martedì 30 luglio 2024
L'ultima cena che non era l'ultima cena
domenica 21 luglio 2024
Un buon posto in cui fermarsi, Matteo Bussola
lunedì 15 luglio 2024
Scheletri, Zerocalcalre
"Scheletri" di Zerocalcare è un romanzo a fumetti in cui l'autore, attravereso una storia che si allunga per decceni, ci rcconta una parte della sua formazione. La vicenda si sviluppa nel quartiere alla base dei raconti di Zerocalcare, Rebibbia, e si concentra sui rapporti amicali dell'autore, le sue conoscenze, le sue paranoie, e la loro evoluzione nel tempo. L'autore racconta lo svilupparsi dei demoni che lui, come ognuno dei suoi lettori, porta dentro di sé e con i quali deve convivere, cercando di sconfiggerli. Il protagonista, l'alter ego dell'autore vent'anni prima, trascorre la sua giornata alla metro B di Roma, per nascondere alla famiglia la decisione di non frequentare l'università. Qui incontra un ragazzo più giovane di lui, "Arloc", che nel graffitismo sfoga il bisogno di fuggire da tutto e tutti. Zerocalcare ci appare qui, ancora più del solito, vittima della "sindrome dell'impostore" che lo caratterizza, anche quando a prevalere è il sarcasmo. Tuttavia, in un mondo intorno a lui che cambia, l'autore, con il suo protagonista, sente di sentirsi e rimanere immmobile e incapace di mantenere relazioni adulte con gli amici della giovinezza. Il fatto che muove la vicenda, il ritrovamento di un dito mozzato da una mano di fronte casa, lo cristallizza in una visione stereotipata che alla fine si dimostrerà falsa, facendo emergere lacune e limiti della visione della realtà in cui il protagonista trova rifugio.
Autobiografia e fiction si mescolano in un racconto di fallimenti di un'intera generazione.
domenica 14 luglio 2024
Pao Pao, Pier Vittorio Tondelli
domenica 7 luglio 2024
Io a quindici anni
giovedì 4 luglio 2024
La parola ai giurati, William Friedkin
La parola ai giurati, diretto da William Friedkin, è un remake dell'omonimo film del 1957 diretto da Sidney Lumet.
Il film riprende praticamente alla lettera l'opera originale del 1957, la quale, a sua volta, era il riadattamento di una pièce teatrale del 1954 scritta da Reginald Rose.
Si tratta quindi di un dramma giudiziario che si svolge di fatto in una sola stanza, la stanza in cui una giuria, composta da 12 uomini (da cui il titolo originale dell'opera, 12 angry men) deve stabilire la sentenza su di un presunto caso di omicidio. Se alla prima votazione (11 giurati per la colpevolezza, uno per l'innocenza) appare quasi certa la sorte dell'imputato, un ragazzo latinoamericano accusato di aver ucciso il padre accoltellandolo dopo una lite, a poco a poco le certezze granitiche vengono messe in discussione.
Gradualmente il giurato innocentista riesce a seminare dubbio tra i colleghi. All'analisi delle prove si evidenzia quindi come il valore e la credibilità di queste fosse in realtà rafforzato o fondato esclusivamente sui bias, sugli stereotipi a cui ciascuno dei giurati era soggetto. La ricostruzione logica dei fatti pone così in dubbio le testimonianze, fino a ribaltare la situazione iniziale, con 11 giurati convinti dell'innocenza dell'imputato e uno per la colpevolezza. Nelle scene finali quindi emerge come anche quest'ultimo giurato sia costretto a prendere atto di voler condannare l'imputato per il proprio rancore nei confronti del figlio anziché per la forza e la ragionevolezza delle prove.
Il dramma è sì un dramma giuridico, ma prima ancora, anzi, forse ancora di più, è un dramma filosofico. Il giurato da cui parte il movimento della vicenda non afferma mai di sapere l'innocenza dell'imputato, semmai ragiona sul suo non saperne la colpevolezza. L'opera propone una visione relativista della realtà: le testimonianze potrebbero e non potrebbero essere vere, l'imputato potrebbe o non potrebbe essere un omicida, ma la giuria, nel momento in cui deve decidere della vita o della morte di un ragazzo, sceglie di non poter condannare qualcuno alla luce dei tanti ragionevoli dubbi emersi. Alla fine della vicenda, tutti i giurati (con la sola potente e xenofoba eccezione di uno) escono dall'aula sapendo di non sapere. Quello che abbiamo di fronte quindi pare quasi un dialogo socratico ambientato nel XX secolo.
Una visione consigliata, in qualsiasi forma la si possa recuperare.
martedì 2 luglio 2024
Quando muori resta a me, Zerocalcare
Quando muori resta a me è l'ultimo romanzo a fumetti di Zerocalcare.
Nel romanzo, il protagonista, Zero, condivide un viaggio in auto con il padre, raffigurato sotto la forma della papera Ping Ping, verso il paese natale della famiglia paterna sulle Dolomiti venete.
Attraverso flashback dell'infanzia del protagonista, che si intreccia con la maturità del padre, e viaggi indietro nel tempo fino alla Grande guerra e allo spostamento della famiglia dal Veneto a Roma, l'autore compie un tragitto di analisi del rapporto tra maschi, e in particolare tra padri e figli.
I legami forti e traditi instauratisi durante la Grande guerra si intrecciano così con l'incomunicabilità tra padri e figli, connaturata ad una cultura radicalmente maschilista e incapace di affrontare il fallimento del maschio nella costruzione della propria famiglia, il divorzio e l'allontanamento dal figlio.
Così Zero è costretto a fare i conti con i propri e gli altrui sensi di colpa, un mostro che prende facce familiari e che non permette di vedere come, sotto la scorza di uomini che non sanno parlare di sé, scorra costante il fiume degli affetti.
Lettura sensibile e agrodolce della famiglia italiana, della perdita dell'innocenza e dell'ingresso nella maturità, e dei retaggi culturali che è difficile cancellare.
Almeno la modestia per non guardare dall'alto in basso questi ragazzi
Eccoli lì, quelli della mia generazione, i savi, gli adulti, che guardano ai maturandi di quest'anno, e niente, signora mia, che scene, che vergogna.
Oggi abbiamo il professor Caccamo, quello che fa il comico, ma di una comicità per cui ridono soltanto gli insegnanti boomer, che aizza la polemica
La cosa ridicola poi è che non lo volete ricordare, l'avete rimosso, ma dall'annata 1999-2000, per qualche tempo, un anno pare, il superamento dell'Esame di Stato si celebrava istituzionalmente: era stata istituita la cerimonia della consegna dei diplomi con la proclamazione dei voti, in pompa magna, da parte del dirigente scolastico, alla presenza dei genitori e degli studenti tutti. Ma dato che quella volta ad essere celebrati e festeggiati eravamo noi, quella era cosa buona e giusta.
The Pitt, R. Scott Gemmill
The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....
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Quella che leggete è la mia risposta alla lettera del collega Matteo Radaelli , pubblicata sul Corriere della sera giorno 2 settembre e onl...
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Per chi si chiedesse come fare ad allontanarsi dai social network dei broligarchi di Trump, un po' di alternative: 1. Friendica , la cos...
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