lunedì 30 maggio 2011
Spira un vento sinistro (per fortuna)
sabato 28 maggio 2011
Scelte
venerdì 27 maggio 2011
giovedì 26 maggio 2011
mercoledì 25 maggio 2011
La saggezza di Abu Ali al Husayn detto Ibn Sina
"Non v'è minor superficialità nello smentire quello che non è ancora evidente, che nell'assentire a quel che non è adeguatamente provato. Tienti forte alla corda dell'attesa, anche se ti turba l'ignoranza di ciò che tu senti; ma aspetta che la sua assurdità sia svelata. Buona linea di condotta è lasciar tali fatti nel dominio del possibile, finché non te ne allontani una dimostrazione solida. Ma ricordati che la natura è piena di meraviglie, che le forze attive si uniscono alle disposizioni passive per dar luogo a fatti straordinari"
Sicilia
"La fertilità della Sicilia è così grande che non saprei descriverla: basterà dire che essa è figlia dell'Andalusia per l'estensione del suo terreno coltivato e per l'abbondante feracità che vi regnano. La Sicilia è piena di ogni varietà di prodotti e coltivata con frutta e spezie di ogni tipo. Purtroppo però essa è popolata di adoratori della croce che circolano sul suo territorio e si impossessano di quelle campagne [...]. Speriamo però che Dio voglia ristabilire la vita e gli affari come erano in precedenza".
Ibn Jobair, 1084
martedì 24 maggio 2011
La Padania, questa sconosciuta (storia e ragione dell'invenzione di un mito)
La politica italiana ormai da anni si incentra, tra le altre cose, su di un mito costruito ad arte per aizzare le folle. Un mito, quello della Padania, creato ad uso e consumo di un partito politico che su di esso ha fondato le sue fortune. Di che parliamo? Prendiamo intanto lo statuto della lega, tacciato da più parti di violare implicitamente la costituzione, lì dove essa sancisce l'unita e l'indivisibilità dello stato.
«Il Movimento politico denominato “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” costituito da Associazioni Politiche, ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana»
A parte la legalità o l'illegalità del movimento politico (chi mi legge conosce già la mia opinione al riguardo), si evince dall'articolo citato come il fulcro del movimento sia la cosiddetta esistenza di un territorio, la Padania, accomunato da origini etniche, ragioni storiche e sociali.
Ma la Padania esiste?
mappa delle popolazioni preistoriche in Italia
Ovviamente no.
le popolazioni pre-romane dell'Italia settentrionale
La suddetta regione, già in epoca pre-romana, si parla quindi della preistoria dell'Italia per chi non lo sapesse, era divisa etnicamente fra popolazioni di origine indoeuropea e popolazioni di altra origine.
Tra le popolazioni di dubbia origine si annoverano Etruschi, Liguri (tra i quali forse i Taurini), Euganei-Reti, Alpini, Camuni; tra le popolazioni indoeuropee i Veneti (probabilmente affini ai Protolatini , quindi Italici), i Rutuli (anch'essi di origine ignota), i Celti (Boi, Cenomani, Senoni, Orobi, Leponti, Carni, ecc.).insomma un panorama variegato e spesso in lotta.
La Padania trova unità solamente nella repubblica romana prima e nell'impero romano dopo, assieme a tutte le altre province dello stato.
La situazione non migliora successivamente per questa regione: la caduta dell'impero romano porta prima alla sottomissione alle varie popolazioni barbare sopraggiunte, fino ad una sorta di unificazione nel regno longobardo, ben più ampio tuttavia della sola Padania.

L'Italia longobarda
Con l'impero carolingio, all'interno di un più ampio contesto europeo e con confini ben più ampi dei meri confini della presunta Padania, questo territorio è unificato nella sottomissione. Ne segue uno stato unitario, sino a circa il 1250, chiamato regno d'Italia.
Il regno d'Italia
Nel prosieguo del Medioevo si formano in questo territorio varie entità statali, antagoniste fra di loro, divise fra signorie, repubbliche e comuni.
L'Italia settentrionale nel rinascimento
La situazione non cambia con il rinascimento, né la Padania trova una sua ragione di esistenza nell'epoca illuminista o con la formazione di stati territoriali più ampi in epoca napoleonica.

L'Italia in epoca napoleoinica
Quando allora la Padania trova la sua effettiva unità, politica, economica, sociale e culturale?
La Padania trova un'unità, se di unità si può parlare viste le profonde differenze ad esempio fra Veneto e Piemonte (due regioni a caso di questa area), solamente in epoca risorgimentale, all'interno del nascente stato unitario italiano.
A molti figli del nord si deve la nascita dell'Italia, con il loro sacrificio, la loro morte in terre spesso lontane.
Saranno i loro nipoti a causa di un falso mito a sancire la morte di questo stato?
Fonte delle immagini: wikipedia e sillab.it
lunedì 23 maggio 2011
La primavera europea
La primavera di civiltà che sta segnando il 2011 ha dei nomi e cognomi, ha delle facce. Nasce forse inaspettata, ma di certo non nasce dal nulla.
C'è un'onda, lunga, un fermento che chiede una vera democrazia partecipativa, dal basso. Questo fenomeno non nasce nel 2011, anno che forse passerà alla storia come anno simbolo di questo fenomeno; ma tutto ciò nasce da lontano. Avvisaglie se ne sono avute nei forum internazionali o global, quelli in cui Noah Chomsky la fa da padrone con la sua saggezza pari solo alla sua antipatia e tracotanza.
Ma il fenomeno si è evoluto, non è più la rivolta più o meno armata di chi non crede in nulla e nessuno.
Nel frattempo il nemico illustre dei no global ha sfornato un simbolo, un certo Barack Obama, uomo che sicuramente viene in realtà dai meandri della politica statunitense, ma che comunque ha dato una speranza: la speranza del cambiamento delle politiche.

A torto o a ragione, un'epoca sembra volgere al tramonto. Quella del capitalismo sfrenato, quella delle bolle finanziarie, quella della politica e dell'economia che pensano di poter fare i conti senza l'oste, ovvero il popolo. E venendo a mancare il nemico, cambiano tante cose. Innanzi tutto il mondo arabo ha dato prova di un risveglio democratico inatteso, forse imprevedibile, sicuramente fecondo. La primavera araba, la caduta delle dittature, la lotta violenta e non violenta dei giovani arabi per i loro diritti. La voglia dei giovani arabi di poter competere con le potenze occidentali, di non vedere nell'occidente un nemico da distruggere, ma un competitore da superare con le armi dello sviluppo civile ed economico.
C'è un profondo insegnamento da trarre da quello che sta accadendo, e a cui i nostri politici sono sordi. Fra i giovani si diffonde un modo di pensare al loro futuro che travalica i confini dei vecchi schemi della comunicazione. La retorica del comizio, del comunicato video non attecchisce più. Ogni parola, ogni fatto viene soppesato sulla base dei dati concreti, ora realmente facilmente accessibili. Non puo' più bastare una promessa in campagna elettorale, non puo' più bastare il narcotizzare le menti con panem et circenses. La retorica di chi vuole il suo popolo ignorante non attecchisce più fra questa generazione che vede i propri diritti scavalcati da poteri che non comprende per il semplice fatto che non dovrebbero esistere. Un nuovo modello culturale attecchisce, di comunicazione e partecipazione diretta alle decisioni, sula base delle competenze acquisite, delle conoscenze, della voglia di sperimentare; sul principio che non è la comunità al servizio del potere, ma al contrario il potere al servizio della comunità.
Una retorica nuova, sferzante ma che allo stesso tempo pretende che chiunque si sollevi dal torpore, dal lerciume culturale a cui è stato costretto da una politica becera.
Questa onda, questo tsunami culturale, democratico, bussa alle porte dell'Europa, finora sorda, presa dalla sua cordiale xenofobia, dalle sue paure, dai suoi particolarismi. Ma qualcosa si muove, forse dopo il democratico Obama, il presidente di colore, forse dopo la primavera araba, ancora in corso e lungi dall'essersi conclusa e dall'aver determinato le sue forme e i suoi obiettivi, forse si avvicina anche la primavera europea. Nasce sulle ceneri di politiche di destra liberticide e succubi al mercato, nasce sulle ceneri del disastro di Fukushima, monito per ogni governo. Nasce dall'indignazione diffusa della gioventù europea. Nasce in Spagna con il movimento del 15 Maggio. Si propaga già in Francia. Da noi i girotondi, i vaffanculo day già esistono da un po' senza ancora essere arrivati ai sit-in permanenti. Che continui anche da noi con l'affermazione di volti nuovi, con i Pisapia, i De Magistris, ente che non viene dalla vecchia classe politica, pur avendo caratterizzato la loro vita per l'impegno vero e costante per la comunità? Nascerà dal mediterraneo la primavera europea?
sabato 21 maggio 2011
In risposta al movimento no pettine
Inviato da Marco de Marchi - Inviamo un documento del movimento per fare esplicita richiesta di tutela della nostra posizione attraverso l'attivazione di un bonus di permanenza.
Diritto: principio di giustizia dal quale debbono prendere norma e misura gli atti della libertà umana.
Diritto: ciò che a ciascuno spetta secondo la legge naturale o positiva.
Diritto come elemento che rende ciascun essere umano parte della società civile.
Diritto come elemento indissolubilmente legato ad un insieme di doveri.
Diritto come conseguenza logica e naturale di un principio sancito da una o più leggi.
Oggi ci sono dei diritti lesi. Diritti di tanti insegnanti che pur avendo rispettando una legge ed accettando i doveri da essa scaturenti, si ritrovano trascinati all’interno di uno scenario a dir poco caotico ed irrazionale, ove le
logiche partitiche, quelle economiche e gli interessi individuali e contingenti fanno da padroni.
Stiamo parlando di quegli stessi docenti che nel 2007 fecero una precisa scelta di vita, seguendo i dettami della legge 296/2006 voluta dall’allora Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni. Una scelta che sicuramente è uscita dal campo strettamente professionale ed è andata a toccare tutti gli altri aspetti dell’esistenza.
Ci fu detto che le nostre graduatorie venivano trasformate da Permanenti ad Esaurimento.
Ci fu detto che avremmo potuto scegliere, per l’ultima volta, una provincia nella quale eleggere il nostro domicilio lavorativo.
Ci fu promessa stabilità lavorativa e di vita.
Dopo anni di diatribe politico-giuridiche i sostenitori dei trasferimenti hanno finalmente ottenuto quello che da tempo chiedevano: il DM 44/2011 riapre le Graduatorie ad Esaurimento, consentendo aggiornamenti e trasferimenti.
E’ in forza dell’essenza vera e profonda di diritto, che oggi poniamo una semplice domanda: è giusto tutelare gli interessi di alcuni, quando ci sono tanti, tantissimi, la stragrande maggioranza degli insegnanti italiani che rischia di perdere tutto quello che per legge aveva acquisito?
Ed è altrettanto semplice dare una risposta qualora si possieda un minimo senso umano, morale, civile ed etico.
Sono stati gravemente lesi dei diritti. Stanno per essere stravolte molteplici esistenze. Reclamiamo dunque un intervento urgente che riesca quantomeno ad attenuare gli effetti deleteri delle ultime decisioni in merito alle Graduatorie ad Esaurimento.
Pertanto come insegnanti, come cittadini rispettosi di una concezione sana di legge, di diritti e di doveri chiediamo:
• La stipula dei contratti a tempo indeterminato sulla base delle graduatorie valide nell’anno scolastico 2010-2011.
• L’introduzione di un BONUS per chi ancora oggi, nonostante gli eventi avversi, continua a rispettare una scelta professionale ed esistenziale, rimanendo nella provincia per la quale ha optato nel 2007.
Fonte orizzontescuola
Il movimento no pettine fa finta di non saper che ogni legge approvata in Italia deve rispettare i diritti fondamentali sanciti dalla costituzione, e che i diritti, quelli sì, contingenti a cui fanno appello, derivano da una palese violazione delle norme costituzionali. Lo stesso farebbe un eventuale bonus per chi decide di rimanere nella stessa graduatoria, violando le norme sulla parità di diritto al lavoro in tutta Italia. Le immissioni in ruolo poi, fatte da una graduatoria ormai superata per via degli aggiornamenti e dei trasferimenti, porterebbero solo ulteriore caos, confusione, ricorsi, senza avere per altro una particolare ragione etica né politica. In Italia TUTTI hanno pari diritto di lavorare, in ragione delle competenze e dell'esperienza, non in ragione di elementi contingenti come data e luogo di nascita, o violazioni dei diritti e di doveri del cittadino, sanciti dalla costituzione.
Si fa appello a diritti acquisiti in base a delle scelte di vita, dimenticando che anche le persone che erano rimaste al sud avevano fatto tale scelta in base ad un piano di immissioni in ruolo mai finalizzato dal presente governo, abile nel mettere precari contro precari on una guerra fra poveri. Tali scelte di vita sono già di fatto decadute, grazie ai tagli del duo Tremonti-Gelmini e alle mancate immissioni in ruolo. Un solo faro rimane ai docenti, la costituzione e i diritti che essa sancisce, faro che stanno tentando in tutti i modi di nasdonderci. Noi precari che vediamo calpestati i diritti dovremmo essere i primi a farci garanti della costituzione davanti ad un governo liberticida, anziché avvinghiarci al nostro utile, in qualsiasi modo esso sia stato acquisito, anche se in palese violazione dei diritti altrui.
"Lo stato sono io"
Cosa è "stato"? Me lo chiedevo oggi, e forse per darmi un brandello di speranza, mi sono detto che la crisi italiana dipende tutta da questa domanda, ovvero da come da una parte come dall'altra si fraintenda cosa sia lo stato.
È bene chiarire che, dal momento in cui l'uomo ha smesso di essere nomade per divenire stanziale, ha iniziato ad organizzarsi in comunità, con ben determinate funzioni. Innanzi tutto di difesa, dai nemici esterni e interni, come di organizzazione del lavoro, distribuzione dei beni e delle vettovaglie.
Certo le modalità di organizzazione si sono fatte via via sempre più complicate, ciclicamente la comunità ha avuto come funzione quella di favorire una classe sociale piuttosto che un'altra. Ma possiamo affermare che la funzione fondamentale dello stato è rimasta la stessa, dalle prime comunità ai contemporanei stati.
E quale sarà mai questa funzione?
Lo stato è una forma di organizzazione della comunità volta a garantire i diritti dei cittadini, i doveri, fornire le possibilità di realizzazione dell'uomo e tutelarne salute e incolumità.
Questo è uno stato, che poi si può declinare in svariate forme, a seconda dei modelli che si seguono, della preminenza di una parte della funzione piuttosto che di un'altra. Ma nessuna di quelle parti può mancare del tutto, se vogliamo parlare di uno stato con la s maiuscola.
Lo stato non ha specifiche morali o religiose, non guida paternamente la vita del cittadino. Semplicemente, nel rispetto dei diritti e dei doveri fondamentali dell'uomo, dà a ciascuno parimenti le possibilità per realizzarsi. Questo è un passaggio fondamentale: tutti i membri della comunità partono da pari condizione, a tutti deve essere dato accesso all'istruzione, in maniera paritetica, senza distinzione di classe sociale. Lo stato non può abiurare alla sua funzione di difensore dei diritti e dei doveri, così come non può non patrocinare l'istruzione pubblica e laica, non discriminatoria nei confronti delle minoranze, delle povertà e delle disabilità. E, fondamentale, non può delegare queste funzioni ad altri.
Questo non implica che non si possa associare all'azione dello stato quella dei privati. Ma l'azione dei privati deve avvenire in parallelo, in alternativa, non in sostituzione, senza oneri per lo stato, come singola scelta messa a disposizione dei cittadini.
Vale in ogni campo, dall'istruzione alla ricerca, ai trasporti, alla sanità. Lo stato deve fare lo stato, i privati devono essere dei privati.
Lo stato ha il dovere di fornire i suoi servizi: la scusa dell'abbassare le tasse non può essere un escamotage per delegare i servizi a privati che da essi possano trarre lucro.
Lo stato siamo tutti, sia come singoli uomini che si realizzano nello stato, che come uomini che realizzano lo stato. Non esiste il ghe pensi mi, non esiste la possibilità che sia stato un governo basato sulla volontà del singolo e sul fraintendimento dei doveri dello stato.
A quanto ho capito (nota noiosa sui contratti scolastici)
Cito quanto scritto dall'amica Kirki Kalliplokamos
A quanto ho capito, tutto cominciò con una normativa europea a cui l'Italia si adeguava, ormai dieci anni fa:
http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/01368dl.htm
Questo sopra era il Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368 "Attuazione della direttiva 1999/70/CE relativa all'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato concluso dall'UNICE, dal CEEP e dal CES", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 235 del 9 ottobre 2001.
In pratica, un contratto a tempo determinato prorogato per tre anni o più doveva essere trasformato in contratto a tempo indeterminato, o almeno dare diritto a un riconoscimento economico.
Non molti ci fecero caso, finché non uscì il "Collegato Lavoro" (art. 32 della legge 4 novembre 2010, n. 183), secondo cui i contratti di lavoro andavano impugnati entro 60 giorni, con ricorso da fare entro 270 giorni, pena la decadenza, quindi perdita di ogni diritto di rivalsa. Seguì un rapido tam-tam tra i lavoratori precari, grazie soprattutto, va detto, a sindacati e associazioni.
Forse non tutti sanno che tra i lavoratori ci sono anche i precari della scuola, i cui contratti a tempo determinato spesso - nei casi fortunati - vengono reiterati di anno in anno per ben più di tre anni. In tanti, tantissimi, pensarono: "'Orca! ma questo decreto parla proprio di me!". In più, cominciarono a comparire notizie di precari che erano stati risarciti, o addirittura assunti. Ci fu dunque una marea di impugnazioni, a cui sarebbe seguita una marea di ricorsi. (un esempio, qui: http://www.codacons.it/articolo.asp?idInfo=127901 - ma ce n'erano tanti)
Ma niente paura! Appena prima che si riaprano le graduatorie si pubblica il "Decreto Sviluppo" del 5 maggio 2011.
All'articolo 9 si parla proprio della scuola, e il comma 19 recita: "Il comma 14-bis dell’articolo 4 della legge 3 maggio 1999, n. 124 SI INTERPRETA nel senso che i contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze del personale docente e Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario (ATA), in quanto necessari per garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo, NON POSSONO IN ALCUN CASO trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, né consentire la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi prima della immissione in ruolo(...)"
Per chi non avesse capito, dice il comma 20: "All’articolo 10 del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, dopo il comma 4 è aggiunto il seguente: “4-bis. Stante quanto stabilito dalle disposizioni di cui alla legge 3 maggio 1999, n. 124, sono altresì ESCLUSI DALL'APPLICAZIONE DEL PRESENTE DECRETO i contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze del personale docente ed ATA, considerata la necessità di garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo [...]. In ogni caso non si applica l’articolo 5, comma 4-bis, del presente decreto" (quello che obbligava a rendere a tempo indeterminato i contratti reiterati senza soluzione di continuità). (MAIUSCOLE MIE.)
Tranquilli.
http://www.facebook.com/notes/kirki-kalliplokamos/a-quanto-ho-capito-nota-noiosa-sui-contratti-scolastici/10150191182279753
venerdì 20 maggio 2011
mercoledì 18 maggio 2011
mercoledì 11 maggio 2011
Coerenza, questa sconosciuta (questione di satira)
Non voglio disturbare.
Non ti bombarderò mai.
Presto solo le basi.
Ti bombardo, ma a tempo.
Ho ucciso tuo figlio.
Crepa
(Mr. B all'amico libico)
Siamo in Iraq per esportare la democrazia
Non andiamo in Libia perché la democrazia non si può esportare.
(Mr. B. sulla democrazia. Evidentemente non sa di che parla)
I magistrati morti sono degli eroi.
I magistrati vivi sono un cancro.
Secondo voi, il magistrato, è meglio morto o vivo?
(Mr. B. sulla magistratura, mostrando quanto la stimi)
Non conosco nessuna minorenne.
Se la conosco non sapevo che era minorenne.
E comunque non me la sono fatta.
E comunque era egiziana.
E comunque era nipote del governante dell'Egitto.
E comunque non c'era motivo che si sapesse che lavoro faceva.
Solo per il suo bene l'ho affidata, come si fa per una minorenne, ad un tutore.
Il tutore solo per il suo bene l'ha affidata la notte stessa alla coinquilina prostituta.
E comunque non l'ho pagata, le ho fatto dei regali in amicizia.
(il magnanimo Mr. B.)
Non te la do.
Piuttosto la do ad una cordata di italiani
La do ad una cordata di italiani così poi la paghi di meno.
(Mr. B. Sulla compagnia aerea, con l'amicone francese)
Non te la do.
Piuttosto la do ad una cordata di italiani
Prenditela direttamente, ma non farmi troppo male.
(Mr. B, con l'amicone francese, parla della compagnia del latte e del formaggio)
Gli insegnanti sono troppi.
Ci sono trentamila cattedre scoperte.
Ne assumeremmo 67.000 in tre anni.
Purtroppo mi hanno dato i soldi per assumerne solo 10.000
E vi va di lusso che non sono tutti di religione.
Mr. T. me l'avrebbe detto.
(il ministro che pensa di occuparsi della scuola, fra un comunicato stampa e l'altro del partito, applica la toria della relatività al computo dei docenti.)
Il giorno di ordinaria incompetenza II
Il liberalissimo e liberissimo ministro Sacconi definisce un guitto Crozza, colpevole di fare satira contro Mr. B, fra un'accusa e l'altra verso un Bersani sempre più inoffensivo. Dl resto i puzzoni di sinistra (copyright by Berlusconi) non hanno di meglio da fare, viste le donne orrende che si ritrovano (copyright by La Russa).
Bellissimo, meraviglioso.
Peccato essere multati per la sovraesposizione di Mr. B.
Peccato essere condannati ogni santo giorno da UE, OCSE e parlamento europeo per le nostre leggi, tutti organi rigorosamente di sinistra. Peccato l'essere declassati per la libertà di stampa dalle agenzie intrernazionali, tutte di sinistra.
Peccato che la consulta, ovviamente di sinistra, come il presidente della repubblica, debba sempre cassare queste leggi incostituzionali.
Peccato si lavori ad fallum canis.
Un esempio? Ovviamente dalla scuola.
65.000 immissioni in ruolo nei prossimi tre anni, meraviglioso. Peccato che già nel 2008 fossero state finanziate 60.000 immissioni in ruolo dalla finanziaria, soldi spariti nel nulla dell'economia tremontiana. Peccato che altre 60.000 immissioni fossero previste per il 2009. 120.000 in due amni (60.000 erano già state fatte nel 2007) a fronte delle 65.000 di Gelmini e co. Non c'è più bisogno di docenti? Secondo il ministro forse, del resto ha cancellato 80.000 cattedre in tre anni, in barba al buon senso, alla sicurezza e alla didattica. Del resto, a scuola, dove si può risparmiare si risparmia. S tagliano i fondi per le cooperative che fanno le pulizie, cooperative chiamate a quel compito in modo da poter fare adempiere agli operatori scolastici (bidelli per Gelmini e Cota) il loro vero ruolo, ovvero di assistenti all'operato dei docenti. Ma cosa conta.
Peccato.
Peccato si navighi a vista, sparando numeri a caso, che tanto si immagina già di non rispettare. Perché le cattedre realmente scoperte sono più di 130.000, le immissioni in ruolo di 65.000 docenti servono solo a tappare la bocca alle condanne per la precarizzazione dei docenti giunte dal parlamento europeo e dalla corte europea. Sempre sperando di non dover pagare i risarcimenti.
Peccato insomma.
Peccato insomma che ci si prenda ancora per il culo e che ci si incazzi pure se qualcuno li smaschera.
sabato 7 maggio 2011
Non Siete Stato Voi - Caparezza
Non siete Stato voi che parlate di libertà
come si parla di una notte brava dentro
i lupanari.
Non siete Stato voi che
trascinate la nazione dentro il buio
ma vi divertite a fare i luminari.
Non
siete Stato voi che siete uomini di
polso forse perché circondati da una
manica di idioti.
Non siete Stato voi
che sventolate il tricolore come in
curva e tanto basta per sentirvi patrioti.
Non
siete Stato voi né il vostro parlamento
di idolatri pronti a tutto per ricevere
un'udienza.
Non siete Stato voi che
comprate voti con la propaganda ma
non ne pagate mai la conseguenza.
Non
siete Stato voi che stringete tra le
dita il rosario dei sondaggi sperando
che vi rinfranchi.
Non siete Stato
voi che risolvete il dramma dei disoccupati
andando nei salotti a fare i saltimbanchi.
Non
siete Stato voi. Non siete Stato, voi.
Non
siete Stato voi, uomini boia con la
divisa che ammazzate di percosse i
detenuti.
Non siete Stato voi con gli
anfibi sulle facce disarmate prese
a calci come sacchi di rifiuti.
Non
siete Stato voi che mandate i vostri
figli al fronte come una carogna da
una iena che la spolpa.
Non siete Stato
voi che rimboccate le bandiere sulle
bare per addormentare ogni senso di
colpa.
Non siete Stato voi maledetti
forcaioli impreparati, sempre in cerca
di un nemico per la lotta.
Non siete
Stato voi che brucereste come streghe
gli immigrati salvo venerare quello
nella grotta.
Non siete Stato voi col
busto del duce sugli scrittoi e la
costituzione sotto i piedi.
Non siete
Stato voi che meritereste d'essere
estripati come la malerba dalle vostre
sedi.
Non siete Stato voi. Non siete
Stato, voi.
Non siete Stato voi che
brindate con il sangue di chi tenta
di far luce sulle vostre vite oscure.
Non
siete Stato voi che vorreste dare voce
a quotidiani di partito muti come sepolture.
Non
siete Stato voi che fate leggi su misura
come un paio di mutande a seconda dei
genitali.
Non siete Stato voi che trattate
chi vi critica come un randagio a cui
tagliare le corde vocali.
Non siete
Stato voi, servi, che avete noleggiato
costumi da sovrani con soldi immeritati,
siete
voi confratelli di una loggia che poggia
sul valore dei privilegiati
come voi
che i mafiosi li chiamate eroi e che
il corrotto lo chiamate pio
e ciascuno
di voi, implicato in ogni sorta di
reato fissa il magistrato e poi giura
su Dio:
"Non sono stato io".
venerdì 6 maggio 2011
Mentire sapendo di mentire... sulla scuola pubblica, sulle paritarie e sulla censura
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Ma questo è un governo sempre più insofferente verso le critiche, verso chi lo contesta. Minaccia l'Europa di uscire dalla comunità, senza mai chiedersi se le critiche della UE siano fondate o no; non ultimo, l'atto di vera e propria censura, ovvero il divieto, sotto la minaccia di licenziamento, per i dipendenti pubblici di criticare il governo. Peccato, signori governanti, che i dipendenti pubblici sono dipendenti dello stato, non vostri, e il vostro è l'ennesimo attacco alla libertà di stampa e di parola. Ma non temete che ci riprenderemo il nostro, e allora forse rimpiangerete le vostre scelte.
Attenti al lupo: Ed ecco a voi il nuovo bavaglio. Arriva il codice di condotta per i docenti
Ci risiamo. Arriva il codice di condotta per i docenti e impiegati pubblici. All’art. 12 secondo comma si ribadisce: “Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell'immagine dell'amministrazione. Il dipendente tiene informato il dirigente dell'ufficio dei propri rapporti con gli organi di stampa". La questione del presunto “bavaglio ai dipendenti pubblici” non è cosa nuova.
La norma sulla condotta dei dipendenti pubblici in tema di libera manifestazione del pensiero fu introdotta dal ministro Bassanini del governo di sinistra Amato, poi rilanciata dal decreto legiglativo 165/2001, e balzò agli onori della cronaca lo scorso anno in occasione della cosiddetta Circolare Limina, dal nome dell’ex direttore dellUfficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna, contro la quale si sollvarono i docenti e il mondo politico di opposizione. Ma molto pensare che si sia sentito il bisogno di rilanciarla nelle ultime ore. Lo si è fatto con Nota del Dipartimento per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali del 31/03/2011 prot. n. 6229. Il testo del “codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni” e i codici disciplinari desunti dai contratti collettivi
nazionali di lavoro del personale dirigente dell’Area I, del personale dell’Area V della dirigenza scolastica e del personale non dirigente del Comparto Ministeri presenti all’indirizzo www.istruzione.it/web/ministero/codici. Intanto, sul sito dell’Ufficio Scolastico regionale per l’Emilia-Romagna all’indirizzo: www.istruzioneer.it viene inoltre pubblicata la Circolare del 23 dicembre 2010 n.14 della Presidenza del Consiglio dei Ministri “Disciplina in tema di infrazioni e sanzioni disciplinari e procedimento disciplinare – problematiche applicative”. Il governo ha chiesto di dare immediata comunicazione a tutti gli interessati
Vincenzo Brancatisano
vi.bra@fastwebnet.it
FONTE: aetnanet.org
The Pitt, R. Scott Gemmill
The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....
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Quella che leggete è la mia risposta alla lettera del collega Matteo Radaelli , pubblicata sul Corriere della sera giorno 2 settembre e onl...
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Per chi si chiedesse come fare ad allontanarsi dai social network dei broligarchi di Trump, un po' di alternative: 1. Friendica , la cos...
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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/7f/Tomba_Della_Fustigazione.jpg La sessualità nell’antichità viene spesso considerata ...










