frequentatore assiduo di sale laurea, allo sbando, con frazioni di dottorato in ogni cosa, dalla fonetica celtica alla sociobiologia dei fluidi, prese alla University of Massachusetts di Amherst, attualmente impegnato nella sua settima e potenzialmente più sagace dissertazione incompiuta, uno studio esaustivo della necrofilia edipica sublimata di Stephen Dedalus in relazione a Mrs D. nell’Ulisse, saggio provvisoriamente intitolato: «La modalità ineluttabile dell’ineluttabilmente modale». Ai suddetti dati sulla Trask si aggiunga il fatto che, nonostante «L’integrale, bottega del mangiar sano», negozio in franchising impeccabilmente diretto, si trovi proprio accanto al «Collective Copy» sulla Great Awakening Avenue, arteria principale di Northampton, Myrnaloy indirizza le sue esigenze nutritive verso «Cose buone da mangiare, Ltd.», concorrente fuori mano con la segatura sul pavimento il cui proprietario, tale Adam Baum, è grande amico di Megala, e si aggiunga anche che «L’integrale» dispone di una sua fotocopiatrice, e la situazione narrativa messa a fuoco è la seguente: Myrnaloy Trask sa a malapena dell’esistenza di Barry Dingle, nel negozio accanto.
giovedì 22 novembre 2012
Il vizietto di chiedere agli insegnanti di lavorare gratis

Premessa: dopo tempo immemore i sindacati della scuola, uniti, avevano proclamato uno sciopero unitario per giorno 24 Novembre 2012. Sembrava dovesse essere l'ora della riscossa, dopo la magra figura del 14 Novemvre in cui in piazza s'sera presentata solo la CGIL, aderendo allo sciopero europeo indetto contro i tagli e la politica dell'austerity dell'UE. il fatto che tutto ciò stia in premessa dovrebbe già far capire come le cose sono andate realmente
Premessa numero due: il motivo del contendere con il governo Monti. In primis la mobilitazione e lo sciopero sono nati contro l'innalzamento dell'orario di lavoro degli insegnanti della scuola secondaria da 18 a 24 ore, senza adeguato aumento dello stipendio. Altro motivo dello sciopero è il blocco degli scatti d'anzianità per i contratti a tempo indeterminato nel settore, fermi al 2010. Infine, ma non di meno importante, la politica di attacco continuo nei confronti della scuola pubblica, adoperata come salvadanaio da cui attingere soldi all'occorrenza, anche per dirottarli sulla scuola privata o per sprechi più o meno scandalosi come quelli documentati da Report.
Cronaca di una farsa: oggi a sorpresa giunge un incontro fra i sindacati della scuola e la compagine di governo. Già quando compaiono sui siti del settore le prime notizie al riguardo si presagisce la sola. Verso mezzogiorno poi, la doccia fredda. CISL, UIL, GILDA E SNALS ritirano lo sciopero, di fronte all'accordo ottenuto con il governo.
Già, ma quale accordo?
Se è vero che sono scomparse dalla manovra finanziaria del governo la norma sulle 24 ore (e non di certo grazie a CISL e UIL), l'accordo raggiunto sugli scatti d'anzianità è certamente un accordo al ribasso, una presa per i fondelli. In pratica, il governo non caccia una lira, semplicemente dirotta sugli scatti d'anzianità i soldi che andrebbero ai fondi d'istituto delle scuole. Ecco servito un accordo fatto solo per accontentare gli iscritti ai suddetti sindacati, mediamente insegnanti di ruolo, anche abbastanza vicini alla pensione, senza tenere in alcun conto diritto e didattica.
Ma cosa sono i fondi d'istituto? Per farla breve i fondi d'istituto sono quei fondi che la scuola ha a disposizione per pagare tutto ciò che non siano direttamente lo stipendio degli insegnanti di ruolo, pagati direttamente dal ministero. Per essere chiari, i fondi d'istituto servono a pagare gli insegnanti delle supplenze brevi, i progetti del piano dell'offerta formativa che dovrebbe caratterizzare le singole scuole, i fondi per agevolare gli studenti meritevoli o in difficoltà economiche, l'acquisto dei materiali che servono per fare funzionare la scuola.
Perché, sapete, la scuola è un organismo complesso, in cui, molti non ci crederanno, ma SI LAVORA, e si ha a che fare con migliaia di situazioni diverse. Ecco, per esempio i fondi servono anche a pagare chi nella scuola, come accade sempre piu di recente, si occupa dell'adeguamento delle strutture tecniche o degli strumenti informatici, chi si occupa di gestire gli alunni afflitti da handicap o con disturbi dell'apprendimento, chi gestisce la sicurezza o la prevenzione per eventuali calamità, chi si occupa di vagliare la qualità dell'attività didattica o l'aggiornamento degli insegnanti.
Ecco, tutto ciò, tagliando di un terzo i fondi d'istituto, risulterà sempre più difficile.
Come un prestigiatore questo governo fa sparire i soldi dalla didattica e dal corretto funzionamento delle scuole, per farli comparire fra gli scatti d'anzianità. E per giunta con dei sindacati compiacenti.
Complimenti.
E vergognatevi anche un po'.
mercoledì 21 novembre 2012
#smerdaunprofessore, ovvero l'hashtag in cui non vorrei mai essere citato
The Pitt, R. Scott Gemmill
The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....
-
Quella che leggete è la mia risposta alla lettera del collega Matteo Radaelli , pubblicata sul Corriere della sera giorno 2 settembre e onl...
-
Per chi si chiedesse come fare ad allontanarsi dai social network dei broligarchi di Trump, un po' di alternative: 1. Friendica , la cos...
-
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/7f/Tomba_Della_Fustigazione.jpg La sessualità nell’antichità viene spesso considerata ...






























