Articolo 12, Comma 21 «L'unico motivo valido per chiedere il congedo dal fronte è la pazzia.» Articolo 12, Comma 22 «Chiunque chieda il congedo dal fronte non è pazzo.»
martedì 26 giugno 2012
Comma 22, Joseph Heller
Non c'è solo Formigoni, abbiamo un altro Lombardo da cui guardarci

sabato 23 giugno 2012
I nuovi potenti e le masse secondo Bauman
La mobilità acquisita dagli investitori - coloro che cioè di-spongono di capitali, del denaro per investire - è emblematica della nuova divaricazione tra potere e obblighi sociali, una cesura senza precedenti nella storia perché i potenti si sot-traggono radicalmente a ogni vincolo: sono svaniti i doveri nei confronti non solo dei dipendenti, ma dei giovani e dei più de-boli, delle generazioni che verranno e delle condizioni stesse che assicurano la vita di tutti noi; per dirla in breve, tutto ciò significa libertà dal dovere di contribuire alla vita quotidiana e al perpetuarsi della comunità civile.
Zygmunt Bauman, Dentro la globalizzazione
venerdì 22 giugno 2012
Piccolo dialogo sopra i miei due massimi sistemi
Salviati: Anche questa, mio caro, non è un'argomentazione valida. In logica un'affermazione afferma e una negazione nega: nel mio negare io nego, non affermo, e la ricerca di una verità non è automaticamente la validazione di una verità già posta. Se io fossi copernicano, non affermerei la realtà dei principi tolemaici con la semplice ricerca su di essi o, addirittura, negandoli, tutt'altro. La tua argomentazione, a ben vedere, mi sembra molto di più autoassolutoria, un modo che tu stesso adoperi per negare che qualcuno possa pensare diversamente da te. Ma non pensiamoci più, Simplicio. Io non ho la pretesa di convincerti, mi basta che tu rispetti la mia libertà di dirmi e credermi ateo, senza dover per questo tu pensare che io sia e non sia ad un tempo. Queste speculazioni lasciamole ai filosofi, a noi basti di andare a ballare con quelle donzellette che vedo laggiù al tavolo. E se tu ne preferirai una morigerata del tuo Dio, così sia; a me basterà una donna che abbia un po' di sale in zucca e un cervello, seppur piccolo, per tentare di discernere.
giovedì 21 giugno 2012
La Malibu Comics e la fine immeritata di ottimi personaggi




Justice League of America
lunedì 18 giugno 2012
Quer pasticciaccio brutto de le prove INVALSI
Oggi, giorno 18 Giugno 2012, come previsto, i miei alunni si sono ritrovati ad affrontare l'ultima prova dell'esame di terza media, la tanto temuta prova nazionale INVALSI. Temuta sia da loro che da me e dai miei colleghi, per tutta una serie di motivi: ansia da prestazione, paura di compromettere l'esame, la preoccupazione per la comparsa di parti del programma che, per motivi dei più diversi, non si son potuti affrontare.
La prova INVALSI è, agli occhi dei docenti, la prova d'esame che serve a segare le gambe degli alunni e a costringere poi ad improbabili aartifici durante l'orale per salvare il salvabile. Perché, è inutile chhe si ci giri intorno, tutti sappiamo che i docenti, complici delle circolari quanto meno ambigue e le pressioni che provengono dall'esterno, sono costretti ai salti mortali per fare uscire dalle scuole quanti più promossi posssibili, come se scuola dell'obbligo sia sinonimo di obbligo d'avere un titolo di studi, meritato oppure no.
Proprio ieri Lettera43 pubblicava un bellissimo articolo sul merito nella scuola e sulla necessità di rippristinare il rigore e il valore della bocciatura come metodo per permettere ai ragazzi di maturare. Sarebbe un tema complesso e lungo da trattare, ma basti pensare che, come tutti sanno e fan finta di non sapere, dato che le circolari ministeriali parlano di ammissione agli esami con tutte sufficienze, i docenti sono costretti ad alzare i propri voti da insufficienze anche gravi al sei se il voto del consiglio di classe è a maggioranza per l'ammissione agli esami, con buona pace di un sacrosanto quattro preso per il totale rifiuto di una materia da parte di uno studente. Inoltre la politica della promozione a tutti i costi (o della scuola bella da vivere e con mille progetti dei presidi/manager) non ha fatto altro che svilire il ruolo dei docenti, sempre più persi nell'essere un surrogato deei genitori/assistenti sociali/educatori/amici/fratelli maggiori e sempre meno coloro che dovrebbero trasmettere delle conoscenze e delle competenze.
Tornando alla prova INVALSI, si può senza esitazione definirla una prova stupida: lo è perché non è sensato proporrre una prova in cui la fortuna possa avere un ruolo così alto come in un test in cui nella grande maggioranza delle risposte il candidato ha almeno il 25% se non il 50% delle possibilità di rispondere correttamente senza neanche avere letto la domanda; è una prova stupida perché non potrebbe essere altrimenti una prova che non sia tarata sulle competenze del SINGOLO, dopo che per un intero ciclo di studi l'alunno viene educato a sviluppare le SUE competenze, a valorizzare le SUE conoscenze e le SUE abilità. La prova INVALSI avrebbe senso in una scuola che dovesse abolire le prove e le programmazioni differenziate, sin dall'inizio del ciclo d'istruzione richiedere delle conoscenze e competenze perennemente standard e avere il coraggio di bocciare, al di là degli svantaggi economici, chi non dovesse raggiungere tali standard. Si parla di scuola del merito, ma nella pratica è proprio chi dirige la scuola che non vuole questi standard perché, oltre a creare potenzialmente un elettorato forte e consapevole, ovviamente verrebbero meno i fondi, il vil denaro, provenienti da quelle famiglie che fanno proseguire il ciclo di studi dei propri figli fino al tantoo agognato titolo confidando nella clemenza dei professori.
Ultimo dato, non meno importante per valutare la stupidità di una prova simile: ad oggi, l'esame di terza media è l'esame più complesso che i nostri studenti si trovano ad affrontare, ben più complesso della prova di maturità, della laurea o anche solo di un concorso pubblico. Una prova scritta di italiano, una di matematica, una prova di tecnologia, una di inglese e una di un'altra lingua, la prova nazionale INVALSI e infine il colloquio orale pluridisciplinare su tutto il programma dell'ultimo anno di studi. A tredici/quattordici anni, spesso, nel caso degli stranieri, con un'alfabetizzazione ancora scadente. Se per voi un esame del genere è normale, soprattutto nel caso di ragazzi che non hanno mai affrontato altri esami dato che quello della quinta elementare non esiste più...
Io oggi, guardando i miei alunni, le loro facce e i loro risultati, non riesco a dire di aver trovato dei ragazzi competenti o incompetenti, anche perché le risposte fornite dal ministero sono spesso alquanto contestabili. Invece ho visto dei ragazzi stanchi, dopo una settimana di prove scritte, di ripasso in vista del colloquio orale e sotto il sole che batteva a trentacinque gradi.
Questo per dire, se non s'era capito, che a me questa prova fa ampiamente schifo.
sabato 16 giugno 2012
Saint Seiya: apologia di un mito
Micromega online, Keynes e la crisi europea
mercoledì 13 giugno 2012
Tristano muore - Tabucchi
"Quando un elefante sente che è arrivata la sua ora si allontana dal branco, ma non va da solo, sceglie un compagno che vada con lui, e partono. Cominciano a camminare nella savana, spesso al trotto, dipende dall'urgenza del moribondo... e vanno e vanno, magari per chilometri e chilometri, finché il moribondo non decide che quello è il posto per morire, e fa un paio di giri tracciando un cerchio, perché sa che è arrivato il momento di morire, la morte se la porta dentro ma ha bisogno di collocarla nello spazio, come se si trattasse di un appuntamento, come se desiderasse guardare la morte in faccia, fuori da lui, e le dicesse buongiorno signora morte, sono arrivato... il suo è un circolo immaginario, naturalmente, ma gli serve per geografizzare la morte, se posso dire così... e in quel cerchio ci può entrare solo lui, perché la morte è un fatto privato, molto privato, e non ci può entrare nessuno oltre a chi sta morendo... e a quel punto dice al compagno di lasciarlo, addio e tante grazie, e quello ritorna al branco..."
martedì 12 giugno 2012
Contrappunti: sulle molto presunte innovazioni della Apple
Eppure, a ben guardare, non è certo l'innovazione la caratteristica dominante in questa azienda, anzi. A voler essere sinceri, Jobs ha avuto due idee veramente innovative, peccato non siano quelle per cui viene celebrato oggi. Quello che per tutti è il padre dell'Iphone dell'Ipad, ovvero due dispositivi che hanno diffuso tra il grande pubblico delle idee già presenti sul mercato, è in realtà il padre del computer da casa in senso stretto, con i suoi Mac, e della musica digitale divenuta di largo consumo, con i suoi Ipod. È poi curioso notare come entrambi i prodotti siano oggi gli unici in continuo e costante declino fra le creature della Apple.
Guardando invece l'Iphone e l'Ipad, si dovrebbe avere il coraggio di dire che entrambi questi prodotti portano all'estremo, migliorandone l'interfaccia, dei prodotti già esistenti, ovvero smartphone e tablet o tavolette digitali. Insomma, il vero merito della Apple dovrebbe essere quello di ottimizzare quanto già esiste, spesso razziato dal mondo UNIX.
Parlavamo di mondo UNIX: infatti questo mondo, poco conosciuto, è la vera fonte delle fortune di Jobs e soci, sia nel campo dei computer che degli smartphone. Facciamo degli esempi.
MAC non viene infettato dai virus
Vero, almeno come linea generale, se non fosse che Mac non viene infettato dai virus in quanto sistema su base UNIX che prevede, per modificare il sistema, un sistema di conferme tramite password ben noto a qualsiasi utente Linux. Insomma, non una vera innovazione, bensì lo sviluppo di qualcosa di esistente.
MAC non sporca il sistema quando disinstallo un'applicazione.
Stesso discorso fatto sopra: non è che Mac non sporca i sistemi, è che tutti i sistemi su base UNIX quando installano o disinstallano delle applicazioni prevedono delle modalità che in automatico, cercano o eliminano le dipendenze di volta in volta utili o ormai inutili. Stesso discorso di Linux insomma, cosa che chiunque ad esempio sia abituato ad un sistema Debian sa bene. Semmai il sistema adoperato da Apple, con un semplice drag and drop dell'applicazione da installare o rimuovere, è certamente più comoda degli altri sistemi sperimentati su base UNIX.
LAUNCHPAD è un menu innovativo

Innovativo un par di...
Launchpad, ovvero il menu di recente brevettato da Apple sui suoi Mac, spiattellando ovunque la vicinanza con IOS. Ecco, peccato che quando Launchpad veniva inserito nel sistema operativo della Mela, nel mondo Linux già si sperimentavano queste dash, guarda caso moooooolto simili, ovvero la dash di Unity e quella di Gnome Shell


SIRI, ovvero l'assistente vocale

SIRI, ovvero il sistema di riconoscimento vocale di IOS, capace di riconoscere voce e comandi dell'utente e renderli un'azione ben precisa. Sicuramente comodo, se non fosse copiato da un sistema molto simile presente sin da subito su Android, made in Google
One more thing...
Facetime, ovvero, la videochiamata ( -.-' )

Ricordo con quale enfasi Jobs annunciò facetime su Mac e Iphone, ovvero, niente meno che la possibilità di videochiamarsi fra diversi dispositivi. Sì, esatto, proprio una strabiliante innovazione. Aspettate, cosa dite, si chiamano videochiamate ed esistevano già da almeno un decennio, con miriade di applicazioni che permettevano di farle? Sicuramente vi sbagliate, su, con buona pace di Skype, tanto per fare un nome...

Gli esami che non finiscono mai
A tutti loro, comunque, va il mio in bocca al lupo, così come va ai miei ex alunni che si accingono, quest'anno, ad affrontare lo scoglio della maturità.
venerdì 8 giugno 2012
Se a scuola si parla di merito e meritocrazia
Se a scuola si parla di merito e di meritocrazia: forse allora bisogna anche chiarirsi sul significato dei termini, su che cosa chiediamo dai nostri ragazzi e perché, su che cosa chiediamo dalla scuola e perché.
Sta di fatto che le linee di pensiero sono spesso diverse e contrastanti, già solo perché il confine fra ciò che è disciplinare e ciò che è formativo in un senso più ampio non trova spesso un discrimine netto. Se si guarda alle tendenze della nostra scuola ci si rende conto di come si finisca troppo facilmente per caricare questa istituzione di valenze e funzioni che non sono le sue, che dovrebbero appartenere ad altri enti educativi e istituzioni, se non alla famiglia. La scuola deve fare ad un tempo da padre, madre, assistente sociale, centro ricreativo: se riesce, di tanto in tanto, insegnare anche delle conoscenze, ma sempre solo in funzione delle competenze da acquisire.
Però una volta per tutte diciamocelo che queste fantomatiche competenze che la scuola italiana tanto veementemente ricerca non sono altro che una brutta, bruttissima e inesatta traduzione delle skills di cui si parla on. Europa, più propriamente. Diciamoci anche che la scuola non può farsi carico dei fallimenti di tutto e tutti. Che la scuola non può e non deve essere lo specchio di un'Italia che carica sempre ogni suo sbaglio del peso dell'emergenza, pronta poi a massacrare gli insegnanti che non avranno saputo compiere il miracolo o prevedere il fallimento di ogni azione educativa.
E diciamoci pure che il lassismo a scuola non giova a nessuno, né ai ragazzi né ai docenti. Il voler pensare che ogni caso umano abbia diritto ad un titolo di studi è semplicemente dannoso, oltre che scorretto: ogni individuo ha diritto ad una formazione costante e ad un'istruzione nei limiti stessi della sua volontà, ma nessuno può essere obbligato a conoscere, né lo stato ha il dovere di certificare delle conoscenze che in realtà sono assenti.
Questo perché in questo modo si compie un danno verso coloro stessi che si crede di aiutare. Pensando di proteggere si buttano invece nella fossa dei leoni dei poveri sventurati. Si demoralizzano ad un tempo le eccellenze, coloro a cui si chiede di sputare sangue per poi vedersi riconosciuti gli stessi risultati di ignoranze certificate. Si demoralizzano infine gli insegnanti che più vogliono dare qualcosa ai propri alunni, sputtanando il loro lavoro, le loro richieste dai ragazzi, le loro aspettative e il loro impegno.
Ma non da ultimo dovrebbero sparire dalla scuola quegli insegnanti che nascondendosi dietro parole sante son pronti a lavarsi le mani, come Pilato, del destino dei propri ragazzi, e per tenere pulite le loro coscienze son pronti a buttare il bambino con l'acqua sporca.
martedì 5 giugno 2012
domenica 3 giugno 2012
The Pitt, R. Scott Gemmill
The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....
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Quella che leggete è la mia risposta alla lettera del collega Matteo Radaelli , pubblicata sul Corriere della sera giorno 2 settembre e onl...
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Per chi si chiedesse come fare ad allontanarsi dai social network dei broligarchi di Trump, un po' di alternative: 1. Friendica , la cos...
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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/7f/Tomba_Della_Fustigazione.jpg La sessualità nell’antichità viene spesso considerata ...















