Qualche chiarimento sui miei ultimi post: in questi giorni gruppi di precari su facebook stanno vivamente protestando contro un decreto largamente annunciato da parte del MIUR che permette lo scorrimento delle graduatorie di merito del recente concorso a cattedra per la scuola pubblica fino al bando del prossimo concorso, al fine di assegnare il 50% dei posti a tempo indeterminato, mentre il rimanente 50% verrà comunque assegnato dalle cosiddette Graduatorie Ad Esaurimento, in cui sono iscritti gli insegnanti abilitatisi dopo aver frequentato corsi di specializzazione o abilitanti. Tutto ciò avviene rispettando la norma prevista, il Testo Unico, come fatto notare da un sindacato, l'Anief, mentre la maggior parte dei sindacati, per interesse clientelare, per lungo tempo hanno taciuto sulla illegalità dei mancati concorsi pubblici per 14 anni, questa normativa infatti risale a circa quindici anni fa e, una volta svolto il concorso del 2012, hanno perorato la causa dei precari che già avevano contestato il concorso (e quindi caldeggiato il mantenimento di una condizione di illegalità) e avevano tentato di boicottarlo in nome dell'esigenza di svuotare prima le GAE. Ribadisco che, stando ai fatti e alle norme, le richieste dei precari storici della scuola, anche se umanamente comprensibili, sono prive di ogni fondamento nel diritto. Come lo era in passato la richiesta di impedire la mobilità dei precari agli aggiornamenti biennali/triennali delle graduatorie in nome di "scelte di vita" che, però, sono sempre compiute da alcuni, mentre, a quanto pare, chi si rimette in gioco, per qualsiasi motivo lo faccia, o partecipa ad un concorso pubblico, lo fa perché non ha di meglio da fare.
Si (stra)parla di decreto elettorale, non notando che i precari storici sono un numero decisamente maggiore rispetto agli idonei del concorso non ancora assorbiti, e le ragioni elettorali avrebbero invece spinto al mantenimento dello status quo, alla chiusura delle GAE, come fatto in passato da partiti come il PDL e la Lega sotto la spinta di questi gruppi di pressione.
Oggi questi gruppi di pressione spingono al voto per un Movimento ben preciso, inneggiano a non votare per un partito che non è neanche quello che esprime il Ministro Dell'Istruzione, aizzano i colleghi incerti e disinformati con una campagna di disinformazione che racconta la favola di uno stravolgimento delle regole in corso.
Non ho problemi a dire che non avendo vinto il concorso avrei molti più vantaggi se le posizioni di questi gruppi prevalessero, ma credo che le rivendicazioni sindacali e salariali dei docenti precari possano avere molta più forza solo nel caso del completo ripristino della legalità e del rispetto delle norme, a partire da quelle sancite dalla costituzione; non certo invece tentando di fare prevalere questa o quella rendita di potere o sfruttando le emozioni e la rabbia dovute alla condizione presente per divulgare e diffondere informazioni parziali o peggio inesatte e spostare così voti presso questo o quel partito, inneggiando all'onestà o alla rivolta contro la casta, difendendo invece uno status quo che, di fatto, per giovare a pochi nuoce realmente ai più.
domenica 25 maggio 2014
Sulla pelle e sulle palle dei precari
martedì 20 maggio 2014
Come siamo arrivati fino a qui?
Ieri sera molti Italiani avranno sicuramente seguito Beppe Grillo ospite da Bruno Vespa. A mio parere abbiamo assistito ad un Grillo in difficoltà, molto di più che da Mentana, in particolare a causa dell'incalzare delle domande del conduttore. Ma non è questo il punto: ieri siamo stati inondati anche dai proclami di Renzi e Berlusconi, ma ciò che fa veramente impressione è il bassissimo livello di questa campagna elettorale e l'uso indiscriminato di offese, minacce e slogan fascisti. Andiamo dal buffone, al dittatore, alla peste rossa, all'ebetino, il coglione, il vaffanculo, e al riuso di immagini e parole che speravamo archiviate in una condanna storica condivisa. Come siamo arrivati fino a qui? Come mai nessuno ha realmente parlato d'Europa? Perché l'elezione europea per noi è semplice strumento della nostra perenne campagna elettorale per il controllo dei nostri miserabili posti di potere? Come mai qui da noi pressappochismo e semplificazione al limite della banalizzazione sono considerate tollerabili? Perché non sappiamo fare a meno del culto del capo e dell'uomo della provvidenza? Perché non sappiamo fare i conti con la nostra storia, ma sappiamo solamente mettere alla gogna tutti o dare il libera tutti, buttando sempre e comunque il bambino con i panni sporchi? Come mai è sempre colpa dell'Europa, della casta, dei giudici, dei giornalisti, e mai di chi le tangenti le paga, di chi non denuncia, di chi vota, di chi sottovaluta, di chi omette, di chi non si informa, di chi "sono tutti uguali", di chi "tutti a casa", di chi "taci o ti aspetto sotto casa con una spranga", di chi "occupare è un diritto", di chi "clandestino è reato", di chi vive di slogan perché un ragionamento compiuto è troppo impegnativo e rischia di mettere in luce che non siamo migliori di chi abbiamo scelto come nostre guide? Come mai in questo paese la responsabilità e l'irresponsabilità sono sempre collettive, mai individuali?
martedì 13 maggio 2014
Considerazioni alla fine di un anno scolastico
Devo dire la verità: non è stato di certo il mio miglior anno d'insegnamento. Anzi, non mi sono mai trovato, come quest'anno, di fronte ad una barriera di disinteresse così spessa e resistente. Onestamente devo ammettere che non sono riuscito a scalfire questa barriera, non sono riuscito a fare interessare i miei alunni alle mie materie o almeno ad instillare in loro il minimo desiderio di sapere.
Se il valore di un insegnante si misura dal fatto che sia o no riuscito a trasmettere qualcosa alle sue classi, allora, francamente, devo pensare di non essere né un buon educatore né un buon docente.
Rimane la voglia di migliorare, di riprovarci, e rimane il rammarico di ragazzi che non ho saputo ascoltare, capire, aiutare.
domenica 11 maggio 2014
1Q84, Haruki Murakami
Parlare di 1Q84 di Haruki Murakami non è facile, a causa del risalto mediatico che questa fortunata serie di volumi ha conseguito; ancor meno semplice è recensire questo libro, dopo il successo e i consensi che l'hanno circondato. Figurarsi poi se il romanzo non ci ha convinti in pieno...
Andiamo con ordine: nel 1984 due personaggi, Aomame e Tengo, si trovano coinvolti nelle vicende che riguardano una misteriosa adolescente, Fukaeri, e i suoi genitori scomparsi, un libro, La crisalide d'aria, una setta segreta e dei personaggi di dubbia origine, i Little People. Le peripezie dei due personaggi si dipanano in un intreccio alternato che, con flashback continui, porta alla luce il passato dei protagonisti e l'emergere di una realtà che sempre più si allontana da quella canonica. Fino ad accorgersi che nel 1Q84 in cui Aomame e Tengo sono piombati nulla è esattamente come sembra e una serie di forze sovrannaturali agiscono, condizionando la vita dei protagonisti e di chi li circonda.
Ci troviamo davanti quindi ad un romanzo distopico, e del resto il titolo stesso, chiaro omaggio a 1984 di George Orwell, non fa che confermare questa idea.
E qui iniziano le dolenti note: la distopia in chiave onirica di Murakami convince fino ad un certo punto. L'idea di tornare indietro nel tempo e di ripiegare sul 1984, per cercare dove, nella nostra storia, abbiamo sbagliato qualcosa, ha indubbiamente un certo fascino, ma l'intervento di forze sovrannaturali e oniriche vanifica il tutto. Facciamo un esempio per chiarirci, e riferiamoci proprio al modello 1984 a cui esplicitamente ci si richiama: George Orwell nel suo romanzo racconta di un modello di regime che scientemente annulla la possibilità di informazione, di libertà, di scelta, e di alcuni personaggi che scientemente cercano di opporsi ad un simile regime, fino alla loro sconfitta. In ogni caso in quel romanzo parliamo di confronto di ragioni, fino, se vogliamo, alla sconfitta ultima di questa, ma l'intervento del sovrannaturale in un romanzo come quello di Orwell è comunque escluso perché contraddirebbe il postulato iniziale del fallimento e del tentativo di riscatto della ragione. Non così in 1Q84 di Murakami, dove l'onirico introduce un elemento soggettivo che contraddice il postulato del testo. Anche se da qualche parte l'uomo avesse sbagliato, conducendo dal 1984 al 1Q84, questo errore non sarebbe conoscibile perche influenzato dall'intervento di forze ignote e imparagonabili alle nostre.
Questa contraddizione, insieme alla lunghezza spropositata del testo, non giustificata dal livello di approfondimento dei personaggi e della vicenda, fanno di questo romanzo una speranza mancata. Certo Murakami esplora con maestria le vie del sogno, i suoi personaggi sono degli interessantissimi esempi di uomini al confine tra normalità e autismo, gente che predilige abitudini solitarie ad una folla che non capisce e che la infastidisce. Inoltre la traduzione e la lontananza culturale non favoriscono l'autore, se per esempio pensiamo a come certi elementi e l'uso della lingua inglese possono apparire caratteristici ed esotici in Giappone, mentre in paesi come il nostro rischiano di sembrare banali o incomprensibili.
Tutto sommato le ombre su questo romanzo sono più delle luci e, forse, parlare di Murakami come candidato papabile al nobel per la letteratura dopo questo testo è stato un azzardo da parte dei suoi accaniti lettori, azzardo non giustificato dalla qualità complessiva di un romanzo che si risolve semplicemente in una buona lettura, ben lontana però dal livello qualitativo dai modelli a cui parrebbe volersi ispirare.
mercoledì 7 maggio 2014
Cosa pensano gli alunni di me, anno 2013 - 2014
lunedì 5 maggio 2014
Fare la spesa con quaranta euro (se sei un single), si può
Nulla di trascendentale, la spesa per una settimana normale con pranzi veloci, spesso a lavoro, e cene più sostanziose a casa. Certo, almeno una volta al mese tocca spendere di più per comprare anche detersivi, saponi, etc. Ma almeno mi sembra di poter dimostrare che si può vivere decorosamente anche con i famosi quaranta euro di spesa.
The Pitt, R. Scott Gemmill
The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....
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