martedì 24 dicembre 2024

La strada, Cormac McCarthy

 La strada, di Cormac McCharty, è un romanzo postapocalittico, ma non fantascientifico, in cui il narratore accompagna i suoi due protagonisti, un padre ed un bambino senza nome, attraverso un viaggio che li condurrà dal territorio interno di quelli che una volta erano gli Stati Uniti verso la costa, quale che sia. Il paesaggio intorno ai due personaggi, padre è figlio, è devastato da un evento catastrofico avvenuto in un qualche passato recente e che, sappiamo per accenni, ha colpito il mondo, causando di fatto l'estinzione di quasi tutte le forme di vita. Solo pochi uomini si aggirano per la strada in cerca di qualche bene necessario per una sopravvivenza stentata, quello che rimane della ricchezza prodotta dall'umanità nel corso dei secoli. Il paesaggio spettrale accompagna quello che a tratti sembra un pellegrinaggio verso una terra promessa, a tratti un martirio, a tratti infine un'inutile prosecuzione della sofferenza. Scopriamo che la madre del bambino ha rinunciato al viaggio e alla vita molto tempo prima, prevedendo quale destino di sofferenza avrebbe accompagnato i sopravvissuti, organizzati in clan, giunti fino al cannibalismo e allo schiavismo pur di sopravvivere.

Padre e figlio viaggiano attraverso foreste di alberi morenti, piogge fiitte e taglienti, paesaggi urbani silenziosi e pericoli che sono tutti e solo umani, tra agguati di disperati che vogliono tutti solamente depredarsi l'uno con l'altro per aggiungere un giorno di vita alla propria disperazione.

La strada è la storia di un padre che ha come unico scopo della propria vita permettere la vita del figlio, e di un figlio che incredibilmente vede ancora speranza, pur non conoscendo la vita e la realtà che il padre gli racconta, quella prima del cataclisma, e che per lui è solo un sogno o un racconto inventato. Un bambino che cerca, nella disperazione, i buoni, che anche di fronte a chi assale lui e suo padre derubandoli prega l'uomo di non ucciderli con la pistola, il cui unico colpo in canna il padre tiene per il figlio, per non farlo finire nelle mani di chi lo torturerà, lo stuprerà o lo mangerà per sopravvivere.

E così alla fine, giunti alla meta che non potrà che essere disperante, l'uomo si spegnerà, il figlio non potrà non rimanere solo di fronte alla vita, piangendo il padre che per lui è stato tutto. Solo allora si realizzerà il suo destino, incontrando finalmente i buoni che, sembra promettere il racconto, finalmente lo proteggeranno.

Un libro da leggere e studiare, potente linguisticamente, in cui nessuna parola è scritta a caso, ogni immagine, ogni odore, sapore, ogni sensanzione tende al disperante e all'incomprensibile. La realtà misteriosa vince sull'uomo, a costo di causare la propria morte con lui. Ma al centro del mondo si aggira un bambino, che non conosce il mondo se non con gli occhi di un padre che, proprio perché ha conosciuto la vita prima del dramma, conosce molto più del figlio la disperazione del perdere tutto. E la speranza del bambino e la tenacia del padre sono tutto ciò che rimane dell'umanità, l'unica cosa che potrà, forse, fare rifiorire una vita in cui non c'è un dio, non c'è un significato, non c'è un fine, c'è solo il male che è fuori e dentro di noi, a cui si può contrapporre solo lo sguardo inconsapevole dell'infanzia.

mercoledì 6 novembre 2024

Sul fallimento ricorrente della sinistra contemporanea

Pensare di poter parlare solo di diritti civili senza toccare le questioni economiche, reali o percepite, non ha senso. Lasciare da soli i lavoratori nelle mani delle squadracce di destra mascherate di assistenzialismo, nascondersi nelle riserve auree delle università e delle scuole, questo il grande peccato democratico. Non capire che la realtà nell'epoca dei social è soprattutto l'immagine mediata attraverso la lente deformata dei nuovi media, pretendere di godere ancora del prestigio di un'autorevolezza culturale non riconosciuta o bellamente ignorata, è l'altro enorme errore della sinistra contemporanea. La sinistra internazionale pretende che i fatti parlino da sé, che la realtà si dichiari, che non sia ciò che essa stessa ha definito decenni fa, una costruzione socioculturale fondata su modelli linguistici: quindi lo stupore di fronte ad un elettorato che non coglie o non è interessato allo scandalo di un presidente con più processi a suo carico e condannato per 34 capi di accusa, molestatore seriale, fedifrago e inetto; quindi lo smarrimento di fronte all'uomo più ricco al mondo che platealmente finanzia chi promette di rendere più ricco il povero detassando il ricchissimo; quindi lo sbalordimento di fronte al negazionismo climatico e storico. Eppure lo sbigottimento non accompagna un processo culturale, anzi, si lascia il campo alla destra per la mediazione e la propagazione delle "verità alternative". Oggi la rete è dominata dall'informazione e disinformazione della destra attraverso i nuovi formati (che spesso sono vecchi formati rivitalizzati) come i podcast, le newsletter, social che sono sempre meno sociali e sempre più dispacci e veline, dove la mediazione del giornalismo è inesistente, annullata da finte interazioni con il potente. La pretesa che uno valga uno mentre tanti in realtà valgono zero a fronte di singoli che si spartiscono tutto, e lo fanno con una ferocia e una spregiudicatezza che abbaglia. Non capire questi cambiamenti, pretendere che l'aura del progressismo possa bastare a rassicurare, mentre invece quell'aura veniva e viene associata all'elitismo da chi alle elité appartiene davvero, tutto ciò in piccolo e in maniera patetica è stato l'errore del progressismo alla fiorentina in Italia e prima ancora delle armate brancaleone venute su ai piedi degli ulivi; da un po', in maniera rinnovata nei mezzi e nei modi, in forma ben più grave e radicale, questa esperienza la fa la sinistra americana. Ma è il destino di tutta la sinistra se non torna a piantare i piedi in maniera ben salda alla realtà e se non trova il modo di comunicarla, questa realtà, richiamandodi all'insegnamento di quel filosofo, Gramsci, che infatti tanto sta interessando la destra internazionale, con la sua dottrina dell'egemonia culturale. Se non impareremo a comunicare la realtà in maniera efficace, convincente, chiara, se non impareremo a modellare la società con una narrazione che sia alternativa a quella della destra, se non impareremo a dominare i mezzi che la destra già possiede, letteralmente nel caso di Musk, saremo destinati all'estinzione.

E poi magari la smettiamo di farci del male da soli proponendo candidature improbabili.

lunedì 7 ottobre 2024

Sperimentare con le AI: Sebastiano Cuffari secondo l'intelligenza artificiale

Sebastiano Cuffari secondo ChatGPT. Purtroppo non sono né così magro né così affascinante

 Un piccolo gioco per sperimentare qualcosa con le LLM più note può essere impostare un prompt con cui si chiede a diverse AI di scrivere un testo espositivo sulla vita e le opere di qualcuno che conosciamo bene. Nel mio caso, ho deciso di chiedere a diverse LLM di scrivere un testo espositivo sulla mia carriera professionale e sull'attività di questo blog. Sia chiaro, l'intento di questa sperimentazione non è l'incensarsi, semmai il riconoscere allucinazioni e bias che muovono le risposte delle diverse tecnologie.

Partendo quindi da questo prompt

Scrivi un breve (massimo cinque paragrafi) testo espositivo sul professore di lettere Sebastiano Cuffari, sulla sua attività professionale e sul suo blog

ChatGPT produce la seguente risposta:

Sebastiano Cuffari è un apprezzato professore di lettere italiane, noto per la sua passione e dedizione all'insegnamento. Con una lunga carriera alle spalle, Cuffari si è distinto per il suo approccio innovativo all'insegnamento della letteratura e della lingua italiana. I suoi studenti lo descrivono come un insegnante stimolante, capace di rendere viva la materia attraverso collegamenti tra i testi classici e il contesto contemporaneo.


Oltre alla sua attività in classe, Cuffari è anche autore di diversi saggi accademici e articoli dedicati alla critica letteraria. Il suo campo di interesse spazia dalla letteratura italiana del Novecento alla poesia contemporanea, con un focus particolare sugli scrittori siciliani. La sua preparazione accademica e la sua capacità di analisi profonda lo rendono una figura rispettata nel panorama intellettuale italiano.


Uno degli aspetti più interessanti della sua attività è il suo blog personale, nel quale condivide riflessioni su letteratura, didattica e cultura. Il blog di Cuffari è uno spazio dinamico in cui affronta argomenti complessi in modo accessibile, riuscendo a coinvolgere un pubblico ampio, dagli studenti agli appassionati di letteratura. Gli articoli sono spesso accompagnati da suggerimenti di lettura, analisi di testi e riflessioni su tematiche attuali.


Cuffari utilizza il blog anche come strumento didattico, offrendo agli studenti materiali di approfondimento e risorse utili per affrontare al meglio gli esami. Inoltre, organizza discussioni online e webinar su temi legati alla letteratura, creando così un ambiente di apprendimento interattivo e partecipativo.


Il suo impegno nel diffondere la cultura letteraria va oltre l'insegnamento tradizionale, rendendolo una figura di riferimento per chi desidera approfondire la propria conoscenza della letteratura italiana in modo stimolante e moderno. 

La risposta di ChatGPT evidenzia diversi problemi: a parte l'opinabilità della definizione lunga carriera (nel mio caso, 16 anni), ChatGPT cita nel primo paragrafo l'opinione di studenti che non trova riscontro in nessun testo o documento specifico; è vero che nel corso degli anni mi sono sottoposto più volte a questionari di valutazione da parte dei miei studenti, ma mai era posta una domanda così specifica e che richiedesse una risposta così soggettiva.
Nel secondo paragrafo ChatGPT fa riferimento ad un mio interesse per la poesia contemporanea e per gli scrittori siciliani che, posso assicurare, non ha riscontri particolari nella realtà; allo stesso tempo ingigantisce il mio ruolo marginalissimo in un'eventuale comunità intellettuale italiana.
Nel parlare del mio blog, ChatGPT si mantiene su affermazioni talmente generiche da poter essere valide per svariati siti, ma quando tenta di approfondire i temi affrontati, inventa di sana pianta miei webinar su argomenti letterari. 
In ultimo, l'ultimo paragrafo, come già accaduto prima, ingigantisce enormemente il mio ruolo nella comunità educante italiana.

Dopo la magra figura di ChatGPT, ho testato con lo stesso prompt altre LLM. Gemini non fa molto meglio, ma lo fa più onestamente:

Non ho abbastanza informazioni su quella persona per aiutarti con la tua richiesta. Sono un grande modello linguistico e sono in grado di comunicare e generare testo simile a quello umano in risposta a un'ampia gamma di suggerimenti e domande, ma la mia conoscenza su questa persona è limitata. C'è qualcos'altro che posso fare per aiutarti con questa richiesta?

La LLM di Google decide quindi di non esporsi: se ChatGPT in pratica aveva raccontato una versione di me inesistente, Gemini stabilisce che non ho lasciato abbastanza tracce in rete.

Perplexity fa un po' meglio delle due LLM precedenti, rispondendo così:

Sebastiano Cuffari è un professore di lettere, laureato in lettere classiche con specializzazione in archeologia, attualmente attivo presso l'Università di Catania. La sua carriera si distingue per un forte impegno nell'insegnamento e nella promozione di metodologie didattiche innovative. Cuffari ha dedicato particolare attenzione all'approccio del **Debate** come strumento educativo, enfatizzando l'importanza del confronto civile e argomentato tra gli studenti, che aiuta a sviluppare competenze di cittadinanza e abilità comunicative[1][2].


Oltre alla sua attività accademica, Cuffari è anche un blogger e scrittore. Il suo blog, **Libramente**, funge da piattaforma per esplorare temi legati alla letteratura contemporanea e alla cultura italiana. Attraverso i suoi post, Cuffari analizza tendenze letterarie e offre riflessioni critiche su opere recenti, contribuendo così al dibattito culturale attuale[5][6].


Nel blog, Cuffari non si limita a recensioni di libri; affronta anche questioni più ampie riguardanti la narrativa postmoderna e il suo impatto sulla letteratura italiana. I suoi articoli sono caratterizzati da uno stile incisivo e da un'analisi approfondita, rendendolo una figura di riferimento nel panorama letterario contemporaneo[5][6].


In aggiunta, Cuffari ha recentemente avviato un podcast legato al suo blog, dove discute vari argomenti letterari e culturali. Questo formato audio amplia la sua portata e consente di raggiungere un pubblico più vasto, sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie per la divulgazione della cultura[3][4].


In sintesi, Sebastiano Cuffari rappresenta un esempio significativo di come l'insegnamento e la scrittura possano intersecarsi per promuovere una cultura critica e riflessiva. La sua dedizione all'educazione e alla letteratura continua a influenzare studenti e lettori, rendendolo una figura importante nel panorama accademico e culturale italiano.


Citations:

[1] https://unict.academia.edu/SebastianoCuffari

[2] https://www.academia.edu/39515607/Debate_un_caso_di_studio

[3] https://www.amazon.it/Libramenteblog/dp/B0D4KKNR7R

[4] https://www.amazon.com.au/Libramenteblog/dp/B0D4KLD95L

[5] http://libramenteblog.blogspot.com

[6] http://libramenteblog.blogspot.com/p/biografia.html

[7] https://prezi.com/j3rhyj51_df5/il-narratore-e-la-focalizzazione/

[8] https://metronews.it/2016/05/22/quando-lo-studente-copia-dal-web/ 

Anche in questo caso però l'AI prende alcune sbandate. La prima, macroscopica, ovvero il confondere il mio essere stato studente presso l'Università di Catania con l'essere attualmente impiegato lì. Anche a causa di questo errore, e sulla falsariga di ChatGPT, Perplexity ingigantisce il mio ruolo nella comunità intellettuale ed educante italiana. Sia nel caso di Perplexity sia in quello di ChatGPT sembra che l'aver chiesto alle AI di parlare di qualcuno spinga i chatbot a doverne parlare per forza in termini celebrativi.

Non meglio fa Claude, anche se lo fa più onestamente. l''AI di Anthropic infatti risponde così:

# Sebastiano Cuffari: Professore e Blogger


Sebastiano Cuffari è un rinomato professore di lettere italiano che ha dedicato la sua carriera all'insegnamento della lingua e della letteratura italiana. Con oltre vent'anni di esperienza nel campo dell'istruzione secondaria, il Professor Cuffari è noto per il suo approccio innovativo alla didattica e per la sua capacità di ispirare gli studenti attraverso la passione per la letteratura.


Nel corso della sua carriera, ha sviluppato metodi di insegnamento unici che combinano l'analisi tradizionale dei testi con l'utilizzo di tecnologie moderne, rendendo la letteratura più accessibile e coinvolgente per le nuove generazioni. Il suo impegno nell'educazione si estende oltre l'aula, attraverso la partecipazione a numerosi progetti scolastici e l'organizzazione di eventi culturali legati alla promozione della lettura.


Il Professor Cuffari gestisce anche un blog molto seguito, "Lettere in Digitale", dove condivide riflessioni sulla didattica, analisi letterarie e suggerimenti pratici per l'insegnamento. Il blog è diventato un punto di riferimento per docenti e appassionati di letteratura, offrendo spunti di discussione su temi culturali e metodologie didattiche innovative.


Nel suo spazio online, Cuffari affronta regolarmente tematiche che spaziano dalla letteratura classica a quella contemporanea, fornendo approfondimenti critici e proponendo percorsi didattici interdisciplinari. Attraverso il suo blog, ha creato una comunità vivace di educatori e studenti che condividono la sua passione per la lingua e la letteratura italiana.


La sua dedizione all'insegnamento e alla diffusione della cultura letteraria gli ha valso diversi riconoscimenti nel campo dell'educazione, confermando il suo ruolo di figura autorevole nel panorama didattico italiano.

Claude commette diversi errori: il primo, quello che mi fa sanguinare il cuore, mi fa molto più vecchio di quello che sono; il secondo, mi attribuisce l'organizzazione di eventi di promozione della lettura (probabilmente confondendo la presentazione del mio primo e unico romanzo); il terzo, confondendo malamente il mio blog con qualche altro sito o con qualche sua pagina interna, e ingigantendone l'importanza. In generale, come ChatGPT e Perplexity, anche Claude tratta l''oggetto della sua ricerca in termini eccessivamente celebrativi. Tuttavia, a differenza delle altre due LLM, Claude aggiunge una premessa:

Devo sottolineare che, data la natura specifica di questa richiesta, alcuni dettagli potrebbero non essere completamente accurati. Se hai informazioni più precise o vorresti modificare alcuni aspetti del testo, sarò felice di aggiornarlo secondo le tue indicazioni.

Insomma, Anthropic almeno ci prova ad avvisare l'utente che le ricerche fatte tramite un'AI potrebbero fornire dati anche fortemente falsati.

Infine Copilot di Microsoft, che forse è quello che se la cava meglio:

Sebastiano Cuffari è un professore di lettere con una lunga carriera nell’insegnamento delle materie umanistiche. Laureato in lettere con indirizzo classico, attualmente insegna presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Fortuny” di Brescia1. La sua passione per la didattica lo ha portato a esplorare e implementare nuove metodologie di insegnamento, con un particolare interesse per l’innovazione e l’uso delle tecnologie digitali in classe1.

Nel corso della sua carriera, Cuffari ha contribuito significativamente all’introduzione del digitale nelle scuole, cercando di adattare le tecniche didattiche alle esigenze dei cosiddetti "nativi digitali"2. Questo impegno si riflette anche nelle sue numerose pubblicazioni e interventi in convegni dedicati all’educazione e alla didattica innovativa.

Oltre alla sua attività di insegnamento, Sebastiano Cuffari gestisce un blog intitolato "Repertorio didattico di lettere"3. Questo sito è una risorsa preziosa per insegnanti e studenti, offrendo materiali didattici, esercitazioni e analisi basate sulla grammatica valenziale. Il blog è pensato per archiviare in modo ragionato e funzionale i materiali prodotti da Cuffari e quelli raccolti in rete, fornendo un repertorio di strumenti utili per l’insegnamento dell’italiano e della storia nelle scuole secondarie di secondo grado3.

Il blog di Cuffari non è solo un archivio di risorse, ma anche un luogo di riflessione sulle pratiche didattiche. Attraverso i suoi articoli, il professore condivide esperienze e spunti di riflessione, come ad esempio l’adozione della “settimana corta” nella scuola secondaria di secondo grado e il confronto con le pratiche educative americane1.

In sintesi, Sebastiano Cuffari è un educatore dedicato e innovativo, il cui lavoro ha un impatto significativo sia in aula che online. Il suo blog rappresenta un punto di riferimento per chiunque sia interessato a migliorare l’insegnamento delle lettere e a esplorare nuove metodologie didattiche312.

Copilot, come le altre AI, ingigantisce in maniera smisurata il mio contributo intellettuale, e confonde il blog con l'archivio di risorse pubblicato su Repertoriodidatticodilettere. Ma per il resto produce un testo sostanzialmente corretto nei contenuti.

In ogni caso, il test compiuto con diverse AI sulla loro capacità di produrre testi coerenti e coesi su un argomento per il quale le fonti in rete non sono né infinite né poche risulta abbastanza significativo. Ne emergono i forti limiti che queste tecnologie ancora presentano nella capacità di selezione e uso delle informazioni significative, cosa che appare decisamente chiara avendo diretta conoscenza dell'argomento di ricerca. Questo piccolo esperimento suggerisce cautela e spirito critico nell'uso delle AI come semplice e rapido sostituto di ricerche più approfondite e analitiche. Certo, si può obiettare che il prompt non era particolarmente specifico poteva suscitare ambiguità nelle LLM, ma, quanti fra gli utenti medi di queste tecnologie sono disponibili o sono in grado di produrre prompt più specifici per generare ricerché sostitutive di quelle realizzate con i normali motori di ricerca? 

 

 

domenica 29 settembre 2024

La scrittrice nel buio, Marco Malvestio

 

La scrittrice nel buio di Marco Malvestio è un romanzo che comincia, sin dalle prime pagine, introducendo il rapporto tra il protagonista, nonché narratore in prima persona, e l’amico Federico, che richiama alla mente alcune delle dinamiche relazionali narrate da Pier Vittorio Tondelli. La tensione emotiva tra i due amici si sviluppa con naturalezza, in un gioco sottile di vicinanza e distanza, richiamando le atmosfere malinconiche e a tratti sospese dei racconti tondelliani, dove le relazioni maschili oscillano costantemente tra complicità e incomunicabilità. Malvestio cattura questa fragilità nei rapporti umani, riuscendo a trasmettere la sensazione che tra il protagonista e Federico ci sia sempre qualcosa di non detto, una specie di filo sottile che li lega, ma che al contempo li tiene distanti.

Tuttavia, il personaggio che risulta meno riuscito è quello, centrale per lo svolgersi della vicenda, di Maria Zanca, la scrttrice nel buio del titolo. La donna, che compare nella vicenda attraverso lo studio filologico del carteggio di due intellettuali italiani del secondo dopoguerra, Ferretti e Carraro, muove la storia causando la scomparsa del suo scopritore, protettore e amante, Ferretti, a punto, giornalista e intellettuale di grande ego e scarso valore. Presentata come una figura enigmatica, la caratterizzazione di Maria manca di profondità e alla fine del romanzo rimane quasi un’ombra, un enigma irrisolto che non riesce a dare corpo alla sua stessa presenza. Sebbene sia tratteggiata come un personaggio centrale, di Maria sappiamo poco e quel poco non è sufficiente a rendere giustizia al suo ruolo nella trama. Alla fine, il lettore non riesce a comprendere realmente chi sia, quali siano le sue motivazioni o il suo passato, lasciando una sensazione di incompiutezza. La donna si muove come un mistero irrisolto attraverso la meschinità dei rapporti di amicizia di Ferretti e di quelli lavorativi ed intellettuali di Federico.

Se da un lato Malvestio dimostra una buona padronanza nel delineare i rapporti tra i personaggi maschili, dall’altro la costruzione di Maria sembra rimanere sospesa, come se l’autore non avesse voluto o potuto approfondire davvero questa figura femminile. Eppure, è proprio questa mancanza di chiarezza a rappresentare il punto debole del romanzo, che altrimenti si distingue per un linguaggio limpido e una narrazione che sa toccare le corde giuste dell’introspezione psicologica. A dirla tutta, è come se Malvestio, più che non potere, decida di non volere approfondire Maria, lasciandola nell forma di un archetipo, quello della donna misteriosa e fatale, la strega che percorre le pagine della letteratura dal personaggio di Medea fino ad oggi.

La scrittrice nel buio è, in conclusione, un’opera che si muove tra la nostalgia e il mistero, ma che lascia irrisolte troppe domande, soprattutto quando si tratta di delineare i contorni di quel buio in cui Maria sembra essere avvolta.

domenica 8 settembre 2024

Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio, Katherine Rundell


Il saggio "Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio", scritto nel 2020 da Katherine Rundell e pubblicato in Italia da Rizzoli, si presenta come un'appassionata difesa della letteratura per ragazzi, affrontando i pregiudizi e gli snobismi che circondano questo genere. Rundell sostiene che la lettura di libri per ragazzi non è riservata ai giovani, ma può offrire esperienze significative anche agli adulti, e per questo invita a considerare la letteratura per ragazzi come uno scrigno di meraviglie da esplorare con occhi maturi.

La lettura del saggio è piacevole, la scrittura di Rundell scorrevole. Tuttavia, una critica che facilmente può emergere dalla lettura dell'opera è che le argomentazioni presentate da Rundell tendono a essere tautologiche: fondamentalmente ci sentiamo ripetere che leggere letteratura per ragazzi può essere bello/utile perché può essere bello/utile leggere letteratura per ragazzi. Le  ragioni di Rundell per leggere libri per ragazzi, sebbene presentate con passione, si applicano in generale in modo simile alla letteratura editorialmente rivolta agli adulti. Ad esempio si sottolinea che i libri per ragazzi possono riattivare la nostra immaginazione e riportarci a una dimensione di meraviglia, un concetto che è valido anche per opere classiche e contemporanee di alta letteratura. La tesi principale del saggio, che leggere questi libri è un modo per non rinunciare alla gioia e alla creatività, potrebbe essere estesa a qualsiasi forma di letteratura di valore.

Se quindi le argomentazioni a difesa della letteratura per bambini o del filone young adult non sono di per sé particolarmente significative, libro rimane valido per la sua ricostruzione della genesi della letteratura per ragazzi e per il significato che questo filone ha assunto nel contesto contemporaneo. Rundell riesce a mettere in luce come la letteratura per ragazzi non debba ipso facto essere considerata inferiore, ma piuttosto come un'importante espressione culturale che affronta temi complessi e profondi. La sua analisi storica e il richiamo alla necessità di una lettura aperta e senza pregiudizi sono aspetti che arricchiscono il dibattito sulla letteratura e il suo valore intrinseco.

In conclusione, "Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio" è un'opera che manca di argomentazioni innovative, ma offre una riflessione importante sulla lettura e sul valore della letteratura per ragazzi, invitando a considerare la lettura come un'esperienza continua e non limitata dall'età.

mercoledì 4 settembre 2024

City, Alessandro Baricco



 City, di Alessandro Baricco, uscito nel 1999 è forse uno dei più importanti romanzi pubblicati dall'autore nella prima fase della sua carriera. L'opera racconta diverse storie che procedono in parallelo tra di loro. La prima storia è quella di Gould, piccolo genio, bambino che frequenta l'università, destinato secondo i professori al nobel ma prigioniero di un'infanzia mai vissuta, dell'assenza della famiglia, il padre generale e la madre ricoverata in una casa di cura per malattie psichiatriche; Gould si circonda di amici immaginari e si chiude in bagno per immaginare nella sua mente l'ascesa e la caduta di un genio della boxe, Larry Gorman. Con Gould finirà per vivere Shatsy, donna enigmatica e fatale, anche lei misteriosa e concentrata sul suo mondo in cui sta scrivendo un western incentrato sulle vicende delle sorelle e dei fratelli Dolphin e della cittadina nata attorno alle loro azioni.
Gould finirà per scappare dal suo destino senza lasciare tracce, mentre Shatsy andrà a lavorare nella casa di cura della madre di Gould, a cui racconterà la conclusione della storia della famiglia Dolphin; nondimeno la governante morirà infine coinvolta in uno scandalo dovuto, probabilmente, alla sua stessa femminilità, mentre Gould andrà a lavorare come addetto alle pulizie dei bagni di un supermercato, dove finalmente concluderà la storia di Larry Gorman.

City è un intreccio di storie, di personaggi, di stili e di piani letterari: da questo il titolo dell'opera, che richiama l'intrecciarsi delle strade e dei vicoli di una non meglio nominata città. Ogni personaggio ha quindi una storia, e di ogni personaggio questa storia viene raccontata almeno in parte, alternando stili, dal realistico, al surreale, passando per tecniche narrative come il flusso di coscienza, il citazionismo o la scrittura per il cinema. Si osserva anche l'intento metanarrativo dell'autore, grazie ai personaggi che si fanno a loro volta costruttori di storie, e metariflessivo, ad esempio con il professore di Gould, Mondrian Kilroy, che si produce in un saggio (del quale viene riportato il testo), sull'impossibilità dell'onestà intellettuale, o con il professor Bandini che riflette sulla vita e la ricerca della fama accademica. La narrazione quindi assume diverse strade e diversi canali, e infatti il lancio del romanzo venne accompagnato da un sito che ne espandeva riflessioni e contenuti, e venne seguito da letture pubbliche e cd; dal romanzo poi è stato tratto uno spin-off, con il film Lezione Ventuno, sul professore Kilroy.

City ha ancora la forza sperimentale del primo Baricco, sperimentazione che si realizza nell'originalità dell'intreccio, nella forza stilistica, nella consistenza strutturale, nella riflessione metanarrativa. Uno degli utlimi esempi significativi dell'influenza postmoderna sulla narrativa italiana contemporanea.

Grazie ragazzi, Riccardo Milani


Grazie ragazzi, di Riccardo Milani, è un film uscito nei cinema italiani nel 2023. Il film, che ha per protagonista Antonio Albanese nel ruolo di Antonio, attore teatrale in crisi, finito a doppiare film porno, che viene coinvolto in un progetto carcerario, un laboratorio teatrale per dei detenuti. Antonio finisce così per legarsi al suo gruppo di detenuti, tanto che il suo laboratorio viene esteso nella sua durata e finisce per mettere in scena Aspettando Godot di Beckett. La rappresentazione ha un successo clamoroso, portando il gruppo in giro per l'Italia finché, arrivati all'ultima messa in scena, al teatro Argentina di Roma, i carcerati tentano una fuga improvvisata, destinata al fallimento, lasciando da solo Antonio a recitare il monologo finale dell'opera.

Il film è il rifacimento di un film francese del 2020, Un triompphe di Emmanuel Courcol. La trama si concentra sulle forme diverse che per i personaggi assume l'attesa del riscatto: per Antonio il tentativo, che si realizza per sbaglio, di tornare sul palco scenico, e molto più concretamente di rivedere la propria figlia: per gli attori carcerati l'attesa della fine della detenzione, il ritorno alla normalità, alla vita, fallito, solo momentaneamente assaporato durante le messe in scena ma sempre destinato a concludersi malamente con i rientri in carcere e le perquisizioni prima di rientrare in cella.

Per questo per i detenuti diventa particolarmente significativa la rappresentazione di Aspettando Godot, con l'attesa infinita e destinata al fallimento del personaggio che dà il titolo all'opera, e nel frattempo la scoperta della desolazione e dell'umanità che accompagna i personaggi.

Il film dà il meglio di sé nell'interpretazione di Antonio Albanese, desolato, disilluso ma empatico e, soprattutto, capace di vedere nei detenuti che ha davanti delle persone, di andare oltre le colpe per cui sono in carcere e cercare per loro un attimo di sollievo e realizzazione nel teatro, momento per essere altro da sé e piena realizzazione di se stessi

lunedì 26 agosto 2024

The First Slam Dunk, Takehiko Inoue


The First Slam Dunk è un film d'animazione che ha richiesto una gestazione più che decennale all'autore e regista Takehiko Inoue. Il film riprende l'ultima partita raccontata nel manga Slam Dunk e ripresa dall'anime omonimo, guardandola però dal punto di vista di uno dei comprimari della serie originale, Ryota Myagi.

La pellicola si dipana attraverso i quattro tempi della partita che contrappone la Shohoku, in cui militano i protagonisti, alla Sannoh, la squadra più forte del campionato intescolastico tra licei giapponesi; in questo arco di tempo viene approfondito sviluppo psicologico che ha permesso di arrivare ad una partita così importante ad un gruppo di novellini del baasket, ma la focalizzazione rimane su Ryota, alto solo 168 cm, di certo non la stella più fulgente della squadra, eppure fondamentale nel far mantenere ordine e calma ai compagni giocando nel ruolo di playmaker. È Ryota quindi che fa da motore alla rimonta dello Shohoku, sotto di venti punti, e che permette di mettersi in mostra ai talenti di Takenori Akagi, capitano della squadra, Hisashi Mitsui, specializzato nei tiri da tre, Kaede Rukawa, stella del team, e Hanamichi Sakuragi, novellino poco più che dilettante ma fondamentale nel raccogliere rimbalzi e nel dare la carica ai compagni.

Il film è uno splendido spot per il basket, sport del quale viene colta l'essenza, il misto tra talento individuale e gioco di squadra. Ma il film è anche il perfetto coronamento di un manga e di un anime che hanno segnato una generazione di lettori e di spettatori, e che vedono in questa pellicola la tanto attesa celebrazione di una serie di personaggi che avevano imparato ad amare in tutte le loro sfaccettature, con cui avevano gioto delle vittorie e pianto per le sconfitte e i fallimenti, personali e sportivi. Il tratto di Inoue rimane distintivo, anche nell'uso della cgi, che non sminuisce, ma anzi valorizza la dinamicità e la pulizia del tratto e dell'azione. Una visione consigliata, certamente attesissima e più che soddisfacente per i fan della serie, ma fruibile e godibile anche da chi non ama i manga o gli anime, e forse persino da chi non sa nulla di basket.

L'amica geniale, Elena Ferrante

L'amica geniale, pubblicato nel 2011 da Elena Ferrante, pseudonimo di un'utrice o di un autore di cui si ignora la reale identità, è il primo volume di una serie di quattro.

Le due protagoniste del romanzo sono Elena e Raffaella, bambine nate da famiglie povere ma oneste in uno dei rioni di Napoli subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Il romanzo racconnta l'infanzia e l'adolescenza di Elena e Raffaella, accomunate da una acuta e profonda intelligenza, ma divise dall'accesso agli studi: una, Elena, dopo le elementari proseguirà con le scuole medie e poi il liceo classico, l'altra, finite le scuole dell'obbligo andrà a lavorare e poi si sposerà ancora giovanissima. Eppure è Elena a sentirsi sempre al traino e a neccessitare sempre del confronto con Raffaella, presentata prima come una bambina sotttile e risoluta, poi come una ragazza sinuosa e sicura di sé, fino al rovesicamento finale della situazione, al matrimonio di Raffaella, quando la ragazza ammetterà il bisogno di avere vicina l'amica e la pregherà di proseguire gli studi anche per lei.

L'amica geniale è in primis un romanzo scritto bene: le pagine scorrono mostrando le protagoniste nel loro agire, la loro psicologia ci appare prima di esserci spiegata. Ferrante è un'abilissima narratrice, capace di tratteggiare il rione attorno alle due bambine rendendolo protagonista, alla stessa maniera in cui tutta Aci Trezza vive e palpita intorno ai Malavoglia.

Con il crescere di Elena e Raffaella guardiamo anche al cambiare del paesaggio intorno, l'Italia che esce dalla Seconda guerra mondiale, si avvia ad una ricostruzione non priva di problemi, con la Camorra in agguato che però non diviene perno del racconto napoletano, come in tante narrazioni stereotipate. Certo, ci sono le famiglie povere e poverissime e ci sono quelle che si sono arricchite con la malavita, ma anche grazie al mercato nero o alla collaborazione con i fascisti negli anni del regime. Il rione è quindi molto di più dello stereotipo, tanto che si è potuta anche ipotizzare in esso la metafora del ghetto ebraico.

La sintassi di Ferrante è moderna, fa un perfetto uso dell'influsso regionale senza cadere nel dialetto fine a se stesso. L'autrice parla al cuore della sua gente ma allo stesso tempo ad un pubblico nazionale e internazionale, attraverso quello che ha solo l'apparenza di un romanzo di formazione, prestandosi poi a diverse letture e su numerosi piani.

Recentemente il New York Times ha incoronato L'amica geniale come miglior libro uscito nel XXI secolo. Questo titolo appare forse eccessivo, tuttavia si tratta siicuramente di uno dei migliori romanzi usciti negli ultimi vent'anni e di una lettura obbligata per ogni lettore interessato alla produzione contemporanea.

lunedì 19 agosto 2024

C'è ancora domani, Paola Cortellesi


C'è ancora domani è l'opera prima, come regista, di Paola Cortellesi. Il film è ambientato nel 1946, quindi a ridosso della fine della Seconda guerra mondiale. Girato in bianco e nero, l'opera ritrae un'Italia povera, ancora alle prese con la fine del regime fascista, l'occupazione americana, gli odi nascosti sotto il tappeto tra coloro che hanno più apertamente aderito al regime nazi-fascista, anche vivendo dell'attività di delatori, e gli altri, quelli che hanno resistito, magari tacitamente o semplicemente sopravvivendo. 

Tuttavia il vero fulcro della vicenda ruota sulla differenza di condizione tra uomini e donne nell'Italia della famiglia tradizionale: donne sottomesse, che esistono solo come donne di casa, madri e mogli, come la protagonista Delia, interpretata dalla stessa Cortellesi; dall'altro lato ci sono gli uomini, per i quali l'essere maschi, sia che si parli di persone perbene come il soldato americano, sia che si parli di violenti farabutti, come il marito Ivano, interpretato magistralmente da Valerio Mastandrea, è comunque una condizione di vantaggio, sentita come naturale. In mezzo c'è una nuova generazione, quella della figlia Marcella, che avverte l'ingiustizia della condizione della madre, ma rischia di riprodurla con l'organizzazione di un matrimonio che si appresta ad essere identico, se non peggiore di quello di Delia.
La protagonista si fa così portatrice della rivolta femminile: prima facendo fallire il matrimonio della figlia, poi organizzando la propria fuga; fuga che rimane immaginaria, non si realizza praticamente a causa di una serie di circostanze avverse, diviene simbolica ma ancor più importante perché collettiva nella conclusione del film, quando la donna, all'insaputa del marito, si reca alle urne per votare per il referendum del 2 giugno 1946. Con il primo voto delle donne, silenzioso atto di rivolta di una generazione e più ancora, di un genere, che mette in discussione lo status quo. Uno dei tanti castelli che crollerà nel XX secolo.

La regia del film risente, a tratti, di alcune ingenuità, ma si apprezza la scelta di edulcorare la violenza sulla protagonista attraverso il ballo e il canto. In più, le ottime prestazioni di Mastandrea e, soprattutto, di Cortellesi, innalzano il risultato, rendendo il film una gradita boccata d'aria fresca nel panorama cinematografico italiano.

Questo mondo non mi renderà cattivo, Zerocalcare

 


Questo mondo non mi renderà cattivo è la più recente serie tv di Zerocalcare, scritta e prodotta per Netflix. La serie, la seconda dell'autore, ha un taglio profondamente diverso rispetto alla precedente Strappare lungo i bordi: la prima serie di Zerocalcare per Netflix aveva un taglio più intimistico, mentre questa seconda produzione è decisamente più "politica", che non vuol dire partititca. Ad avvicinare le due serie un tratto comune, l'impotenza di fronte al disagio. Se in Strappare lungo i bordi il disagio si esprimeva con la rivelazione finale del suicidio di uno dei protagonisti della vicenda, in questa nuova opera invece il disagio esistenziale si traduce nella dipendenza dalle droghe e nell'adesione a movimenti politici estremisti o apertamente fascisti. Tuttavia l'occhio di Zerocalcare non è banalmente giudicante, ci spinge a riflettere su come e perché il suo amico di infanzia Cesare si perda per strada, finisca per aderire ai movimenti neofascisti, fino allo scontro armato con i movimentisti di sinistra a cui appartiene anche l'autore. Tutto di fronte ad un edificio dedicato all'ospitalità di alcuni immigrati richiedenti asilo: nella scena in cui viene descritta l'attraversata del Mediterraneo e la vita degli immigrati la serie ha il suo momento più basso, risultando un po' didascalica. Per il resto, pur non colpendo al cuore come Strappare lungo i bordi, Questo mondo non mi renderà cattivo riflette e guarda con occhio tagliente la realtà della periferia romana, o forse di ogni periferia, la mancanza di lavoro e di speranza, la guerra tra poveri, la politica che si ferma alle proprie rese di posizione e il giornalismo alla ricerca dello scandalo anziché in cerca delle ragioni e delle cause. In mezzo ci stanno le persone, distanti, divise ma uguali nella comune insoddisfazione. Una serie da vedere, senza aspettarsi il capolavoro della prima opera animata di Zerocalcare, ma per cercare uno sguardo non banale o stereotipato sulla realtà italiana di periferia.

sabato 17 agosto 2024

Costruire il futuro, Rete di scuole FVG


Costruire il futuro, realizzato da 55 scuole della rete delle scuole del Friuli Venezia Giulia, è la prima guida ragionata sull'uso dell'AI a scuola.

Il volume, realizzato da un coordinamento scientifico guidato da diversi esperti e dirigenti scolastici, ha come scopo fornire informazioni per capire il funzionamento dell'intelligenza artificiale, coglierne le implicazioni concrete e le questioni etiche che il loro uso nelle scuole comporta. A questo quadro si aggiunge il confronto con il quadro normativo di riferimento e, soprattutto, con il quadro delle competenze digitali redatto dall'UE.

Segue una sezione che propone, in maniera solo accennata, diversi tipi di attività per lo sviluppo delle competenze digitali, declinate dalla scuola primaria fino alla secondaria di secondo grado.

Infine il volume è chiudo da una sitografia di riferimento delle piattaforme che fanno uso delle AI attualmente più diffuse e utili per la scuola.

Il volume è ricco di spunti e riflessioni, sebbene non fornisca esempi dettagliati di attività didattica. Invece questa guida si concentra molto sul piano normativo e regolativo, proponendo le modifiche da apportare ai regolamenti scolastici e le informative da somministrare alle famiglie nelle scuole che volessero iniziare a prevedere l'uso delle AI nella loro attività didattica.

Guida all'intelligenza artificiale, Sanoma



Guida all'intelligenza artificiale è un agile volume pubblicato da Sanoma in formato digitale distribuita a corredo del corso di formazione proposto dall'editore. 
Il volume presenta una prima parte teorica, utile per approfondire il funzionamento delle AI, nonché per conoscere l'attuale quadro normativo di riferimento. A questa sezione segue la parte del volume dedicata agli esempi pratici di attività didattiche e di progettazione realizzate per e con l'intelligenza artificiale. Le attività proposte sono suddivise in tre livelli, base, intermedio e avanzato. Chiude il volume un elenco, per forza di csoe incompleto, di piattaforme e di intelligenze artificiali dedicate alla produzione di risorse testuali, audio e video.
Il volume è consigliato a chi voglia farsi una prima idea sulle AI, sul loro funzionamento, sulle questioni, pratiche, tecniche ed etiche che il loro uso dischiude, nonché per iniziare a pensare a forme di integrazione di queste tecnologie nella scuola italiana.

giovedì 15 agosto 2024

Inferno di Dante, Giovanni Anfuso


L'idea di mettere in scena la prima cantica della Commedia di Dante, per quanto impegnativa, non è poi così originale. Non è originale nemmeno la scelta di una messa in scena in un contesto atipico come quello di un canyon naturale di grotte, altri esempi sono visibili in tutta Italia. Nondimeno rappresentare l'Inferno di Alighieri nel contesto delle gole dell'Alcantara risulta affascinante, anche grazie al gioco delle luci della regia. La compagnia teatrale scelta non appare però all'altezza delle aspettative: alcune interpretazioni sono di livello, come quelle di Francesca da Rimini, Odisseo e del conte Ugolino; negli altri casi però la recitazione risulta troppo gridata (forse per problemi acustici dovuti all'ambientazione?) e monocorde, tanto da rendere difficilmente riconoscibili alcuni personaggi. 
Anche la regia non sembra cogliere il punto: è apprezzabile la scelta di non toccare i versi di Dante (anche se si tanto in tanto si sentono degli errori), ma lo spunto che dovrebbe spiegare il perché dello spettacolo stona con la profondità dell'opera rappresentata, finendo per essere posticcio.
Insomma, forse non un'occasione sprecata, ma nemmeno il capolavoro che spiega il perché lo spettacolo teatrale sia il più visto in Sicilia.

The Pitt, R. Scott Gemmill

The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....