lunedì 8 dicembre 2025

L'uomo nell'alto castello, Philip Dick


L'uomo nell'alto castello è un romanzo pubblicato da Philip Dick nel 1962, precedentemente edito come La svastica sul sole.

Il romanzo è ambientato in un mondo distopico in cui Italia, Germania e Giappone hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale e si sono spartiti il mondo. In particolare, mentre l'Italia s'è dovuta accontentare di un suo piccolo impero mediterraneo, Germania e Giappone si sono divisi Asia, Affrica e Americhe. Così le vicende del racconto si dipanano tra gli Stati delle montagne rocciose, ufficialmente indipendenti, in realtà poveri e dipendenti dai più ricchi territori degli Stati Uniti occidentali, legati al Giappone, e agi Stati Uniti orientalil,  sotto il controllo della Germania.

Protagonisti del romanzo sono l'ebreo Frank Frink e la sua ex moglie Juliana, Nobosuke Tagomi, funzionario giapponese a San Francisco, Robert Childan, commerciante americano che vende ai giapponesi falsi oggetti storici da collezione. A muovere la vicenda sono due artefatti: l'I Ching, il libro dell'oracolo che tutti i personaggi finiscono per consultare per interpretare la realtà, passato, presente e futuro, e il metalibro La locusta si trascinerà a stento (precedentemente La cavalletta non si alzerà più), un libro che mostra un mondo alternativo in cui, invece, l'esito della Guerra è stato l'opposto. Nel frattempo la Germania nazista vede l'avvicendamento della leadership e una cospirazione internazionale sta per portare al conflitto tra il Nazismo e il Giappone; Juliana è invischiata suo malgrado nella cospirazione che vuole portare all'omicidio dell'autore del metaromanzo, mentre Frank Frink e Childan sono le due facce della medaglia che sta portando alla rinascita di una cultura americana a discapito dell'occupazione giapponese, che appare comunque indubbiamente più accettabile rispetto al folle dominio nazista.

Il romanzo quindi si fonda sul rovesciamento della realtà, ma contemporaneamente appare lo specchio del mondo nato dalla Seconda guerra mondiale: la presunzione della superiorità americana si osserva meglio nella pretesa di purezza e di onore della romanzesca dominazione giapponese, come l'orrore sovietico trovano corrispondenza nella finzione del dominio nazista. Il romanzo così mostra un mondo che è e che non è, fondato sull'inganno, in cui tutti sanno che la realtà non è quella che appare, anche se si sforzano di accettarla come tale, a costo dell'autoinganno oracolare che muove le azioni dei personaggi.

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