Quando parliamo di 100.000 precari della scuola, i cosiddetti precari storici, parliamo di gente che nella scuola già lavora, e con continuità. Una continuità tale, superiore ai 36 mesi di lavoro continuativo, per cui rischiamo già una multa dall'UE di 4 miliardi di Euro, senza che peraltro la multa risolva il problema.
Quando diciamo che questi precari lavorano con continuità intendiamo che nei loro confronti lo stato ha attuato un sopruso con la semplice finalità di risparmiare qualche lira: in pratica questi precari lavorano su posti effettivamente disponibili ogni anno, ma lo stato, da anni, anziché assumerli a tempo indeterminato, li assume con contratti che vanno dal primo Settembre al trenta Giugno, o al trentuno Agosto, in modo da non dover considerare i mesi estivi e gli scatti di anzianità.
Si tratta quindi di precari che già lavorano quanto meno 10 mesi all'anno, se non addirittra 12 mesi all'anno. Se è quindi corretto il calcolo che stima in 3 miliardi di Euro il fabbisogno per pagare gli stipendi di questi docenti, va detto che di questi 3 miliardi, 2 miliardi e mezzo vengono comunque già spesi per pagare i precari. E allora, non è più conveniente, oltre che più giusto, procedere a queste assunzioni su tutti i posti disponibili, anziché incorrere in una multa da 4 miliardi di Euro senza peraltro risolvere il problema?
foto: La7.it
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