mercoledì 7 novembre 2018
I senza Stato. Potere, economia e debito nelle società primitive, Andrea Staid
In questo saggio l'antropologo Andrea Staid analizza l'organizzazione politica di alcune tribù amerinde di cacciatori-raccoglitori, a confronto con altre comunità simili di altri continenti, per ricostruire quelle che dovevano essere le caratteristiche associative delle società preistoriche. Al contrario del comune pensiero, emerge la complessità di simili comunità, accomunate però dall'assenza di uno Stato inteso alla maniera occidentale, ossia fondato su un rapporto gerarchico istituito sulla base del potere coercitivo. Al contrario nelle società senza Stato il potere, che fonda la politica, esiste, ma è diffuso ed egalitario; anzi, simili società attuano sistemi che impediscono la formazione di disparità gerarchiche che fungerebbero da presupposto per il potere coercitivo. Per questo in simili società è diffusa la proprietà condivisa, soprattutto, queste società si fondano sui valori dell'ospitalità e delle generosità gratuita, nonché sul dono. Proprio il concetto di dono apre il capitolo sull'importanza del debito in questo tipo di comunità, dove, al contrario di quanto accade nelle società fondate sul potere coercitivo, non è il popolo sottomesso ad essere in debito nei confronti del detentore del potere, e per questo tenuto a prestazioni e fedeltà, ma è il leader, il big man ad essere in debito nei confronti della comunità che per appagare il suo desiderio di comando gli concede il potere, in qualsiasi momento revocabile: per questa ragione il big man, il leader di queste comunità, è spesso il più povero, proprio perché tenuto a continue elargizioni e munificenze nei confronti dei suoi vicini. Emerge anche come in queste comunità senza Stato il lavoro non abbia a questo punto la funzione di una produzione di surplus, ma sia anzi finalizzato al mantenimento dell'equilibrio tra natura e sopravvivenza del gruppo: per questo motivo le ore dedicate al lavoro sono in realtà piuttosto scarse e la comunità autonomamente limita la produzione, dato che la produzione stessa non ha come scopo l'arricchimento del singolo attraverso la circolazione dei beni, ma il sostentamento dell'intera comunità e la sua preservazione.
Da questo studio emerge chiaro come il modello di governo occidentale non sia né l'unico né naturale, ma come anzi sia frutto di determinati processi storici e che esso stesso possa essere soggetto a revisione e a miglioramenti, anche drastici, in senso egalitario e realmente democratico.
giovedì 1 novembre 2018
Cuori elettrici, AAVV
Cuori elettrici è un'antologia di racconti cyberpunk pubblicata in Italia nel 1996.
Per tutti gli anni '70, '80 e '90 il genere del cyberpunk è stato fra i più attivi, sfornando visioni della realtà a cavallo tra il distopico e il paranormale, spesso velate da una persistente e sarcastica ironia. Diversi autori si sono provati nel genere, a partire dai grandi classici quali Dick e Gibson, e sebbene oggi questa categoria della fantascienza appaia dormiente, tuttavia la sua narrazione trova spazio nelle rappresentazioni cinematografiche, anche di largo successo (Blade Runner, Ghost in the shell...).
Le caratteristiche del genere sono del resto sfuggenti: l'interesse per la sovrabbondanza dell'informazione e l'onnipresenza della rete informatica, già annunciata dalla letteratura in questione diversi decenni prima della sua comparsa, non sono gli unici elementi specifici che caratterizzano i racconti qui antologizzati; compare spesso il gioco letterario sulle implicazioni filosofico-religiose degli studi scientifici, la riflessione su come l'avanzamento tecnologico e scientifico possa modificare il rapporto tra l'uomo e l'ecosistema in cui vive, finanche il rapporto tra l'uomo e se stesso, attraverso la modificazione del suo corpo.
Fra i racconti antologizzati, a parere di chi scrive, spiccano La stanza di Skinner, di William Gibson, con la sua visione allucinata della nascita di una comunità dal nulla sulle ceneri di un ponte divenuto, nel suo perenne rischio di crollare, emblema della mutevolezza della vita umana, nel perenne rischio di sparire da un momento all'altro; Vita di strada, di Paul Di Filippo, che ci porta ad osservare la vita in un futuro distopico attraverso gli occhi di una creatura artificiale, solo parzialmente umana, alle prese con la vita di un poeta tanto celebre quanto spiantato, degradato simbolo della fine dell'arte, costretto alla prostituzione per mantenersi, e all'uso di droghe artificiali capaci di ampliare e sovvertire la percezione della realtà e della sessualità; Chernobyl neurale, di Bruce Sterling, che, nell'inusuale forma della recensione ad un saggio scientifico, pone in maniera semiseria la questione di come la ricerca scientifica umana possa, incoscientemente, modificare non solo il vivere umano, ma soprattutto l'ecosistema intorno a noi, fino alla paradosso del generare una civiltà altra rispetto a quella umana e ad essa concorrente; Preveggenza, di Michael Swanwick, che, partendo dagli studi della fisica quantistica e della relatività, pone in discussione la tradizionale percezione del tempo e della memoria, ponendoci di fronte alla narrazione di un omicidio a partire dal suo compimento retrocedendo fino al momento del suo concepimento, non sotto la forma del flashback, ma seguendo lo schema della fabula al contrario; infine, Il gattino di Shroedinger, di George Alec Effinger, che pur con momenti eccessivamente didascalici, sempre partendo dagli studi sulla fisica quantistica, teorizza l'esistenza di infiniti futuri a partire dallo svolgimento di una singola azione, futuri indeterminati fino a che non vengono osservati, ma che proprio nell'atto dell'essere osservati, nel caso del racconto attraverso visioni mistiche, vengono modificati dall'osservatore, secondo il principio di Heisenberg.
In ultima analisi, Cuori elettrici, pur essendo una raccolta di racconti non certo di valore uniforme, ha il pregio di portare alla ribalta italiana un genere e degli autori che solo sporadicamente trovano spazio tra le linee editoriali delle nostre case editrici, e, soprattutto, ha il merito di mettere il lettore di fronte ad una letteratura fantascientifica mai banale e che, in termini solo in parte simili alla fantascienza classica alla Asimov, dialoga in maniera critica e partecipe delle principali questioni scientifiche e filosofiche della sua epoca.
The Pitt, R. Scott Gemmill
The Pitt, ideata da R. Scott Gemmill, è una serie TV messa in onda su HBO e prodotta da Warner Bros, con protagonista Noah Wyle....
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