Per chi non lo sapesse, in appendice alla sua ultima edizione de I promessi sposi, Alessandro Manzoni pubblicava un importante saggio, intitolato Storia della colonna infame, in cui dimostrava come, durante l'epidemia di peste che intorno agli anni Trenta del '600 colpì Milano, la cittadinanza incolpò in maniera più o meno unanime dei perfetti innocenti, a cui vennero estorte confessioni con la tortura.
I malcapitati venivano accusati di imbrattare le pareti della città con degli unguenti che veicolavano la malattia. Ricorda qualcosa?
Comunque sia, a memoria della condanna esemplare, in centro venne eretta una colonna che, dallo studio di Manzoni, diviene eterna onta per un processo ingiusto. In particolare Manzoni dimostra come, con la tortura, si siano ottenuti solamente dei capri espiatori e non dei colpevoli, riprendendo in questo modo quanto già insegnato dal nonno Cesare Beccaria; ma Manzoni va oltre, mostrando come, a fronte di un popolino incolto che poco aveva a sapere della reale impossibilità di quelle accuse che venivano mosse, c'era anche chi, per esempio fra i giudici, aveva competenze tali da sapere che le accuse erano infondate. Eppure non si mosse, perché forse era conveniente in quella maniera.
Mi sembra chiaro che oggi ci troviamo in una situazione simile: di fronte ad un generale periodo di crisi in Italia si cercano sempre più dei capri espiatori, qualcuno che debba pagare per quanto accade (e poco conta se la visione miope non riesce a riconoscere dei processi naturali lì dove si speri nell'immutabilità degli eventi). Chi guida questa caccia alla vittima sacrificale va considerato un terrorista che, appunto, sparge il terrore fra la gente per adoperarlo a proprio uso e consumo. Il complottismo ha sempre portato dei vantaggi a qualcuno, ma mai a chi da esso viene accusato, sempre a chi, per diversi e spesso interessati motivi, muove accuse infondate e illogiche.
Foto da Ilpost.it
Ps.Per chi fosse interessato, eccovi la Storia della colonna infame

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