La struttura narrativa del film è un lungo flashback, che ci porta indietro nel tempo per rivivere gli eventi chiave della vita di Amin. Fin dalle prime scene, il film mette in luce uno degli elementi centrali della vicenda: l'omosessualità del protagonista. Questo aspetto della sua identità è presentato con sensibilità e tatto, mostrando le sfide e le difficoltà che Amin deve affrontare.
Tuttavia, è solo verso la fine del film che viene rivelato un altro elemento cruciale della storia: Amin ha mentito al suo compagno, e non solo a lui, sull'esistenza della sua famiglia. Questa rivelazione aggiunge un ulteriore strato di complessità alla sua storia, mostrando come la paura e la necessità di proteggere i propri cari possano portare a scelte difficili e dolorose.
"Flee" racconta con accuratezza e delicatezza la giovinezza e l'adolescenza di Amin in Afghanistan, la sua fuga in Russia in seguito alla presa del potere dei Talebani e i numerosi tentativi di raggiungere l'Europa. Ogni tappa del suo viaggio è descritta con dettagli vividi, che ci permettono di comprendere appieno le difficoltà e i pericoli che ha dovuto affrontare.
Le scelte stilistiche e di animazione del film sono altrettanto notevoli. L'uso dell'animazione permette di raccontare una storia così complessa e dolorosa in modo accessibile e coinvolgente, senza mai cadere nel sensazionalismo o nella banalizzazione.
In conclusione, "Flee" è un film che merita di essere visto e apprezzato. La storia vera di Amin Nawabi è un racconto di coraggio, resilienza e speranza, che ci ricorda l'importanza di lottare per i propri sogni e per la propria identità, nonostante tutte le difficoltà. Le scelte stilistiche e narrative del film lo rendono un'opera unica e indimenticabile, capace di toccare il cuore e la mente dello spettatore.
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