La Sicilia in un mare di nulla, secondo tempo - quel parolaio di Battiato
Ecco, lo temevo. La Sicilia come la temevo inizia a prendere forma sotto il nuovo potentato, questa volta del Governatore antimafia, come lui stesso dice, quello che si paragona al Fava morto insultandone il figlio.
Ecco, questa nuova Sicilia dei proclami chiama alla cultura Franco Battiato, paroliere e talora parolaio.
Nulla di personale contro Battiato, pur avendolo sempre ritenuto un intellettualoide, non un intellettuale. Ma non vedo nel suo modo di porsi in politica qualcosa di diverso dall'antipolitica dei grillini. Già dal suo esordio, il pretendere di non essere chiamato assessore e di non essere retribuito, adombrando una sua scarsa partecipazione alla vita politica della regione. Eh no! Così è comodo! O lo si fa l'assessore, o si rifiuta, non lo si fa part-time!
Ma il lascito, il danno, lo scherno è in primis culturale. È una mancanza di rispetto verso la vera politica, verso il valore vero delle cose. La politica, nella sua forma più alta, è impegno e devozione verso il popolo sovrano, lo stato in quanto tale, e allora ben venga una giusta retribuzione verso un doveroso impegno. Invece la demagogica presa di posizione di Battiato non viene motivata da ragioni economiche che sarebbero state condivisibili, come per esempio permettere un risparmio alle esigue casse della regione. No, Battiato, Franco, semplicemente mette l'attività politica in second'ordine rispetto alla sua opera da cantautore. Ed in questo sta già il fallimento del suo lavoro alla cultura della regione
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