domenica 29 gennaio 2012

Massimo Gramellini - Che tempo che fa 28/01/2012

L'appuntamento imperdibile con Gramellini

Umano, troppo umano - su Oscar Luigi Scalfaro

Noi italiani non ci smentiamo mai, né quando si parla di vivi né quando si parla di morti. Riusciamo insomma ad essere amabilmente mediocri in ogni situazione, e questo riguarda noi tutti, mica solamente noi popolino, ma anche i ceti che dovrebbero costituire l'intellighetia di questo stato.

Non per nulla, non temete, l'uomo dell'anno alla fine non sarà Mario Monti, bensì il capitano Schettino. E non per i suoi meriti o demeriti, chi davvero capisce qualcosa di nautica fra tutti coloro che oggi sparano sentenze sul naufragio del Giglio? No, Schettino sarà l'uomo dell'anno perché rappresenterà l'italiano medio genuflesso agli usi e alle abitudini imposte, senza capacità o voglia di prendersi le sue resposabilità. Sia chiaro, questo sia che sia tutto vero quanto raccontano giornali e media su quanto accaduto, sia che la verità sia un'altra e che Schettino sia solamente il capro da sacrificare sull'altare dei bebepensanti.

Tutto ciò accade puntualmente anche oggi, data in cui apprendiamo della morte di Oscar Luigi Scalfaro, ex Presidente della Repubblica, fra i più amati e allo stesso tempo odiati e contestati. L'uomo dell' "io non ci sto" quando i media lo misero al centro delle attenzioni per le indagini che lo coinvolgevano (ma che non si fece remore a condannare Silvio Berlusconi nella pubblica gogna mediatica, anch'egli ben lontano dai processi).

Oscar Luigi Scalfaro, oggi venduto come campione della laicità ma che nella sua vita ha sempre, onestamente in maniera aperta, professato il suo cattolicesimo e apportando il suo contributo di credente alla politica: mi spiace, il laicismo è ben altra cosa rispetto al pur rispettabile impegno dell'ex Presidente.

Oscar Luigi Scalfaro fu anche l'uomo che mise al potere due governi tecnici, quelli di Amato e di Ciampi, quando la crisi lo richiedeva. Ma che fece anche di tutto, diciamoci la verità, per far cadere il governo di Berlusconi e non si fece problemi a porre al potere persino una figura ben poco cristallina come quella di D'Alema. Un uomo ligio all'interpretazione autentica della carta costituzionale, si dice, ma va onestamente ricordato come ci fosse la sua mano dietro al ribaltamento delle forze in campo che gli permise, in seguito, di essere ligio al dettato della costituzione.

Quella di Oscar Luigi Scalfaro insomma non è l'immagine immacolata che oggi ci dipingono i media, in preda al buonismo post mortem, né la figura diabolica dei giornali berlusconiani; è piuttosto una figura umana, troppo umana, che prima di essere artefice dei nostri tempi ne è stata vittima, prova ne è stata la delusione crescente dei suoi ultimi anni di vita.

 

venerdì 27 gennaio 2012

Sul sindaco di Adro

 Leggo oggi, non senza un certo disgusto, le parole del sindaco di Adro contro il Presidente della Repubblica. Il figuro in questione non ha potuto fare a meno di inveire nei confronti del Presidente Giorgio Napolitano, reo di aver conferito l'onoreficenza di Cavaliere al buon cittadino della provincia di Brescia che si prodigò, mesi a dietro, per pagare le rette dei bambini del paesello che non avendole pagate (spesso perché indigenti) venivano esclusi dalla mensa scolastica. Tutti ricorderanno come il caso scosse parecchio l'opinione pubblica, ma mai quanto avrebbe realmente dovuto, probabilmente perché molte di quelle famiglie indigenti erano famiglie di immigrati.

Oggi il sindaco, incredibilmente ancora in carica malgrado aver più volte inveito contro la Repubblica e contro le massime istituzioni dello stato, sostenendo, tra le altre cose, di non fare capo a queste istituzioni ma solamente al suo presidente di partito, oggi dicevamo questo personaggio da racconto comico popolare ha sostenuto che il Presidente della Repubblica, dando a cani e porci le onoreficenze, finisce per sminuirne il valore.

Non posso non chiosare che anche gli Italiani, eleggendo cani e porci a sindaco, finiscono per sminuire il valore di questa istituzione.

martedì 24 gennaio 2012

Si scrive Grillo, si legge Gretto


Beppe Grillo che si scaglia contro la scelta de governo di favorire lo Ius Soli; chissà perché me lo aspettavo. Perché sono ormai anni che Grillo dice tutto e il contrario di tutto, maneggia internet dimenticando che si tratta di uno strumento e non di un dogma. Un personaggio che non dovrebbe avere alcun seguito, in un paese normale, e che invece sproloquia ancora, malgrado tutto. Forse sopravviverà ancora per qualche tempo, forse dobbiamo ancora metabolizzare la sperata fine del berlusconismo e di seguito, di tutti i figuri che ne hanno fatto da corollario, Grillo compreso.
Intanto siamo costretti ad attendere quando la smetterà con le sue buffonate e tornerà al suo mestiere, quello del comico.
Ah, sì, se non si è capito sono assolutamente convinto dello Ius Soli

Sul nuovo emendamento bavaglio sul web

 No, non siamo negli USA e non parliamo della tanto citata SOPA, siamo ben più miseramente in Italia e parliamo dell'emendamento del leghista Fva oggi approvato in commissione e in dirittura d'arrivo verso il parlamento che prevede, in pratica, che chiunque possa segnalare ad un provider un contenuto che ritiene illegittimo o illegale e pretenderne la soppressione, scavalcando l'AGCOM e ogni forma di garanzia sulla libertà di parola ed di stampa.

Si tratta chiaramente di una forma velata, neanche tanto in realtà, di censura. In questo modo si vuole porre un freno alla pirateria, si dice. Nella pratica tutto ciò avrà ben poche ripercussioni sulla pirateria, argomento su cui si dovrebbe discutere meglio e più nel merito; un simile provvedimento ha invece come scopo di ammazzare i blog e i giornali online, molto più indipendenti rispetto alla stampa cartacea di grande diffusione o, peggio, ai tg.

Immaginate la scena: prendete uno qualsiasi degli scandali che ha riguardato il passato governo, di fronte ad un povero blogger che avesse riportato la notizia, anche solo asetticamente, un qualsiasi militante politico avrebbe potuto intimare al provider che forniva lo spazio web di rimuovere i contenuti indesiderati, pena ripercussioni per via legale. Senza che, in tutto ciò, si entrasse mai nel merito della questione, ovvero se quanto scritto dal blogger o da un qualsiasi sito corrispondesse a verità.

Non ci resta che sperare in una forma di ripensamento dei parlamentari ma, visti i bei tipini che siamo riusciti ad eleggere, concedetemi un bel po' di pessimismo.

lunedì 23 gennaio 2012

L'Italia dei tuttologi

 L'Italia è un grande paese, lo dimostra negli intellettuali a cui dà lustro e risalto mediatico. Come quelli che ogni giorno illuminano le nostre vite con profluvi di sapere, loro che sono dotti di tutto e su tutto. Ed eccoli a discutere, animatamente talora, del tutto e del niente, perché tutto sanno, loro.


 Li vedi rincorrere il gossip così come l'ultima finanziaria: inseguire il ministro e la soubrette, discorrere di mafia e di Sciascia sì come delle evoluzioni acrobatiche del Capitan Schettino. Tutti parimenti dotti, tutti parimenti pronti a rendere noi stessi dotti, un pelino meno di loro però, non sia mai che noi gli si voglia rubare arte e mestiere.

L'Italia di chi tutto sa ma nulla conosce forse davvero, di chi ostenta la sua conoscenza prima ancora di possederla. L'Italia di chi il giornalismo se lo inventa scavando nel torbido, se necessario inventando, perché prima viene il risultato, prima vengono le ideologie che si professano morte

 L'italia di chi non ha pudore ad inseguire gli autotrasportatori che protestano, agghindati nei loro pellicciotyi, scorrazzando di casa in casa, che tanto nessuno conosce a chi appartengano quegli edifici. L'Italia di chi non s'è mai genuflesso per avere un incarico, forse perché a leccare regali deretani e a suggere ignominiosi augelli c'era riuscito, potere della scienza, già in piedi

 

Luciana Littizzetto 22 - 01 - 2012

Sulla pratica tutta italiana di essere tuttologi, sulla pace armata fra Maroni e Bossi e varie ed eventuali dall'Italia



domenica 22 gennaio 2012

I Maxiata, quando si può essere degli ottimi cantautori senza rinunciare alle nuove musicalità

Oggi vi vorrei parlare di un gruppo abruzzese, i Maxiata, poco noti, purtroppo. Ascolto i Maxiata già da un po' di tempo, ne seguo di tanto in tanto le gesta di questa formazione, un gruppo rock caratterizzato soprattutto dalla splendida voce del cantante e dalle ottime musicalità di chitarra e tastiere.
I Maxiata, tra le altre cose, sono autori di quella che è forse la canzone più sincera sulla disgrazia de L'Aquila.


Vi lascio con altri due video, due canzoni che in modo diverso mi piacciono, un pezzo puramente rock come Scalda il sangue


e una ballata, Quando nasce il grido

Massimo Gramellini - Che tempo che fa 21/01/2012

Pubslush: l’editoria fatta dalla gente per la gente

Pubslush: l’editoria fatta dalla gente per la gente:
pubslush

Slush pile è quella pila formata dai manoscritti che gli aspiranti scrittori mandano di loro iniziativa agli editori, nella speranza di essere letti e pubblicati. Quando non sono cestinati finiscono per essere accantonati o smollati allo stagista di turno che si metterà a sfogliarli alla ricerca del next big thing.


E’ raro, ma capita che alcuni scrittori, dopo anni di rifiuti, siano ripescati proprio da questa pila e si prendano una gran bella rivincita diventando casi editoriali senza precedenti, come è capitato per la Meyer o per la Rowling.


Ed è proprio pensando alla faticosa vicenda editoriale del suo romanzo preferito, Harry Potter, e riflettendo su quanti altri romanzi straordinari probabilmente ogni anno finiscono nel dimenticatoio senza essere neanche aperti, che Jesse Potash ha concepito la sua casa editrice social e no-profit, PUBSLUSH.


Lo scopo del progetto è dare l’opportunità agli autori emergenti di farsi leggere, la novità è che a decidere chi merita di essere pubblicato non è uno solo, l’editore, ma sono almeno 2000 persone tra le più qualificate a farlo: i lettori.


Seppur con qualche differenza, il principio è quello della Freemium Fiction cinese di cui abbiamo parlato recentemente, ovvero mettere in contatto scrittori editori e lettori e farli cooperare a tutti i livelli del processo editoriale, dalla scoperta del nuovo talento alla sua pubblicazione.


Come funziona. Per prima cosa lo scrittore pubblica sul sito 10 pagine e un sommario del suo romanzo. Il lettore, previa registrazione, è libero di navigare tra i vari profili e accedere inizialmente a una breve panoramica, poi a una descrizione più approfondita e infine all’estratto di 10 pagine. Se il libro lo intriga a tal punto da voler continuare la lettura, lo pre-ordina, cioè dà il suo supporto ma paga soltanto nel momento in cui questo viene effettivamente dato alle stampe, eventualità che si verifica con il raggiungimento di 2000 “slusher”, supporter.


Rispetto a Kickstarter o altri servizi di crowd-sourcing e self-publishing, PUBSLUSH garantisce la qualità della pubblicazione perché mette a disposizione i servizi di una casa editrice e si fa carico interamente dei costi di editing, stampa, marketing e distribuzione. L'autore riceve le royalties – 5,000 dollari al raggiungimento dei 2000 supporter e poi una percentuale sulle vendite – e detiene il copyright.


Non è tutto, alla base del progetto c’è una nobile causa: contribuire all’alfabetizzazione infantile. Per ogni libro pubblicato, un libro è regalato a un bambino bisognoso o comunque l’equivalente del suo valore è investito in progetti di educazione e lotta alla povertà.



Viviana Lisanti







In morte di Vincenzo Consolo

In morte di Vincenzo Consolo:

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Vincenzo Consolo secondo Carla CeratiNon aspettatevi un coccodrillo. Non avevo pezzi pronti nel cassetto per la morte di Vincenzo Consolo. Non ce li avevo semplicemente perché, nonostante l’età avanzata e la lunga malattia, ho sempre creduto che non potesse andarsene così… e invece, con mio sommo disappunto, lo ha fatto davvero. Ha riunito le immagini della sua Sicilia d’origine, stampate nella retina come splendidi presepi viventi, gli anni di impegno giornalistico, i suoi numerosi scritti, il grosso pezzo di secolo che ha attraversato e Milano, la città nella quale viveva dal fatico ‘68 e anche il luogo in cui ha visto la fine.

Ne ha fatto un fagotto leggero e se ne è andato così, sottobraccio con un anno che farà a meno di lui come ha fatto a meno, già prima di nascere, del suo grande amico Sciascia, ritrovandosi congenitamente orfano di forti guide. Un po’ come quel Sud fiero e ferito dei romanzi che, da narratore fedele alla missione civile dell’intellettuale, impreziosiva di vita e di lotta, un po’ come l’intero paese, in balia di separatismi e provincialismi, che non avrebbero potuto essere più alieni dal suo sereno spirito di apertura.

Se ne è andato Vincenzo Consolo, rivelato alla scrittura con “Il sorriso dell’ignoto marinaio” (1976), collaboratore in Rai, consulente editoriale per Einaudi e Premio Strega 1992. Una figura dall’ombra densa di significati, come emerge nello spezzone di intervista che riportiamo:

[…] Negli anni in cui ho scritto “Retablo” c’era l’esplosione della contestazione giovanile per cui i teorici dicevano che bisognava leggere soltanto saggistica e che la letteratura era un’attività borghese. Mi sembrava enorme questa faccenda qui e allora ho pensato di rivendicare quello che era il ruolo della letteratura e della poesia. […] Soltanto la letteratura può rappresentare quelli che sono i sentimenti dell’uomo.[…]

Immagine di Carla Cerati, tratta da Scena e fuori scena, Electa, Milano,1988

Via | mezzocielo.it

In morte di Vincenzo Consolo é stato pubblicato su booksblog alle 23:32 di sabato 21 gennaio 2012.





venerdì 20 gennaio 2012

Presentazione di Come una storia, live from Cremona


Giorno 16 Febbraio 2012, dalle ore 17:30 alle ore 18:30 presso il Ristorante la Granda

via Jacini 51Casalbuttano ed Uniti


Presentazione del libro Come una storia, di Sebastiano Valentino Cuffari, cui seguirà un breve aperitivo



Juan Sebastian Anlachi è un uomo qualunque alle prese con le disavventure della vita ordinaria; soffre da qualche tempo di una frequente stanchezza, tanto da mettere a repentaglio il suo quieto vivere. La ricerca delle cause dei suoi problemi lo porta a mettere in luce una vita inattesa e parallela, fino ad essere coinvolto in un gioco folle di visioni, passioni e omicidi

IL libro è inoltre acquistabile in formato cartaceo richiedendolo dalla seguente pagina su ilmiolibro.it, sul sito de laFeltrinelli al seguente link e in formato ebook su Amazon

giovedì 19 gennaio 2012

Scarpe rosse

Scarpe rosse:

di Marilena Renda


Il mio lavoro di insegnante ha pochi piaceri. Uno di questi, lo ammetto, è dare vita alla scena che segue. Arriva sempre un giorno, di solito alla fine dell’anno scolastico, in cui decido di leggere alla classe Scarpette rosse, la mia fiaba preferita di Andersen. La prima volta che decisi di raccontarla le portavo proprio, le ballerine rosse (forse volevo inconsapevolmente incrementare l’effetto cruento). Dunque, quel giorno lessi la fiaba, e una bambina dal volto perfettamente innocente guardò il libro, poi guardò le mie scarpe ed esclamò, con aria di vero spavento: “Stai attenta, professoressa!”.


Questo per dire che da qualche anno a questa parte Scarpette rosse è la mia favola identitaria: mi identifico perfettamente in questa fiaba, e quasi solo in questa. La mia passione per questa storia ha un carattere maniaco ed esclusivo che per un certo periodo ha pressoché escluso che io potessi provare un interesse dello stesso genere per qualsiasi altra storia. Questa mia identificazione assomiglia alle convinzioni che ho formulato nel corso degli anni sulla mia natura e sul mio destino: incontrovertibili, a prova di esperienza, a volte incrollabili senza alcuna giustificazione. D’altra parte, non è così anche nelle fiabe? Per quale ragione una storia in cui una fanciulla si incapriccia di un paio di scarpe rosse e le indossa deve finire con un boia che le taglia i piedi? Non ha logica, eppure va bene così.


La fiaba inizia con una situazione di perfetta povertà in cui la fanciulla si sostenta a malapena ma c’è un principio femminile buono (la vecchia calzolaia) a darle il poco che le serve (le scarpe rosse goffe ma fatte a mano con i materiali a disposizione della vecchia). Una situazione di autarchia emotiva in cui il bisogno è sempre naturale, il corpo soffre per l’azione del vento e della pioggia, lo stomaco soffre la fame, ma esistono solo bisogni primari, che vengono soddisfatti in modo semplice e naturale, il desiderio è misura di se stesso e non si perde mai.


Tutto si ribalta (in questa fiaba di doppi opposti, o di personaggi che appaiono e ricompaiono all’improvviso, vagamente minacciosi, nella foresta o di fronte a una chiesa) allorché entra in scena la vecchia signora imponente e ricca; al desiderio-in sé subentra il desiderio fuori-di-sé, soddisfatto dall’esterno, dettato dal denaro. Non un vero desiderio, piuttosto una sua contraffazione commerciale. La situazione cambia di segno: alla povertà si sostituisce la ricchezza, e la fanciulla, abbacinata dal nuovo, dimentica ciò che le era proprio e trascura il desiderio che le somigliava tanto. Attratta dall’idea di una vita facile in cui siano gli altri a provvedere alle sue necessità accetta di seppellire le scarpe vecchie e di lasciare agli altri la cura di sé.


Ma gli altri conoscono i suoi desideri? La fanciulla, che vede il luccichio della bellezza nello specchio che riflette la sua immagine, si illude di sì, crede a chi promette cibi sopraffini, si affida al baluginio della ricchezza. Il desiderio delle scarpette rosse, che le si accende nel cuore fino a sopraffarla, la porta fuori di sé e la spinge alla coazione del movimento. Se non puoi fermarlo, però, non può essere un movimento buono. Da un lato all’altro del piccolo mondo della fanciulla rimbalzano figure maschili vagamente demoniache: il boia, il vecchio soldato con le stampelle e la barba rossa che le fa i complimenti cercando una complicità fuori dall’umano (non è sano, non ti fidare, direbbe la vocina interiore, se la fanciulla la potesse sentire); in un’altra versione c’è addirittura un vecchio calzolaio zoppo (anche qui, la vocina dovrebbe suggerirle: come può un calzolaio zoppo fare scarpe in cui si cammina senza farsi del male?).


Per il tormentato Andersen la dismisura era peccato, dannazione, promessa di morte. Avrà pensato, il rosso può portarmi fuori di me e dalla grazia e farmi perdere per sempre la strada e la ragione, tanto che alla fine del viaggio non troverò più niente di familiare. Eppure, cos’è familiare? Cosa posso sopportare? Fin dove mi posso spingere? Cosa mi può realmente uccidere? Il tintinnio delle scarpette diaboliche riporta per un attimo sulla tomba della vecchia signora, che nel frattempo è morta. E in effetti come non danzare sulla testa dei morti? Come non festeggiare l’esultanza di essere vivi? E chi non ha mai danzato sulla testa di un cadavere non sa cosa voglia dire la colpa (la gioia è fatta sempre di piccole stringhe rosse).


Quando usciamo fuori di noi per incontrare il desiderio degli altri pensiamo: sarò forte abbastanza da sopportarlo, non mi ucciderà, imparerò a sopportare il dolore semmai, perché è così che si fa. Sopporterò i segni rossi che mi fanno le scarpe nuove, perché ballare mi piace troppo, e di ballare non posso fare a meno. L’ultimo pensiero che pensano i piedi prima di essere separati dal corpo e andare in giro come lucertole tagliate a metà, è un pensiero di forza, un’illusione di forza. Solo che Andersen lo sapeva, che superato il limite che le nostre stesse mani hanno stabilito possiamo solo rimanere schiantati.



*****

Scarpe rosse


di Anne Sexton


traduzione di Marilena Renda


Abito nel cerchio

della città morta

e mi allaccio le scarpe rosse.

Tutto ciò che era calmo

è mio, l’orologio con la formica,

le dita dei piedi, allineate come cani,

il fornello, molto prima che bollisca il rospo,

il salotto, bianco d’inverno, molto prima delle mosche,

la cerva distesa sul muschio, molto prima della pallottola.

Mi allaccio le scarpe rosse.


Non sono mie.

Sono di mia madre.

Sua madre prima di lei

le lasciò come cimelio

ma le nascose come lettere vergognose.

La casa e la strada a cui appartengono

sono nascoste e le donne, anche le donne

sono nascoste.


Tutte quelle ragazze

che indossavano scarpe rosse

salirono su un treno che non si fermò.

Le stazioni fuggirono come spasimanti e non si fermarono.

Danzarono tutte come la trota all’amo.

Furono tutte ingannate.

Si strapparono le orecchie come spille da balia.

Le loro braccia si staccarono e diventarono cappelli.

Le loro teste rotolarono e cantarono per la strada.

E i loro piedi – o Dio, i loro piedi al mercato –

i loro piedi, due scarafaggi che corsero verso l’angolo

e poi danzarono orgogliosi.

La gente esclamava: sicuramente,

sicuramente sono meccanici, altrimenti…


Ma i piedi andarono avanti.

I piedi non si fermarono.

Tesi, come un cobra che ti vede.

Erano un elastico tirato,

erano isole durante un terremoto,

erano barche che si scontrano e affondano.

Tu e io non contavamo.

Non potevano ascoltare.

Non potevano fermarsi.

Quello che facevano era la danza della morte.


Quello che facevano li avrebbe ammazzati.




Qui l’originale.


*****

Altre fiabe


Azzurra D’Agostino, L’arte è una bestialità. Una lettura de “I musicanti di Brema”


Questo è un articolo pubblicato su Nazione Indiana in:

Scarpe rosse



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Miur condannato a pagare scatti di anzianità anche per supplenze al 30 giugno

Miur condannato a pagare scatti di anzianità anche per supplenze al 30 giugno:

Avv. Elisabetta Munaron* - Con sentenza parziale n. 45 del 18.01.2012 la Corte d’Appello di Torino ha condannato il MIUR a corrispondere gli scatti di anzianità per il servizio prestato dalla docente precaria anche nel caso in cui quest’ultima abbia ricoperto nel corso degli anni “cattedre di fatto”.


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iBooks 2: Apple fa scuola

iBooks 2: Apple fa scuola:
photo_2

Oggi alle 16.00, ora italiana, Phil Shiller ha presentato le ultime novità software di Apple. Le attese erano alte, anche se era ormai chiaro che le novità avrebbe riguardato il settore eBook.


Rispettando la liturgia della presentazione Apple, Shiller ha iniziato col descrivere lo stato dell'arte nell'ambito educativo americano. Le nuove problematiche, le nuove soluzioni, l'uso in classe dei device Apple e (rullo di tamburi) iBooks 2. Una complessa operazione che si declina in tre fasi, o meglio in tre software: iBooks, iBooks Author e iTunes U.


Con l'aggiornamento appena rilasciato (anche per l'Italia) di iBooks sarà possibile acquistare e gestire i nuovi Textbooks: libri di testo in un formato nuovo e interattivo che potranno contenere video, audio, modelli 3D e quant'altro. Qualcosa di simile a quello che fece Al Gore con il suo Our Choice.


Ma non c'è solo la distribuzione nei progetti di Apple. Grazie a iBooks Author ogni utente MAC potrà usare i suoi contenuti per creare, in modo semplice e intuitivo, veri e propri Enhanced Book. E magari anche rivenderli sulla piattaforma Apple e aggiornarli in seguito senza spese aggiuntive per gli studenti. Ma non basta. Una nuova App, iTunes U, permetterà di accedere a contenuti specifici per l'educazione e metterà in contatto diretto alunni e docenti.


Neanche a dirlo iBooks 2 è stato subito trending topic universale su twitter e basta guardare il flusso di tweet per capire l'importanza dell'annuncio. Al di là delle polemiche che sicuramente nasceranno su nuovi formati proprietari e sistemi chiusi, la portata innovativa del progetto è innegabile. Con oggi Apple fornisce a chiunque uno strumento completo per cambiare il mondo dell'educazione e della scuola. Si apre, insomma, un mondo di prospettive e possibilità che fino ad ora erano pensabili solo in teoria.







mercoledì 18 gennaio 2012

Forconi e la rivolta sicula che non si vede


  1. Mentana sensibile su tutto, ma non su #Forconi e #FermoSicilia. Il suo TgLa7 fa un silenzio assordante.
    Se volete sapere di più sui #Forconi basta sintonizzarsi sul canale 823 di Sky. (via @GiuseppeFalci) #FermoSicilia
    goku diventa super sayan e diventa TT la #sicilia rivoltosa da 3 gg, ignorata…comincia a deludermi pure twitter #forconi
    siciliani su twitter, adunata per rendere #forconi l'hashtag più letto @GabrieleBrawler @lucapoison @AlboAbourt @LadyMaryJ @Ekofender
    "@ForzadUrto: undefined; #Sicilia bloccata dal #movimento dei #forconi Ecco uno dei siti piu' attivi della protesta
    RT @LORD_IO: #fermosicilia #forconi Perchè non bloccare collegamenti con resto d'italia e riaprire quelli nostri interni ? Loro senza benzine e primizie!
    RT @WatchmenUno: Raga cercate d capire x bene cs stanno facendo in Sicilia #Forconi xkè qst è l'Italia e qst cambia le cs,prendiamone esempio @retwitto_tutti
    #fermosicilia #forconi Perchè non bloccare collegamenti con resto d'italia e riaprire quelli nostri interni ? Loro senza benzine e primizie!
    continua lo sciopero in sicilia sopranominato il movimento dei #forconi e anke l'indifferenza di ttt i tg su questo movimento
    RT @songominollo: Clini:2 settimane per recuperare il carburante della #Concordia-i #Forconi siciliani:mandateci noi e in 2 ore benzina non ce n'è più #giglio
  2. Qualcuno per caso boicotta i #forconi?
    Movimento dei #Forconi: Richiesta Interrogazione parlamentarebit.ly/xnDTt2 SPERIAMO BENE...
  3. RT @blogsicilia: #Cia: “#Protesta comprensibile, ma non può essere condivisa”. Chiesto l'intervento del #Viminale. #Forconi #Sicilia ow.ly/8xWWt
    RT @blogsicilia: #Cia: “#Protesta comprensibile, ma non può essere condivisa”. Chiesto l'intervento del #Viminale. #Forconi #Sicilia ow.ly/8xWWt
    #forconi ma immagino che andate fieri del sostegno di Scilipoti, oltre a quello di Forza Nuova... e il camerata Saja? simpatizza anche lui?
  4. #Cia: “#Protesta comprensibile, ma non può essere condivisa”. Chiesto l'intervento del #Viminale. #Forconi #Siciliaow.ly/8xWWt
    Movimento dei forconi: la rivolta è arrivata a Cosenza:youtu.be/IVU7pUdCa7Q via @youtube #fermosicilia #forconi #avolainlotta
    RT @almasema: finiamo di giocare con #can't live without jonas e facciamo i seri con i #forconi ?
    #fermosicilia #forconi certo che twitter non lo utilizzate molto bene. Eppure dovrebbe essere ricco di notizie
  5. Clini:2 settimane per recuperare il carburante della #Concordia-i #Forconi siciliani:mandateci noi e in 2 ore benzina non ce n'è più #giglio
    Ok i siciliani protestano autoaffamandosi, ma x cosa ? #forconi.
    Lo sciopero a oltranza in Sicilia può diventare come la rivolta di Reggio del 1970? Ragioniamoci su #Forconi #sciopero #autotrasporti

The Pitt, R. Scott Gemmill

The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....