martedì 24 giugno 2025

Il commento alle tracce dellla prima prova, Esame di stato 2025 edition


Anche quest'anno, a bocce un po' più ferme, possiamo commentare le tracce della prima prova dell'Esame di Stato (siete contenti che l'anno prossimo si torna alla dicitura Esame di maturità, così vi potete sentire moralmente superiori agli studenti che la "maturità" devono dimostrarla sotto i vostri attenti?)


Come da tradizione si parte dalle tracce di analisi del testo, la prima con una poesia di Pasolini, la seconda con un brano tratto da Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa.

La traccia A1 risultava abbastanza abbordabile per gli studenti, anche per quelli di istituti come i tecnici e i professionali. Era possibile comparare il testo proposto a testi di Leopardi, Montale e D'Annunzio, per dire di alcuni fra gli autori che normalmente vengono comunque trattati a scuola. Nondimeno nella traccia si evidenziava un limite strutturale nella sezione dedicata alla produzione personale. Era richiesto approfondire il rapporto tra il poeta e il tempo, il rapporto con la natura o tutti e due gli aspetti?

La traccia A2, come la traccia A1, risultava abbaastanza fattibile nella parte di analisi, ma il commento e la contestualizzazione richiesti nella parte di produzione personale risultavano invece inavvicinabili senza la conoscenza dell'intero romanzo, e dato che l'opera di Tomasi di Lampedusa difficilmente viene trattata in quinta superiore, di fatto questa scelta finiva per togliere una possibilità agli studenti, quanto meno a quelli non liceali.

Come da regola, parlando delle tracce di tipologia B, occorre una premessa metodologica. Oggi più che mai pretendere che gli studenti scrivano una prova argomentativa senza avere diretto accesso alla possibilità di fare ricerca sull'argomento richiesto si risolve in puro esercizio retorico, raramente valido da un punto di vista contenutistico. Per carità, si può fare, del resto, anche nella pratica del debate è prevista la gara impromptu, ma nella scuola italiana questa scelta nasce da una non chiara definizione terminologica del testo argomentativo. Nel nostro sistema di insegnamento della scrittura sono genericamente testi argomentativi l'editoriale di un quotidiano, il saggio, anche di volontà divulgativa, e il paper scientifico, eppure è chiaro che le modalità di scrittura richieste per questi tre testi sono totalmente diverse. Negli ultimi casi, pur variando registro e stile, è evidente che l'autore del testo deve avere accesso a dati e ricerche; nel primo caso non per forza, la posizione che viene difesa o argomentata può essere più abbozzata e meno informata. A me sembra che la richiesta, sempre più, nella produzione argomentativa a scuola, sia quest'ultima, e personalmente la ritengo una scelta deleterea. Ci sarà un motivo se gli editorialisti dei grandi giornali sono spesso dei tuttologi capaci di buttare giù con le arti della retorica edioriali con cadenza pressoché quotidiana, passando dalla trattazione dell'ultimo conlitto alla regola del fuorigioco: in questa forma testuale più che la capacità di portare argomenti validi conta la costruzione retorica, Aristotele più che Galileo. Galli Della Loggia più che Bloch.

Per queste ragioni succede che la traccia B1, che chiede di trattare la crisi del 1929, il governo di Roosvelt, legandosi all'ascesa dei totalitarismi negli anni '30 del '900 risultava fattibile, con la contraddizione che si poteva anche non avere ben capito cosa esattamente avesse fatto Roosvelt sui piani economico-politico-giuridico per poter comunque infiocchettare un testo accettabile.
Il testo B2, a partire dalla scelta della parola Rispetto come parola dell'anno 1924 chiedeva di analizzare un articolo pubblicato su Avvenire e poi argomentare sul tema. E qui sorge il primo problema: il testo, come da premessa, era un testo espositivo-argomentativo, più che un argomentativo puro, di conseguenza, è vero che esiste una tesi di fondo, ma gli argomenti portati per giustificare la tesi risultano poco più  che ragioni di ordine logico e retorico. Nessun dato, nessun riferimento per esempio a studio sociologici o antropologici. Ma il secondo problema è anche peggiore: se occorreva argomentare a partire dalla tesi espressa nel testo fornito, cosa si voleva che argomentassero gli studenti? Davvero immaginiamo ragazzi allre prese con il secondo esame della loro vita che si mettono a dibattere su una cosa talmente ovvia come la necessità del rispetto, sostenendo una posiizione originale e magari in contraddizione rispetto a quella fornita, senza poter attingere a fonti, dati, autorità? O si voleva semplicemente che gli studenti dessero ragione alla fonte fornita?

Il testo della traccia B3 era quello che rispecchiava meglio la definizione di testo argomentativo fornita in premessa. la scelta di un brano scritto da Telmo Pievani garantiva rigore metodologico e citazione di dati (allmeno in teoria), anche se poi il testo si prestava alla confutazione degli studenti a partire dalla definizione di Antropocene. La fonte era comunque massacrata dai tagli apportati. Però, di nuovo, come si può chiedere agli studenti di confutare Pievani (non Pinco Pallino) o confermarlo senza poter attingere ad ALTRI dati, se non quei pochi che possono aver mandato a mente in alcuni indirizzi di studi specifici. Insomma, se ci si confronta con una ricerca scientifica, allora occorre poter adoperare il metodo scientifico, fare ricerca, attingere a dati, poter sperimentare (nei limiti el possibile) per confermare o smentire.

Infine passiamo alla tipologia C, il testo espositivo-argomentativo, che quasi sempre però nella scrittura studentesca diventa un espositivo puro. Le tracce scelte, pur interessati, si prestavano tantissimo al rischio banalità.

Per esempio la traccia C1 aveva come protagonista il rapporto tra il giudice Borsellino e la gioventù. Ora, per poter scrivere qualcosa di interessante sarebbe stato necesario contestualizzare la figura di Borsellino nella Sicilia tra anni '80 e '90, perché è di quella gioventù che parlava il giudicoe. Senza questo passaggio, la prova si prestava ad una banale celebrazione della gioventù in quanto tale o, al contrario, nella trita lamentazione di quanto fossero meglio i giovani di una volta.

Infine con C2 siamo arrivati al grande classico dei nostri tempi, la traccia sui pericoli della rete e in particolare dei social. Sono almeno quattro anni che, ogni anno, esce una traccia su questo tema e di questo indirizzo. Mi sembra chiaro quanto al MIM si pensi alla rete come ad un covo di statanisti. Magari per una volta possiamo provare a far parlare gli studenti anche dei pregi della connessione in rete. Anche in questo caso comunque il rischio banalità era altissimo.

Alla luce di quanto detto, sarebbe stato possibile scrivere meglio queste tracce?
Proviamo! (CONSIGLIATO link per scaricare il file)

ESAME DI STATO CONCLUSIVO DEL SECONDO CICLO DI ISTRUZIONE

PROVA DI ITALIANO - VERSIONE RIVISITATA

Sessione ordinaria 2025 - Prima prova scritta

Ministero dell'istruzione e del merito


Svolgi la prova, scegliendo una delle seguenti proposte.


TIPOLOGIA A - ANALISI E INTERPRETAZIONE DI UN TESTO LETTERARIO ITALIANO

PROPOSTA A1

Pier Paolo Pasolini, Appendice I a «Dal diario» (1943-1944), in Tutte le poesie, tomo I, a cura di Walter Siti, Mondadori, Milano, 2009.

Mi ritrovo in questa stanza
col volto di ragazzo, e adolescente,
e ora uomo. Ma intorno a me non muta
il silenzio e il biancore sopra i muri
e l'acque; annotta da millenni
un medesimo mondo. Ma è mutato
il cuore; e dopo poche notti è stinta
tutta quella luce che dal cielo
riarde la campagna, e mille lune
non son bastate a illudermi di un tempo
che veramente fosse mio. Un breve arco
segna in cielo la luna. Volgo il capo
e la vedo discesa, e ferma, come
inesistente nella stanca luce.
E così la rispecchia la campagna
scura e serena. Credo tutto esausto
di quel perfetto inganno: ed ecco pare
farsi nuova la luna, e – all'improvviso –
cantare quieti i grilli il canto antico.

La poesia proposta, priva di titolo, come sovente si riscontra nella vasta produzione poetica di Pier Paolo Pasolini (1922 -1975), è testimonianza del complesso e ricco itinerario letterario che l'autore ha percorso fin dagli anni della sua giovinezza. Questa poesia, composta nei primi anni '40, rappresenta una riflessione profondamente intima e appare ancora molto lontana dai più noti componimenti civilmente impegnati dell'autore.

Comprensione e analisi

Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte.

  1. Presenta sinteticamente il contenuto della poesia e individua le figure di stile ricorrenti.

  2. Individua, mediante riferimenti precisi al testo proposto, la relazione tra la vita della natura e la vita del poeta.

  3. Quale funzione assume la luna nella riflessione poetica di Pasolini?

  4. Quale significato può essere attribuito al canto dei grilli che si ode nella quiete notturna?

Interpretazione

Scegli UNA delle seguenti opzioni interpretative:

OPZIONE A - il tempo nella poesia
Concentrandoti sul tema del trascorrere del tempo, confronta questa poesia con almeno due testi poetici che conosci (di qualsiasi autore del canone letterario italiano), evidenziando similitudini e differenze nell'approccio al tema temporale.

OPZIONE B - la natura come specchio dell'io
Analizza come in questa poesia la natura diventi specchio dell'interiorità del poeta, confrontando questo aspetto con altri testi letterari o artistici che conosci in cui si manifesta un rapporto simile tra paesaggio e stato d'animo.

OPZIONE C - sintesi critica
Se ritieni di avere una conoscenza approfondita della produzione pasoliniana, elabora una riflessione che metta in relazione questa poesia giovanile con l'evoluzione successiva della poetica dell'autore.


PROPOSTA A2

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, prefazione di Giorgio Bassani, Feltrinelli, Milano, 1962, pp. 166-168.

«La prima visita di Angelica alla famiglia Salina, da fidanzata, si era svolta regolata da una regía impeccabile. Il contegno della ragazza era stato perfetto a tal punto che sembrava suggerito parola per parola da Tancredi; ma le comunicazioni lente del tempo rendevano insostenibile questa eventualità e si fu costretti a ricorrere ad una ipotesi: a quella di suggerimenti anteriori allo stesso fidanzamento ufficiale: ipotesi arrischiata anche per chi meglio conoscesse la preveggenza del principino, ma non del tutto assurda. Angelica giunse alle sei di sera, in bianco e rosa; le soffici treccie nere ombreggiate da una grande paglia¹ ancora estiva sulla quale grappoli d'uva artificiali e spighe dorate evocavano discrete i vigneti di Gibildolce ed i granai di Settesoli. In sala d'ingresso piantò lí il padre; nello sventolio dell'ampia gonna salí leggera i non pochi scalini della scala interna e si gettò nelle braccia di don Fabrizio: gli diede, sulle basette, due bei bacioni che furono ricambiati con genuino affetto; il Principe si attardò forse un attimo piú del necessario a fiutare l'aroma di gardenia delle guancie adolescenti. Dopo di che Angelica arrossí, retrocedette di mezzo passo: "Sono tanto, tanto felice …" Si avvicinò di nuovo e, ritta sulla punta delle scarpine, gli sospirò all'orecchio: "Zione!": felicissimo gag […] e che, esplicito e segreto com'era, mandò in visibilio il cuore semplice del Principe e lo aggiogò definitivamente alla bella figliola. Don Calogero intanto saliva la scala e andava dicendo quanto dolente fosse sua moglie di non poter essere lí, ma ieri sera aveva inciampato in casa e si era prodotta una distorsione al piede sinistro, assai dolorosa. "Ha il collo del piede come una melanzana, Principe." Don Fabrizio esilarato dalla carezza verbale […] si passò il piacere di andare lui stesso subito dalla signora Sedàra, proposta che sbigottí don Calogero che fu costretto, per respingerla, ad appioppare un secondo malanno alla consorte, una emicrania questa volta, che costringeva la poveretta a stare nell'oscurità.»

1. paglia: cappello a larghe tese, confezionato con steli di paglia intrecciati.

Il romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896 – 1957), pubblicato postumo nel 1958, narra i mutamenti avvenuti in Sicilia a partire dallo sbarco di Garibaldi sull'isola e il lento declino dell'aristocrazia borbonica, attraverso le vicende della nobile famiglia del protagonista, don Fabrizio Corbera, principe di Salina.

Comprensione e analisi

Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte:

  1. Riassumi il contenuto del brano.

  2. Individua e analizza le differenti modalità attraverso le quali Tomasi di Lampedusa presenta i tre personaggi protagonisti di questa scena.

  3. Illustra con precisi riferimenti al testo i rispettivi atteggiamenti di Angelica e di don Calogero nei confronti del Principe di Salina.

  4. In quale punto del brano e con quale accorgimento linguistico l'autore rende evidente che don Calogero sta mentendo sulle reali condizioni della moglie?

Interpretazione

Basandoti esclusivamente sull'analisi del brano proposto, sviluppa una riflessione sui seguenti aspetti:

  • I rapporti di potere tra i personaggi e le strategie sociali che emergono dalla scena

  • Il contrasto tra apparenza e realtà nella rappresentazione dei personaggi

  • Gli elementi che rivelano le tensioni sociali in un momento di cambiamento storico

Non è richiesta la conoscenza dell'intero romanzo: concentrati sui meccanismi narrativi e sociali che puoi osservare direttamente nel brano, collegandoli eventualmente ad altre opere letterarie o cinematografiche che rappresentano periodi di transizione sociale.


TIPOLOGIA B – ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO

PROPOSTA B1

Testo tratto da: Piers Brendon, Gli anni trenta. Il decennio che sconvolse il mondo, Carocci editore, Roma, 2005, pp. 216-217.

«Nella messa in pratica del New Deal, la prima preoccupazione del presidente era di intervenire sul cuore finanziario dell'intera questione: salvare le banche e ricominciare nuovamente a pompare denaro nel circuito mediante le arterie nazionali. Fu indetta una seduta speciale del Congresso e venne proclamata una chiusura delle banche a livello nazionale. Per alcuni giorni gli americani dovettero vivere di titoli cartacei, monete emesse da privati, banconote e monete straniere, gettoni telefonici, francobolli, tagliandi di sigarette, baratti e prestiti. Nel frattempo, dal momento che una nazionalizzazione delle banche era fuori discussione, si preparò una legislazione di emergenza [...]. Si autorizzava il sostegno federale per le banche solide, mentre al contempo si autorizzavano gli ispettori governativi a controllare le altre banche e tenere chiuse quelle insolventi (un ulteriore provvedimento, firmato in giugno, garantiva i depositi bancari). Per contribuire al ripristino della fiducia, Roosevelt indisse una conferenza stampa (la prima delle circa 1.000 da lui tenute come presidente), impressionando a tal punto i giornalisti, grazie alla sua schiettezza e alla sua verve, che alla fine questi scoppiarono in un applauso. Tenne anche il primo dei suoi discorsi radiofonici alla nazione. Fu un tour de force, chiaro, disinvolto, diretto e condotto con una voce ipnotizzante esattamente al ritmo giusto. [...] Il presidente concluse il suo discorso con queste parole: «Insieme non possiamo fallire». Quando le banche riaprirono i battenti, i depositi furono superiori ai prelevamenti di fondi. In aprile l'anemia finanziaria era scongiurata: più di un miliardo di dollari aveva abbandonato le scorte private per fare ritorno nelle camere di sicurezza delle banche.»

Comprensione e analisi

Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte.

  1. Sintetizza il contenuto del brano proposto.

  2. Individua le motivazioni che indussero Roosevelt ad affrontare la situazione di emergenza e illustra le difficoltà affrontate dai cittadini sia pure solo per alcuni giorni.

  3. Quale ruolo svolsero gli ispettori governativi?

  4. In che modo il presidente statunitense riuscì a infondere nel popolo americano la speranza di superare la crisi economica e sociale che aveva messo in ginocchio la nazione?

Produzione

Tema: leadership politica e comunicazione di massa

A partire dall'esempio di Roosevelt descritto nel testo, rifletti sul ruolo della comunicazione politica nei momenti di crisi.

Sviluppa la tua argomentazione considerando:

  • Come i leader politici utilizzano oggi i diversi media per comunicare con i cittadini

  • Quali sono le differenze tra la comunicazione radiofonica degli anni '30 e quella odierna attraverso televisione, social media e internet

  • Quali vantaggi e rischi comporta l'immediatezza della comunicazione moderna rispetto alla comunicazione più "controllata" del passato

Puoi fare riferimento a:

  • Esempi di comunicazione politica contemporanea che conosci

  • La tua esperienza diretta con i media

  • Riflessioni sui diversi registri comunicativi e sulla loro efficacia

Non è richiesta una conoscenza specialistica degli eventi storici, ma una riflessione critica sui meccanismi della comunicazione politica.

Sviluppa in modo organico le tue argomentazioni, elaborando un testo coerente e coeso.


PROPOSTA B2

Testo tratto da: Riccardo Maccioni, "Rispetto" è la parola dell'anno Treccani. E serve per respirare, in Avvenire, martedì 17 dicembre 2024, (https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/rispetto-parola-treccani).

«Una parola che esprime attenzione, gusto dell'incontro, stima. Che anche quando introduce un attacco verbale, non alza i toni del discorso, anzi sembra voler prendere le distanze da quanto sarà detto subito dopo. L'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto "rispetto" come parola del 2024. Una decisione che sembra un auspicio, che porta con sé il desiderio di costruire, di usare il dizionario non per demolire chi abbiamo di fronte ma per provare a capirne le ricchezze, le potenzialità. Perché se è vero che le parole possono essere pietre, è altrettanto giusto sottolineare come siano in grado di diventare il cemento necessario a edificare case solide e confortevoli, la colla capace di tenere insieme una relazione a rischio di rottura. «Il termine rispetto, continuazione del latino respectus – spiegano Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, condirettori del Vocabolario Treccani – va oggi rivalutato e usato in tutte le sue sfumature, proprio perché la mancanza di rispetto è alla base della violenza esercitata quotidianamente nei confronti delle donne, delle minoranze, delle istituzioni, della natura e del mondo animale».

E la conferma arriva proprio dai termini che rimandano al significato opposto, tutti concetti orientati a distruggere le relazioni, a demolire gli altri: indifferenza (che spesso fa più male dell'odio), noncuranza, sufficienza fino ad arrivare all'insolenza, al disprezzo, allo spregio. […]

Rispettare è tutt'altro, affonda le sue radici in respicere che, letteralmente significa guardare di nuovo, guardare indietro, cioè richiama il dovere di non cedere alla smania del giudizio immediato figlio dell'emotività, che non tiene conto delle storie delle persone, delle loro battaglie interiori. Occorre, invece, allenarsi alla bellezza del prendersi cura, del fare attenzione, del preoccuparsi per la vita altrui, così che la comunità possa crescere in armonia facendo assaporare in chi ne fa parte il gusto dell'appartenenza alla medesima famiglia umana.»

Comprensione e analisi

Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte.

  1. Riassumi il contenuto del testo nei suoi snodi tematici essenziali.

  2. Con quali argomenti l'autore sostiene l'importanza del 'rispetto'?

  3. Il testo proposto si sofferma su parole e atteggiamenti che quotidianamente negano il rispetto: riportane gli esempi più significativi.

  4. Individua quali sono, a parere di Maccioni, gli atteggiamenti concreti per opporsi alla mancanza di rispetto.

Produzione

Tema: il rispetto nella società contemporanea - una prospettiva critica

L'autore presenta il "rispetto" come valore fondamentale e sottolinea i rischi della sua mancanza.

Sviluppa una tua argomentazione considerando:

OPZIONE A - Approccio problematizzante

  • Il concetto di "rispetto" è sempre positivo o può nascondere forme di sottomissione o conformismo?

  • Esistono situazioni in cui il "rispetto" può entrare in conflitto con altri valori come la giustizia o la libertà di espressione?

  • Come si può distinguere tra rispetto autentico e rispetto formale?

OPZIONE B - approccio propositivo

  • Quali sono le forme concrete attraverso cui si manifesta il rispetto nelle relazioni interpersonali e sociali?

  • Come la scuola e le istituzioni possono promuovere una cultura del rispetto senza cadere nella retorica vuota?

  • Quali strumenti pratici possono aiutare a costruire relazioni rispettose nella vita quotidiana?

Sostieni la tua tesi con esempi concreti tratti dalla tua esperienza, dalle tue osservazioni o da situazioni che conosci.

Organizza il tuo elaborato in modo tale che gli snodi della tua esposizione siano organizzati in un testo coerente e coeso.


PROPOSTA B3

Tratto da: Telmo Pievani, Un quarto d'era (geologica) di celebrità, in Sotto il vulcano, Feltrinelli, Milano, 2022, pp. 30-31.

«I nostri successori studieranno l'Antropocene e capiranno il vicolo cieco in cui ci siamo infilati. […] Le firme sedimentarie dell'attività umana negli ultimi decenni del Novecento sono tali e tante che anche il più tonto dei geologi del futuro non potrà non vederle. […] Quanto pesano tutti gli oggetti del mondo? Sembra la domanda disarmante di un bambino e invece adesso è diventata, grazie ai big data, una curiosità scientifica piena di significati. […] Immaginate tutto ciò che l'umanità ha prodotto e costruito: tutti gli edifici sulla Terra, tutte le strade, treni aerei navi auto camion moto biciclette e ogni altro mezzo di trasporto, le fabbriche, le macchine. Ora aggiungete le suppellettili e gli arredi, gli strumenti, i telefonini, i computer, le stoviglie, i vetri, gli infissi, la carta di questa rivista. Insomma, prendete la tecnosfera materiale nella sua globalità, costituita da ogni artefatto umano distribuito sulla superficie terrestre, e mettetela su una bilancia. Vi verrà fuori un numero, stratosferico.

L'unità di misura adatta all'impresa è la teratonnellata, cioè mille miliardi di tonnellate. Ed ecco il numero fatidico: tutte le cose umane, dai grattacieli agli apriscatole, ed esclusi i rifiuti, nel 2020 hanno raggiunto il ragguardevole peso di 1,1 teratonnellate, ovvero mille e cento miliardi di tonnellate. Questa è la dimensione dell'immane flusso materiale che sta alla base del metabolismo attraverso il quale l'umanità incessantemente trasforma in prodotti ed energia le materie prime presenti in natura.

Se scomponiamo l'insieme di tutti i manufatti umani e vediamo di cosa sono fatti, scopriamo che il calcestruzzo e gli aggregati di ghiaie e sabbie la fanno da padrone, seguiti dai mattoni, poi dall'asfalto, dai metalli e infine da plastiche, vetro e legno usato in industria. I ricercatori hanno anche calcolato gli andamenti della massa antropogenica dall'anno 1900 in poi. La curva si impenna dopo la fine del Secondo conflitto mondiale, appunto, quando la "grande accelerazione" della ricostruzione gettò le basi del benessere dei paesi industrializzati, ma al prezzo di un enorme consumo di suolo e di risorse. […] Con tecniche analoghe si può calcolare anche la massa complessiva degli esseri viventi sulla Terra, cioè la biomassa. Ebbene, il valore complessivo di quest'ultima è 1,1 teratonnellate, millecento miliardi di tonnellate: esattamente come la massa antropogenica! Ciò significa che proprio nel 2020 la somma degli oggetti umani ha eguagliato tutto il resto della vita messo insieme. E pensare che agli inizi del Novecento le cose umane valevano il 3 per cento rispetto al peso degli esseri viventi. […]

Quindi noi umani, che contribuiamo solo per lo 0,01 per cento alla biomassa globale, abbiamo riempito il mondo di 1,1 teratonnellate di cose. Questa è l'impronta schiacciante dell'Antropocene. Senza una rapida transizione del sistema economico mondiale verso modelli circolari, la massa antropogenica continuerà a raddoppiare ogni vent'anni, sfuggendo al controllo. Nel nostro geologico quarto d'ora di celebrità, ci siamo fatti notare.»

Comprensione e analisi

Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte a tutte le domande proposte.

  1. Sintetizza il brano evidenziando il punto di vista dell'autore sull'Antropocene e sul ruolo umano in questo periodo geologico.

  2. Illustra il significato dell'espressione 'vicolo cieco in cui ci siamo infilati'.

  3. Quali esempi l'autore fornisce per descrivere l'insieme della 'tecnosfera materiale'?

  4. A cosa si riferisce l'autore quando usa l'espressione 'geologico quarto d'ora di celebrità'?

Produzione

Tema: tecnologia, consumo e sostenibilità - verso un equilibrio possibile

Il testo di Pievani presenta dati allarmanti sull'impatto materiale dell'attività umana. Sviluppa una riflessione articolata considerando:

SEZIONE 1 - analisi del problema

  • Quali sono, secondo la tua esperienza, i settori dove il consumo eccessivo è più evidente?

  • Quali fattori (economici, culturali, psicologici) spingono verso l'accumulo di oggetti?

SEZIONE 2 - valutazione delle soluzioni

  • Analizza criticamente alcune proposte di soluzione: economia circolare, decrescita, innovazione tecnologica

  • Quali di queste ti sembrano più realistiche e realizzabili?

SEZIONE 3 - proposte concrete

  • Suggerisci azioni concrete che individui, comunità e istituzioni potrebbero mettere in atto

  • Considera sia i cambiamenti nel comportamento individuale che nelle politiche pubbliche

Puoi basarti su:

  • Osservazioni sulla tua esperienza di consumatore

  • Conoscenze acquisite nel tuo percorso di studi

  • Esempi di iniziative sostenibili che conosci

Non è richiesta una conoscenza specialistica di economia o scienze ambientali, ma una riflessione ragionata e propositiva.

Sviluppa in modo organico e coerente le tue argomentazioni, facendo riferimento non solo alla tua esperienza, ma anche al tuo percorso di studi e alle tue letture.


TIPOLOGIA C – RIFLESSIONE CRITICA DI CARATTERE ESPOSITIVO-ARGOMENTATIVO SU TEMATICHE DI ATTUALITÀ

PROPOSTA C1

Testo tratto da: Paolo Borsellino, I giovani, la mia speranza, in Epoca, 14 ottobre 1992, pp. 125-126.

«Sono nato a Palermo e qui ho svolto la mia attività di magistrato. Palermo è una città che a poco a poco, negli anni, ha finito per perdere pressoché totalmente la propria identità, nel senso che gli abitanti di questa città, o la maggior parte di essi, hanno finito per non riconoscersi più come appartenenti a una comunità che ha esigenze e valori uguali per tutti. […] Sono stato più volte portato a considerare quali sono gli interessi e i ragionamenti dei miei tre figli, oggi tutti sui vent'anni, rispetto a quello che era il mio modo di pensare e di guardarmi intorno quando avevo quindici-sedici anni. A quell'età io vivevo nell'assoluta indifferenza del fenomeno mafioso, che allora era grave quanto oggi. […] Invece i ragazzi di oggi (per questo citavo i miei figli) sono perfettamente coscienti del gravissimo problema col quale noi conviviamo. E questa è la ragione per la quale, allorché mi si domanda qual è il mio atteggiamento, se cioè ci sono motivi di speranza nei confronti del futuro, io mi dichiaro sempre ottimista. E mi dichiaro ottimista nonostante gli esiti giudiziari tutto sommato non soddisfacenti del grosso lavoro che si è fatto. E mi dichiaro ottimista anche se so che oggi la mafia è estremamente potente, perché sono convinto che uno dei maggiori punti di forza dell'organizzazione mafiosa è il consenso. È il consenso che circonda queste organizzazioni che le contraddistingue da qualsiasi altra organizzazione criminale.

Se i giovani oggi cominciano a crescere e a diventare adulti, non trovando naturale dare alla mafia questo consenso e ritenere che con essa si possa vivere, certo non vinceremo tra due-tre anni. Ma credo che, se questo atteggiamento dei giovani viene alimentato e incoraggiato, non sarà possibile per le organizzazioni mafiose, quando saranno questi giovani a regolare la società, trovare quel consenso che purtroppo la mia generazione diede e dà in misura notevolissima. È questo mi fa essere ottimista.»

Tema: Legalità, impegno civile e responsabilità generazionale

Sviluppa una riflessione articolata considerando:

PARTE 1 - contesto storico e attualità

  • Contestualizza il messaggio di Borsellino nel suo tempo (Italia anni '80-'90) e rifletti su quali forme assume oggi il problema della legalità

  • Quali sono oggi i fenomeni di illegalità che più preoccupano la tua generazione?

PARTE 2 - il ruolo delle nuove generazioni

  • Condividi l'ottimismo di Borsellino sul ruolo delle nuove generazioni nel cambiamento sociale?

  • Quali strumenti hanno oggi i giovani per contribuire alla costruzione di una società più giusta?

PARTE 3 - impegno personale e collettivo

  • Rifletti sul concetto di "consenso" di cui parla Borsellino: come si manifesta oggi nei confronti dell'illegalità?

  • Quali forme di impegno civile ritieni più efficaci per la tua generazione?

Il tuo elaborato deve dimostrare:

  • Conoscenza del contesto storico essenziale

  • Capacità di collegare passato e presente

  • Riflessione personale e propositiva

Rifletti, alla luce delle tue esperienze come studente e come cittadino, sul significato profondo di questo messaggio del giudice Paolo Borsellino (1940-1992) e sul valore che esso può avere per i giovani, in particolare per quelli della tua generazione. Puoi articolare il tuo elaborato in paragrafi opportunamente titolati e presentarlo con un titolo complessivo che ne esprima sinteticamente il contenuto.


PROPOSTA C2

Testo tratto da: Anna Meldolesi e Chiara Lalli, L'indignazione è il motore del mondo social. Ma serve a qualcosa?, in 7-Sette - supplemento settimanale del 'Corriere della Sera', 13 dicembre 2024, pag. 12.

«L'indignazione è il motore del mondo social. Ma serve a qualcosa? Una nuova ricerca, pubblicata su Science, dimostra che questa reazione emotiva accompagna spesso contenuti discutibili e che chi si scandalizza davanti a una presunta ingiustizia non perde tempo a cliccare sui link, per approfondire e verificare. Così, visto che la mente umana può esprimere giornalmente solo un tot di rabbioso disgusto, finiamo per sprecarlo su questioni irrilevanti per ignorare invece i temi che davvero meriterebbero la nostra irritazione.»

Tema: Emozioni digitali e informazione nell'era dei social media

Sviluppa una riflessione bilanciata considerando:

PARTE 1 - analisi del fenomeno

  • Analizza il meccanismo dell'indignazione sui social media basandoti sulla tua esperienza diretta

  • Distingui tra indignazione costruttiva e "indignazione performativa"

PARTE 2 - vantaggi e rischi 

Vantaggi:

  • I social media possono amplificare cause giuste e dare voce a chi non l'aveva

  • Possono mobilitare rapidamente l'opinione pubblica su questioni importanti

  • Favoriscono la partecipazione democratica

Rischi:

  • Superficialità nell'approfondimento delle questioni

  • Polarizzazione e echo chambers

  • Manipolazione dell'emotività per fini non sempre nobili

PARTE 3 - proposte per un uso consapevole

  • Come si può sviluppare una maggiore consapevolezza critica nell'uso dei social?

  • Quali strategie adottare per non cadere nella trappola dell'indignazione superficiale?

  • Quali responsabilità hanno piattaforme, utenti e istituzioni?

Il tuo elaborato deve dimostrare:

  • Conoscenza diretta del fenomeno

  • Capacità di analisi critica equilibrata

  • Proposte concrete e realizzabili

A partire dai contenuti del testo proposto, traendo spunto dalle tue esperienze, dalle tue conoscenze e dalle tue letture, rifletti su questa rilevante caratteristica dei social. Puoi articolare il tuo elaborato in paragrafi opportunamente titolati e presentarlo con un titolo complessivo che ne esprima sinteticamente il contenuto.


Durata massima della prova: 6 ore.

È consentito l'uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana.

Non è consentito lasciare l'Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla consegna delle tracce.



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