mercoledì 29 dicembre 2010

NATALE di Giuseppe Ungaretti

NATALE

di Giuseppe Ungaretti


Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

Napoli, il 26 dicembre 1916

domenica 19 dicembre 2010

Preparativi di fascismo

La sfiducia non c'è stata, Berlusconi sta ancora lì, e ora chi ha parlato la pagherà, vedrete... In primis i manifestanti: già arriva la proposta dell'arresto preventivo. Poi toccherà agli insegnanti e agli intellettuali, già duramente colpiti. Poi toccherà ai laici e agli omosessuali e agli stranieri. Poi cosa rimarrà da colpire?
Siamo contro chiunque pensi di avere la ragione e la forza dalla sua parte.

mercoledì 24 novembre 2010

Andare via dall'Italia

Andare via dall'Italia in cui chi fa cronaca è un mistificatore.
Andare via dall'Italia in cui chi protesta dice solo le vecchie storielle
Andare via dall'Italia in cui le mafie, si sa, non esistono.
Andare via dall'Italia in cui i proventi non vengono dal riciclaggio dei rifiuti, ma i rifiuti vengono dal riciclaggio dei proventi.
Andare via dall'Italia in cui il caso di cronaca di turno diviene la scusa per coprire i veri problemi.
Andare via dall'Italia in cui il giudizio di un tribunale che condanna un mafioso "ripete le solite storielle ritrite: si chiamano prove.
Andare via dall'Italia in cui l'mosessualità è moralmente inaccettabile.
Andare via dall'Italia in cui, si sa, la cultura non fa mangiare.
Andare via dall'Italia in cui se decido di non pagare le tasse, faccio bene, se le pago sono un pirla.
Andare via dall'Italia in cui, se non sei d'accordo con lo psiconano, minimo minimo sei un pericoloso giornalista comunista che si è appropriato indebitamente della RAI.
Andare via dall'Italia in cui si taglia sul futuro della ricerca e della formazione, mentre a 100 km nostri conterranei emigrati intrappolano l'antimateria.
Andare via dall'Italia in cui Borghezio ci insegna che libertà di parola equivale a parole in libertà.
Andare via dall'Italia in cui Popolo delle libertà vuol dire dire cazzate ed incazzarsi pure se qualcuno le confuta.
Andare via dall'Italia in cui "il negro non è mio fratello"

lunedì 22 novembre 2010

L'elenco di Maroni

L'elenco di Maroni: "Visto che stasera il ministro Maroni sarà da Fazio e Saviano per difendere la Lega, gli consiglio di leggere l'elenco che ho preparato apposta per lui. Chissà, magari già che c'è riesce a spiegarci in che modo dobbiamo interpretare le perle che ci sono scritte dentro.

  • Gli immigrati bisognerebbe vestirli da leprotti per fare pim pim pim col fucile. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • Meglio noi del centrodestra che andiamo con le donne, che quelli del centrosinistra che vanno con i culattoni. (Umberto Bossi, ministro delle Riforme per il Federalismo)
  • Quegli islamici di merda e le loro palandrane del cazzo! Li prenderemo per le barbe e li rispediremo a casa a calci nel culo! (Mario Borghezio, europarlamentare)
  • Per i negri bisognerebbe usare pallottole di gomma e prendergli le impronte dei piedi per risalire ai tracciati particolari delle tribù. (Erminio Boso, europarlamentare)
  • La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni. (Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione Normativa)
  • Gli omosessuali devono smetterla di vedere discriminazioni dappertutto. Dicano quello che vogliono, la loro non è una condizione di normalità. (Flavio Tosi, sindaco di Verona)
  • Nella vita penso si debba provare tutto tranne due cose: i culattoni e la droga. (Renzo Bossi, consigliere regionale della Lombardia)
  • Gli omosessuali? La tolleranza ci può anche essere ma se vengono messi dove sono sempre stati... anche nelle foibe. (Giancarlo Valmori, assessore all’ambiente di Albizzate)
  • A Gorgo hanno violentato una donna con uno scalpello davanti e didietro. E io dico a Pecoraro Scanio che voglio che succeda la stessa cosa a sua sorella e a sua madre. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • Uomini della padania, questi bingo bonghi col cazzo lungo vogliono scoparci le mogli, le nostre donne! (Matteo Salvini, eurodeputato)
  • Sono stato, sono e rimarrò un razzista secondo le ultime direttive UE poichè credo, e aspetto smentita da quei pochi che mi leggono, che certe notizie riportate solo da Il Giornale definiscano chiaramente che tra razza e razza c'è e ci deve essere differenza. (Giacomo Rolletti, assessore all’ambiente di Varazze)
  • Gli sciacalli vanno fucilati. Bisogna dare alle forze dell'ordine l'autorità di provvedere all'esecuzione sul posto. Ci vuole la legge marziale. (Leonardo Muraro, presidente della provincia di Treviso)
  • Darò immediatamente disposizioni alla mia comandante affinché faccia pulizia etnica dei culattoni. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • I disabili nella scuola? Ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici, più utile metterli su percorsi differenziati. (Pietro Fontanini, presidente della provincia di Udine)
  • Siamo in un Paese libero, o no? E poi la cosa che mi fece più arrabbiare non furono le botte, ma gli insulti. Ebreo. A me. Capito? (Mario Borghezio, eurodeputato)
  • E' un reato offrire anche solo un the caldo ad un immigrato clandestino. (Luca Zaia, presidente della regione Veneto)
  • Viva la famiglia e abbasso i culattoni! (Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione Normativa)
  • Rispediamo gli immigrati a casa in vagoni piombati. I vagoni servirebbero per riportare i negri oltre frontiera. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • Finché ci saremo noi, i musulmani non potranno pregare in comunità. (Marco Colombo, sindaco di Sesto Calende)
  • Vergognati, extracomunitario! (Loris Marini, vicepresidente della sesta circoscrizione di Verona)
  • Se ancora non si è capito essere culattoni è un peccato capitale. (Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione Normativa)
  • Parcheggi gratis per le famiglie, esclusi stranieri e coppie di fatto. (Roberto Anelli, sindaco di Alzano)
  • Voglio la rivoluzione contro i campi dei nomadi e degli zingari: io ne ho distrutti due a Treviso. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • E' proprio per questo che invito ad assumere trevigiani – taglia corto Muraro – i meridionali vengono qua come sanguisughe. (Leonardo Muraro, presidente della provincia di Treviso)
  • Se non ci sarà il federalismo, ci potrà essere la secessione. (Roberto Castelli, vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti)
  • Noi ci lasciamo togliere i canti natalizi da una banda di cornuti islamici di merda. (Mario Borghezio, eurodeputato)
  • Mi faccia una lega! (Gino Volta, consigliere comunale di Castel San Pietro Terme, su un paio di slip regalati al sindacoSara Brunori)
  • Il reato di razzismo è così abnorme che è difficile dire nella storia se lo abbia commesso Hitler. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)
  • Le nocce miste, in linea di massima, durano poco e producono più danni che fortune. (Marco Rondini, deputato)
  • L'immigrato non è mio fratello, ha un colore della pelle diverso. Cosa facciamo degli immigrati che sono rimasti in strada dopo gli sgomberi? Purtroppo il forno crematorio di Santa Bona non è ancora pronto. (Piergiorgio Stiffoni, senatore)
  • Siamo stanchi di sentire in tv parlare in napoletano e romano. (Luca Zaia, presidente della regione Veneto)
  • Oggi abbiamo avuto notizia che si è suicidato un mafioso, un ex 41 bis, detenuto del carcere di Catania. Certo che se altri pedofili e mafiosi facessero la stessa cosa non sarebbe affatto male. (Gianluca Buonanno, deputato)
  • Se dovessimo celebrare in Friuli Venezia Giulia i 150 anni dovremmo issare sul pennone la bandiera austro-ungarica. (Edouard Ballaman, presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia)
  • Fermiamo per un anno le vendite di case e di attività commerciali a tutti gli extracomunitari. (Matteo Salvini, eurodeputato)
  • E' inammissibile che anche in alcune zone di Milano ci siano veri e propri assembramenti di cittadini stranieri che sostano nei giardini pubblici. (Davide Boni, capodelegazione nella giunta regionale della Lombardia)
  • Gli islamici rompono il cazzo nelle scuole e vorrebbero privarci dei nostri simboli. (Mario Borghezio, europarlamentare)
  • I gommoni degli immigrati devono essere affondati a colpi di bazooka. (Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso)

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Dell'Utri era il mediatore...

Dell'Utri era il mediatore...: "
Nella foto, l'espressione di Dell'Utri,
mentre Mangano entra volando dalla finestra...

Ormai è notizia.

Cito dal sito dell'Ansa:

'Il senatore Marcello Dell'Utri avrebbe svolto una attivita' di ''mediazione'' e si sarebbe posto quindi come ''specifico canale di collegamento'' tra Cosa nostra e Silvio Berlusconi.'

E poi prosegue:

'Il mafioso Vittorio Mangano fu assunto, su intervento di Marcello Dell'Utri, come ''stalliere'' nella villa di Arcore non tanto per accudire i cavalli ma per garantire l'incolumita' di Silvio Berlusconi.'

Adesso aspettiamo di vedere cosa si inventeranno come scusa per difendersi.

Le possibilità sono varie:

1) C'è stato uno scambio di persona! Io non sono Dell'Utri! Mi chiamo Dell'Uteri! Io e il mio caro amico Berlustoni siamo estranei ai fatti!

2) Sono stato solo un mediatore! Cioè, mica sono mafioso io! Io facevo incontrare la mafia con Berlusconi, ma ero solo un tramite, un mezzo. Sono stato anche il tramite tra mio cugino Vincenzo e un'autoradio rubata: e mica l'ho rubata io!

3) Adesso sono guarito! Si, è vero, sono stato mafioso fino al 1992, ma adesso è finita. Mi sono disintossicato dalla mafia! Ora sto bene...

4) Mangano è un eroe! AIUTO SUPER MANGANO! SALVAMIIII! -E Super Mangano entra dalla finestra volando, prende Dell'Utri e se lo porta in cielo!-
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lunedì 15 novembre 2010

Trinacria

E mi sovvien l'eterno
Nella colonna
stramazzata tra li campi
Nella cenere dispersa tra le cave,
E nel mare, taci, l'odi
Dedalo, solo osserva,
Non giudica, respira
Nelle sponde allo scirocco.
Nel biondo del grano e dei muri
Scogli si scagliano, stagliano
Sentenze risolute su ominicchi
Queruli.
Dove tutto cambia
Per rimaner se stesso,
Un provvisorio che si invera
definitivo.
A gareggiare in eternità con i templi.
Terra da lasciare per un fine
Terra da lasciare per la fine.

sabato 13 novembre 2010

I principi della democrazia - no alla schiavitù e ad ogni intolleranza

I principi della democrazia - no alla schiavitù e ad ogni intolleranza: "..Mi chiedo come si possa fondare un partito politico su un mero dato casuale, come il luogo in cui il caos ti ha fatto nascere e crescere.La cultura e la civiltà ed i diritti hanno un minimo comun de..."

mercoledì 10 novembre 2010

Assuefatti dal leaderismo

Assuefatti dal leaderismo: "Vivo in un paese in cui ci siamo assuefatti all'idea che occorra sempre seguire un leader. Non votano il PDL, votano il carisma di Berlusconi, non votano la lega, votano la demagogia dei Cota e dei Ca..."

lunedì 1 novembre 2010

Leggendo Eco


Mentre io leggo una sua vecchia opera, oggi Umberto Eco presentava in TV la sua nuova creatura, Il cimitero di Praga. In attesa di leggerlo, sembra che alcuni temi cari all'autore siano presenti anche questa volta. Non mi resta che attendere di poterlo leggere...

domenica 31 ottobre 2010

CBM RULEZ!: Misterbianco come Terzigno

CBM RULEZ!: Misterbianco come Terzigno: "Ecco una foto di Misterbianco tra 2 anni. Ringrazio il mitico Joseph per la segnalazione di questo articolo de ilfattoquotidiano.it, dal si..."

martedì 26 ottobre 2010

Terzigno in queste ore stanno perquisendo le case dei manifestanti!!!!

Terzigno in queste ore stanno perquisendo le case dei manifestanti!!!!

«Sara C. , studentessa di Boscoreale, ci informa che a Terzigno in queste ore stanno perquisendo le case dei manifestanti e stanno imponendo lo stato di fermo che impedisce loro di partecipare ai cortei e ai presidi.Terzigno chiede aiuto, tutta l'talia ha il dovere di rispondere! (G.S.)notizia raccolta da Walai ( Radiolina) diffondete»


Appello di Roberta Lemma: «che la gente non si fermi! vogliono intimorirci e fermarci... Oggi hanno perquisito a casa d un mio amico che ha sempre manifestato pacificamente! Perquisito solo perché uscito in una registrazione! Hanno messo anke un fermo in modo da non poter più partecipare ai cortei e al presidio sulla rotonda! SONO DEGLI SPORCHI! NON BISOGNA FERMARSI! AIUTATECI»


lunedì 25 ottobre 2010

Marchionne parla dell'Italia, ma dimentica qualcosina (e con lui Capezzone)


Ogni tanto senti parlare i potenti, e nel tuo piccolo, t'incazzi. Perché va bene tutto, è sacrosanto pensare che l'Italia vada riformata, profondamente. Ma poi, chi ha il culetto parato, dovrebbe smettere di pensare che la flessibilità del lavoro debba per forza coincidere con la perdita dei diritti sociali, che la flessibilità debba coincidere con una precarizzazione estrema del lavoro.
Sfido Marchionne, i tanti rappresentanti del mondo industriale, a farsi un anno, un anno solo, da co co pro, da operai, da precari della scuola. Sfido i potenti italiani a confrontarsi sui problemi veri, invece di perdere tempo per trovare un modo per non fare processare Berlusconi. Perché quando si parla di flessibilità bisognerebbe tornare, forse, a ciò che Biagi intendeva per vera flessibilità, anziché cavalcare quella riforma del lavoro solo quando bisogna osteggiare la sinistra.
Perché flessibilità vuol dire processo d'istruzione permanente, capacità di formare anche nella maturità nuove e competenti figure professionali, rendere sempre più specifiche, all'interno di un progetto d'istruzione ben definito, le figure lavorative, consentendo tuttavia la reinvenzione del lavoratore nel momento della necessità.

Flessibilità vuol dire premiare chi fa ricerca all'interno delle università, non umiliarlo. Flessibilità vuol dire incentivare l'istruzione, non declassarla a mero strumento politico, lì dove costruire un polo scolastico è funzionale solamente all'esposizione dei simboli di partito o di simboli religiosi.
Insomma, riformare l'istruzione vuol dire premiarla, non dedicarsi alla distruzione di quanto di buono ancora esisteva in un sistema scolastico che, quanto meno, si barcamenava sulla base della buona volontà dei suoi principali strumenti, ovvero quegli insegnanti che ora, sistematicamente, si cerca di colpire e umiliare, sulla base di un becero presupposto: l'insegnante è di sinistra, e come tale va punito. Formare vuol dire imparare a ragionare, imparare ad avere uno spirito critico che consenta, all'occorrenza, di modificare e reinventare se stessi. Ogni governo che voglia colpire questo presupposto è, che lo voglia o no, liberticida e tirannico. Un governo che accetta nel suo seno proposte come quelle delle classi ghetto per gli stranieri o i disabili, ogni governo che volutamente colpisca e anestetizzi lo studio delle materie scientifiche e di quelle umanistiche, è un governo tirannico. E questo non è inneggare alla violenza, come si vuole fare credere, è semplicemente mettere sul piatto della bilancia i fatti e non le belle parole. Con buona pacce di quanti, uomini, uominicchi e quaquaraqua, come molti dei portavoce e cambia bandiera nel presente governo.
Riformare il mondo del lavoro non vuol dire ridurre il peso dei sindacati nelle trattative e ridurre, soprattutto, il potere d'acquisto dei lavoratori, costringendoli così ad umilianti accordi alla "prendere o lasciare" per poter racimolare quel tanto che basta per arrivare alla fine del mese.
Riformare il mondo del lavoro vuol dire prevedere una politica industriale e di azienda, non millantarla per un intero mandato o per la durata del proprio incarico da direttore d'azienda, o di ministro, ad interim o no, senza poi mai dedicarsi davvero a ciò per cui si ha preso una poltrona. Dove sono le riformepromesse? dov'è il cambiamento annunciato? Brucia forse nei roghi della spazzatura di Terzigno e di Napoli, oppure è sommerso dai crolli dell'Aquila. Perché le macerie italiane stanno ancora tutte lì, sommate con le nuove, mentre c'è ancora chi parla di lodi, impedimenti, ville e casupole.
E quando ce ne accorgeremo, o sarà lì che scatterà la vera violenza, Dio non voglia, oppure, forse ancor peggio, sarà troppo tardi per il paese.

domenica 24 ottobre 2010

Prima vennero...



Prima vennero per i socialisti, e io non alzai la voce | perché non ero un socialista. || Quindi vennero per i sindacalisti, e io non alzai la voce | perché non ero un sindacalista || Quindi vennero per gli ebrei, e io non alzai la voce | perché non ero un ebreo. || Quindi vennero per me, e non vi era rimasto più nessuno | che potesse alzare la voce per me.

L'idea della Lega a Udine «Classi separate per disabili»

L'idea della Lega a Udine «Classi separate per disabili»: "Fontanini, presidente della Provincia: «Ora non c'è integrazione. Gli insegnanti di sostegno fanno più assistenza che appoggio durante le lezioni»"

Tv, la destra dilaga tra tg e talk show Cota batte tutti nel salotto di Vespa

Tv, la destra dilaga tra tg e talk show Cota batte tutti nel salotto di Vespa: "

IL RAPPORTO
Tv, la destra dilaga tra tg e talk show Cota batte tutti nel salotto di Vespa
I dati Osservatorio di Pavia-Vigilanza e Isimm-Agcom. Solo a Berlusconi più del 10% del tempo totale in Rai.  A Unomattina record di presenze al portavoce del premier. Di Pietro 'preferito' al Pd
di ALBERTO D´ARGENIO

(09:47 24/10/2010)



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lunedì 18 ottobre 2010

Io nel 1984 ci sono nata

Io nel 1984 ci sono nata: "
Ma questo non ha importanza. 

Sto leggendo il libro di Orwell e ad ogni riga mi chiedo come ho fatto a non leggerlo prima. 

Credo che dovrebbero rendere obbligatoria la lettura di questo libro ad ogni singolo cittadino del mondo. Potrebbero farne un podcast, dedicarci un canale in tv in cui mandarlo in loop, metterlo in download su www.1984.com, che ne so, qualcuno dovrebbe inventarsi qualcosa. 

È assolutamente necessario che ognuno di noi si renda conto che lo scenario descritto in quel libro non è pura fantasia. Dovrebbe essere un monito. Come un monito dovrebbero essere la seconda guerra mondiale e l’olocausto. “Ehi people, guardate un po’ di cosa è capace l’essere umano, abbiatene coscienza. Non fatevi pigliare per il culo. Cercate di interessarvi a quello che accade oltre il vostro naso, e non solo alle corna che la vicina di casa mette ripetutamente al marito. Accendete quel cervello. Non ve l’hanno dato per far quadrare l’indice di massa corporea”.

Oh, sia chiaro che comprendo anche me in questo incitare all’uso dell’intelligenza, e che non sto accusando nessuno.

Ma è scientificamente dimostrato che l’essere umano non è in grado di analizzare i propri errori, ricordarsene e non commetterli mai più. È scientificamente dimostrato che non siamo nemmeno in grado di imparare dalla Storia. Figuriamoci se siamo in grado di imparare dalla letteratura… 

Ok, non ho sicuramente detto niente di nuovo, ma dovevo dirlo. Io continuo con la lettura. Vi lascio una perla. 

In un certo senso, era proprio alle persone incapaci di comprenderla che il Partito riusciva a imporre con maggiore facilità la propria visione del mondo. Era possibile fare in modo che accettassero le più flagranti violazioni del principio di realtà perché non avevano coscienza alcuna dell’enormità di quanto veniva loro richiesto. D’altra parte, non nutrivano per gli eventi pubblici neanche quell’interesse minimo per capire che cosa stava succedendo. L’incapacità di comprendere salvaguardava la loro integrità mentale. Ingoiavano tutto, senza batter ciglio, e ciò che ingoiavano non le faceva soffrire perché non lasciava traccia alcuna, allo stesso modo in cui un chicco di grano passa indigerito attraverso il corpo di un uccello.
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domenica 17 ottobre 2010

Le teste pensanti

Le teste pensanti: "Sto per andare, per infilarmi in un centro commerciale ed annullare la mia coscienza nel gorgo della vanità collettiva. Ed è in questi casi che mi rendo conto di come le teste pensanti abbiano in Ital..."

sabato 16 ottobre 2010

Emmaus, il romanzo di Baricco


Mentre finisco di leggere Emmaus di Baricco, diverse sensazioni, contrastanti, si accavallano. Indubbiamente si tratta di un libro piacevole, scritto bene; di uno stile ricco nella sua falsa semplicità, nella maniera a cui ci ha abituato l'autore.
C'è qualcosa di molto più inquieto in questo romanzo, qualcosa che disperde la struttura calibrata dell'opera nelle profondità del dubbio.
La nota musicalità della sintassi di Baricco accompagna questa volta il lettore in un viaggio tra un'adolescenza mistica e alla ricerca di un senso, un'età adulta che quel senso l'ha smarrito, e l'eterno vivere e morire di personaggi che potrebbero avere 16 anni così come potrebbero essere delle figure mitiche ed esemplari.
Il sesso spesso fa da filo conduttore in questo viaggio verso una rivelazione perduta, nella scoperta dei baratri della depressione e dell'incomprensione, sempre tramite il tocco leggero dell'occhio inesperto di chi si affaccia alla vita.
Una prova di maturità, non priva però di un certo manierismo di chi, in fondo, sa che del suo modo di scrivere ha fatto una fortuna e ora non sa o non vuole realmente liberarsene. E non basta per questo aver smesso gli accenni alla musica classica e al jazz in favore della musica sacra e del rock

domenica 10 ottobre 2010

Novità di Ubuntu 10.10 “Maverik Meerkat”

Novità di Ubuntu 10.10 “Maverik Meerkat”: "

Articolo originale: 'Novità di Ubuntu 10.10 “Maverik Meerkat”', su pollycoke :)

La nuova versione di Ubuntu è stata appena pubblicata1, in un simpatico cortocircuito chiamato 10.102, con il nome in codice di Maverick Meerkat, che è anche la nuova mascotte che prende il posto della Lince della vecchia versione.

Inizia dunque ufficialmente la simpatica e abituale caccia all’avvistamento del mirror e dei torrent più veloci per scaricare con slancio ormonale (post di GNAM e commento di Marco Persinger). Nel frattempo può essere utile pregustare alcune delle novità più interessanti della nuova distribuzione.

Ovviamente c’è l’usuale colossale aggiornamento di tutto il software di sistema incluso con la distribuzione e derivante direttamente da mamma Debian, ma i tocchi aggiuntivi di Canonical anche questa volta sono quelli che fanno la differenza, vi mostro quelli che ho trovato più pornografici.

→ Continua: "Novità di Ubuntu 10.10 “Maverik Meerkat”'



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La bicicletta fucsia

La bicicletta fucsia: "-Allora, Carlo, lui è Massimo, mio cugino: come ti dicevo, si ferma un annetto dalle nostre parti per un master. Massimo, questo è il mio amico Carlo.

-Piacere.

-Piacere mio.

-Bene, ora che vi siete presentati vado a fare il lavoro da femminuccia dentro, ché siamo in ritardo con la pasta fredda: voi fate amicizia e vedete di preparare la brace, gli ospiti arrivano tra un'ora.

-Tranquilla, Irene, me ne occupo io del tuo bel cuginetto!

-...e trattamelo bene, mi raccomando.

-Ci mancherebbe altro...



-Oh, guarda che prima scherzavo, eh?

-Scusa?

-No, dico, la battuta del 'bel cuginetto', non vorrei che tu avessi pensato... ecco che avessi pensato male, insomma...

-Ah, la battuta... Be', in effetti quasi mi preoccupavo...

-Ahahah no, no, tranquillo...

-Sai com'è, coi tempi che corrono...

-Eh, ti capisco, ci sono in giro certi cetrioli...

-Ahahah sì, sì, purtroppo...

-Non che io abbia niente contro i gay, eh?

-Ah, nemmeno io, ci mancherebbe...

-Ma sai com'è, insomma, c'è un'aria di... non so come dire...

-Ostentazione?

-Ecco, sì, ostentazione. Addirittura esibizionismo, a volte...

-Vero. E dire che...

-Che?

-Be', dai, non per voler essere retrogrado, però insomma, pare come se quelli normali fossero diventati loro ormai...

-Ah, guarda, con me sfondi una porta aperta.

-Non so, magari io vengo dalla provincia, voi in una grande città come questa sarete abituati...

-Abituati dire proprio di no. Costretti a far finta di niente, purtroppo, quello sì. Sai com'è, il quieto vivere...

-Brutta bestia, scusami, il quieto vivere. Cioè, va bene essere tolleranti, ma ci dovrebbe essere pure un limite...

-E a me lo dici? Guarda, io non sono un razzista, anzi tutt'altro. Cioè, a me non mi frega se sei gay, o nero, o islamico o hai la bicicletta fucsia, basta che non mi rompi i coglioni a me e andiamo d'accordo...

-Eheheh bel paragone, la bicicletta fucsia...

-Come?

-No, dico, un bel paragone. Una cosa che non c'entra niente ma aiuta a chiarire il concetto, no?

-Be', che non c'entri niente non direi...

-Come, scusa?

-La bicicletta fucsia, dici?

-Eh...

-Insomma, non è proprio un esempio, a dire il vero...

-Cioè, tu parlavi proprio di quelli che hanno la bicicletta fucsia in particolare?

-Eh sì, dai. Dalle nostre parti stanno diventando un problema serio...

-Le biciclette fucsia?

-Certo che sì. Per carità, niente da dire, ci mancherebbe. Però, su, andarsene in giro davanti a tutti in quel modo...

-Ma quale modo, abbi pazienza...

-Come sarebbe, quale modo? Con la bicicletta fucsia... Tu quante ne vedi, scusa, di biciclette fucsia in giro?

-Non saprei...

-Poche, lasciatelo dire. Pochissime. Insomma, diciamocelo, mica è una cosa normale...

-Be', dai, chi può dire che una cosa è normale o non lo è, in fondo? Cioè, voglio dire, non è che se uno ha una bicicletta fucsia vuol dire che sia un delinquente...

-Ah, quello no, per carità. Però è strano, no? Cioè, è un tipo eccentrico, uno che chissà cosa nasconde...

-Ma...

-E poi, guarda, ultimamente hanno perso ogni vergogna: pedalano con quelle loro bici fucsia perfino davanti alle scuole, non hanno rispetto manco dei bambini...

-Perché, che succede ai bambini se vedono uno con la bicicletta fucsia?

-Ah niente, per carità. Ma chissà, magari potrebbero esserne influenzati. Deviati, direi. E magari da grandi volere una bicicletta fucsia anche loro...

-Be', non è mica un dramma.

-Questo lo dici tu. Però se da che mondo è mondo le bici le fanno verdi, rosse, blu e bianche, e non fucsia, voglio dire un motivo ci sarà pure, no?

-Sì, sì, non discuto. Ma insomma, se a uno piace la bicicletta di un colore saranno pure affari suoi, no?

-Certo. Però se ti piace un colore, come dire, strano, allora tienila in garage 'sta bicicletta, non stare lì a mostrarla, ad esibirla a tutti come se fosse un vanto, perché non è mica un vanto eh?

-No, no...

-Che poi ogni tanto ne prendono uno, di questi con la bicicletta fucsia, e gli danno una bella ripassata...

-Cioè, lo picchiano?

-Embe', sì dai, d'altronde son ragazzi...

-Ah, no! Giustificare uno che picchia un altro solo perché ha la bici fucsia mi pare un'eresia, scusa se te lo dico...

-Ma no, figurati, chi li giustifica... Però, a ben guardare, in questi casi c'è anche la provocazione da tener presente... Cioè, tu passi davanti a un altro con la bici fucsia e quello, dico, potrebbe sentirsi offeso, no? Cioè, potrebbe anche urtare la sua sensibilità, fargli senso...

-Mah, non so, forse dovrei pensarci...

-Eh, bravo, pensaci. Pensiamoci. Magari discutiamone, pure. Facciamo qualche tavola rotonda. Che ne so, un progetto di legge. E intanto questi con le bici fucsia avanzano, escono allo scoperto come se niente fosse, a forza di essere giustificati da quelli come te...

-Ma io...

-Eh, ma io ma io. Ma io un cazzo, scusami. Poi non ci lamentiamo se tra qualche anno tutte le biciclette normali saranno sparite, scomparse...

-Per colpa di quelle fucsia?

-Si capisce! Ne tolleri una, ne tolleri un'altra, e in men che non si dica diventeranno tutte così, le biciclette, e quelle tradizionali non le vorrà più nessuno...

-Ma scusa, se a te piace la bicicletta mettiamo rossa, no, allora in che modo uno che ce l'ha fucsia dovrebbe impedirti di comprarla? Cioè, voglio dire...

-Senti, Carlo, tu mi sei simpatico e sei pure il cugino della mia migliore amica, quindi voglio chiederti una cosa.

-Certo, chiedi pure...

-Tu hai una bici fucsia?

-Be', io...

-Su, coraggio, dimmi la verità, mica ti mordo...

-In effetti, sì...

-Ecco, la sincerità prima di tutto. Dai retta, lo dico per te, lasciala a casa, e compratene un'altra.

-Ma...

-Niente ma. Ripeto, lo dico per il tuo bene.

-...

-Essere tolleranti è un conto, ma credimi, da queste parti la gente non ne può più.



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lunedì 13 settembre 2010

La scuola italiana: il migliore dei mondi possibili?

La scuola italiana: il migliore dei mondi possibili?: "

Gelmini


Oggi è una “giornata storica” per il Ministro dell’Istruzione: è il giorno in cui, con l’avvio dell’anno scolastico, parte anche quella che la Gelmini definisce la “riforma attesa da decenni”, una riforma che, tra le altre cose, ridisegna la struttura della scuola superiore, “all’insegna della chiarezza e della modernità”, impone il rispetto del tetto del 30 per cento di alunni stranieri per classe (al fine di evitare la formazione di “classi ghetto”) e stabilisce che il superamento di 50 giorni di assenze in un anno comporterà l’automatica bocciatura dello studente.


Ai tanti precari che, in queste ore, protestano furiosamente contro gli ennesimi tagli disposti dal Governo, la Gelmini risponde con promesse che odorano di campagna elettorale: entro il 2018 ne dovrebbero essere assorbiti 220 mila (dati che, peraltro, contrastano con quelli forniti da qualche pubblicazione dello stesso Ministero dell’Istruzione).


In realtà, quello della scuola in Italia non è certo il migliore dei mondi possibili. In base al rapporto Ocse 2010 sullo stato dell’Istruzione nel mondo, presentato a Parigi lo scorso 7 settembre, tra i 33 paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’Italia si colloca al penultimo posto per spesa nell’istruzione pubblica (subito sopra la Slovacchia). Se la media Ocse di investimenti nel settore è del 13 per cento della spesa complessiva, il nostro Paese impiega soltanto il 9 per cento delle risorse disponibili.




A ciò si aggiunga che il mondo della scuola, in Italia, subisce una delle più sfacciate campagne di disinformazione che la storia repubblicana del nostro Paese ricordi: solo qualche giorno fa il Ministro Brunetta affermava, ad esempio, che negli altri paesi europei gli insegnanti guadagnano di più perchè lavorano di più (il che non è affatto vero: si guardi alla Germania, dove, a parità di ore di lavoro, un docente di scuola secondaria superiore dopo quindici anni di insegnamento guadagna 45.000 euro lordi all’anno, a fronte dei 27.500 euro lordi annui di un collega italiano nelle stesse condizioni) e che molti precari sono persone incapaci, che non hanno vinto un concorso in quindici anni, asserzione piuttosto azzardata, che non tiene conto del fatto che l’ultimo concorso nel mondo della scuola è stato bandito undici anni fa!


Anche la necessità dei tagli viene giustificata sulla base di argomenti che non tengono in minimo conto alcuni dati incontrovertibili: così, ad esempio, la progressiva riduzione delle cattedre comporta la creazione di classi “fuorilegge”, che superano il tetto massimo di 25 alunni stabilito per legge. La creazione di classi di 30 o di 35 studenti, spesso accalcati all’interno di strutture fatiscenti e inadeguate, viola un considerevole numero di norme sulla sicurezza. E il dato è stato più volte denunciato dal Codacons.


A fronte di un quadro del genere, non sembra avere lunga vita un paese che preferisce mantenere un numero spaventoso di enti pubblici superflui (prime fra tutte le Province) e destinare le proprie risorse per le cospicue indennità di consiglieri, assessori, presidenti e burocrati di tutti i tipi, piuttosto che all’istruzione e alla formazione delle generazioni future.


Foto | Flickr.it



La scuola italiana: il migliore dei mondi possibili? é stato pubblicato su polisblog alle 12:30 di lunedì 13 settembre 2010.







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Scrivete 100 volte sulla lavagna "La Padania esiste": la scuola pubblico - leghista di Adro

Scrivete 100 volte sulla lavagna "La Padania esiste": la scuola pubblico - leghista di Adro: "


Una scuola pubblica intitolata ad un esponente leghista e piena di simboli e di riferimenti alla mitologica storia della Nazione Padana. Esiste davvero e si trova a Adro, Comune nella provincia di Brescia.


La discutibile quanto abusiva iniziativa (mancherebbero infatti tutta una serie di permessi per poter intitolare una scuola a Miglio) è il frutto della vulcanica fantasia del sindaco leghista del piccolo paese, già divenuto celebre per altre proposte costruttive come quella di non passare il vitto agli scolari i cui genitori non erano in regola coi pagamenti della mensa.


La nuova pregevole iniziativa introduce un bel precedente nel sistema scolastico italiano o meglio in quello della Padania. Non è da escludere che anche i programmi e i libri di testo vengano adattati alla visione leghista della storia, cancellando ogni riferimento a Garibaldi e Mazzini ed introducendo ampi capitoli sulla fanta storia della Padania e di Alberto da Giussano.





Scrivete 100 volte sulla lavagna 'La Padania esiste': la scuola pubblico - leghista di Adro é stato pubblicato su polisblog alle 13:44 di lunedì 13 settembre 2010.







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giovedì 9 settembre 2010

La scuola italiana secondo il Ministro Brunetta: piena di insegnanti assenteisti e incapaci

La scuola italiana secondo il Ministro Brunetta: piena di insegnanti assenteisti e incapaci: "

Brunetta


Da Frascati, durante la “Summer School 2010″, organizzata dalla fondazione Magna Charta, il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, con la sua solita franchezza, è entrato nel merito del dibattito sul precariato nel mondo della scuola. Almeno tre le dichiarazioni degne di nota.


La prima: “Il sistema [scolastico] costa tanto e rende poco. Non è neanche vero che gli insegnanti sono pagati poco, perchè in altri paesi guadagnano di più perchè lavorano di più”. E’ davvero così? No. Prendiamo l’esempio della Germania: come ha scritto su MicroMega dello scorso luglio Mila Spicola, se lo stipendio medio di un professore di scuola secondaria superiore in Italia dopo quindici anni di insegnamento è di 27.500 euro lordi annui, quello di un collega tedesco, nelle stesse condizioni, è di 45.000 euro all’anno.


E in paesi come l’Inghilterra e la Spagna la situazione non è tanto diversa da quella della Germania. Tornando a quest’ultima, le ore di lavoro di un insegnante tedesco sono praticamente le stesse di quelle di un italiano (anzi, a ben vedere, un po’ di meno): rileva ancora la Spicola che “gli insegnanti tedeschi hanno una media di 22 ore di lezione frontale alla settimana contro le 18 degli insegnanti del nostro paese, ma bisogna tenere conto del fatto che le ore di lezione in Germania sono solo di 45 minuti”.




Pertanto, se guardiamo al tempo effettivo di lavoro, i docenti italiani sostengono 18 ore di 60 minuti settimanali contro le 16,3333 ore di 60 minuti dei colleghi tedeschi.


Seconda dichiarazione di Brunetta degna d’attenzione: “Non c’è meritocrazia - afferma il Ministro -, altissimo è il livello di assenteismo degli insegnanti che implica legioni di supplenti”. Superfluo rilevare che le assenze per malattia o per altri giustificati motivi che un insegnante può permettersi sono quelle (e soltanto quelle) consentite dalla normativa vigente in materia. Se si verificano abusi e irregolarità, il problema sta nell’inefficienza dei controlli (e dei controllori).


La terza ed ultima affermazione è, in realtà, una singolare domanda: il Ministro si chiede perchè “nessun giornalista si sia preoccupato di vedere chi cavolo è il supplente che non ha vinto uno straccio di concorso per 15 anni. Forse farebbe meglio a cambiare mestiere”. Ebbene, Brunetta dovrebbe sapere che l’ultimo concorso ordinario nel mondo della scuola è stato bandito nel 1999: più di dieci anni fa! Tutti coloro che si sono laureati dopo di allora (anche a pieni voti) non hanno avuto altra scelta che andare ad ingrossare l’esercito dei precari. Difficile vincere concorsi, quando questi non vengono banditi…


Foto | Flickr.it



La scuola italiana secondo il Ministro Brunetta: piena di insegnanti assenteisti e incapaci é stato pubblicato su polisblog alle 08:00 di giovedì 09 settembre 2010.




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Precari, non siete 200 mila, non siete neppure precari e siete fannulloni. Parola di Brunetta

Precari, non siete 200 mila, non siete neppure precari e siete fannulloni. Parola di Brunetta: "
dp - Brunetta avrà avuto un pizzico di invidia nei confronti della Gelmini, perchè il ministro dell'istruzione è riuscita in una impresa nella quale il ministro della funzione pubblica ha fallito: un godereccio licenziamento di massa dalla pubblica amministrazione.

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