New York Times: Mubarak Struggles to Maintain Power
El Pais: Miles de manifestantes toman el centro de El Cairo pese al control del Ejército
Le Monde: Au Caire, des avions de combat survolent la foule
La Repubblica: Mubarak in tv con i vertici militari
Giudici, imam e giornalisti con i dimostranti
E noi discutiamo di Berlusconi, di Ruby, dei "responsabili" che dopo essersi venduti per qualche euro ora entrano nel governo.
Nel mondo si guarda al sud del Mediterraneo con apprensione ed interesse, lì dove i confilitti sociali figli dello scorso secolo improvvisamente (o forse no) stanno esplodendo. Tunisia, Libano, Egitto, senza dimenticare l'avanzamento dei partiti islamici in Turchia. Una folla di paesi sta per varcare i confini della democrazia, che ci piaccia o no, autodeterminandosi e scalzando dal potere regimi dittatoriali, più o meno amici dell'Occidente, impostisi con la forza delle armi e dei petroldollari, o tramite il potere mediatico.
L'Europa e l'AMerica s'affannano nel tentativo di gestire una situazione di crisi evidente, che finirà per coinvolgere l'intero bacino del Mare Nostrum e non solo: ma noi, imperterriti, ci affanniamo dietro ad un omino, un arricchito che a fronte della sua ricchezza pensa di poter essere sopra le leggi; un omino che insieme ai suoi sottomessi e ai suoi complici ha permesso la precarizzazione e la perdita dei diritti dei lavoratori; un uomo che ha giocato il suo potere sulla ricattabilità dei giovani privi di lavoro, istruzione, futuro; un uomo che punta sull'ignoranza conclamata del suo popolo per poterlo meglio controllare (il 70% degli italiani non conosce o comprende la sua lingua); un uomo che ha giocato sulle paure della sua gente, aizzando contro gli stranieri, i diversi, i dotti, tutti accusati di essere parassiti sostenuti dai ceti produttivi, giustificati per questa loro condizione in ogni loro gesto di intolleranza; un uomo che ha invitato più volte nella sua carriera politica a delinquere, invitando gli Italiani a non pagare le tasse; un uomo che non riconosce l'autorità della magistratura, dei giudici, della legge in toto; un uomo che, tramite i suoi, ha riconosciuto di non ammettere il valore della costituzione, del Presidente della Repubblica; un uomo che governa con alleati che non riconoscono il valore dello stato unitario e che apertamente osteggiano gli Italiani abitanti al di sotto del fiume Po.
E noi ancora attendiamo che si dimetta da solo....
domenica 30 gennaio 2011
domenica 23 gennaio 2011
Zaira – Le città invisibili – Italo Calvino
Inutilmente, magnanimo Kublai, tenterò di descriverti la città di Zaira dagli alti bastioni. Potrei dirti di quanti gradini sono le vie fatte a scale, di che sesto gli archi dei porticati, di quali lamine di zinco sono ricoperti i tetti; ma so già che sarebbe come non dirti nulla. Non di questo è fatta la città, ma di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato: la distanza dal suolo d’un lampione e i piedi penzolanti d’un usurpatore impiccato; il filo teso dal lampione alla ringhiera di fronte e i festoni che impavesano il percorso del corteo nuziale della regina; l’altezza di quella ringhiera e il salto dell’adultero che la scavalca all’alba; l’inclinazione d’una grondaia e l’incedervi d’un gatto che s’infila nella stessa finestra; la linea di tiro della nave cannoniera apparsa all’improvviso dietro il capo e la bomba che distrugge la grondaia; gli strappi delle reti da pesca e i tre vecchi che seduti sul molo a rammendare le reti si raccontano per la centesima volta la storia della cannoniera dell’usurpatore, che si dice fosse un figlio adulterino della regina, abbandonato in fasce sul molo. Di quest’onda che rifluisce dai ricordi la città s’imbeve come una spugna e si dilata. Una descrizione di Zaira quale è oggi dovrebbe contenere tutto il passato di Zaira. Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.
TUTTO HO PERDUTO - Giuseppe Ungaretti
TUTTO HO PERDUTO
da IL DOLORE - da TUTTO HO PERDUTO
Tutto ho perduto dell'infanzia
E non potrò mai più
Smemorarmi in un grido.
L'infanzia ho sotterrato
Nel fondo delle notti
E ora, spada invisibile,
Mi separa da tutto.
Di me rammento che esultavo amandoti,
Ed eccomi perduto
In infinito delle notti.
Disperazione che incessante aumenta
La vita non mi è più,
Arrestata in fondo alla gola,
Che una roccia di gridi.
1937
da IL DOLORE - da TUTTO HO PERDUTO
Tutto ho perduto dell'infanzia
E non potrò mai più
Smemorarmi in un grido.
L'infanzia ho sotterrato
Nel fondo delle notti
E ora, spada invisibile,
Mi separa da tutto.
Di me rammento che esultavo amandoti,
Ed eccomi perduto
In infinito delle notti.
Disperazione che incessante aumenta
La vita non mi è più,
Arrestata in fondo alla gola,
Che una roccia di gridi.
1937
lunedì 3 gennaio 2011
Documento del Consiglio d´Istituto dell´Istituto Comprensivo Niccolini di San Giuliano Terme (Pisa)
Documento del Consiglio d´Istituto dell´Istituto Comprensivo Niccolini di San Giuliano Terme (Pisa), nel quale, con un invito agli altri Consigli di istituto a esprimere dissenso verso questa forma di valutazione ed ai Collegi Docenti a non partecipare alla sperimentazione, si legge che
"Porre una relazione di dipendenza tra il risultato degli studenti nei quiz e il salario docente potrebbe indurre a dedicare una buona parte delle ore di lezione all´allenamento ai quiz, a dispetto delle reali necessità degli studenti e delle classi, imponendo inoltre ritmi e tempi obbligatori",
e che
"Imporre una concorrenza tra scuole e tra insegnanti all´interno delle scuole svilisce il senso della scuola pubblica e il ruolo costituzionalmente definito di promozione delle pari opportunità formative per tutti: la penalizzazione economica delle scuole che risulterebbero più in difficoltà avrebbe come effetto l´ampliamento della forbice, le cui prime vittime sarebbero gli alunni"
e, ancora, che
"Nessuna "scientificità" è garantita da test uguali su tutto il territorio nazionale e nessun miglioramento della didattica può esistere a prescindere dal contesto in cui gli insegnanti si trovano ad operare".
"Porre una relazione di dipendenza tra il risultato degli studenti nei quiz e il salario docente potrebbe indurre a dedicare una buona parte delle ore di lezione all´allenamento ai quiz, a dispetto delle reali necessità degli studenti e delle classi, imponendo inoltre ritmi e tempi obbligatori",
e che
"Imporre una concorrenza tra scuole e tra insegnanti all´interno delle scuole svilisce il senso della scuola pubblica e il ruolo costituzionalmente definito di promozione delle pari opportunità formative per tutti: la penalizzazione economica delle scuole che risulterebbero più in difficoltà avrebbe come effetto l´ampliamento della forbice, le cui prime vittime sarebbero gli alunni"
e, ancora, che
"Nessuna "scientificità" è garantita da test uguali su tutto il territorio nazionale e nessun miglioramento della didattica può esistere a prescindere dal contesto in cui gli insegnanti si trovano ad operare".
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