Post

Considerazioni a margine di un anno da formatore sull'IA a scuola

Immagine
Durante quest'anno scolastico ho tenuto e sto tenendo tre corsi di formazione sull'uso dell'IA a scuola, oltre a due webinar per l'AICC. Quelle che seguono sono delle considerazioni che vengono fuori da diverse letture e dalla riflessione sulle richieste e le domande che mi sono state poste durante questa esperienza da formatore.  Occorre non avere a prescindere paura dell'IA, ma trattarla come lo strumento che è, senza darle una veste antropomorfa ma conoscendone le caratteristiche. Ecco che allora sembrano utili categorizzazioni dell'atto cognitivo prodotto con l'IA e tramite l'IA, definito come atto cognitivo midtended, a metà tra l'atto cognitivo intenzionale (quello frutto della pura riflessione del cervello, per tagliarla semplice) e l'atto cognitivo esteso che si realizza tramite il nostro corpo o strumenti che adoperiamo. L'IA è uno strumento, ma è uno strumento che appare dialogare con noi, come negli atti cognitivi sociali, ma il su...

Webinar Formazione IA x IA, l'intelligenza Artificiale per Insegnare l'Antico, AICC 2025

Immagine
Pubblico  la playlist con una serie di webinar, due dei quali miei, sull'integrazione dell'intelligenza artificiale nell'insegnamento della storia antica e delle lettere classiche. Ringrazio Gianfranco Mosconi per l'occasione.  

La scuola contemporanea, le commissioni passatiste e i fuffologi alla Galimberti

Immagine
Davvero, chi pensa di poter parlare di scuola alla luce della propria esperienza personale come studente, di magari trenta, quaranta o cinquant'anni fa, dovrebbe avere l'umiltà per capire che insegnare oggi è totalmente diverso da quanto si faceva anche solo alla fine del XX secolo.  Intanto perché il mondo oggi è diverso: un po' di date, 1993 (data simbolo negli USA) e 1999 in Italia, sono due spartiacque, è il momento in cui internet diventa di larga diffusione. Oggi l'aula è iperconnessa, vuoi per gli strumenti che adoperiamo, come le LIM, i pc, magari anche i visori per realtà virutale o aumentata, vuoi per gli strumenti che vorrebbero bandire o vorremmo orientare verso l'apprendimento, tablet e smartphone per non fare nomi.  Ancora: la legge 170 del 2010 ha finalmente riconosciuto l'esistenza e il diritto allo studio a quella platea di student* con bisogni educativi speciali che prima, con arroganza (Galmberti docet) non volevamo vedere ed espellevamo dalla...

Iniziando a pensare alle alternative ai social che appoggiano le politiche di Trump

Immagine
Per chi si chiedesse come fare ad allontanarsi dai social network dei broligarchi di Trump, un po' di alternative: 1. Friendica, la cosa più simile a Facebook, che in realtà è una sorta di contenitore open source a cui si possono appoggiare progetti locali. Il progetto italiano più avanzato che usa Friendica è Poliverso. Ancora non possiede una vera e propria app dedicata per dispositivi mobili e, va detto, l'esperienza per l'utente medio che viene da Facebook non è altrettanto intuitiva. Per certi versi anzi sembrerebbe di essere tornati a Myspace (cosa che, magari non è poi così malvagia). 2. Mastodon, con sede legale in Germania, ha un'interfaccia grafica e un'impostazione più simile all'ex Twitter. Anche Mastodon funziona su server locali: quello più frequentato dagli italiani è Mastodon.uno. Ugualmente, come per Friendica, una volta che ci si è registrati su un server locale si può tranquillamente interagire anche con altri server e utenti che vengono da al...

Di AI, presidenti degli USA e del linguaggio

Immagine
Uno dei leitmotiv della polemica contro il politicamente corretto e il linguaggio inclusivo, anche da sinistra, è il mantra del "vi occupate di parole e non di fatti", spesso a sottintendere che discutere del linguaggio con cui chiamiamo cose e persone sia ininfluente e che si vuole colpire discriminazioni e storture della società bisogna guardare altrove. Questa impostazione soffre di almeno due grossi problemi, uno di carattere metodologico, l'altro epistemico.  Il primo: in maniera molto banale, occuparsi del linguaggio con cui parliamo della realtà non impedisce contemporaneamente di occuparsi anche della realtà; l'una cosa non esclude a priori l'altra, e creare false dicotomie non serve a risolvere i problemi, serve solo a marcare il territorio della propria azione rivendicandone una superiorità morale rispetto ad ogni altra azione possibile. Il secondo: è da Wittgenstein in poi che almeno una parte della riflessione sul linguaggio e sulla sua rel...

Sul ritorno del Latino alle medie

Immagine
Sono un laureato in lettere classiche, un insegnante, e posso tranquillamente certificare che le materie che adoro, le lingue antiche e la storia antica, non servono per migliorare le competenze logiche. O meglio, lo studio di queste discipline può dare un contributo allo sviluppo di queste competenze, ma non per meriti intrinsechi. Per sviluppare competenze logiche serve studiare con metodo qualcosa, qualsiasi cosa, e chi sostiene la preminenza del latino e del greco nel miglioramento delle competenze logiche semplicemente non ha studiato nulla su questo argomento e parla a vanvera.  C'è da sapere infatti che il metodo dell'insegnamento del latino, in un certo senso anche quello del greco antico, risente ancora delle vicissitudini storiche del XIX secolo. Questo modello non risale all'antichità o al medioevo, bensì alla Prussia ottocentesca, ed ha come fine l'addestramento all'ordine e all'obbedienza alla norma (cosa che coincide con l'affermazi...

Le lacrime degli eroi, Matteo Nucci

Immagine
In Le lacrime degli eroi Matteo Nucci si concentra su un aspetto non marginale della visione omerica della vita, la concezione delle lacrime come autentica espressione dell'eroismo. Nel suo saggio l'autore intreccia magistralmente filosofia e letteratura per tracciare un percorso che dalle lacrime di Odisseo e Achille conduce fino alla razionalità platonica, rivelando quanto abbiamo perduto nel considerare l'emotività come antitesi della forza. Nucci osserva come nell'epica omerica il vero eroe non sia colui che reprime le proprie emozioni, ma chi sappia viverle pienamente mantenendo il controllo. Achille, l'eroe per eccellenza, piange copiosamente la morte di Patroclo, ma quelle lacrime non lo rendono meno temibile - al contrario, alimentano la sua areté, la sua eccellenza guerriera; piange Teti, sua madre, prefigurandone il destino; piange Patroclo, prima di morire, nel vedere gli Achei arretrare. Lo stesso vale per Ettore, che non nasconde il proprio dolore davan...