lunedì 13 novembre 2017

Nella scuola secondaria che vorrei





[Casa di Scale, M. C. Escher](https://i.imgur.com/gQ1kuBY.jpg)


Nella scuola secondaria che vorrei:


- scopo della scuola secondaria di secondo grado non dovrebbe essere quello di creare buoni lavoratori, ma di creare buone teste e buoni cittadini, e di conseguenza buoni lavoratori e buoni innovatori;
- la scuola secondaria di secondo grado si dovrebbe prefiggere il totale inserimento degli alunni stranieri e degli alunni diversamente abili nel sistema sociale del paese, così come degli alunni in situazioni di deprivazione economica o in condizioni sociali precarie; 
- la scuola secondaria di secondo grado dovrebbe essere in grado di valorizzare l'eccellenza che è insita in ogni studente; 
- la conoscenza della Costituzione, almeno nei suoi punti fondanti, sarebbe preliminare al conseguimento del diploma di maturità; 
- l'approfondita conoscenza della lingua italiana sarebbe preliminare al conseguimento del diploma di maturità; 
- le discipline e i loro insegnamenti sarebbero organizzati in maniera modulare, e ogni alunno sarebbe chiamato a frequentare un certo numero di moduli che ha scelto fra quelli a sua disposizione ogni anno; 
- per superare l'anno l'alunno dovrebbe aver conseguito valutazioni positive in tutti i moduli frequentati, in caso contrario, non ci sarà passaggio automatico all'anno successivo fino al conseguimento delle valutazioni positive; 
- alcuni moduli delle varie discipline sarebbero obbligatori per tutti, altri, come dei corsi monografici, sarebbero frequentati su base volontaria in base ad una scelta rispetto a quanto offerto dal Piano Triennale dell'Offerta Formativa; 
- Diritto, Filosofia e Storia dell'arte dovrebbero divenire obbligatorie in tutti i licei, istituti tecnici e professionali; 
- l'alternanza scuola-lavoro, lungi dall'essere un mero mandare allo sbaraglio alunni non ancora pronti malgrado i salti mortali compiuti dai docenti, verrebbe proposta esclusivamente su base volontaria e alla fine del percorso di studi, come forma di accompagnamento al mercato del lavoro; 
- ogni studente in alternanza scuola-lavoro dovrebbe essere accompagnato e seguito da un docente, perché solo se è veramente inserita in un percorso di istruzione l'ASL ha senso nella scuola pubblica;
- lo studente in ASL, per le ore in cui dovesse mettere in pratica gli anni di studi, dovrebbe essere retribuito, proprio perché la dignità del lavoro non può essere messa in discussione; 
- il docente che dovrebbe seguire lo studente e dovrebbe creare e ricercare i momenti di formazione all'interno dell'esperienza dello stage, dovrebbe essere lautamente retribuito, proprio perché la dignità del lavoro non può essere messa in discussione; 
- ogni docente dovrebbe accompagnare la sua attività didattica con l'attività di ricerca, pedagogica e disciplinare; 
- il numero di ore di didattica dei singoli docenti dovrebbe quindi ridursi, in favore di una forma di ricerca azione pedagogica; 
- ogni docente dovrebbe essere in grado di spiegare e rendicontare la propria azione didattica, anche attraverso pubblicazioni gestite dalla scuola stessa; 
- lo stipendio dei docenti dovrebbe essere adeguato alla media europea e la crescita degli stipendi dovrebbe essere legata alla crescita dell'inflazione; 
- ogni docente, o almeno i singoli dipartimenti, avrebbero a disposizione degli uffici, in modo che le vetuste Sale insegnanti possano servire solo per dei momenti di incontro e scambio pluridisciplinare;
- ogni scuola dovrebbe essere dotata di aule studio, munite di computer, di connessione veloce, di accesso ai principali portali dedicati all'istruzione e alla formazione; 
- le scuole assomiglierebbero più a dei campus universitari e, per le famiglie che lo richiedessero, dovrebbe essere fornita la possibilità di avere un alloggio temporaneo per gli alunni provenienti da altri paesi;
- i calendari scolastici non sarebbero fissati in base ad esigenze politiche o a tradizioni religiose, ma in base ad esigenze pedagogiche;
- il digitale non dovrebbe essere il fine dell'innovazione didattica, ma strumento di tale innovazione; 
- ogni novità che si volesse apportare alla struttura organizzativa e didattica della scuola pubblica non dovrebbe poter entrare a regime senza un congruo numero di anni di sperimentazione e opportune pubblicazioni sugli esiti positivi o negativi della stessa;

Dall'oblio più lontano, Patrick Modiano

Dall'oblio più lontano, Patrick Modiano, Einaudi 2017
Dall’oblio più lontano, opera scritta da Patrick Modiano e pubblicata nel 1996, è un romanzo breve ambientato tra le città di Londra e Parigi degli anni '60 del Novecento. I protagonisti, poco più che adolescenti, vivono il loro addentrarsi nel mondo degli adulti come una sorta di allontanamento onirico da una realtà che non li rispecchia. Così è per il narratore, di cui non conosceremo mai il nome, ma di cui sappiamo che, presentatoci come un venditore di vecchi libri alle librerie parigine, finirà per divenire uno scrittore; così è per Jacqueline, la protagonista femminile, evanescente e fatale, conosciuta come amante del povero Van Bever, mediocre giocatore di casinò, donna dicevamo che induce il giovane appena conosciuto ad un amore clandestino prima, ad un furto poi, infine ad una fuga a Londra, col sogno di andare a Maiorca, luogo favoleggiato come meta irraggiungibile ed esotica. A Londra però le strade dei due protagonisti si divideranno, mentre la realtà degli anni che faranno grande la città inglese entrano a forza nella storia, con un personaggio, Peter Rachmann, scampato alla Seconda Guerra Mondiale e divenuto affarista, ospite dei due e, come si scoprirà, di tante altre fanciulle da cui amerà farsi pagare in natura. La Londra dello scandalo, dell’hashish, è la Londra in cui, anticipata dall’amica Linda, Jacqueline sparisce lasciando il protagonista alla sua maturazione, ai suoi libri.
Le strade dei due si incroceranno nuovamente quindici anni dopo, di nuovo a Parigi, quando il protagonista, tornato per poco in città, incrocia per caso lo sguardo di lei e decide di seguirlo, di ripercorrere quel viaggio nella memoria che lo riporta indietro nel tempo, come se quegli anni non fossero mai passati. Ed è alla festa di Darius, un padrone di casa tanto ospitale quanto impercettibilmente malinconico, che il protagonista e Jacqueline si ritrovano, solo per dirsi che lei sarebbe partita con il marito per Maiorca, il giorno dopo, per l’estate. Ognuno poi sarebbe tornato alla propria vita, al proprio desiderio di oblio.
Il romanzo si dipana attraverso l’evocazione: nulla sappiamo del passato di Jacqueline, pochissimo del protagonista, ancor meno dei comprimari, sia che essi abbiano un ruolo attivo, sia che siano poco più che comparse. Gli stessi paesaggi sono poco più che sensazioni, del tutto assenti o quasi le descrizioni, se non del chiuso delle camere d’albergo in cui vivono i protagonisti, come se l’unica realtà che conti davvero sia quella piccola, marginale e temporanea del continuo girovagare dei personaggi. Tra l’odore dolciastro di camere scalcinate e carta da parati ammuffita i protagonisti amano, sognano, progettano, mentre la realtà li investe con il suo tocco allucinante, il tocco dell’etere. Nulla sappiamo degli anni che accompagnano questi personaggi, dell’Europa dell’epoca, eppure possiamo sentire l’odore della contestazione giovanile che di lì a poco scoppierà fra le strade.
Dall’oblio più lontano non è un capolavoro, eppure è una lettura che, anche grazie alla sua brevità, riesce ad affascinare e a colpire con il potere delle sue emozioni impalpabili, quasi come il grigiore della Parigi piovosa in cui si svolge la gran parte della vicenda: qualcosa che, seppur apparentemente fastidioso, diventa ben presto intimamente caro.

lunedì 6 novembre 2017

Le vittorie morali di 'sta ceppa, o del grillismo siciliano



In queste ore è sempre più diffusa la manfrina della vittoria morale del M5S in Sicilia. Permettetemi di dire un paio di cose:

  • un partito che in campagna elettorale ha sdoganato l'abusivismo non ha diritto di parlare di vittoria morale
  • il M5S è stata la principale forza di opposizione all'ARS durante tutta la durata del governo Crocetta, mentre il Centrodestra sembrava devastato da odi e rancori interni, con Berlusconi fuori dai giochi e la Lega che era e, pare, rimane partito del Nord.
Per queste ragioni il M5S non ha proprio diritto di parlare di vittoria, neanche morale: se il PD di Crocetta e Renzi è lo sconfitto dichiarato e manifesto, il grillismo di Di Maio e Cancelleri solo un anno fa aveva le porte spalancate verso la vittoria in Sicilia, nondimeno è riuscito nell'ardua impresa di perdere. Perdere dopo aver calato tutti i suoi assi in regione, dopo una campagna elettorale intensiva e un battage mediatico che dura da molto prima dei competitor. Si cerca oggi di vendere il Movimento come una realtà in crescita, ma è spontaneo chiedersi, perché nello sfacelo della Sicilia, avendo occhieggiato al malaffare (e non si faccia finta di non saperlo, perché ciò che ha detto Cancelleri sull'abusivismo di necessità non era altro che questo) non è seguita una vittoria schiacciante come era pronosticabile solo sei mesi fa? Quanto ha influito l'andamento della giunta Raggi? Quanto le scelte ondivaghe in Parlamento? Quanto l'impreparazione generale mostrata dagli aderenti al Movimento?
Un giorno avremo le risposte?

mercoledì 1 novembre 2017

Dai Gracchi a Silla


Come svolgere l'analisi logica di una frase semplice


Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia



Scritto nel 2002, Kafka sulla spiaggia è uno dei romanzi più celebri dell'autore giapponese Haruki Murakami. Il romanzo si muove all'interno del genere del realismo magico. La trama ci racconta la storia dei due protagonisti, il primo, un ragazzino quindicenne che scappa di casa e  inizia a farsi chiamare da tutti Tamura Kafka, il secondo un anziano signore di nome Nakata, colpito da giovane da un fulmine e rimasto, come lui stesso dice, "stupido" dopo l'incidente, ovvero fermo all'età mentale di un bambino; gli episodi che coinvolgono i due personaggi vengono raccontati attraverso l'alternarsi dei capitoli riguardanti ora l'uno ora l'altro, in un fitto intreccio che, ad un certo punto, porta le vicende a viaggiare sullo stesso binario senza però incontrarsi, visto che, come ci si accorge ben presto, le peripezie di Nakata e le peripezie di Tamura sono sfalsate di qualche giorno.
Si diceva del realismo magico: infatti, sebbene l'ambientazione, il Giappone contemporaneo con dei flashback sino alla Seconda Guerra Mondiale, sia ricostruito con dovizia di particolari, i due protagonisti continuano a viaggiare in bilico tra realtà e un mondo altro, magico, fatto di spiriti e entità astratte.
I temi affrontati nel romanzo sono tanti, del resto, in un certo senso, Kafka sulla spiaggia è il romanzo di ciò che non è: Tamura è un quindicenne che non vuole essere un quindicenne; Nakata è un anziano che non è un anziano, un uomo che non è uomo perché privo di ricordi; la signora Saeki è una donna viva che non è più viva già da tempo, è la madre di Tamura pur non essendone la madre; Oshima è per definizione qualcosa che non è, non essendo né maschio né femmina; il maggiore Sanders è un puro concetto, ma non sapremo mai quale, Sakura è la sorella che non è una sorella; Johnnie Walker è padre pur non avendo nulla del padre; Hoshino è un uomo maturo pur non essendolo ancora del tutto.
In questo continuo passaggio da una dimensione ad un'altra, dalla realtà al mondo altro, in maniera evidente alcuni elementi fanno da continuo tramite: i gatti per il signor Nakata, la Pietra dell'entrata per Hoshino, l'avatar del Ragazzo chiamato corvo per Tamura, così come alcuni luoghi, la foresta, la villa, il lupanare. Soprattutto, alcuni oggetti segnano la presa di consapevolezza del proprio non essere quello che si è: la musica per Hoshino, i libri per Tamura e Nakata.
Infatti Kafka sulla spiaggia è anche il romanzo della ricerca continua del proprio essere, essere che si concretizza in una parola, al contempo una metafora, ovvero la memoria. Se la memoria, che manca a Nakata e che è incomprensibile per Tamura, trova la sua metafora nella biblioteca, i ricordi sono i libri, quei libri di cui Tamura si nutre senza ritegno e che sono permanentemente fuori dalla portata dell'analfabeta Nakata.
Insomma, ben presto in questo romanzo il momento simbolico prevale su quello realistico. Ciò avviene anche a discapito della solidità della trama: nulla viene detto davvero del perché un padre possa gettare una maledizione di carattere edipico sul figlio, nulla viene detto di concreto sull'incidente di Nakata, nulla su cosa sia davvero il generale Sanders, sul perché offra una notte di sesso ad Hoshino, su perché Walker sia così malvagio. Nulla infine, ed è la falla più grande nella trama del romanzo, sappiamo davvero di Sakura,che pure, nel contesto della maledizione che colpisce Tamura, ricopre un ruolo non certo secondario, essendone almeno la sorella simbolica.
Per tutti questi motivi Kafka sulla spiaggia è un romanzo che può entusiasmare così come può lasciare interdetti. Se si è disposti a non piegarsi alla consequenzialità dei fatti, a non chiedere all'autore di dirci i perché delle cose, se si è disposti a vedere sparire dalla scena con la stessa rapidità con cui sono comparsi personaggi fondamentali, per spingerci nel ricchissimo impianto immaginifico e simbolico, immergerci nei richiami storico musicali e letterari, allora questo romanzo assurge al rango di capolavoro letterario. Se al contrario non si è disposti a sorvolare su quelle che di norma sono le regole della narrazione, allora Kafka sulla spiaggia risulterà una lettura fallimentare.

The Pitt, R. Scott Gemmill

The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....