domenica 30 settembre 2012

In risposta ad Elfobruno e al suo post "Ministro Profumo, ecco perché non farò il concorso"

In risposta ad Elfobruno e al suo post Ministro Profumo, ecco perché non farò il concorso

Ho letto il tuo post con molta attenzione e un fastidio crescente ad ogni parola. Fastidio perché le tue parole partono da meri preconcetti: in primis nei confronti del tuo stesso lavoro, un mero ripiego, un tunnel in cui ti sei tuffato, sono le tue considerazioni, perché non sei riuscito a fare altro. Nulla di male, è la storia di molti di noi insegnanti, me in primis, archeologo una volta e ora docente di lettere. Ma questo lavoro ha una sua dignità ontologica che non viene né dall'essere un mestiere intellettuale né da quello che il tuo "pubblico" da stadio ne pensa. Ed è imbarazzante quanto poco tu apprezzi il tuo mestiere, cosa che si evince quando parli di retrocessione nell'andare ad insegnare alle medie. Francamente conosco decine di docenti delle medie che potrebbero tranquillamente ridicolizzare questa tua affermazione, anche senza la collezione di titoli di cui ti fai fregio.
Il tuo post è avvilente anche perché nasce dalla disinformazione di chi, "persa l'aura", strepita e scalpita per il giocattolo che gli hanno rotto. Il concorso è previsto dalla legge, così come il doppio canale, non è di certo un'invenzione del ministro Profumo. Parlare di concorso-truffa è demistificare la realtà e dimostrazione d'ignoranza, nel senso letterale della parola. Così come è fare disinformazione l'affermare che la SSIS abbia validità concorsuale: la SSIS, così come qualsiasi scuola di specializzazione, ha validità concorsuale nel suo test d'ingresso, non nel suo titolo d'uscita.
È poi veramente avvilente pensare che, al contrario delle altre categorie sociali, una volta acquisito un titolo, non si debba più essere valutati, si possa vivere di rendita: quello che ti auguri è quello di cui ci si lamenta ogni giorno nelle aule delle facoltà, lì dove i baroni, presa una cattedra, si possono permetterE il lusso di non aggoirnarsi più e di non pubblicare ricerche.
Prova a chiedere ad un avvocato o ad un medico (e quindi parliamo di altre professioni intellettuali, cosicché non ci si possa neanche appigliare a scuse): i loro concorsi hanno validità triennali e per potervi accedere nella gran parte dei casi si deve conseguire una specializzazione anche più lunga e costosa della nostra (e l'aver poi speso denaro per studiare non è certo un titolo di merito che valga un lavoro, se no il lavoro dovrebbe spettare solo ai ricchi).
Non hai più voglia o tempo per studiare? Bene, mi togli una curiosità? Cosa spieghi in classe? O spieghi le lezioni che ti hanno insegnato i tuoi insegnanti del liceo, con le stesse metodologie, pensando che il mondo e la ricerca non abbiano fatto passi avanti?
Post come questo servono solamente ad allontanare e altre categorie sociali dalle ragioni della lotta al precariato nella scuola, e non è certo millantando diritti acquisiti che alla prova dei fatti non esistono che ci si guadagna credito nell'opinione pubblica. È comodo pretendere che il Ministero ripristini la legalità dei contratti a tempo determinato, pretendendo poi che si rimanga nella condizione d'illegalità, nell'assenza dei concorsi pubblici.

Ps.
Apostrofare coloro che vogliono fare il concorso come meri figli di papà è il tocco di classe di questo post.

Da un precario della scuola che ha girato tre città prima di trovarne una in cui riesce a lavorare con continuità e che prima aveva visto il precariato vero dei contratti a progetto dei call center anziché permettersi il lusso di fare "l'assistente" all'università.

sabato 29 settembre 2012

Considerazioni sparse su Carofiglio, Ostuni e i blog di letteratura

Leggendo le notizie e le prese di posizione più o meno interessate sulla querela di Carofiglio contro Ostuni, una volt ancora mi scopro cittadino di una piccola e mediocre provincia dell'Occidente. Da un lato un magistrato/scrittore che non accetta di sentirsi criticato, dall'altro uno scrittore/editor che nell'interesse sta critica del lavoro altrui si fa portavoce del libro che sponsorizza al premio strega. A contorno lo sfavillante mondo dell intellighenzia nostrana, tutta intenta a commentare sulle riviste culturali, scopiazzando di qua e di là i suoi interventi (si veda l'intervento di Raimo che ho segnalato in precedenza). Insomma la storia di tanta pochezza a confronto.

leggendo tutto ciò mi viene spontaneo pensare che D'Avenia e Baricco avrebbero dovuto querelarmi già da un bel pezzo, visto le dolci parole che ho dedicato alle loro ultime opere. Forse ciò non accade solamente perché questo blog conta solo qualche migliaio di visite mensili, chissà. Ma è proprio la natura della critica letteraria italiana che abbisogna di una forte discussione.

Di recente si è tanto discusso del valore dei blog letterari e, riprendendo delle opinioni provenienti dai media anglosassoni, si è tentato d minimizzarne il calore culturale a favore della critica nobile, quella da studio e aule universitarie. Sarà, ma io Wallace e Carver li ho scoperti sui blog e non in facoltà; sarà, ma io Saramago ho imparato ad amarlo grazie ai consigli di lettura di amici in rete e al passaparola, non da qualche mio docente ancorato alla poltrona del suo ufficio universitario.

Non è un caso se alcuni progetti molto interessanti nascono oggi in rete, come le varie webzine, una su tutte quella di Sul romanzo, agenzia letteraria diretta da Morgan Palmas.

Forse è anche ora che ci si accorga che, nell'epoca della digitalizzazione di massa e della rete globale, la critica militante si fa più in rete che dietro le scrivanie.

E forse è anche ora che la rete sveli i giochi di potere della vecchia critica letteraria che, nel sistema dei concorsi letterari e degli intellettuali/qualsiasi cosa volete, divi dei media sguazza e prolifera

 

 

mercoledì 26 settembre 2012

Perché non provo pena per Sallusti


Non provo pena per il direttore del Giornale Sallusti, o, per meglio dire, non provo per lui una pena maggiore di quanta ne provi per un qualsiasi altro condannato. Questo perché si fa un bel dire, da parte degli altri giornali, che Sallusti sia condannato per un reato di opinione. Peccato che la realtà dei fatti non stia così. Sallusti non va in carcere perché avrebbe criticato un magistrato: Sallusti va in carcere perché, come sua abitudine, come abitudine dei fidi sgherri Belpietro e Feltri, per criticare un magistrato ha forzato la notizia, ha inventato fatti.
Inoltre, è paradossale che questo marasma, questo finto perbenismo, buonismi e garantismi applicati ad hoc per una delle ultime macchiette berlusconiane rimaste sulla piazza, tutto ciò si applichi proprio per chi ha fatto della battaglia per la certezza della pena uno dei suoi assi nella manica. Ma forse la certezza della pena vale solamente per i senzatetto, gli indignati e i clandestini, non per un giornalista che per fare notizia ha o inventato una notizia o permesso che un suo sottoposto lo facesse.
Ed è ridicolo che il coro si alzi accorato per uno scribacchino che si erge a martire mentre gli autori di vero giornalismo d'inchiesta come quello di Report fronteggiano giorno per giorno cause e spese di avvocati nel silenzio dei media.

Saba, Umberto - A mia moglie


Tu sei come una giovane
una bianca pollastra.
Le si arruffano al vento
le piume, il collo china
per bere, e in terra raspa;
ma, nell'andare, ha il lento
tuo passo di regina,
ed incede sull'erba
pettoruta e superba.
È migliore del maschio.
È come sono tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio,
Così, se l'occhio, se il giudizio mio
non m'inganna, fra queste hai le tue uguali,
e in nessun'altra donna.
Quando la sera assonna
le gallinelle,
mettono voci che ricordan quelle,
dolcissime, onde a volte dei tuoi mali
ti quereli, e non sai
che la tua voce ha la soave e triste
musica dei pollai.

Tu sei come una gravida
giovenca;
libera ancora e senza
gravezza, anzi festosa;
che, se la lisci, il collo
volge, ove tinge un rosa
tenero la tua carne.
se l'incontri e muggire
l'odi, tanto è quel suono
lamentoso, che l'erba
strappi, per farle un dono.
È così che il mio dono
t'offro quando sei triste.

Tu sei come una lunga
cagna, che sempre tanta
dolcezza ha negli occhi,
e ferocia nel cuore.
Ai tuoi piedi una santa
sembra, che d'un fervore
indomabile arda,
e così ti riguarda
come il suo Dio e Signore.
Quando in casa o per via
segue, a chi solo tenti
avvicinarsi, i denti
candidissimi scopre.
Ed il suo amore soffre
di gelosia.

Tu sei come la pavida
coniglia. Entro l'angusta
gabbia ritta al vederti
s'alza,
e verso te gli orecchi
alti protende e fermi;
che la crusca e i radicchi
tu le porti, di cui
priva in sé si rannicchia,
cerca gli angoli bui.
Chi potrebbe quel cibo
ritoglierle? chi il pelo
che si strappa di dosso,
per aggiungerlo al nido
dove poi partorire?
Chi mai farti soffrire?

Tu sei come la rondine
che torna in primavera.
Ma in autunno riparte;
e tu non hai quest'arte.
Tu questo hai della rondine:
le movenze leggere:
questo che a me, che mi sentiva ed era
vecchio, annunciavi un'altra primavera.

Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l'accompagna.
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun'altra donna.

martedì 25 settembre 2012

Un breve post sull'originalità

Un breve post, sull'originalità, solo per far notare come anche i nostri intellettuali, delle volte, sono davvero poco ispirati.
Per intenderci, leggete quest'articolo, link, su Flavorpill, datato al 1 Gennaio 2012, e poi il seguente post (Prenditela con le Muse, non con chi ti critica) di Christian Raimo, collaboratore di un po' ogni cosa, su Minima et Moralia.
Notate qualche similitudine?

lunedì 24 settembre 2012

Il problema non è il concorso, ma il precariato

Mi è capitato oggi di leggere il seguente sfogo di una collega, e così, su due piedi, ho buttato giù questo commento
Cara collega, sai meglio di me però che il tuo sfogo è comprensibile ma infondato. Perché quando abbiamo fatto la SSIS sapevamo che la legge prevedeva il doppio canale, e chi non lo sapeva, mi spiace, è ignoranza sua e la legge non ammette ignoranza. Sapevamo anche che l'abilitazione permetteva di lavorare, non garantiva il lavoro, sono cose diverse e sapevamo che la SSIS era abilitante, non garantiva il ruolo e che il valore concorsuale stava nel test d'ingresso. Chiunque di noi ha fatto dei progetti di vita che in un modo o in un altro modifica di giorno in giorno, a me ormai rompe chi parla di diritti acquisiti sulla base di cose che non stanno né in cielo né in terra. Chiedete a qualsiasi altro abilitato fuori dalla scuola, a chiunque abbia acquisito una specializzazione, chiedetelo se per questo accampa il diritto del posto a tempo indeterminato senza essere più valutato. Il problema della scuola non è il concorso o i costi della SSIS che abbiamo sostenuto (chiunque abbia fatto una scuola di specializzazione sostiene spese, e che diamine). Il problema vero sta nella reiterazione dei contratti da precari per tutti quelli che lavorano da più di tre anni sulla stessa cattedra, ma è un'altra aberrazione, un'altra questione. Non mescoliamo rivendicazioni autentiche con cazzate ingiustificabili.

PS.
Aggiungo a quanto detto questa considerazione a spiegazione di quanto detto sopra. Titoli e "punteggi"sono sacrosanti. Ma non è che garantiscano ipso facto il passaggio in ruolo. Il problema è che noi precari della scuola senza volerlo ci mettiamo in un controsenso: protestiamo, giustamente, contro il precariato reiterato, illegale e condannato più volte dalla corte europea e dal parlamento europeo. Allo stesso tempo accompagniamo la nostra richiesta di giustizia con la pretesa di rimanere nell'illegalità di graduatorie di merito valide da 13 anni: le graduatorie di merito dei concorsi pubblici, di QUALSIASI concorso pubblico, hanno validità triennale, con la pretesa da parte dei vecchi vincitori di concorso di non procedere con uno nuovo. Allo stesso tempo noi abilitati SSIS sosteniamo la tesi che avendo fatto la SSIS, avendo acquisito un titolo, ci spetti ora il posto di diritto (magari non è il vostro caso, ma io questa pretesa l'ho sentita varie volte), ma questo non sta né in cielo né in terra, dato che l'abilitazione CONCEDE di poter lavorare in quel settore, non lo GARANTISCE.
Ora, cosa succede secondo me a causa di questo comportamento: succede che si indeboliscono le nostre richieste legittime agli occhi di chi ci guarda da fuori questo mondo. Io faccio davvero tanta fatica a spiegare ai miei amici non insegnanti che non si fa un concorso da 13 anni perché ancora vale il precedente o che si passa in ruolo dalle graduatorie ad esaurimento senza una valutazione successiva e senza ulteriore scrematura: molti mi dicono, non riesco a capire quanto a torto o a ragione, che siamo dei privilegiati e neanche ce ne accorgiamo, che loro i concorsi zitti zitti li devono fare ogni tre anni se non ancora più frequentemente, che non esistono quasi mai graduatorie da cui ci venga chiamati ma che ci si immette in un mercato e ci si deve fare valere a suon di curricula, gomitate e voglia. Io penso che se noi insegnanti limitassimo la protesta alla sacrosanta lotta contro la reiterazione del precariato accettando il ripristino della legalità con il sistema del doppio canale riusciremmo meglio a far capire le nostre ragioni e a guadagnarci le simpatie degli altri lavoratori perché, almeno è la mia esperienza, io non vedo mai altri lavoratori che solidarizzino con gli insegnanti e due o tre ragioni per cui accade me le sono trovate




venerdì 21 settembre 2012

Considerazioni sparse sull'insegnamento

Libertà d'insegnamento non vuol dire insegnare solo quello che mi piace e ignorare il resto. Questa non è libertà, ma limitare il diritto altrui ad apprendere ciò che per altri potrebbe essere fondamentale

Sentire che tanto è inutile far fare temi perché chi sa scrivere lo sa fare a prescindere è agghiacciante, soprattutto se viene detto da un collega

Certe cariatidi che hanno smesso di aggiornarsi e che insegnano solamente perché la cosa li sfama dovrebbero lasciare posto a chi questo mestiere lo vuole fare davvero.

Sulla digitalizzazione di massa nella scuola pubblica

Partecipando al progetto Generazione web, quest'anno come insegnante mi sto trovando ad avere direttamente a che fare con la digitalizzazione di massa della scuola pubblica. Da ciò stanno nascendo alcune riflessioni sparse, fermo restando che essendo ancora agli inizi, questo progetto via via si andrà evolvendo, lasciando spazio a nuove considerazioni e miglioramenti.

Primo dato, allarmante: l''ignoranza in merito ai mezzi informatici della gran parte dei miei colleghi è allarmante. La cosa peggiore è che tale ignoranza sfocia spesso nel mero pregiudizio; c'è ad esempio, nei confronti dello strumento didattico tablet, un misto di odio e di terrore, come se leggere un PDF o un libro sia qualcosa di ontologicamente diverso. L'attaccamento alla carta stampata non può rendere ignoranti del fatto che, a livello di prezzi per gli studenti e di peso da portare sulle spalle, questo sia sicuramente un progresso.

Discorso altrettanto preoccupante, legato alla detta ignoranza, è quello dei formati proprietari che verranno adoperati. Mi sembra scontato che i libri di testo siano protetti in modo da evitare la pirateria informatica, un po' meno l'essere costretti ad adoperare un singolo software proprietario per poterli leggere. Inoltre, per quanto riguarda l'archiviazione di tutto il materiale che verrà prodotto dalle scuole, per esperienza posso dire che pochissime si stanno ponendo il problema di quali saranno i formati da adoperare, ricorrendo sistematicamente al classico .doc di Word, incuranti che si tratta di un formato proprietario di Microsoft. Ovviamente invece si dovrebbe puntare sull'uso di formati e software aperti.

Il supporto digitale, i libri di testo, così come sono pensati oggi sono ancora limitati, paradossalmente più dei libri cartacei. Mi duole dirlo, ma ha ragione Apple a pensare che il libro digitale va pensato come un'applicazione, non un semplice PDF, permettendo tra l'altro lo svolgimento degli esercizi in maniera interattiva: in troppi casi, per esempio per le lingue straniere ma anche per l'italiano, ci si trova di fronte ad esercizi in cui i ragazzi dovrebbero riempire i campi puntinati con la risposta corretta, finendo per dover stampare la pagina e rispondere su foglio, annullando i benefici del digitale.

Anziché spendere migliaia di euro per delle LIM (lavagne interattive) fisse, si potrebbe puntare su progetti opensource come le lavagne interattive WIILD

Sicuramente questi progetti dovrebbero essere preceduti da una fattiva formazione rivolta a chi dovrà insegnare, prima ancora che per i discenti, formazione che nella gran parte dei casi è assente.

 

L'insostenibile ignoranza dell'essere (leghista)

Scrivo con colpevole ritardo, ma sono stato un tantinello impegnato nell'adattarmi alla nuova scuola (liceo artistico Munari di Crema, per chi lo volesse sapere). Tuttavia non potevo esimermi dal commentare una recente uscita di Maroni, segretario della Lega Nord. Complice un ministro Profumo che orami se non rilascia una dichiarazione al giorno sembra non poter vivere, il nostro buon leghista l'ha subito sparata grossa, come al solito.

Di preciso, in conferenza stampa il ministro Profumo ha dichiarato che a breve partirà un progetto ponte in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia, progetto che consisterà nell'acquisto di un tablet o un pc per ogni insegnante delle dette regioni (verosimilmente in comodato d'uso). Maroni non si è potuto esimere dal gridare allo scandalo e al razzismo, sostenendo essere un'ingiustizia che questo progetto riguardi quelle regioni e non quelle del nord.

Ora, a parte il fatto che colmare il divario tecnologico pregresso fra scuole del nord e scuole del sud non sarebbe male, che è comodo gridare sempre allo scandalo e allo spreco per tirare acqua al proprio mulino, ma in effetti la questione vera è un'altra, ovvero che il progetto di acquisto di materiale informatico, al nord, è già attivo.

Si dà per esempio il caso che la scuola in cui insegno, una fra le tante sia chiaro, partecipa di già al progetto Generazione web, progetto che la sta munendo di un tablet per ogni alunno e insegnante (ben di più quindi di quanto verrà dato alle scuole meridionali) mentre altre scuole sono già passate all'uso del registro digitale anziché cartaceo. Mi esprimerò in seguito sull'utilità di una digitalizzazione massiva, ma sta di fatto che la becera ignoranza leghista colpisce ancora e sentire Maroni parlare di razzismo è come sentire il bue che dice cornuto all'asino.

 

venerdì 7 settembre 2012

Tentiamo di parlare razionalmente del concorso



Sui siti, sui forum, un po' ovunque nel mondo della scuola si continua a parlare del concorso made in ministro Profumo. Una novità o un ritorno al passato, un'opportunità o una truffa. Questo argomento sta diventando il nuovo mantra degli insegnanti sui treni dei pendolari, sugli aerei, nelle sale insegnanti.
E purtroppo, insieme a giuste recriminazioni e considerazioni valide, si sentono, sia dalla parte dei detrattori che da quella degli entusiasti, sonore stupidaggini. Al limite dal dover dire che cotanta ignoranza in materia da parte degli stessi addetti ai lavori è spesso imbarazzante. In questo post vorrei tentare di riflettere razionalmente sull'argomento, mettendo in luce pro e contro del concorso.

PRO

  1. Che piaccia o no, con il concorso la scuola torna nell'ambito della legalità dato che la normativa vigente prevede il doppio canale concorso/graduatorie (se hanno sbagliato i ministri precedenti a reiterare l'illegalità non per questo doveva sbagliare anche questo ministro)
  2. Il concorso, se ben fatto, può davvero essere uno strumento per premiare il merito al di là degli anni di esperienza che, essendo il punteggio finale calcolato comunque per titoli ed esami, viene comunque valutata. In sostanza la paura comune di vedere uno sbarbatello che non ha mai lavorato prendere il ruolo a discapito di un insegnante esperto, difficilmente potrà realizzarsi, a meno che lo sbarbatello non sia un genio (e allora tanto di cappello); nella pratica però chi è più preparato potrà comunque sperare di guadagnare qualche posizione rispetto ad insegnanti che, magari, stanno in graduatoria da anni ma che hanno smesso di insegnare con passione e di continuare a studiare (e senza ipocrisia tutti sappiamo che ce ne sono tanti in graduatoria, soprattutto in classi di concorso che in passato sono state viste come un lavoro-rifugio per chi non sapeva che fare nella vita). Il merito, il possedere delle solide competenze e conoscenze deve essere premiato nella scuola pubblica, altrimenti noi insegnanti non siamo legittimati a richiedere le stesse competenze ai nostri alunni.
  3. Anche in questo caso, piaccia o no, ma il concorso legittimerà le proteste degli insegnanti sulle altre questioni, ad esempio sull'illegalità del precariato anche oltre i 36 mesi di lavoro continuativo sulla stessa cattedra. La scuola ha fino a questo momento vissuto di una situazione paradossale e clientelare: non capita in nessun altro settore pubblico di vedere graduatorie di merito (quelle dei vincitori di concorso per intenderci) valite oltre i tre anni dal suddetto concorso, tanto da avallare l'idea comune che una volta in graduatoria il posto spetti di diritto. Ritornando ad una situazione di legittimità delle graduatorie e costringendo a sfatare alcuni falsi miti sulla scuola come lavoro-rifugio, forse la posizione dei precari sarà più credibile
  4. Se il concorso sarà fatto così come viene annunciato, avremo finalmente tanti vincitori quanti i posti disponibili: almeno questa volta niente graduatorie che non servono
  5. Il concorso comunque non cancella le Graduatorie ad esaurimento degli abilitati, strumento che non apprezzo particolarmente ma che sicuramente difende i diritti e gli interessi dei precari storici.
CONTRO
  1. Si può legittimamente credere che un concorso organizzato così in fretta causerà molti problemi: sicuramente gli interessati avranno poco tempo per prepararsi e anche i tempi così ristretti per preparare le prove causeranno un bel po' di confusione al ministero, con relativi danni.
  2. I quiz, test o chiamateli come volete, accertano forse l'attitudine, qualche competenza (alcune per altro praticamente inutili nel mondo della scuola) ma non sono lo strumento più adatto per una preselezione che vorrebbe sfoltire la marea di candidati dai 200.000 previsti fino ad un massimo di 50.000-60.000 candidati. Se poi i suddetti quiz saranno preparati dagli stessi esperti che stanno dietro ai disastri TFA e concorso per i dirigenti, allora aspettiamoci ricorsi su ricorsi e contestazioni infinite.
  3. Le prove che vogliono attestare le competenze sulle lingue straniere e sull'informatica arrivano dal nulla nel mondo della scuola. Queste competenze non sono mai state obbligatorie fino ad ora e la gran parte dei docenti, se le possiede, le possiede ad un livello amatoriale e per proprio interesse personale, non perché fino ad ora abbia saputo di dover acquisire questo bagaglio culturale.
  4. È evidente come il ministro stia usando troppo i media per sbandierare dati che, poi, risultano infondati. Questa è una politica che nel mondo della scuola abbiamo già visto (e non per niente questo concorso ha il bene placido del PDL). È davvero scorretto parlare in pubblico, ai media, di 12.000 posti disponibili per il 2012-2013 e poi annunciare nel chiuso delle stanze ministeriali ai sindacati che in realtà i 12.000 posti sono spalmati in tre anni. Il ministro Profumo sta lavorando per il post-governo Monti, sta facendo del concorso una marchetta per i suoi interessi personali e il suo futuro, in politica o negli ambienti universitari.
  5. Il ringiovanimento del parco docenti, di fatto, non ci sarà: proprio per il sistema di calcolo del punteggio dei vincitori, per titoli ed esami, e dato che al concorso potranno partecipare in pratica solo gli abilitati, i posti verranno probabilmente spartiti tra coloro che già oggi stanno nelle posizioni più alte delle Graduatorie ad esaurimento (quei precari storici che più si lamentano del concorso...) con poche variazioni. Gli under trenta di cui parla il ministro per farsi pubblicità, con la chiusurà delle Scuole di Specializzazione per l'Insegnamento nel 2009, sono nella gran parte dei casi automaticamente esclusi dal concorso. Se l'obiettivo è quindi il ringiovanimento del corpo docente, si perde in partenza.

lunedì 3 settembre 2012

Di che parliamo? Studiare e non sapere perché

E così mi metto a studiare senza una metà definita da raggiungere e senza delle scadenze, se non delle date molto vaghe. Come si può immaginare, studio male. Benvenuto concorso nella scuola pubblica.

Considerazioni inattuali su una giornata di TV


Aspettando le convocazioni, due o tre considerazioni sparse

La giornata televisiva nel non saper che cosa fare per riempire la giornata trova un senso solo con How I met your mom, Scrubs e i Robinson

Come dice la mia fidanzata, i bambini dovrebbero vedere Saint Seiya anziché i cartoni che passa ora la Mediaset

Per fortuna che c'è Cielo perché un altro programma di cucina alla Clerici potrebbe portarmi al suicidio

Italia2 trasmette come i video a bassa qualità di Youtube, senza i film pirata in prima visione

Mentana aspetta le elezioni da tre anni, per favore, fatele

Cosa c'è da vedere sui canali Rai?

domenica 2 settembre 2012

Disinformazione su disinformazione, perché i precari della scuola a volte dicono castronerie

Va bene tutto, ma negare l'evidenza diventa paradossale. È quanto avviene quando si leggono certe cose che stanno circolando nell'ambiente scolastico riguardo all'annunciato concorso e alla recente intervista del ministro Profumo sulla Repubblica. Pur avendo simpatia per alcune ragioni dei precari storici della scuola pubblica e per la loro battaglia per il passaggio in ruolo dopo tre anni di precariato continuativo, non si possono sostenere certe tesi.

In primo luogo la necessità di concorsi nella scuola pubblica è evidente, dato il semplicissimo e manifesto fatto che nelle graduatorie manca un criterio di vera meritocrazia. Le graduatorie premiano l'esperienza pregressa e quasi sempre sistemi più o meno leciti per creare punteggio. In secondo luogo è la stessa normativa vigente a prevedere i concorsi come canale di immissione parallelo alle graduatorie e de hanno sbagliato i ministri precedenti a ignorare colpevolmente questo fatto per ingraziare questo o quel partito/sindacato, ciò non vuol dire che questa scelta sia corretta.

In secondo luogo quando si parla di valore concorsuale per le SSIS si dice qualcosa di parzialmente scorretto: l'ammissione alla SSIS aveva valore concorsuale come qualsiasi test d'ingresso per corsi a numero chiuso nell'ambito delle scuole di specializzazione. Così come per le scuole di specializzazione in medicina o l'abilitazione per gli avvocati. Ciò non vuol dire che i docenti siano esentati da ulteriori concorsi ma che per abilitarsi hanno dovuto sostenere un concorso, è qualcosa di totalmente diverso.

sabato 1 settembre 2012

Partenze

Ad ogni partenza l'orizzonte si allarga sull'assolutamente indefinito, ma il cuore rimane al passato, a ciò che non torna e che, purtroppo, non si ripeterà

The Pitt, R. Scott Gemmill

The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....