martedì 29 agosto 2017

Ghost in the shell, Robert Sanders


Ghost in the shell, film diretto da Robert Sanders, è il remake dal vivo dell'omonimo film di animazione giapponese, tratto dal manga di Masamune Shirow, edito nel 1989.
Il film si fregia di un buon cast - tra gli altri attori, spicca, non senza aver suscitato polemiche, la presenza di Scarlett Johansson - e di un discreto budget speso per la ricostruzione della futuristica Hong Kong.
La trama ripercorre più o meno fedelmente il film d'animazione fonte d'ispirazione, a parte delle scelte, evidentemente compiute per semplificare la vita al pubblico contemporaneo, come il racconto dell'incidente che coinvolge Batou.
Tutto il film si concentra sulla questione della distinzione tra artificiale e umano: in un mondo in cui gli innesti artificiali nei corpi umani sono all'ordine del giorno, si può considerare umana una donna il cui corpo sia per intero una macchina e di cui rimanga solo il cervello? Una simile donna, in balia della sua azienda produttrice, che diritti e doveri ha?
Se il plot del film rimane fedele all'originale, ciò che manca è la primigenea potenza evocativa: Scarlett Johansson è fuori luogo e, soprattutto, l'impatto filosofico della storia si perde nella ricerca dell'effetto speciale. Si guardi per esempio alla potenza evocativa dei paesaggi, che, come sostiene Nerdwriter, nell'originale creano lo straniante e caratteristico effetto eterotopico, purtroppo assente in questo remake.



Un'ultima nota, ancora sull'aspetto visivo del film. Milioni di dollari spesi in computer grafica, in questo caso, non valgono uno yen speso in buoni disegnatori con conoscenze artistiche e filosofiche che, come in Akira, sono capaci di rendere l'atmosfera cyberpunk molto meglio, e questo è un paradosso, di qualsiasi computer.

giovedì 24 agosto 2017

Ciò che non fecero i barbari a Roma...

Foto: Corrieredellosport
È sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere lo scempio che sta accadendo in questi giorni a Roma. Per chi non sapesse val bene fare un breve riassunto: negli scorsi giorni Comune  e Questura hanno fatto sgomberare un palazzo occupato abusivamente da richiedenti asilo e profughi legalmente presenti in Italia e spesso integrati nel tessuto sociale della città. A questi profughi e richiedenti asilo, non clandestini ma persone legalmente presenti in Italia, occorre ancora ricordarlo, nel corso degli anni non era mai stata offerta una sistemazione decente e se di questo non può essere fatta colpa esclusiva all'ultima giunta, quella della Raggi, anche questa però deve addossarsi la responsabilità di non aver fatto nulla nel periodo del proprio governo a parte sgomberi forzati e inconcludenti. I profughi e i richiedenti asilo, in attesa della proposta di sistemazione proveniente dal Comune o da privati, sono rimasti accampati a Piazza Indipendenza, senza servizi sanitari e senza sapere fino a quando uomini, donne e bambini sarebbero rimasti in quella condizione, almeno fino ad oggi. Questa mattina infatti la barbarie si è perpetrata, quando alle prime luci della giornata la polizia, sostenendo di essere stata attaccata con il lancio di più bombole di gas, anche se le immagini ne mostrano soltanto una, proveniente dal palazzo, in particolare dal primo piano, dove era stato concesso di rimanere ad alcune famiglie le cui condizioni sanitarie del tutto particolari impedivano lo sgombro, la polizia dicevamo ha sgomberato la piazza svegliando spesso i migranti con getti di idranti, che hanno tra l'altro colpito e rovinato in alcuni casi i beni delle persone accampate in piazza, in modo da liberare il luogo. Per fare tutto ciò non si ha avuto riguardo per i bambini o per le donne, comprese quelle incinte.
Che quanto è accaduto sia uno dei peggiori esempi della barbarie che sta colpendo il nostro paese ne è riprova non l'opinione di un buonista radical-chic come potrei essere io, ma quanto denunciato dai rappresentanti ONU a Roma, che per primi hanno condannato quanto accaduto e dichiarato pubblicamente come le proposte di sistemazione venute dal comune siano impraticabili per i rifugiati, perché comporterebbero la scissione dei nuclei familiari o il trasloco a centinaia di chilometri di distanza di lavoratori integrati nel tessuto sociale e di bambini già iscritti nelle scuole romane. Già negli scorsi giorni Medici Senza Frontiere avevo denunciato come non ci fosse alcuna cura delle condizioni sanitarie degli sgomberati e ancora oggi la ONG si è trovata da sola sul campo a curare i contusi e i feriti nello sgombero.
Oltre i fatti, che già mostrano uno scadimento morale e culturale del paese, ancor di più preoccupa come gli eventi qui riportati lascino del tutto indifferente l'opinione pubblica, concentrata sulla paura di un pericolo terrorismo alimentata da forze politiche irresponsabili, ma che sono esse stesse specchio di un sentimento purtroppo comune nel paese, un paese incapace di assumersi le proprie responsabilità riguardo agli accadimenti internazionali e alla crisi economica locale, intento solamente a trovare un capro espiatorio nel più debole di turno.

mercoledì 2 agosto 2017

Questa è l'acqua, o del perdere la propria umanità tra razzismo e ridicolo












In questi giorni  Vice ha pubblicato uno studio sui legami tra gruppi Facebook e movimenti xenofobi e razzisti di estrema destra . Secondo il giornale online il legame sarebbe facilitato dal fatto che i social network aggregano molto facilmente e senza particolari forme di moderazione gruppi di cittadini, spesso caratterizzati proprio dallo spiccato spirito identitario e localistico, humus ideale per la propaganda di estrema destra di movimenti che, altrimenti, probabilmente potrebbero contare su una minore risonanza e un minor consenso. Dall'analisi del sito risulta anche chiaro come questi gruppi siano facilmente luoghi di diffusione di notizie false e di disinformazione, quasi sempre di carattere parascientifico o xenofobo. Bisogna d'altro canto dire che, soprattutto per quanto riguarda la propaganda parascientifica, essa non riguardi solo i gruppi identitari di destra ma sia tristemente distribuita anche attraverso gruppi caratterizzati più spiccatamente per ceto sociale o interesse politico anche di sinistra o estrema sinistra (si pensi alle prime istanze sulle presunte scie chimiche o antivacciniste).
Per quanto riguarda gli esempi di propaganda parascientifica, un esempio è stato pubblicato su questo blog.  Invece, per quanto riguarda la propaganda xenofoba, due casi recentissimi sono saliti alla ribalta, uno proveniente dalla Norvegia, l'altro dalla italianissima Palermo.
Viene oggi ripresa un po' su tutti i giornali  la notizia del gruppo nazionalista che lamentava l'invasione di donne in burqa sugli autobus , malgrado la foto in realtà riprendesse dei normalissimi sedili sgombri di passeggeri e che, solamente per un effetto ottico, quelle sedie potessero assomigliare a delle donne vestite col tipico abito di una parte dell'Islam. Invece è già di qualche giorno fa la notizia di come sul proprio profilo Facebook il principale esponente della lista Noi con Salvini di Palermo  abbia lamentato la sorprendente presenza di un clandestino disteso a riposare per le vie della città senza che nessuno facesse niente , peccato si trattasse di un ragazzo in preda ad una crisi epilettica, come giustamente segnalato da Caterina Altamore. Per la cronaca, l'espoente politico non ha poi avuto il minimo riguardo nello smentire il falso pubblicato, lasciando che i commenti razzisti proliferassero anche dopo l'essere stato sbugiardato.
In entrambi i casi due cose sono immediatamente evidenti: come prima che qualcuno si ponesse il problema dell'assurdità della condizione lamentata siano passate ore se non giorni, e di conseguenza come siano fioccati i commenti apertamente razzisti, e come di per sé le situazioni lamentate siano ridicole. Come può accadere tutto ciò? Come può succedere che centinaia se non migliaia di persone non si accorgano di falsi così evidenti, non si pongano domande un minimo critiche su quanto stanno leggendo? Sicuramente, a differenza di quanto avveniva tempo fa sui forum, le pagine Facebook sono prive o quasi di moderazione, permettendo la pubblicazione di qualsiasi castroneria. Inoltre, spesso nel frequentare gruppi o pagine preferite la soglia di attenzione e di criticità dell'utente si abbassa a tal punto da rasentare la creduloneria.
C'è poi una questione più profonda, che riguarda il nostro stesso modo di essere esseri umani. Riprendendo il mio amato David Foster Wallace nel suo discorso intitolato Questa è l'acqua, il nostro di modo di vivere la realtà prevede una configurazione di base, priva o quasi di sforzo, che ci permette di sopravvivere fermandoci tuttavia alle apparenze o alle credenze che sono ben radicate in noi. Andare oltre di esse richiede in primis sforzo, e sforzarsi in ogni situazione è faticoso, nessuno di noi lo vorrebbe fare. Questo ci spiega perché di fronte ad una situazione di relax come la navigazione sul web è così facile per noi fermarci a quelle informazioni, vere o false che siano, che confermano quanto già crediamo, senza che esse vengano minimamente messe in discussione. Ovviamente tutto ciò vale anche al di fuori della rete, sia chiaro. E qual è la soluzione per Wallace? Questa è l'acqua:

Se siete automaticamente sicuri di sapere cos’è la realtà, e state operando sulla base della vostra configurazione di base, allora voi, come me, probabilmente non avrete voglia di considerare possibilità che non siano fastidiose e deprimenti. Ma se imparate realmente a concentrarvi, allora saprete che ci sono altre opzioni possibili. Avrete il potere di vivere una lenta, calda, affollata esperienza da inferno del consumatore, e renderla non soltanto significativa, ma anche sacra, ispirata dalle stesse forze che formano le stelle: amore, amicizia, la mistica unità di tutte le cose fuse insieme. Non che la roba mistica sia necessariamente vera. La sola cosa che è Vera con la V maiuscola è che sta a voi decidere di vederlo o meno. [Traduzione di Roberto Natalini] 
Wallace, David Foster., and Luca Briasco. Questa È L'acqua. Torino: Einaudi, 2009. Print.

The Pitt, R. Scott Gemmill

The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....