lunedì 26 agosto 2024

The First Slam Dunk, Takehiko Inoue


The First Slam Dunk è un film d'animazione che ha richiesto una gestazione più che decennale all'autore e regista Takehiko Inoue. Il film riprende l'ultima partita raccontata nel manga Slam Dunk e ripresa dall'anime omonimo, guardandola però dal punto di vista di uno dei comprimari della serie originale, Ryota Myagi.

La pellicola si dipana attraverso i quattro tempi della partita che contrappone la Shohoku, in cui militano i protagonisti, alla Sannoh, la squadra più forte del campionato intescolastico tra licei giapponesi; in questo arco di tempo viene approfondito sviluppo psicologico che ha permesso di arrivare ad una partita così importante ad un gruppo di novellini del baasket, ma la focalizzazione rimane su Ryota, alto solo 168 cm, di certo non la stella più fulgente della squadra, eppure fondamentale nel far mantenere ordine e calma ai compagni giocando nel ruolo di playmaker. È Ryota quindi che fa da motore alla rimonta dello Shohoku, sotto di venti punti, e che permette di mettersi in mostra ai talenti di Takenori Akagi, capitano della squadra, Hisashi Mitsui, specializzato nei tiri da tre, Kaede Rukawa, stella del team, e Hanamichi Sakuragi, novellino poco più che dilettante ma fondamentale nel raccogliere rimbalzi e nel dare la carica ai compagni.

Il film è uno splendido spot per il basket, sport del quale viene colta l'essenza, il misto tra talento individuale e gioco di squadra. Ma il film è anche il perfetto coronamento di un manga e di un anime che hanno segnato una generazione di lettori e di spettatori, e che vedono in questa pellicola la tanto attesa celebrazione di una serie di personaggi che avevano imparato ad amare in tutte le loro sfaccettature, con cui avevano gioto delle vittorie e pianto per le sconfitte e i fallimenti, personali e sportivi. Il tratto di Inoue rimane distintivo, anche nell'uso della cgi, che non sminuisce, ma anzi valorizza la dinamicità e la pulizia del tratto e dell'azione. Una visione consigliata, certamente attesissima e più che soddisfacente per i fan della serie, ma fruibile e godibile anche da chi non ama i manga o gli anime, e forse persino da chi non sa nulla di basket.

L'amica geniale, Elena Ferrante

L'amica geniale, pubblicato nel 2011 da Elena Ferrante, pseudonimo di un'utrice o di un autore di cui si ignora la reale identità, è il primo volume di una serie di quattro.

Le due protagoniste del romanzo sono Elena e Raffaella, bambine nate da famiglie povere ma oneste in uno dei rioni di Napoli subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Il romanzo racconnta l'infanzia e l'adolescenza di Elena e Raffaella, accomunate da una acuta e profonda intelligenza, ma divise dall'accesso agli studi: una, Elena, dopo le elementari proseguirà con le scuole medie e poi il liceo classico, l'altra, finite le scuole dell'obbligo andrà a lavorare e poi si sposerà ancora giovanissima. Eppure è Elena a sentirsi sempre al traino e a neccessitare sempre del confronto con Raffaella, presentata prima come una bambina sotttile e risoluta, poi come una ragazza sinuosa e sicura di sé, fino al rovesicamento finale della situazione, al matrimonio di Raffaella, quando la ragazza ammetterà il bisogno di avere vicina l'amica e la pregherà di proseguire gli studi anche per lei.

L'amica geniale è in primis un romanzo scritto bene: le pagine scorrono mostrando le protagoniste nel loro agire, la loro psicologia ci appare prima di esserci spiegata. Ferrante è un'abilissima narratrice, capace di tratteggiare il rione attorno alle due bambine rendendolo protagonista, alla stessa maniera in cui tutta Aci Trezza vive e palpita intorno ai Malavoglia.

Con il crescere di Elena e Raffaella guardiamo anche al cambiare del paesaggio intorno, l'Italia che esce dalla Seconda guerra mondiale, si avvia ad una ricostruzione non priva di problemi, con la Camorra in agguato che però non diviene perno del racconto napoletano, come in tante narrazioni stereotipate. Certo, ci sono le famiglie povere e poverissime e ci sono quelle che si sono arricchite con la malavita, ma anche grazie al mercato nero o alla collaborazione con i fascisti negli anni del regime. Il rione è quindi molto di più dello stereotipo, tanto che si è potuta anche ipotizzare in esso la metafora del ghetto ebraico.

La sintassi di Ferrante è moderna, fa un perfetto uso dell'influsso regionale senza cadere nel dialetto fine a se stesso. L'autrice parla al cuore della sua gente ma allo stesso tempo ad un pubblico nazionale e internazionale, attraverso quello che ha solo l'apparenza di un romanzo di formazione, prestandosi poi a diverse letture e su numerosi piani.

Recentemente il New York Times ha incoronato L'amica geniale come miglior libro uscito nel XXI secolo. Questo titolo appare forse eccessivo, tuttavia si tratta siicuramente di uno dei migliori romanzi usciti negli ultimi vent'anni e di una lettura obbligata per ogni lettore interessato alla produzione contemporanea.

lunedì 19 agosto 2024

C'è ancora domani, Paola Cortellesi


C'è ancora domani è l'opera prima, come regista, di Paola Cortellesi. Il film è ambientato nel 1946, quindi a ridosso della fine della Seconda guerra mondiale. Girato in bianco e nero, l'opera ritrae un'Italia povera, ancora alle prese con la fine del regime fascista, l'occupazione americana, gli odi nascosti sotto il tappeto tra coloro che hanno più apertamente aderito al regime nazi-fascista, anche vivendo dell'attività di delatori, e gli altri, quelli che hanno resistito, magari tacitamente o semplicemente sopravvivendo. 

Tuttavia il vero fulcro della vicenda ruota sulla differenza di condizione tra uomini e donne nell'Italia della famiglia tradizionale: donne sottomesse, che esistono solo come donne di casa, madri e mogli, come la protagonista Delia, interpretata dalla stessa Cortellesi; dall'altro lato ci sono gli uomini, per i quali l'essere maschi, sia che si parli di persone perbene come il soldato americano, sia che si parli di violenti farabutti, come il marito Ivano, interpretato magistralmente da Valerio Mastandrea, è comunque una condizione di vantaggio, sentita come naturale. In mezzo c'è una nuova generazione, quella della figlia Marcella, che avverte l'ingiustizia della condizione della madre, ma rischia di riprodurla con l'organizzazione di un matrimonio che si appresta ad essere identico, se non peggiore di quello di Delia.
La protagonista si fa così portatrice della rivolta femminile: prima facendo fallire il matrimonio della figlia, poi organizzando la propria fuga; fuga che rimane immaginaria, non si realizza praticamente a causa di una serie di circostanze avverse, diviene simbolica ma ancor più importante perché collettiva nella conclusione del film, quando la donna, all'insaputa del marito, si reca alle urne per votare per il referendum del 2 giugno 1946. Con il primo voto delle donne, silenzioso atto di rivolta di una generazione e più ancora, di un genere, che mette in discussione lo status quo. Uno dei tanti castelli che crollerà nel XX secolo.

La regia del film risente, a tratti, di alcune ingenuità, ma si apprezza la scelta di edulcorare la violenza sulla protagonista attraverso il ballo e il canto. In più, le ottime prestazioni di Mastandrea e, soprattutto, di Cortellesi, innalzano il risultato, rendendo il film una gradita boccata d'aria fresca nel panorama cinematografico italiano.

Questo mondo non mi renderà cattivo, Zerocalcare

 


Questo mondo non mi renderà cattivo è la più recente serie tv di Zerocalcare, scritta e prodotta per Netflix. La serie, la seconda dell'autore, ha un taglio profondamente diverso rispetto alla precedente Strappare lungo i bordi: la prima serie di Zerocalcare per Netflix aveva un taglio più intimistico, mentre questa seconda produzione è decisamente più "politica", che non vuol dire partititca. Ad avvicinare le due serie un tratto comune, l'impotenza di fronte al disagio. Se in Strappare lungo i bordi il disagio si esprimeva con la rivelazione finale del suicidio di uno dei protagonisti della vicenda, in questa nuova opera invece il disagio esistenziale si traduce nella dipendenza dalle droghe e nell'adesione a movimenti politici estremisti o apertamente fascisti. Tuttavia l'occhio di Zerocalcare non è banalmente giudicante, ci spinge a riflettere su come e perché il suo amico di infanzia Cesare si perda per strada, finisca per aderire ai movimenti neofascisti, fino allo scontro armato con i movimentisti di sinistra a cui appartiene anche l'autore. Tutto di fronte ad un edificio dedicato all'ospitalità di alcuni immigrati richiedenti asilo: nella scena in cui viene descritta l'attraversata del Mediterraneo e la vita degli immigrati la serie ha il suo momento più basso, risultando un po' didascalica. Per il resto, pur non colpendo al cuore come Strappare lungo i bordi, Questo mondo non mi renderà cattivo riflette e guarda con occhio tagliente la realtà della periferia romana, o forse di ogni periferia, la mancanza di lavoro e di speranza, la guerra tra poveri, la politica che si ferma alle proprie rese di posizione e il giornalismo alla ricerca dello scandalo anziché in cerca delle ragioni e delle cause. In mezzo ci stanno le persone, distanti, divise ma uguali nella comune insoddisfazione. Una serie da vedere, senza aspettarsi il capolavoro della prima opera animata di Zerocalcare, ma per cercare uno sguardo non banale o stereotipato sulla realtà italiana di periferia.

sabato 17 agosto 2024

Costruire il futuro, Rete di scuole FVG


Costruire il futuro, realizzato da 55 scuole della rete delle scuole del Friuli Venezia Giulia, è la prima guida ragionata sull'uso dell'AI a scuola.

Il volume, realizzato da un coordinamento scientifico guidato da diversi esperti e dirigenti scolastici, ha come scopo fornire informazioni per capire il funzionamento dell'intelligenza artificiale, coglierne le implicazioni concrete e le questioni etiche che il loro uso nelle scuole comporta. A questo quadro si aggiunge il confronto con il quadro normativo di riferimento e, soprattutto, con il quadro delle competenze digitali redatto dall'UE.

Segue una sezione che propone, in maniera solo accennata, diversi tipi di attività per lo sviluppo delle competenze digitali, declinate dalla scuola primaria fino alla secondaria di secondo grado.

Infine il volume è chiudo da una sitografia di riferimento delle piattaforme che fanno uso delle AI attualmente più diffuse e utili per la scuola.

Il volume è ricco di spunti e riflessioni, sebbene non fornisca esempi dettagliati di attività didattica. Invece questa guida si concentra molto sul piano normativo e regolativo, proponendo le modifiche da apportare ai regolamenti scolastici e le informative da somministrare alle famiglie nelle scuole che volessero iniziare a prevedere l'uso delle AI nella loro attività didattica.

Guida all'intelligenza artificiale, Sanoma



Guida all'intelligenza artificiale è un agile volume pubblicato da Sanoma in formato digitale distribuita a corredo del corso di formazione proposto dall'editore. 
Il volume presenta una prima parte teorica, utile per approfondire il funzionamento delle AI, nonché per conoscere l'attuale quadro normativo di riferimento. A questa sezione segue la parte del volume dedicata agli esempi pratici di attività didattiche e di progettazione realizzate per e con l'intelligenza artificiale. Le attività proposte sono suddivise in tre livelli, base, intermedio e avanzato. Chiude il volume un elenco, per forza di csoe incompleto, di piattaforme e di intelligenze artificiali dedicate alla produzione di risorse testuali, audio e video.
Il volume è consigliato a chi voglia farsi una prima idea sulle AI, sul loro funzionamento, sulle questioni, pratiche, tecniche ed etiche che il loro uso dischiude, nonché per iniziare a pensare a forme di integrazione di queste tecnologie nella scuola italiana.

giovedì 15 agosto 2024

Inferno di Dante, Giovanni Anfuso


L'idea di mettere in scena la prima cantica della Commedia di Dante, per quanto impegnativa, non è poi così originale. Non è originale nemmeno la scelta di una messa in scena in un contesto atipico come quello di un canyon naturale di grotte, altri esempi sono visibili in tutta Italia. Nondimeno rappresentare l'Inferno di Alighieri nel contesto delle gole dell'Alcantara risulta affascinante, anche grazie al gioco delle luci della regia. La compagnia teatrale scelta non appare però all'altezza delle aspettative: alcune interpretazioni sono di livello, come quelle di Francesca da Rimini, Odisseo e del conte Ugolino; negli altri casi però la recitazione risulta troppo gridata (forse per problemi acustici dovuti all'ambientazione?) e monocorde, tanto da rendere difficilmente riconoscibili alcuni personaggi. 
Anche la regia non sembra cogliere il punto: è apprezzabile la scelta di non toccare i versi di Dante (anche se si tanto in tanto si sentono degli errori), ma lo spunto che dovrebbe spiegare il perché dello spettacolo stona con la profondità dell'opera rappresentata, finendo per essere posticcio.
Insomma, forse non un'occasione sprecata, ma nemmeno il capolavoro che spiega il perché lo spettacolo teatrale sia il più visto in Sicilia.

The Pitt, R. Scott Gemmill

The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....